inceneritori trento, un concilio contro l'ambiente



dal  manifesto - 21 Ottobre 2004


Un concilio contro l'ambiente

Trento, una lobby politico-industriale vuole imporre il termovalorizzatore
Si chiama «Nimby Forum» la Santa Alleanza che mette insieme aziende
ambientali e ambientalismo aziendale. Ha un obiettivo: imporre alle comunità
i termovalorizzatori, bypassando opposizioni e vincoli. Ma a Trento c'è un
altro Nimby che si batte contro il megaimpianto sulle rive dell'Adige
VIRGINIO BETTINI

TRENTO
HHanno varato un'alleanza di specialisti allo scopo di creare consenso
attorno ai progetti di ogni genere di impianto, in particolare agli impianti
di «termovalorizzazione», gli impianti che bruciano e, pare, sempre più
bruceranno, i rifiuti solidi urbani. Si sono chiamati «Nimby Forum», ideati
e diretti da Allea ed Agici; aziende ed istituzioni toccate dal problema
delle opposizioni locali alla costruzione di impianti ed infrastrutture,
hanno deciso che mai più ci sarà un caso Acerra. Si sono riuniti alla
Fondazione Fiera di Milano, il 15 settembre, coinvolgendo anche Legambiente,
il ministro dell'Ambiente e delle Attività Produttive. Nel dibattito hanno
primeggiato il Gruppo Impregilo, Edison, Tav, il Gruppo Tecneco e anche
Legambiente: la qualità dei progetti è alta, vanno localizzati in maniera
idonea, la divulgazione a mezzo stampa non deve essere superficiale e
fuorviante, debbono essere comunicati i costi della non realizzazione degli
impianti e delle infrastrutture. Una nuova, santa alleanza, benedetta da
Legambiente, per creare cultura, fare alfabetizzazione ambientale,
individuare nuovi e più forti strumenti di concertazione che conducano a
decisioni partecipate, condivise, irrevocabili. Batteranno il terreno casa
per casa, giornalista per giornalista, associazione per associazione,
comitato per comitato, professore universitario per professore
universitario, mettendo un po' di dindi nelle mani di un funzionario «super
partes». Gestiranno la comunicazione sul territorio a sostegno dei progetti
di nuovi impianti ed infrastrutture. Questi gli obiettivi della Santa
Alleanza del Nimby Forum confindustriale.

Un altro Nimby è possibile

Conosco un altro Nimby, il Nimby trentino che, da oltre 6 mesi continua ad
opporsi, con catene del digiuno, iniziative di sensibilizzazione e di
informazione scientificamente corretta, a uno dei peggiori progetti della
storia del territorio trentino: il termovalorizzatore di rifiuti che si
ipotizza di localizzare a Ischia Podetti, lungo l'Adige. Osservo il sito
proposto per la costruzione del nuovo termovalorizzatore dall'alto delle
colline ad Est di Trento, da Mantignano, in compagnia di Adriano Rizzoli,
animatore infaticabile di Nimby trentino. Quello che oggi esiste è una
grande discarica controllata, localizzata in quella che un tempo fu un'area
di espansione dell'Adige, area ecotonale utilizzata come riserva di caccia
prima, quindi come territorio di pesca, che faceva da cerniera a due biotopi
di interesse provinciale: le foci dell'Avisio (80 ettari) e le aree di
Soprassasso e Laghetto per 100 ettari. La destinazione a discarica avvenne a
metà degli anni Settanta, nonostante fosse area di tutela ambientale. Il
piano regolatore di Trento, nel 1989 la destinò a impianti tecnologici dei
servizi pubblici (sigla Ip).

La discarica rispetterebbe quindi le indicazioni di Pre sulla base del
seguente escamotage dei miei colleghi della facoltà di ingegneria
dell'Università di Trento, estensori dello studio di impatto ambientale: «Il
vincolo di tutela ambientale non è ostativo alla presenza di un presidio
igienico-sanitario». Cancelliamo quindi ogni parametro idrogeologico,
morfologico e di landscape e diciamo sì il termovalorizzatore, che risanerà
la discarica.

Un'area, questa di Ischia Podetti, ai margini di quel fiume Adige, oggi reso
canale di scorrimento veloce dalla valle verso la pianura, che
contemporaneamente è: area di tutela ambientale, area di controllo
idrogeologico soggetta a penalità gravi e medie, area per servizi ed
attrezzature. Ovviamente quando, in provincia e in comune di Trento, si è
pensato al termovalorizzatore, nessuno ha voluto ipotizzare soluzioni
alternative: il nuovo impianto avrebbe sicuramente migliorato il sito della
discarica. Lo studio d'impatto ambientale di Ischia Podetti non considera
siti alternativi perché, sostengono tutti, (Provincia autonoma, Comune,
Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Trento), esiste la volontà di
realizzare l'impianto in tempi brevi. Esattamente come ad Acerra: una
procedura di valutazione anomala che viene giustificata da un'emergenza
rifiuti che dura da oltre 10 anni. Questo è ciò che pensa il sottosegretario
all'ambiente Franco Tortoli che così si esprimeva il 24 settembre in
occasione del question time in parlamento sulla compatibilità o meno
dell'impianto di Acerra.

