un futuro di energia rinnovabile per l'europa



il manifesto - 23 Dicembre 2004


Un futuro rinnovabile per il vecchio continente
MASSIMO SERAFINI


Un futuro rinnovabile per il vecchio continente

«Il solare e l'economia globale» di Hermann Scheer. Atto di accusa del
blocco di interessi economici e politici organizzati intorno al petrolio
Un saggio che mostra la via obbligata e possibile dell'abbandono del modello
energetico fossile a favore delle fonti rinnovabili d'energia
MASSIMO SERAFINI

Il nuovo libro di Hermann Scheer, Il solare e l'economia globale, grazie a
Edizioni Ambiente (pp. 268,  20,60), è stato finalmente pubblicato anche in
Italia, dopo che era uscito in tutti i paesi europei e in quelli arabi, in
Russia, in Cina, in Giappone, in Brasile e negli Stati Uniti. L'ultimo
lavoro del parlamentare tedesco e presidente d'Eurosolar risulta di
particolare interesse non tanto e non solo perché ripropone con forza
l'attualità e le possibilità di un'alternativa energetica al petrolio,
basata sulle risorse solari (sole, vento e biomasse), come già aveva fatto
nei suoi testi precedenti e in particolare in Strategia Solare (Cuen, 1996),
ma soprattutto perché, questa volta, il suo lavoro offre motivazioni e
spunti efficaci per agire e costruire un'azione politica e sociale in grado
di dare corpo a quell'alternativa. Fin dai primi capitoli, il libro fornisce
al lettore una risposta all'interrogativo che più frequentemente viene posto
dai sostenitori del petrolio: perché stenta a decollare l'era solare?
Problemi tecnologici o di costo, si sente ripetere a ogni confronto. La
risposta di Scheer è categorica: la principale barriera non è né
tecnologica, né di costi (se solo gli economisti non truccassero le cifre),
ma solo ed esclusivamente politica: l'enorme blocco di interessi materiali e
politici organizzati intorno al petrolio e ai combustibili fossili. Ma
questa volta Scheer non si limita a indicare i nemici delle risorse solari,
ma dice anche che la resistenza dei «piromani», come Hermann li chiama,
comincia a registrare prime crepe, sicuramente ancora insufficienti, ma
significative. In altre parole è confortante e utile, per tutti quelli che
ritengono fondamentale uscire dalla civiltà del petrolio, verificare che,
fra il precedente libro e questo, le risorse solari sono uscite dal ghetto
dei convegni, dai dibattiti truccati e inconcludenti con i fanatici del
fossile o del nucleare, insomma, per dirla con l'autore, da quel «pensare
globalmente e rinviare localmente» in cui troppo spesso i decisori politici
hanno tentato di ingabbiare l'alternativa solare al fossile. In questi anni
qualcosa si è mosso, ad esempio in Germania che è oggi diventata, grazie
anche all'azione di Scheer, la protagonista di questa rivoluzione
energetica. Pochi dati ce lo confermano: entro il 2010 i tedeschi si
procureranno quasi il 13 per cento dell'energia elettrica da fonti
rinnovabili (nel 2020 sarà il 20 per cento), già oggi sono installati 14000
megawatt eolici, 5,5 milioni di metri quadri di pannelli solari per l'acqua
calda, 380 megawatt fotovoltaici, 650.000 tonnellate di biocarburanti
venduti nel 2003.

Il riflesso sull'occupazione di un simile sforzo industriale è imponente,
con oltre centomila posti di lavoro. Sono valori quindici volte superiori ai
dati italiani, che dimostrano come sia necessario impegnarsi, nel paese del
sole, per ottenere simili risultati e piegare i nostri agguerriti piromani o
i «bombaroli» del nucleare, recentemente resuscitati. Proprio questi
confronti impietosi, ma purtroppo ancora largamente sconosciuti ai più,
rendono particolarmente utile la lettura di questo libro: sono proprio
questi confronti, infatti, a fornire nuove energie e motivazioni per provare
a cambiare lo stato di cose presente. Insomma «fare come la Germania» non è
uno slogan astratto, ma una scelta politica possibile, tanto che molti paesi
hanno già cominciato a praticarla. E questa tendenza è destinata ad
affermarsi, ora che il protocollo di Kyoto, con tutti i suoi limiti, è stato
finalmente approvato, e quindi tutti i paesi che lo sottoscrivono e non lo
rispettano, come ad esempio l'Italia, andranno incontro a pesanti sanzioni,
che renderanno sempre meno conveniente bruciare fossili per avere energia.

Più ci si addentra nella lettura del testo di Scheer e più si intravede la
possibilità che sulla strada aperta dalla Germania s'incammini l'intera
Europa: una prospettiva, questa, che avrebbe un enorme significato politico
per rafforzare la pace e sconfiggere la guerra preventiva, perché farebbe
del vecchio continente un soggetto tecnologicamente e politicamente forte,
in grado di offrire alla parte povera del pianeta, e soprattutto a paesi
come la Cina o l'India, non più guerre e disastri ambientali per
accaparrarsi il petrolio rimasto, come fanno gli americani, ma la
possibilità di una vita migliore, ottenuta grazie alla diffusione di
tecnologie capaci di sfruttare le risorse solari, presenti ovunque e non
inquinanti.

