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Re: aviaria: chi ha un pollo e mezzo, chi non ne ha
- Subject: Re: aviaria: chi ha un pollo e mezzo, chi non ne ha
- From: Lorenzo Dellacorte <l_coortis at yahoo.it>
- Date: Tue, 7 Mar 2006 18:20:15 +0100 (CET)
Occorre chiarire una volta per tutte che questi virus sono tutti virus da laboratorio (aids, ebola, mucca pazza, aviaria, ecc, ecc) fanno parte della guerra batteriologica i cui obiettivi sono sempre gli stessi: controllo sociale, eliminazione di popolazione umana inservibile o inutilizzabile, eliminazione di merci in sovrannumero, introduzione di regolamentazioni che obbligano ad una intensità di capitale maggiore e conseguente conquista di mercati per le multinazionali: il resto è tragica poesia. Se l'umanità nelle sue diverse articolazioni non riesce a trovare la capacità interiore e le forze sufficienti per disennerscare le multinazionali è destinata a devastazioni e sofferenze, a rate si ma senza fine: apocalypse now! --- ANDREA AGOSTINI <lonanoda at tin.it> ha scritto: > da Eddyburg > > Chi ha un pollo e mezzo. Chi non ne ha > Data di pubblicazione: 24.02.2006 > > Aviaria: il vero problema non sono gli uccelli > migratori, ma il mercato globale. The Economist, 23 > febbraio 2006 > > Titolo originale: The Ave and the Ave Not – > Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini > > IN CIRCA UN MESE, l’influenza a viaria ha fatto la > sua comparsa in un numero apparentemente allarmante > di nuovi paesi. La malattia è già endemica nella > popolazione dei polli di gran parte dell’Asia. Di > fronte alla marcia inarrestabile del virus H5N1 per > il mondo, il fatalismo non è una risposta adeguata. > Meglio guardare attentamente a quello che sta > succedendo. > L’arrivo dell’influenza dei polli in Europa e > dintorni ha causato gran parte dell’agitazione, ma i > vari casi in Azerbagian, Bulgaria, Grecia, Italia, > Slovenia, Iran, Austria, Germania, Francia, Ungheria > e Croazia riguardano solo uccelli selvatici. In > Nigeria, Egitto e India, il virus è stato scoperto > ampiamente distribuito nella popolazione dei polli. > Se la presenza del virus in qualunque forma è un > problema, Nigeria, Egitto e India hanno di fronte > rischi maggiori con popolazioni allevate in modo > intensivo, e sono meno attrezzate ad affrontarli. > Più significativo, appare sempre più evidente che la > questione vera e più immediata è sino a che punto > possano essere gli animali selvatici, o gli stessi > esseri umani, i responsabili della diffusione delle > infezioni nei polli. > Un rapporto di ricerca pubblicato online il febbraio > su Proceedings of the National Academy of Sciences, > mostra che il virus H5N1 persiste nel luogo di > nascita, la Cina meridionale, da quasi dieci anni, > ed è stato introdotto in Vietnam in almeno tre > occasioni e in Indonesia. Gli autori suppongono che > questa trasmissione venga perpetuata soprattutto dal > movimento di polli e prodotti correlati, anziché da > uccelli migratori. > Si tratta di un’ipotesi di grande significato, > sostenuta da chi protegge la fauna aviaria, e che > sostiene come la maggior parte delle comparse della > malattia in Asia sud-orientale possano essere > collegate allo spostamento di polli e prodotti > correlati, o di materiale infetto da allevamenti, > come fango sui veicoli o scarpe delle persone. I > conservazionisti sostengono anche che i mercati > degli animali vivi hanno giocato un ruolo importante > nella diffusione del H5N1. Sono stati questi mercati > la fonte del primo manifestarsi noto a Hong Kong nel > 1997 quando 20% dei polli vivi sul mercato > risultavano infetti. > BirdLife International, gruppo conservazionista, > giudica esistano tre probabili forme di trasmissione > di H5N1: scambi commerciali e spostamento di > pollame; commercio di uccelli selvatici; uso di > letame infetto da polli come fertilizzante in > agricoltura. I coservazionisti aggiungono che > nonostante gli uccelli migratori possano portare e > trasmettere il virus, spesso non è chiaro dove, > abbiano contratto l’infezione dai polli. > In Nigeria, c’è l’idea che sia stato il commercio, e > non gli uccelli migratori, a causare la diffusione. > Per cominciare, l’infezione è stata rilevata > dapprima in un allevamento commerciale con 46.000 > polli e non fra gli animali da cortile che > rappresentano il 60% della produzione nazionale: e > che si ritiene abbia maggiori probabilità di > contatti con gli uccelli selvatici. > La Food and Agriculture Organisation (FAO) delle > Nazioni Unite stima che la Nigeria importi circa 1,2 > milioni di pulcini di un giorno all’anno. In più, > corre voce che molti di questi pulcini continuino ad > arrivare da paesi con infezioni interne da H5N1, > come Cina e Turchia. Joseph Domenech, capo del > servizio mortalità animale alla sede centrale FAO di > Roma, dice che l’importazione di polli da paesi > contaminati è proibita. > Il governo nogeriano ora sta intraprendendo azioni > per eliminare il virus. La sfida è quella di far > passare il messaggio alla popolazione comune, > sull’urgente bisogno di abbattere gli uccelli, > impedire il trasporto e disinfettare gli > allevamenti. Dick Thompson, dell’Organizzazione > Mondiale della Sanità, ha dichiarato in una > intervista che sono stati visti nigeriani prelevare > polli morti da una discarica di uccelli abbattuti, e > che si tratta di una “attività spaventosa, qualcosa > che non si era mai visto prima”. > Anche i paesi confinanti si stanno muovendo. Questa > settimana è stato tenuto un incontro in Senegal per > tentare di fissare una strategia regionale di > contenimento. I fondi dovrebbero essere disponibili. > Lo scorso mese si sono impegnati 1,9 miliardi di > dollari da parte di vari paesi e gruppi > internazionali per la lotta all’influenza aviaria: > mezzo milione in più di quanto previsto, il che > sottolinea quanto l’infezione sia valutata come > rischio globale. La diffusione in Africa > aumenterebbe la probabilità che il virus si > trasformi per diventare trasmissibile fra esseri > umani. Ma c’è un’altra dimensione vitale: la perdita > di reddito da attività di allevamento, e di proteine > essenziali, che potrebbero essere devastanti per > l’Africa. È questo che dovrebbe far pensare gli > europei, preoccupati per qualche cigno morto. ___________________________________ Yahoo! Mail: gratis 1GB per i messaggi e allegati da 10MB http://mail.yahoo.it
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- aviaria: chi ha un pollo e mezzo, chi non ne ha
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
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