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materiali e riclico
- Subject: materiali e riclico
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 19 Jul 2004 06:47:40 +0200
da repubblica.it lunedi 28 giugno 2004 Un materiale recuperato all'infinito non perde mai le proprietà originali È un metallo abbastanza caro, l'alluminio. Ed è anche un materiale che può essere riutilizzato infinite volte senza perdere le sue proprietà originali. Ma soprattutto l'alluminio vanta un'altra caratteristica singolare: il riciclaggio consente di risparmiare fino al 95% dell'energia necessaria per estrarre il metallo dalla bauxite. Basta un esempio per capire quanto incida il recupero dell'alluminio nella difesa dell'ambiente. Ebbene, riciclando una lattina si risparmia tanta energia quanta ne serve a far funzionare per tre ore una tv da 14 pollici. Mentre, sempre grazie al riciclo, nel 2003 in Italia si sono risparmiate 100 mila tonnellate equivalenti di petrolio. Ecco perché il riciclo e il recupero degli imballaggi in alluminio curato dal CiAL (Consorzio Imballaggi Alluminio) risulta prezioso per la protezione dell'ecologia. Dal 1997 ad oggi CiAL ha attivato la raccolta dell'alluminio in più di 4 mila comuni e ha promosso una collaborazione attiva con 25 fonderie e 34 impianti di termovalorizzazione. Un impegno che ha contribuito a potenziare l'industria italiana del riciclo che, per quanto riguarda l'alluminio, è la terza al mondo, alla pari con la Germania, dopo Usa e Giappone. Nel 2003 il Consorzio ha recuperato 33 mila 300 tonnellate di alluminio pari al 51,1% del materiale immesso sul mercato. Di queste quantità 28 mila 300 tonnellate (43,4%) sono state riciclate mentre le restanti 5 mila tonnellate sono state utilizzate per produrre energia. Il traguardo che si è posto il CiAL entro il 2008, data di scadenza dei nuovi obiettivi europei, è di recuperare almeno 41mila 200 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 60,4% di un consumo stimato sulle 68 mila 200 tonnellate. Di queste Cial prevede di riciclarne 37 mila 500 tonnellate (55%) e di produrre energia con le restanti 3 mila 700 tonnellate (5,4%). Come nasce il "truciolare" per l'industria del mobile Sono 240 le "piattaforme" disseminate nel territorio nazionale e convenzionate con Rilegno, il consorzio del Conai per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi in legno. Ed è proprio la piattaforma lo snodo principale del sistema di raccolta dove le aziende del territori circostanti possono portare i rifiuti che derivano da materiale ligneo: pallet, cassette per l'ortofrutta, imballaggi industriali di vario tipo. Le 240 piattaforme legate a Rilegno garantiscono inoltre il recupero dei rifiuti di legno provenienti dalla raccolta differenziata di tipo urbano come mobili vecchi, infissi, porte rotte che altrimenti sarebbero difficilmente riusabili. Un sistema che negli ultimi mesi ha dimostrato di funzionare sempre meglio. Nel 2003, infatti, il riciclo dei rifiuti legnosi da imballaggio ha raggiunto il 60 per cento su un totale di 2 milioni 750 mila tonnellate con un sensibile incremento sugli anni precedenti. I rifiuti in legno, dopo un primo trattamento nelle piattaforme convenzionate con Rilegno, vengono inviati alle grandi aziende del riciclaggio dove vengono puliti e ridotti in piccole schegge dette chips e utilizzate soprattutto per la produzione di pannelli truciolari che alimentano l'industria nazionale del mobile, uno dei punti di forza del made in Italy. Ad ogni modo il riciclaggio con i pannelli è integrato con la trasformazione del rifiuto legnoso in pasta di cellulosa, compost o anche nella conversione in combustibile per le centrali termoelettriche. Colorato e incolore, meglio raccolte separate Nel 2003 le aziende vetrarie consorziate nel CO.RE.VE (Consorzio Recupero Vetro) hanno riciclato nei propri forni fusori un milione 122 mila tonnellate di imballaggi in vetro. Quanto al tasso di