Ogni capitolo del libro esorta i movimenti e la sinistra a porre al centro
della propria iniziativa politica e programmatica il passaggio dai
combustibili fossili alle risorse solari e a usare l'energia in modo più
intelligente rispetto alle attuali scelte dissipative del mondo ricco. Si
potrebbe già cogliere questa sollecitazione al prossimo social forum di
Porto Alegre (dal 24 al 31 gennaio), impegnando e rilanciando il movimento
new global e la sua iniziativa di massa su una parola d'ordine semplice e
unificante: «un mondo diverso è solare». Si darebbe nuovo vigore e maggiore
concretezza alla lotta contro la guerra preventiva e il terrorismo, entrambi
alimentati dall'obiettivo di controllare le riserve di petrolio.

Costruire la pace è possibile, ci dice Scheer nel capitolo introduttivo, non
solo battendosi per una società più giusta e più solidale, ma anche creando
lavoro, ricchezza, saperi e cultura, insomma qualità della vita, con le
risorse solari e non con quelle fossili o nucleari. Quest'urgenza dell'agire
emerge anche nei frequenti richiami di Scheer al disastro climatico, di cui
l'uso dei combustibili fossili è responsabile. Ed è necessario agire in
fretta perché, ricorda l'autore, la comunità scientifica, nel terzo rapporto
sul clima dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), ci lascia
solo ottanta o cento anni per prendere decisioni che siano in grado di
diminuire le concentrazioni di gas climalteranti in atmosfera. Se questa
azione non venisse intrapresa, il pianeta sarebbe esposto a conseguenze
drammatiche. Basta citarne alcune per dare l'idea della minaccia che
incombe: un mondo sconvolto da eventi estremi, come uragani e tifoni (un
fenomeno già in atto), dove i mari, per lo scioglimento dei ghiacciai,
s'innalzerebbero di ottanta centimetri, sommergendo le isole e gli
insediamenti costieri, mentre altre parti della terra resterebbero
totalmente deserte e senz'acqua, con un aumento vertiginoso di malattie come
la malaria, e un esodo ambientale che coinvolgerebbe oltre duecento milioni
di profughi.

Pace e ambiente dunque, ma nella ricetta di un mondo solare proposta da
Hermann Scheer è centrale anche l'idea di democrazia e del suo
rafforzamento. L'uso delle risorse solari rompe con un modello energetico
centralizzato e monopolista come quello alimentato dai fossili e ancora di
più dal nucleare. Lo sfruttamento delle fonti rinnovabili dà vita a un
sistema, nel quale ogni territorio valorizza le risorse solari di cui è
ricco. L'attuale modello basato sui combustibili fossili concentra il potere
di governo dell'energia nelle mani di pochi, dove le regole del gioco sono
stabilite nei consigli di amministrazione delle potenti aziende elettriche,
o da politici, che spesso sono le stesse aziende a eleggere. È un sistema
che trasforma le persone in semplici utenti, con i quali al massimo si
discute il prezzo dell'energia che viene loro venduta, ma che non hanno voce
in capitolo sulla fonte con cui è prodotta e sugli effetti che essa può
avere sulla loro salute o sulla terra in cui vivono. Al contrario il modello
energetico delle risorse solari rende protagonisti i comuni, le loro aziende
municipali e soprattutto rende protagonisti delle scelte energetiche i
cittadini, che possono addirittura diventare produttori di energia
installando i pannelli solari sui tetti delle loro case o imbrigliando il
vento che soffia sulla loro terre o producendo calore ed elettricità con le
biomasse, che la manutenzione dei boschi, le potature dell'agricoltura o i
residui di una segheria possono fornire.

Fra i motivi di interesse de Il solare e l'economia globale, non bisogna
infine dimenticare che il testo fornisce utili indicazioni sulle iniziative
concrete attuate in Germania per piegare la barriera politica che si oppone
al decollo delle risorse solari. Leggendo il libro è possibile scoprire le
numerose disposizioni, scelte fiscali, facilitazioni autorizzative e
incentivi e disincentivi che hanno permesso il decollo delle risorse solari,
ma almenoqualche riga va dedicata al provvedimento più importante: la legge
tedesca sulle energierinnovabili, che è già stata ripresa in molti paesi
europei e sarà forse introdotta anche nel Brasile di Lula. Le energie
rinnovabili, infatti, si sono sviluppate e sono diventate in Germania una
realtà imponente perché con questa legge si obbliga il gestore della rete a
comprare, per circa un ventennio e da chiunque la produca, l'elettricità
prodotta con il sole, il vento e le biomasse e lo obbliga a pagarla
compensando, in maniera differenziata secondo la maturità economica di
ciascuna fonte, anche il vantaggio ambientale che questa energia incorpora
(emissioni zero).

In chiusura, un consiglio a tutti i leader del centro sinistra e a Prodi in
particolare: regalatevi questo bel libro perché potrebbe facilitarvi la
stesura del programma con cui provare a sconfiggere le destre e Berlusconi.