rete elettrica; terna , meglio del lotto



da libertagiutizia
28 Giugno 2004

Terna, meglio del lotto
di Beppe Grillo

Internazionale 28/06/04

Perché ripararsi dietro la figura del povero Alessandro Volta che torreggia
nelle pubblicità di Terna?, scrive Beppe Grillo
"Terna, un nome che evoca vincite milionarie al gioco del lotto", scrive
Enel nelle pubblicità che cercano di rifilare agli italiani le azioni della
sua rete elettrica. Ci risiamo: bastano poche parole di un pubblicitario per
coprire di ridicolo anche i prodotti migliori delle aziende più serie. La
rete elettrica nazionale, per esempio: certo non può chiudere domani e
trasferirsi in Romania. Ma basta per farne una cosa seria? Perché ripararsi
dietro la figura del povero Alessandro Volta che torreggia nelle pubblicità
di Terna?
Dovremmo invece concentrarci su figure ben più importanti. Per esempio
quella dell'amministratore Enel Paolo Scaroni, un manager esemplare, con
referenze solide. Imputato per una tangente da centinaia di milioni al Psi
perché intercedesse su un appalto dell'Enel, patteggiò nel 1992 un anno e
quattro mesi. Be', un anno e quattro mesi è un po' poco - gli avranno detto
gli uomini di questo governo. Noi con Dell'Utri, Previti o Paolo Berlusconi
abbiamo altri standard. Comunque con un curriculum così anche lei è dei
nostri, venga. E lo misero a capo di Enel.
Invece che a Volta, dovremmo guardare ad Andrea Bollino, il gestore della
rete che poche settimane prima del blackout del 28 settembre assicurò: da
noi un blackout è impossibile. Insomma, prima di impiccarsi ai tralicci
dell'Enel il risparmiatore dovrebbe guardare le referenze della gente a cui
affida i soldi. Specialmente quando hanno la faccia tosta di evocare
"vincite milionarie al gioco del lotto".
Se Enel è meglio del lotto, perché appena i suoi manager si comprano le
azioni Enel con le stock option le rivendono subito, come hanno fatto
l'amministratore Scaroni e molti altri? Non viene puzza di bruciato dai quei
fili elettrici milionari? Il premio Nobel Joseph Stiglitz considera il
sistema delle stock option un furto legalizzato a danno degli azionisti. Nel
suo ultimo libro dedica un intero capitolo alla destrezza con cui i manager
delle aziende elettriche private hanno rapinato i loro azionisti e la
collettività. Insomma con il lotto ad alta tensione è facile prendere la
scossa. Oppure restare al buio.
Da quando ci si mettono i privati, il business della luce è diventato una
faccenda oscura. Così ho intitolato il mio spettacolo Blackout e ci ho fatto
130 serate. In una platea buia portavo un candelabro acceso e sul palco un
abete del Lucomagno. Era tutta colpa sua se il 28 settembre si era
verificato il più grande blackout del dopoguerra. In una notte di tempesta
il povero abete - certo una varietà extracomunitaria, perché un vero abete
svizzero non si sarebbe mai permesso - aveva sfiorato le linee elettriche
svizzere e. patatrac, via l'elettricità in tutta Italia. La natura è
imprevedibile.
Di fronte ai terremoti, ai fulmini e agli scatti degli abeti alpini l'uomo
tecnologico è impotente. Poco convinto, ho cercato di far luce. Ho scoperto
che compriamo l'elettricità all'estero non perché non ci bastino le nostre
centrali, ma perché costa meno. La notte del blackout stavamo consumando
pochissima corrente, ma anche quella poca la volevamo comprare all'estero,
tenendo inattivi due terzi delle nostre centrali. Perfino i nostri già pochi
e nuovissimi generatori eolici erano fuori servizio. Altro che "Forza
Italia"!
Per capirci qualcosa occorre fare un passo indietro e guardare con una
prospettiva storica e globale. Da una parte, quasi metà dell'umanità aspetta
ancora l'elettrificazione; dall'altra, un quarto dell'umanità produce troppa
corrente, ne spreca più della metà e usa le fonti peggiori perché dannose,
pericolose ed esauribili (carbone, petrolio, gas minerale, uranio). In
mancanza di meglio, gli altri tre quarti dell'umanità cominciano a copiarci.
Quindi cosa dovrebbe fare un paese industriale oggi? Ridurre drasticamente i
consumi e gli sprechi, investendo molto in due direzioni: l'efficienza
energetica (più servizi con meno sprechi e consumi) e altre fonti
energetiche (meno fonti esauribili e più rinnovabili). È questo il modello
che potrebbero copiare cinque miliardi di persone, non quello dei paesi
industriali degli anni sessanta!
Con il progetto Società 2000 watt, i Politecnici e il governo svizzeri
vogliono ridurre del 60 per cento il consumo di energia primaria: da 6.000
watt per persona al giorno, a 2.000 watt entro il 2050 - l'equivalente del
consumo degli anni sessanta (www.novatlantis.ch). La regola dei 2.000 watt
dovrebbe diventare uno standard internazionale, dicono i Politecnici
svizzeri. Invece di aumentare la produzione di energia, occorre produrre più
benessere con minori consumi.
Proprio il contrario di ciò che vuol fare il nostro governo, che invece
vuole aumentare consumi, centrali e produzione del business elettrico. Siamo
uno dei paesi più soleggiati d'Europa, potremmo vendere energia solare agli
altri. Invece tutti i leader delle energie rinnovabili sono a nord
dell'Italia. In compenso ci aspetta un radioso futuro da minatori.
Malgrado importanti progressi tecnologici, il carbone è ancora il
combustibile più inquinante e più generatore di effetto serra. Ovunque si
cerca di ridurne l'uso. Scaroni invece insiste che l'Italia deve raddoppiare
la quota di carbone. Viste queste prospettive, sto cercando di iscrivere mio
figlio a un master per spazzacamini. Ho telefonato alla Bocconi ma non ce
l'hanno. Per ora.