riciclo raggiunto è stato pari al 53,2%. A far la parte del leone è stata la raccolta differenziata urbana (circa un milione 60 mila tonnellate) mentre la raccolta effettuata presso il commercio e l'industria ha portato appena 60 mila tonnellate. Nel settore del vetro, però, si riscontra un fenomeno curioso. Per ottenere un milione e 122 mila tonnellate di vetro riciclato, infatti, è stato necessario raccogliere in modo differenziato un milione e 250 mila tonnellate di materiale. Una sproporzione dovuta da una parte alla scarsa qualità del vetro raccolto "inquinato" da altri materiali e dall'altra alla frammentazione del materiale in pezzi troppo piccoli. E allora? Al CO.RE.VE hanno verificato che il miglior sistema per la raccolta differenziata è quello della "campana" per la recupero del solo vetro che fa registrare uno scarto fisiologico del 4 per cento. Ed è per questo motivo che lo stesso CO.RE.VE sta chiedendo ai Comuni di adottare il sistema di raccolta ottimale per il vetro. Ma non è tutto. Il Consorzio, infatti, preme affinché, come avviene già all'estero, in alcune grandi città sia avviata la raccolta separata fra vetro colorato e vetro incolore. Solo così, infatti, il CO.RE.VE conta di raggiungere l'obiettivo che si è posto per il 2008: riciclare il 60% degli imballaggi di vetro commercializzati nel Bel Paese. Nuovi prodotti siderurgici dal metallo bonificato e fuso Ne ha fatta di strada il Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) dal '98 ad oggi. Sei anni fa, infatti, venivano riciclate solo 27 mila tonnellate, pari al 4,5% degli imballaggi d'acciaio immessi al consumo. Un quantità passata a 44 mila tonnellate nel '99 (7,1%) per balzare a quota 153 mila tonnellate l' anno successivo (25,5%) e quindi per crescere successivamente (260 mila tonnellate nel 2001 e 310 mila nel 2002) fino alle 321 mila tonnellate registrate nel 2003 ed equivalenti al 55,8% del consumo. Quanto ai prossimi anni nel periodo 20042008 il Consorzio punterà a potenziare la propria struttura operativa ed intensificherà le azioni di sensibilizzazione verso i cittadini per raggiungere il traguardo del 60% di imballaggi di acciaio riciclati. Il lavoro del Consorzio Nazionale Acciaio si svolge su due fronti. Da una parte, infatti, il Consorzio stesso collabora con i gestori della raccolta differenziata urbana (Comuni, Municipalizzate, Gestori del servizio, Consorzi fra comuni) per diffondere e promuovere l'abitudine quotidiana a separare i contenitori di acciaio (barattoli, scatolette, tappi, bombolette) dagli altri rifiuti domestici. Mentre dall'altra sempre il CNA è impegnato ad assicurare un corretto riciclaggio degli imballaggi in acciaio utilizzati dall'industria e dalle imprese artigiane o dei servizi. Una volta usati, infatti, gli imballaggi possono essere conferiti dalle aziende utilizzatrici ad una rete di operatori collegati al Consorzio per essere sottoposti ad eventuali operazioni di bonifica (nel caso di contenitori di smalti, vernici o sostanze chimiche) e quindi riciclati. Quest'ultima operazione, viene assicurata in modo molto semplice attraverso la fusione degli imballaggi in acciaierie o fonderie per dar vita a nuovi prodotti siderurgici. Nuovi prodotti siderurgici dal metallo bonificato e fuso Ne ha fatta di strada il Consorzio Nazionale Acciaio (CNA) dal '98 ad oggi. Sei anni fa, infatti, venivano riciclate solo 27 mila tonnellate, pari al 4,5% degli imballaggi d'acciaio immessi al consumo. Un quantità passata a 44 mila tonnellate nel '99 (7,1%) per balzare a quota 153 mila tonnellate l' anno successivo (25,5%) e quindi per crescere successivamente (260 mila tonnellate nel 2001 e 310 mila nel 2002) fino alle 321 mila tonnellate registrate nel 2003 ed equivalenti al 55,8% del consumo. Quanto ai prossimi anni nel periodo 20042008 il Consorzio punterà a potenziare la propria struttura operativa ed intensificherà le azioni di sensibilizzazione verso i cittadini per