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inceneritori trento, un concilio contro l'ambiente
- Subject: inceneritori trento, un concilio contro l'ambiente
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 1 Nov 2004 11:53:46 +0100
dal manifesto - 21 Ottobre 2004 Un concilio contro l'ambiente Trento, una lobby politico-industriale vuole imporre il termovalorizzatore Si chiama «Nimby Forum» la Santa Alleanza che mette insieme aziende ambientali e ambientalismo aziendale. Ha un obiettivo: imporre alle comunità i termovalorizzatori, bypassando opposizioni e vincoli. Ma a Trento c'è un altro Nimby che si batte contro il megaimpianto sulle rive dell'Adige VIRGINIO BETTINI TRENTO HHanno varato un'alleanza di specialisti allo scopo di creare consenso attorno ai progetti di ogni genere di impianto, in particolare agli impianti di «termovalorizzazione», gli impianti che bruciano e, pare, sempre più bruceranno, i rifiuti solidi urbani. Si sono chiamati «Nimby Forum», ideati e diretti da Allea ed Agici; aziende ed istituzioni toccate dal problema delle opposizioni locali alla costruzione di impianti ed infrastrutture, hanno deciso che mai più ci sarà un caso Acerra. Si sono riuniti alla Fondazione Fiera di Milano, il 15 settembre, coinvolgendo anche Legambiente, il ministro dell'Ambiente e delle Attività Produttive. Nel dibattito hanno primeggiato il Gruppo Impregilo, Edison, Tav, il Gruppo Tecneco e anche Legambiente: la qualità dei progetti è alta, vanno localizzati in maniera idonea, la divulgazione a mezzo stampa non deve essere superficiale e fuorviante, debbono essere comunicati i costi della non realizzazione degli impianti e delle infrastrutture. Una nuova, santa alleanza, benedetta da Legambiente, per creare cultura, fare alfabetizzazione ambientale, individuare nuovi e più forti strumenti di concertazione che conducano a decisioni partecipate, condivise, irrevocabili. Batteranno il terreno casa per casa, giornalista per giornalista, associazione per associazione, comitato per comitato, professore universitario per professore universitario, mettendo un po' di dindi nelle mani di un funzionario «super partes». Gestiranno la comunicazione sul territorio a sostegno dei progetti di nuovi impianti ed infrastrutture. Questi gli obiettivi della Santa Alleanza del Nimby Forum confindustriale. Un altro Nimby è possibile Conosco un altro Nimby, il Nimby trentino che, da oltre 6 mesi continua ad opporsi, con catene del digiuno, iniziative di sensibilizzazione e di informazione scientificamente corretta, a uno dei peggiori progetti della storia del territorio trentino: il termovalorizzatore di rifiuti che si ipotizza di localizzare a Ischia Podetti, lungo l'Adige. Osservo il sito proposto per la costruzione del nuovo termovalorizzatore dall'alto delle colline ad Est di Trento, da Mantignano, in compagnia di Adriano Rizzoli, animatore infaticabile di Nimby trentino. Quello che oggi esiste è una grande discarica controllata, localizzata in quella che un tempo fu un'area di espansione dell'Adige, area ecotonale utilizzata come riserva di caccia prima, quindi come territorio di pesca, che faceva da cerniera a due biotopi di interesse provinciale: le foci dell'Avisio (80 ettari) e le aree di Soprassasso e Laghetto per 100 ettari. La destinazione a discarica avvenne a metà degli anni Settanta, nonostante fosse area di tutela ambientale. Il piano regolatore di Trento, nel 1989 la destinò a impianti tecnologici dei servizi pubblici (sigla Ip). La discarica rispetterebbe quindi le indicazioni di Pre sulla base del seguente escamotage dei miei colleghi della facoltà di ingegneria dell'Università di Trento, estensori dello studio di impatto ambientale: «Il vincolo di tutela ambientale non è ostativo alla presenza di un presidio igienico-sanitario». Cancelliamo quindi ogni parametro idrogeologico, morfologico e di landscape e diciamo sì il termovalorizzatore, che risanerà la discarica. Un'area, questa di Ischia Podetti, ai margini di quel fiume Adige, oggi reso canale di scorrimento veloce dalla valle verso la pianura, che contemporaneamente è: area di tutela ambientale, area di controllo idrogeologico soggetta a penalità gravi e medie, area per servizi ed attrezzature. Ovviamente quando, in provincia e in comune di Trento, si è pensato al termovalorizzatore, nessuno ha voluto ipotizzare soluzioni alternative: il nuovo impianto avrebbe sicuramente migliorato il sito della discarica. Lo studio d'impatto ambientale di Ischia Podetti non considera siti alternativi perché, sostengono tutti, (Provincia autonoma, Comune, Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Trento), esiste la volontà di realizzare l'impianto in tempi brevi. Esattamente come ad Acerra: