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da lanuovaecologia.it

Martedì 13 Luglio 2004

La beffa degli ecoincentivi

Le strade dell'inganno

Una legge assegna risorse per ridurre l'impatto dell'autotrasporto. Ottime
intenzioni per un paese con il record di trasporto merci su gomma. Ma i 70
milioni di euro finiscono in pedaggi autostradali

di Toni Mira

Ormai la sanno tutti che tante buone leggi italiane vengono poi male
interpretate, usate in maniera distorta se non addirittura contraria alle
finalità originarie, stravolte nel più classico «fatta la legge trovato l'
inganno». Sentite l'ultima. Ultima per modo di dire perché risale
addirittura a 6 anni fa. Si tratta del decreto legge n. 451 del 28 dicembre
1998, convertito nella legge n. 40 del 1999. Il provvedimento assegna al
Comitato centrale per l'Albo degli autotrasportatori risorse economiche
(tanti soldi) da utilizzare per la protezione ambientale e per la sicurezza
della circolazione.
Ottime intenzioni, soprattutto per l'Italia che col suo record negativo di
trasporto di merci su gomma e, quindi con la grande quantità di camion di
tutte le dimensioni in circolazione, soffre di gravi problemi di
inquinamento e conosce un altissimo numero di incidenti che vedono i tir
spesso come protagonisti in negativo. Pensate che questi finanziamenti siano
usati per abbattere l'inquinamento? Per applicare ai mezzi dei dispositivi
che attenuino gli scarichi? Per l'acquisto di tir meno inquinanti? Per
renderli più sicuri, per chi li guida e per il resto della circolazione?
Pensate male, purtroppo.
Vediamo l'incredibile realtà. I fondi disponibili attualmente sono circa
77,5 milioni di euro, 150 miliardi delle vecchie lire. Una bella cifra, non
c'è che dire. Ebbene, il Comitato centrale per l'Albo degli
autotrasportatori ha deciso di utilizzare il 90%, circa 70 milioni di euro,
«per realizzare interventi di riduzione dei pedaggi autostradali in favore
delle imprese di autotrasporto». Sì, avete letto bene. Ma se ancora non ci
credete aggiungiamo che, come si legge nella deliberazione del 30 aprile
scorso, tale cifra sarà utilizzata per «favorire l'uso delle infrastrutture
autostradali da parte delle imprese italiane e comunitarie di autotrasporto
di cose». In altre parole si tratta di pagare parte dei pedaggi
autostradali.
Un vero e proprio incentivo all'uso della gomma. La giustificazione, si
dice, è che così si evita che i mezzi usino le strade statali che,
attraversando i centri abitati, sono più dannose da un punto di vista
ambientale e più pericolose per la sicurezza. Ma in realtà quale camionista
preferisce tali strade? Nessuno o quasi. Soprattutto per le lunghe
percorrenze. E qui sta l'altra assurdità perché col provvedimento sono
premiati proprio quegli autotrasportatori che "macinano" più chilometri. Si
parte, infatti, da una riduzione dei costi dei pedaggi del 10% per chi ha un
fatturato annuo di pedaggi tra i 51.000 e i 206.000 euro, per arrivare a un
abbattimento del 30% per chi supera un fatturato annuo di pedaggi di 2,5
milioni di euro.
Insomma sono premiate le grandi ditte e non certo i piccoli padroncini.
Quelle che percorrono centinaia di migliaia di chilometri. Un vero e proprio
regalo ai più ricchi con nessun vantaggio per l'ambiente. Ci resta una
curiosità. Il costo dei pedaggi autostradali viene scaricato dagli
autotrasportatori sul costo del viaggio e, infine, sul costo stesso del
prodotto trasportato. Si dice tanto che il recente aumento dei pedaggi è uno
dei motivi dell'aumento dei prezzi di alcuni prodotti. Ma, visto il
provvedimento che va avanti da sei anni, non doveva essere il contrario?
Bella domanda.