raggiungere il traguardo del 60% di imballaggi di acciaio riciclati. Il lavoro del Consorzio Nazionale Acciaio si svolge su due fronti. Da una parte, infatti, il Consorzio stesso collabora con i gestori della raccolta differenziata urbana (Comuni, Municipalizzate, Gestori del servizio, Consorzi fra comuni) per diffondere e promuovere l'abitudine quotidiana a separare i contenitori di acciaio (barattoli, scatolette, tappi, bombolette) dagli altri rifiuti domestici. Mentre dall'altra sempre il CNA è impegnato ad assicurare un corretto riciclaggio degli imballaggi in acciaio utilizzati dall'industria e dalle imprese artigiane o dei servizi. Una volta usati, infatti, gli imballaggi possono essere conferiti dalle aziende utilizzatrici ad una rete di operatori collegati al Consorzio per essere sottoposti ad eventuali operazioni di bonifica (nel caso di contenitori di smalti, vernici o sostanze chimiche) e quindi riciclati. Quest'ultima operazione, viene assicurata in modo molto semplice attraverso la fusione degli imballaggi in acciaierie o fonderie per dar vita a nuovi prodotti siderurgici. Le cartiere puntano su cartone e altri prodotti riciclati GIORGIO LONARDI E' soddisfatto Piero Capodieci, presidente del Comieco, il Consorzio Nazionale recupero e Riciclo degli Imballaggi a Base Cellulosica. Dice: «Anche nel 2003 la raccolta di carta e cartone fatta attraversa i comuni è aumentata in modo sensibile. Stimiamo infatti che i comuni abbiano recuperato circa 1 milione 810 mila tonnellate. In termini percentuali si tratta di una crescita del 13,9% sul 2002 pari a 220 mila tonnellate in più». Avete registrato un cambiamento della raccolta differenziata anche sul piano qualitativo? «Sta aumentando la quota della carta grafica mentre in passato a fare la parte del leone erano soprattutto gli imballaggi. A questo proposito vale la pena di segnalare un fenomeno strutturale di notevole importanza sia dal punto di vista economico che da quello ambientale». A cosa si riferisce? «Fra il 1998 e il 2003 abbiamo assistito ad un poderoso processo di innovazione tecnologica degli impianti delle cartiere. Secondo le nostre stime, infatti, ci sono stati fra i 550 e i 700 milioni di investimenti per acquistare macchinari in grado di trattare la carta e il cartone riciclato. Senza l'impegno per la raccolta differenziata questo fenomeno non ci sarebbe stato». Uno dei problemi della raccolta differenziata, non solo per quanto riguarda carta e cartone, è la tradizionale arretratezza del Sud. Lei cosa ne dice? «La situazione del Mezzogiorno sta migliorando in maniera significativa. A cominciare dal fatto che un po' dappertutto si registrano tassi di crescita della raccolta differenziata di materiali cellulosici pari al 2021 per cento, quindi sensibilmente superiore alla media nazionale». L'incremento percentuale è sicuramente sensibile. Immagino, però, che la raccolta procapite al Sud sia molto inferiore al Nord. O no? «Intanto ci sono dei casi di eccellenza come quello di Bari, una città in cui si raccolgono oltre 40 chili all'anno per abitante, una quantità pari alla media della Lombardia. E poi credo che una lettura meramente quantitativa rischi di essere fuorviante». Cosa vuol dire? «Si dice che il Sud è indietro. E questo in parte è vero. Però i confronti non sono omogenei. Nel Mezzogiorno, infatti, il "tasso" di imballaggi è più basso. Mentre nel Meridione i rifiuti organici oscillano fra il 40 e il 60 per cento del totale al Nord la quota è del 30 per cento. Questo significa che al Sud ci sono meno imballaggi e meno carta che al Nord. Una differenza importante, da non sottovalutare quando si fanno i confronti sulla raccolta pro capite». L'Italia è ancora indietro nel recupero energetico Nel 2003 il COREPLA, il Consorzio per il Recupero della Plastica ha riutilizzato oltre 950 mila tonnellate di plastica. Chiediamo a Cesare Spreafico, direttore generale del COREPLA stesso se siamo proprio bravi