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il gioco duro delle compagnie di assicurazioni : bella polizza col trucco
- Subject: il gioco duro delle compagnie di assicurazioni : bella polizza col trucco
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 5 Oct 2005 06:56:06 +0200
il manifesto - 23 Settembre 2005 LORIS
CAMPETTI
Bella polizza. Col trucco Un mercato nuovo Le compagnie di assicurazioni hanno scelto il gioco duro. In vista del lancio della previdenza intregrativa si sono messe a vendere polizze «sicure» per fare concorrenza ai fondi pensione. Ecco qualche esempio delle Mediolanum da sfondamento PAOLO ANDRUCCIOLI Se un giorno arrivasse il vostro promotore finanziario di fiducia, o un qualche consulente in materia di risparmio, e vi proponessero una polizza più o meno previdenziale o più o meno «vita», «sicura al cento per cento», voi che cosa pensereste? E' ovvio che tutto dipende sempre dalle risorse a disposizione e dalla conoscenza della situazione (quanto avremo di pensione pubblica, che cosa sono i fondi, che differenza c'è tra un fondo chiuso e una polizza e via dicendo). Ma dando per scontata una vostra scelta iniziale motivata e consapevole, è ovvio che se un promotore vi proponesse una polizza che può solo rivalutarsi e che non perderà nulla del capitale versato, la tentazione diventerebbe forte. E' l'unica via «razionale» che si può scegliere per spiegare le scelte di molti risparmiatori, non certo ricchi di famiglia, che negli ultimi anni si sono fatti letteralmente fregare dai promotori finanziari. Molti di questi in odore di conflitto di interessi o arruolati da compagnie in conflitto di interessi. Qualche esempio triste di questo andazzo lo abbiamo trovato girando per i vari siti elettronici che si occupano di investimenti finanziari e per le rubriche delle pubblicazioni specializzate. Sul sito dell'Aduc, un'associazione dei consumatori con sede e Firenze, si possono leggere per esempio moltissime lettere di risparmiatori che chiedono agli esperti dell'Aduc (www.aduc.it), come rimediare alle scelte di investimento sbagliate. «Mi hanno proposto un pac (piano di accumulo) che non costa nulla - scrive Marco da Padova - e ho saputo che anche qualche banca e le poste propongono prodotti simili. Che cosa mi consigliate?». Sul sito «investire informati» dell'Aduc, di cui è responsabile Alessandro Pedone, consulente finanziario indipendente, l'esperto (in questo caso Giuseppe d'Orta) risponde: «Non dire con precisione cosa si cerca di vendere è già indicatore di scarsissima serietà. Affermare, poi, che un prodotto non ha costi toglie ogni dubbio su quale razza di piazzista ha incrociato. Se un prodotto non ha costi cosa ci guadagnano loro?». E' ovvio che chi parla così nasconde sempre una qualche cosa. L'esperto, poi, entra anche più nel merito dei prodotti in vendita. «Dalle cifre che riporta - scrive ancora sul sito dell'Aduc - e anche dalla politica di vendita Mediolanum, credo che si tratti delle polizze Europension/My Pension, tra i più costosi prodotti venduti in Italia e quindi da evitare». Un'altra lettera sui prodotti Mediolanum è firmata da un padre di 64 anni, che cerca di pensare all'avvenire dei suoi due figli nati nel 1973 e nel 1977. L'uomo dice di essersi rivolto ad alcuni esperti di Mediolanum per cercare la soluzione migliori. E gli esperti di Mediolanum, guarda caso, gli hanno proposto un prodotto che si chiama Europension. Ecco che cosa risponde l'esperto finanziario dell'Aduc. «I dubbi sui prodotti Mediolanum sono comprensibili. In particolare il prodotto Europension è assolutamente inefficiente. Lo scopo che si è prefisso (costruire una pensione per i figli) è condivisibile, il mezzo con cui raggiungerlo non è adeguato rispetto ad altre forme alternative di investimento». Ma i guai arrivano proprio quando si fanno degli errori, anche perché spesso, per la fretta o per mancanza di capacità tecniche, chi sottoscrive contratti di questo tipo non legge bene tutte le clausole. Essendo Europension un prodotto assicurativo, è chiaro che non è soggetto alle tutele stabilite dal Testo Unico della Finanza e regolamenti attuativi