traffici rifiuti i bidoni somali son tornati a galla



da lanuovaecologia.it

Giovedì 10 Marzo 2005

TSUNAMI
|La denuncia in un rapporto Unep

Somalia, traffici a galla

Il maremoto ha fatto riaffiorare scorie tossiche, anche radioattive,
dall'Oceano Indiano. Il governo somalo: «Aiutateci a salvare il salvabile».
Il Wwf chiede l'intervento delle commissioni Rifiuti e Ilaria Alpi

È un capitolo ancora sconosciuto sugli effetti dello tsunami, e mette paura.
A denunciarlo è un rapporto dell'Unep, l'agenzia delle Nazioni Unite per l'
ambiente. Immediatamente rilanciato in Italia dal Wwf: l'urto del maremoto
avrebbe fatto riaffiorare sulle coste della
Somalia ingenti quantità di rifiuti tossici, anche radioattivi, sepolti nell
'Oceano Indiano. In seguito al maremoto alcune popolazioni della costa
settentrionale somala sono infatti state colpite da insolite patologie,
facilmente riferibili a fenomeni di inquinamento: infezioni acute alle vie
respiratorie, sangue dalla bocca, emorragie addominali. Un fenomeno
preoccupante che ha spinto il ministro dell'Ambiente somalo, Mohamed Osman
Maye, a chiedere ieri in una conferenza stampa svoltasi "in esilio" a
Nairobi un aiuto per «salvare il salvabile». Nei giorni precedenti era stato
un parlamentare somalo, Awad Ahmed Ashra, a lanciare un appello alla
comunità internazionale per bonificare l'area dai rifiuti tossici
disseppelliti dallo tsunami. Osservatori somali hanno inoltre dichiarato che
i signori della guerra hanno ricevuto negli
anni passati grandi quantità di denaro in cambio del "passi" per seppelire
rifiuti tossici lungo le coste somale.
«Anche il nostro paese ha delle gravissime responsabilità rispetto a quanto
sta accadendo in Somalia e deve rispondere alle richieste, avanzate sia dall
'Unep che dal governo somalo, di un aiuto internazionale per approfondire le
indagini e avviare operazioni di bonifica - dichiara Michele Candotti,
segretario generale del Wwf Italia - Il ruolo svolto da ditte italiane in
Somalia nei traffici di rifiuti tossici è noto allo stesso Unep, come
conferma l'allarme lanciato nel 1992 dal segretario Mustafà Tolba, ribadito
più volte nelle relazioni della stessa commissione parlamentare d'inchiesta
sui rifiuti. In Somalia è riaffiorata la cattiva coscienza del nostro paese,
portando con sè i drammatici effetti

Ilaria Alpi
dei traffici illeciti per anni denunciati da noi ambientalisti».

E proprio ieri l'associazione ha scritto una lettera alle commissioni
parlamentari Rifiuti e Ilaria Alpi, chiedendo di valutare gli elementi
emersi dal rapporto Unep, la necessità di approfondimenti sui traffici di
rifiuti che hanno coinvolto la Somalia e i paesi europei, Italia compresa, e
l'eventualità di contatti con le autorità somale, anche attraverso una
missione in loco della commissione. Nick Nuttal, portavoce dell'agenzia Onu
ha denunciato una diffusa contaminazione da materiale estremamente nocivo
come uranio, mercurio e cadmio, rifiuti ospedalieri e di industrie
farmaceutiche contenute in cisterne adagiate sui fondali o appena interrate
nella sabbia della battigia, a volte sigillate in maniera rudimentale,
distrutte dall'urto violentissimo delle
onde provocate dallo tsunami.

«L'effetto tsunami potrebbe avere effetti devastanti per l'intera costa
orientale africana - riprende Michele Candotti - compromettendo non solo la
salute degli abitanti, ma anche attività fondamentali di sostentamento come
pesca e agricoltura con danni irreversibili per le generazioni future. Il
fatto mette a nudo le vere questioni di good governance civile e ambientale
a livello planetario. Purtroppo sappiamo che molte regioni dell'Africa sono
state utilizzate per anni come pattumiera da molti paesi europei, noi
compresi, per un'elementare quanto cinica valutazione costi-opportunità.
Sporchi affari di cui si conoscono molti dettagli fin dagli anni '90, e che
probabilmente sono una delle chiavi per comprendere il movente dell'omicidio
della giornalista Ilaria Alpi».