oppure se i nostri partner europei hanno fatto di più. «Nel 2003 il COREPLA ed il Sistema del Recupero hanno valorizzato 962 mila tonnellate di rifiuti di plastica rispetto ai due milioni di tonnellate di imballaggi immessi sul mercato. Il risultato è estremamente positivo soprattutto perché il sistema italiano è più recente di quelli europei». Quanta vale il business della plastica riciclata? «L'industria del riciclo è presente in Italia da anni e rappresenta un comparto forte anche in Europa. Il fatturato è di circa mezzo miliardo di euro, le aziende attive sono 200 e occupano circa 2.000 persone. COREPLA è intervenuto nell'avvio e nella fase di messa a punto dei servizi di raccolta differenziata urbana della plastica. Senza quest'intervento in Italia come negli altri paesi europei non ci sarebbe stato margine per un business del riciclo». Ci può dire quanta plastica viene riciclata e quanta, invece, viene bruciata negli inceneritori? «Sul fronte del riciclaggio meccanico siamo soddisfatti e in linea con la media europea. Il risultato è del 24% e in questo modo il "sistema plastica" italiano ha già raggiunto l'obiettivo minimo stabilito dalla direttiva 94/62 recentemente modificata. Sul fronte del recupero energetico, nonostante un aumento del 20% nel 2003, l'Italia è al di sotto della media europea. Anche nei paesi molto attenti all'ambiente, una corretta e controllata attività di termovalorizzazione è una buona soluzione per i materiali altrimenti destinati alla discarica». Cosa si produce con la plastica riciclata? «Le possibilità sono tante. Basti citare le tubature, le coperture di cavi, per passare alla plastica eterogenea dell'arredo urbano e della cartellonistica stradale o anche ai pannelli fonoassorbenti. Senza dimenticare l'uso del PET riciclato nel tessile: tessuto pile, filati misti con la lana, tessuti non tessuti per i rivestimenti delle automobili». E' soddisfatto della collaborazione dei comuni e degli enti locali per la raccolta differenziata? «Decisamente sì. I risultati raggiunti sono stati possibili grazie alla collaborazione dei 6.510 comuni convenzionati, dei 53 milioni di italiani e delle associazioni nonché delle istituzioni che hanno permesso di migliorare la qualità del sistema nel suo complesso. Un divario esiste tra il Nord e Sud anche se abbiamo registrato dei passi in avanti nel Mezzogiorno». (g. lon.) Un accordo per far smaltire gratis le auto a fine vita La FISE Assoambiente, l'Associazione nazionale di Confindustria che riunisce, tra le altre, le maggiori imprese di demolizione auto, ha sottoscritto con la Fiat Auto un protocollo per la costituzione di una rete di centri di raccolta e trattamento dei veicoli fuori uso . L'accordo prevede, a regime: che regime i cittadini che intendono dismettere la propria auto a fine vita potranno consegnarla (come avviene anche oggi) al centro di autodemolizione, ma, è questa la novità, senza pagare alcun contributo; che le imprese aderenti a Fise Assoambiente, interessate a far parte della "Rete di raccolta Fiat", s'impegneranno ad assicurare il trattamento dei veicoli fuori uso come previsto dalla direttiva europea sui veicoli a fine vita; che Fiat favorirà il conferimento dei veicoli agli impianti aderenti alla rete promuovendo la stipulazione di accordi specifici. (a.f.) Prefabbricati, quando l'ecologia è di casa Prefabbricata, in legno e a bassi consumo energetico: è la casa Montemiele realizzata a Falzes (Bolzano) da Rubner Haus, specializzata nel settore. Progettata dagli architetti Gerhard Mahlknecht e Heinrich Mutschlechner (Studio MMA), è innanzitutto realizzata in legno e provvista di qualità termoisolanti elevate, garantite da un innovativo sistema di pareti realizzato con un mix di materiali naturali. E' inoltre traspirante, garantisce una ventilazione naturale attraverso il continuo scambio di umidità con l'ambiente esterno. (r.a.f.)
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