collegati. Per questo, spiega l'esperto, «recuperare il maltolto è ipotesi praticamente impossibile». In positivo, l'esperto conclude con un consiglio che può essere traquillamente generalizzato: «Per raggiungere lo scopo della rendita ai suoi figli (non a quelli del promotore finananziario...), le consiglio di valutare preventivi di più compagnie assicurative e farsi assistere da un professionista per la scelta finale». Sempre per rimanere su un certo tipo di prodotti (non perché siamo prevenuti nei confronti della famiglia Berlusconi che li vende), citiamo anche il caso ci chi - stanco di una determinata soluzione - cerca di liberarsene per fare altre scelte. «Io ho un contratto Tax Benefit con Banca Mediolanum - scrive Stefano da Reggio Emilia - l'importo iniziale versato era stato nel 2001 di lire 2.500.000 e per l'anno successivo non ho dovuto versare niente. Ho poi scoperto che questi soldi iniziali sono andati tutti in spese». Stefano ha poi continuato a versare e però ha chiesto al suo promotore come fare per cambiare, non essendo più «contento» della scelta. Ebbene il promotore gli ha consigliato di versare ancora per un anno cosicché si possa arrivare a cinque anni per avere il bonus. Questo «bonus», alla fine, non sarà altro che l'importo iniziale versato. «Devo chiedergli?», si chiede il risparmiatore. «I decreti attuativi che andranno in vigore dal prossimo gennaio - gli risponde l'esperto dell'Aduc - disciplineranno anche queste situazioni, facilitando il passaggio da un prodotto all'altro e rendendo inefficaci le clausole utilizzate dai prodotti come Europension, che caricano di enormi costi». Di queste lettere, sul sito dell'Aduc, ma anche su altri siti e riviste, se ne possono leggere ormai a decine. Sarebbe anche utile cominciare a dare un'informazione giornalistica dettagliata sul nuovo mercato della previdenza e del risparmio individuale più in generale. Un'informazione che in parte già esiste, ma che è a tutt'oggi relegata nei recinti specialistici. I grandi quotidiani cominciano in ogni caso a puntare qualche riflettore sul problema. Nel numero del 5 settembre dell'inserto «Tuttosoldi» de La Stampa, per esempio, è stato pubblicato un ampio servizio sul «sogno infranto» delle polizze «unit linked». Si tratta di uno dei prodotti che le compagnie di assicurazioni hanno cominciato a vendere in risposta alla crisi delle borse e quindi al crollo dei rendimenti degli investimenti puramente azionari. Anche in questo caso si vendono appunto «sogni», o comunque si vendono prodotti un po' camuffati per accalappiare il risparmiatore diventato ormai molto diffidente, ma in ogni caso sprovvisto dii strumenti critici. Le cosidette polizze «index linked» vengono proposte come investimento sicuro. Si beneficia dei rialzi della Borsa, ma non si subiscono perdite. Tuttavia, spiega il servizio del La Stampa, basta andare a vedere i siti delle compagnie di assicurazione che hanno venduto questi prodotti per rendersi conto che le emissioni sicure sono in realtà in perdita. Il trucco sta nei termini. Quando si dice che il capitale è garantito si commette spesso una piccola (o grande) scorrettezza. In realtà, dal punto di vista tecnico, questo tipo di polizze hanno un capitale «protetto» e non garantito. Il capitale investito con le polizze «index linked» non è neppure assicurato, nel senso che non è la compagnia che si fa carico di garantirlo come si potrebbe immaginare. Si parla di capitale protetto quando la forma di investimento scelta permette la restituzione del capitale stesso, come nel caso dei titoli obbligazionari che alla scadenza rimborsano il capitale nominale. Ma dietro questo equivoco si nasconde una realtà magmatica e i «clienti», ovvero i semplici risparmiatori scoprono solo troppo tardi che queste soluzioni arrivano anche a costare il 10% del prodotto complessivo. Dal punto di vista di questo «nuovo mercato» c'è anche da dire che i prodotti sono abbastanza trasversali. C'è Mediolanum che ci prova, ma ci sono anche tante altre compagnie, tra le più prestigiose. Il consiglio: attenti alle fregature. |
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