cosa è la valutazione di impatto ambientale



da ecceterra.it
novembre 2004

Cos'è la VIA

Valutazione d'Impatto Ambientale

"Da allora non molto è cambiato e ancora mancano gli elementi fondamentali
necessari a dare finalmente credibilità alla procedura di valutazione
dell'impatto ambientale (VIA), procedura che non ha senso se non è estesa a
piani e progetti, se non viene redatta sulla base di scenari che comprendano
anche il do-nothing (l'opzione zero, cioè non far nulla), se non prevede la
partecipazione attiva della popolazione interessata alla decisione finale.


 PREMESSA

"Impatto" è un termine tecnico (che discende dal latino
impingere, "spingere contro") che il Grande Dizionario
Garzanti definisce come "l'incontro di un corpo mobile
con una superficie". Per estensione, lo definisce anche
"scontro" e, tra le varie esemplificazioni di questa defini-
zione, riporta l'espressione "impatto ambientale", defi-
nendola come "l'azione di una causa fisica sull'ambiente
naturale". (Lo stesso dizionario riporta un'ulteriore acce-
zione del termine "impatto", quella in senso figurato, e
definisce come "forte influenza").
L'espressione "impatto ambientale" ha dunque un'acce-
zione assolutamente neutra, anche se la definizione in
senso figurato di "impatto" porta con sé una leggera
connotazione negativa.

"Valutazione di impatto ambientale" (VIA; EIA, Environmental Impact
Assessment, per gli anglosassoni) è la valutazione preliminare dei
potenziali effetti che un'opera pubblica può avere sull'ambiente naturale
nel quale dovrebbe inserirsi e la definizione della loro reversibilità o
irreversibilità. Le norme che ne regolano l'applicazione prevedono anche la
raccolta delle osservazioni di tutta la comunità interessata, e quindi
(almeno in teoria) la reale partecipazione della "gente" alle decisioni
finali.

PREFAZIONE

Sono trascorsi ormai oltre 1O anni da quando, con Marina Alberti ed Enrico
Falqui, scrissi Il bilancio di impatto ambientale (1984), al quale seguì,
poco dopo, Metodologie
di valutazione dell'impatto ambientale (1988).
Da allora non molto è cambiato e ancora mancano gli
elementi fondamentali necessari a dare finalmente credibilità alla procedura
di valutazione dell'impatto ambientale (VIA),
procedura che non ha senso se non è estesa a piani e
progetti, se non viene redatta sulla base di scenari che
comprendano anche il do-nothing (l'opzione zero, cioè non far nulla), se non
prevede la partecipazione attiva
della popolazione interessata alla decisione finale.

Nel corso di questi anni ho avuto modo di seguire procedure di VIA poi
abortite, di assistere - impotente - alla manipolazione della VIA da parte
di Regioni, Province, Comuni, industrie e multinazionali, di partecipare a
Commissioni che cercavano di definire la correttezza dei rapporti di impatto
presentati dall'ENEL per centrali nucleo- e termoelettriche.
Inoltre, tra il 1989 e il 1994, in qualità di Parlamentare europeo, membro
della Commissione ricerca e tecnologia, ho anche potuto disporre di
informazioni di prima mano (in parte utilizzate anche in questo lavoro).
Sarebbe bello -- gratificante per il lettore (ed estremamente divertente per
me, che ci provo da anni) -- se riuscissi a individuare le ragioni per cui
la VIA si è trasformata in documento di giustificazione per qualsiasi
nefandezza.
La valutazione dell'impatto ambientale viene infatti oggi considerata un
documento per rinviare sine die ogni decisione oppure uno strumento per
decidere subito, senza alcuna verifica, ma soltanto sulla base di relazioni
frettolosamente redatte da accademici, studi professionali o nuovi
ambientalisti di mercato.
Dobbiamo quindi trovare una via di mezzo che ci permetta di considerare la
VIA una cosa seria e questo libro intende appunto proporre, in maniera
semplice e comprensibile, la valutazione dell' impatto ambientale intesa
come procedura, sulla base delle esperienze che ho accumulato in questi
anni. Esperienze che riguardano sia elaborazioni conseguenti la ricerca
accademica, sia esperienze dirette sul campo. Per questo il libro non si
occupa di metodologie, ma (prevalentemente) di procedure.

Ritengo infatti che, a fronte di una fertile attività di ricerca e di
indagine sui metodi, che ha prodotto una ricca letteratura, manchi una
precisa coscienza del fatto che la VIA è una procedura, con i suoi passaggi
obbligati, le sue regole, i suoi feed-back, positivi e negativi,
l'irrinunciabile necessità agli scenari, l'imperativo della partecipazione.
Fino a ora non si è voluto che la VIA fosse questo, ritenendola un "rapporto
giustificativo", al di fuori di ogni partecipazione: nella sua modestia,
questo libro cerca di far voltare pagina.

Il testo è tratto dal libro di Virginio Bettini
"L'impatto ambientale - Tecniche e metodi"
(pubblicato nella collana Tessere dall'editrice CUEN)
per gentile concessione dell'Autore e con il consenso dell'Editore.

© CUEN Srl  Napoli 1995