una procedura di valutazione anomala che viene giustificata da un'emergenza rifiuti che dura da oltre 10 anni. Questo è ciò che pensa il sottosegretario all'ambiente Franco Tortoli che così si esprimeva il 24 settembre in occasione del question time in parlamento sulla compatibilità o meno dell'impianto di Acerra. Come si vede, non si tratta di informazione ma di imposizione di una scelta già ben definita. Come potrebbe qui intervenire la Santa Alleanza del Nimby Forum? Portando quale nuova informazione? Suggerendo quale tecnologia, considerando che le scelte sono già state fatte, le decisioni già prese? Pilotando lo studio d'impatto ambientale? Cammino nel sito della discarica, dove dovrebbe sorgere l'impianto di termovalorizzazione, in un deserto di rotoballe sulla sponda destra dell'Adige e guardo l'alta parete di roccia che si innalza per centinaia di metri, saldando i bordi del sito, attraverso l'ex cava di inerti a monte del primo lotto esaurito della discarica. Qui andrà a sfogarsi la piena massima di 2.660 metri cubi, il cui tempo di ritorno è stato calcolato ottimisticamente in 150 anni e da qui l'acqua arriverà all'impianto, lo sommergerà e libererà le migliaia di metri cubi di ceneri prodotte dal termovalorizzatore, stoccate nelle sue parti basse, ceneri che diverranno le particelle tossiche sospese dell'Adige, in grado di avvelenare tutto il fiume e i terreni a valle. Certo, la soluzione del Nimby Forum e degli ingegneri dell'università di Trento è subito a portata di idea: utilizziamo la tecnologia al plasma, vetrifichiamo le ceneri ed il cerchio sarà chiuso. L'impianto al plasma, depennato a causa delle molte polemiche su questa tecnologia che non convince, considerata inaffidabile in Europa e ora posta in discussione in Giappone, rientra dalla finestra per una totale blindatura tecnologica di Ischia Podetti. Gli ingegneri bonificheranno la discarica bruciando le rotoballe ora depositate sul terreno, utilizzando il termovalorizzatore a griglia, quella tecnologia che tanto è piaciuta ai precursori dell'incenerimento a Brescia; si alzeranno le difese delle arginature del fiume in modo da rendere sicura l'area da esondazioni e si introdurrà, quale ultima tessera del mosaico tecnologico, il trattamento al plasma per vetrificare, quindi immobilizzare, le scorie. Differenziata ma non troppo L'impianto di termovalorizzazione congelerà, per le sue caratteristiche di funzionamento, la raccolta differenziata a livello del 50% (in questo momento attorno al 35%!), negando quindi uno dei principi base dell'analisi di massa dei rifiuti solidi urbani, articolata sul recupero di materia ed energia, come a lungo ci hanno insegnato Barry Commoner e Giorgio Nebbia. Si manterrà quindi aperta una grave minaccia nei confronti dell'ambiente della valle e della salute degli abitanti dell'area metropolitana di Trento, fino ed oltre Lavis. L'impianto sarà una negazione della salute degli abitanti, e una violazione delle leggi della landscape ecology, i cui principi vengono ridotti alla poca cosa di un corridoio artificiale ai margini dell'impianto verso la sponda destra del fiume, un'ipotesi di corridoio ecologico che sarà una traccia verde per ciclisti e pedoni sensibili allo slogan «le vie della salute passano per l'inceneritore». Il paesaggio, in poche parole, sarà il termovalorizzatore, armonia ultima dell'area industriale. Sostengono infatti gli ingegneri dell'Università di Trento che hanno redatto lo studio d'impatto ambientale che «il termovalorizzatore è fondamentale per migliorare le condizioni di qualità ambientale: bonifica più termovalorizzatore significa messa in sicurezza dell'area». La ciminiera dell'impianto, a sua volta, con i suoi 100 metri, si eleverà contro una parete caratterizzata dalla formazione dell'ornostrieto, area di rifugio, nutrimento e nidificazione dell'avifauna. I fumi, oltre ai danni provocati alla valle per via degli impatti cumulativi con la densità dei residenti e il traffico autoveicolare in crescita, interesseranno anche l'insediamento di Terlago, la Valle dei Laghi e i sistemi forestali. Chiedo se l'area sia stata biomonitorata nelle aree definite a maggior rischio. Mi rispondono: no, non si è fatto, forse si farà, dopo, a impianto realizzato. E ora, cosa scegliere? L'impegno a informare, a indicare le ragioni di una scelta tecnologica sbagliata per l'incenerimento, a valutare il sito nelle sue molte indicazioni di non sostenibilità di Adriano Rizzoli e di Nimby Trentino, oppure l'impegno della pressione su stampa e opinione, via maestra alla realizzazione di ogni progetto (naturalmente, sempre il migliore possibile) del confindustriale e legambientino Nimby Forum?
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