Come si vede, non si tratta di informazione ma di imposizione di una scelta
già ben definita. Come potrebbe qui intervenire la Santa Alleanza del Nimby
Forum? Portando quale nuova informazione? Suggerendo quale tecnologia,
considerando che le scelte sono già state fatte, le decisioni già prese?
Pilotando lo studio d'impatto ambientale?

Cammino nel sito della discarica, dove dovrebbe sorgere l'impianto di
termovalorizzazione, in un deserto di rotoballe sulla sponda destra
dell'Adige e guardo l'alta parete di roccia che si innalza per centinaia di
metri, saldando i bordi del sito, attraverso l'ex cava di inerti a monte del
primo lotto esaurito della discarica. Qui andrà a sfogarsi la piena massima
di 2.660 metri cubi, il cui tempo di ritorno è stato calcolato
ottimisticamente in 150 anni e da qui l'acqua arriverà all'impianto, lo
sommergerà e libererà le migliaia di metri cubi di ceneri prodotte dal
termovalorizzatore, stoccate nelle sue parti basse, ceneri che diverranno le
particelle tossiche sospese dell'Adige, in grado di avvelenare tutto il
fiume e i terreni a valle.

Certo, la soluzione del Nimby Forum e degli ingegneri dell'università di
Trento è subito a portata di idea: utilizziamo la tecnologia al plasma,
vetrifichiamo le ceneri ed il cerchio sarà chiuso. L'impianto al plasma,
depennato a causa delle molte polemiche su questa tecnologia che non
convince, considerata inaffidabile in Europa e ora posta in discussione in
Giappone, rientra dalla finestra per una totale blindatura tecnologica di
Ischia Podetti. Gli ingegneri bonificheranno la discarica bruciando le
rotoballe ora depositate sul terreno, utilizzando il termovalorizzatore a
griglia, quella tecnologia che tanto è piaciuta ai precursori
dell'incenerimento a Brescia; si alzeranno le difese delle arginature del
fiume in modo da rendere sicura l'area da esondazioni e si introdurrà, quale
ultima tessera del mosaico tecnologico, il trattamento al plasma per
vetrificare, quindi immobilizzare, le scorie.

Differenziata ma non troppo

L'impianto di termovalorizzazione congelerà, per le sue caratteristiche di
funzionamento, la raccolta differenziata a livello del 50% (in questo
momento attorno al 35%!), negando quindi uno dei principi base dell'analisi
di massa dei rifiuti solidi urbani, articolata sul recupero di materia ed
energia, come a lungo ci hanno insegnato Barry Commoner e Giorgio Nebbia.

Si manterrà quindi aperta una grave minaccia nei confronti dell'ambiente
della valle e della salute degli abitanti dell'area metropolitana di Trento,
fino ed oltre Lavis. L'impianto sarà una negazione della salute degli
abitanti, e una violazione delle leggi della landscape ecology, i cui
principi vengono ridotti alla poca cosa di un corridoio artificiale ai
margini dell'impianto verso la sponda destra del fiume, un'ipotesi di
corridoio ecologico che sarà una traccia verde per ciclisti e pedoni
sensibili allo slogan «le vie della salute passano per l'inceneritore».

Il paesaggio, in poche parole, sarà il termovalorizzatore, armonia ultima
dell'area industriale.

Sostengono infatti gli ingegneri dell'Università di Trento che hanno redatto
lo studio d'impatto ambientale che «il termovalorizzatore è fondamentale per
migliorare le condizioni di qualità ambientale: bonifica più
termovalorizzatore significa messa in sicurezza dell'area». La ciminiera
dell'impianto, a sua volta, con i suoi 100 metri, si eleverà contro una
parete caratterizzata dalla formazione dell'ornostrieto, area di rifugio,
nutrimento e nidificazione dell'avifauna. I fumi, oltre ai danni provocati
alla valle per via degli impatti cumulativi con la densità dei residenti e
il traffico autoveicolare in crescita, interesseranno anche l'insediamento
di Terlago, la Valle dei Laghi e i sistemi forestali.

Chiedo se l'area sia stata biomonitorata nelle aree definite a maggior
rischio. Mi rispondono: no, non si è fatto, forse si farà, dopo, a impianto
realizzato.

E ora, cosa scegliere? L'impegno a informare, a indicare le ragioni di una
scelta tecnologica sbagliata per l'incenerimento, a valutare il sito nelle
sue molte indicazioni di non sostenibilità di Adriano Rizzoli e di Nimby
Trentino, oppure l'impegno della pressione su stampa e opinione, via maestra
alla realizzazione di ogni progetto (naturalmente, sempre il migliore
possibile) del confindustriale e legambientino Nimby Forum?