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acqua sicura scheda
- Subject: acqua sicura scheda
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 9 Apr 2004 07:45:38 +0200
da panorama.it lunedi 22 marzo 2004 ACQUA SICURA Meglio il rubinetto o la minerale? di Silvia Bombelli 13 mila acquedotti italiani sono rigorosamente controllati. Oltre a filtraggio e disinfezione a monte, ogni comune svolge 62 test. In più ci sono i depuratori domestici: modelli e caratteristiche. E le minerali? Ecco tutto quel che si deve sapere per scegliere e per leggere le etichette. Il corpo umano è composto all'incirca dal 60 per cento di acqua. Quindi dividendo per 100 il proprio peso e moltiplicando la cifra ottenuta per 6 si può calcolare approssimativamente il contenuto di idrogeno e ossigeno (H2O). Per esempio, in una donna di 60 chili 36 sono rappresentati da acqua. Un po' di più se soffre di ritenzione idrica, un po' di meno se è disidratata. Mentre nel primo caso, salvo complicazioni da grave disfunzione renale, a pagarne le conseguenze è solo l'aspetto (cellulite e conseguente fragilità capillare degli arti inferiori), nel secondo si può andare incontro a disturbi più gravi a carico di tutti gli organi. Oltre alla funzione di «diluente» del sangue, l'acqua serve a mantenere l'equilibrio e il turgore delle cellule. Se non sono gonfie in modo ottimale anche gli scambi con l'esterno come l'eliminazione delle tossine e l'assorbimento dei nutrienti vengono alterati. Basti pensare che per le normali funzioni digestive stomaco, pancreas e intestino utilizzano 7 litri d'acqua. La pelle sana, poi, contiene il 15 per cento d'acqua, responsabile della sua difesa dagli agenti esterni e della sua luminosità ed elasticità. Una volta che lo strato superficiale ha perso troppa acqua, la pelle si sgonfia e diventa più pigra. Tende cioè a immagazzinarne meno della quota originaria. QUANTA NE DOBBIAMO BERE Impossibile valutare con precisione di quanta acqua abbiamo bisogno. Certo è che chi fa attività sportiva, vive in ambienti caldi o per costituzione traspira abbondantemente ha più bisogno di bere degli altri. Anche a riposo consumiamo più acqua di quanto crediamo: dai 2 ai 4 litri sotto forma di sudore, oltre un litro con l'evacuazione intestinale e la diuresi. Un altro terzo di litro attraverso le microscopiche goccioline emesse durante la respirazione e mentre parliamo. Quindi altrettanta ne dovremmo bere. In generale gli uomini devono bere di più perché la massa muscolare in proporzione è superiore a quella delle donne, e anche gli anziani perché la loro riserva d'acqua è più bassa di quando avevano vent'anni: 52% contro 60%, senza contare il fatto che con l'età si sente meno lo stimolo della sete. Regolato da una ghiandola cerebrale che non sempre funziona a dovere, l'ipotalamo, anche nei giovani tende spesso a presentarsi quando la disidratazione è già in stato avanzato. La condotta preventiva consiste quindi semplicemente nel bere spesso, adagio e privilegiando liquidi a temperatura ambiente per evitare l'effetto shock. Specialmente quando fa caldo. I primi sintomi della disidratazione? Stanchezza, secchezza delle mucose e difficoltà nella diuresi. SANI DENTRO, MIGLIORI ANCHE FUORI Durante l'affaticamento intenso, compresa la pulizia della casa, la temperatura corporea aumenta molto velocemente. Senza la traspirazione, che serve proprio a mantenerla costante, l'mmaginaria colonnina di mercurio dentro di noi crescerebbe di 2 gradi ogni 10 minuti. Insomma, non sopravviveremmo a lungo se non grazie all'acqua dispersa con la sudorazione. Se l'idratazione degli organi può avvenire solo dall'interno, la pelle riesce a bere anche dalla vasca da bagno. Se non funziona proprio come una spugna, è vero che l'effetto balneare può quantomeno fermare il fenomeno di perdita dei liquidi, un po' come accade quando si ha molta sete e basta bagnare la bocca per sentirsi meglio. Per abbassare la temperatura corporea un bagno fresco addizionato di sostanze naturali unisce l'effetto anti afa a quello di bellezza. Basta aggiungere all'acqua un litro e mezzo di camomilla per calmare i rossori post spiaggia, la stessa dose di infuso di rosmarino e timo per sgrassare le pelli con tendenza all'acne o di salvia e maggiorana per chi soffre di secchezza dell'epidermide. RUBINETTI SICURI Malgrado l'opinione negativa diffusa circa la bontà dell'acqua del rubinetto, i 13 mila acquedotti italiani sono rigorosamente controllati. Oltre al filtraggio e la disinfezione a monte con cloro, candeggina, ozono e raggi ultravioletti, ogni comune controlla con 62 test (molti di più di quelli obbligatori per le acque minerali) che l'acqua sia pulita e conforme alla direttiva dell'Ue. I livelli di atrazina, ammoniaca e altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici che avevano fatto scattare l'allarme acqua in alcune regioni italiane circa 15 anni fa sono rientrati nella norma e bere l'acqua del rubinetto non presenta alcun problema. Il colore rosso o giallastro dipende dalle tubature (basta far scorrere l'acqua per qualche minuto perché torni limpida) e quello biancastro dalla pressione. NON FILTRARE I SALI Per migliorare il sapore dell'acqua del rubinetto si può scegliere un depuratore domestico da applicare al rubinetto che trattiene residui clorati e pesticidi (seppure nella norma, meglio eliminarli) rendendo l'acqua meno aggressiva anche per le piante e la pelle. Da evitare quelli che filtrano i sali minerali. È dimostrato infatti che l'acqua calcarea danneggia gli elettrodomestici ma nutre l'organismo. Per comodità meglio scegliere modelli di lunga durata (circa tre anni per consumi di una famiglia media, piccolo giardinaggio compreso, 250 euro circa) dotati di contalitri che segnalano quando è tempo di sostituire il filtro. Si evita così l'inconveniente classico: la proliferazione di colonie batteriche dovuta alla scorretta manutenzione. E gli stick per il test dell'acqua fai da te? Sono abbastanza di moda, costano circa 5 euro e sono strisce di plastica imbevute di reagente in vendita presso ferramenta, farmacie e negozi di cibi naturali. Basta immergerle due secondi in un bicchiere d'acqua per verificarne la qualità (non la potabilità). Misurano solo la durezza (che aumenta al crescere di concentrazione di calcare) e la presenza di nitrati. Comunque, prima di decidere se vale la pena acquistare un depuratore o smettere di caricarsi al supermercato di bottiglie d'acqua si può fare una prova. MINERALE, CHE PASSIONE In Italia si consumano oltre 10 miliardi di litri all'anno di minerale, molto di più che nel resto d'Europa, di ben 259 marche, e il trend è in crescita con in cima alla classifica quelle non gasate. A differenza delle acque potabili d'acquedotto che possono provenire anche da fiumi e laghi (il 50% dei casi), le minerali possono essere raccolte esclusivamente da sorgenti e falde sotterranee. Devono essere imbottigliate all'origine senza additivi tranne l'anidride carbonica che ogni azienda può aggiungere a piacere per l'effetto bollicine desiderato. Oltre al fatto che l'acqua del rubinetto può essere trattata per l'eliminazione di eventuali inquinanti (assenti all'origine nelle minerali, seppure sottoposte a controlli meno severi delle prime) e che il volume di nitrati leciti è leggermente inferiore nelle seconde (45 mg per litro contro 50), c'è un'altra differenza tra le due ed è quella che ha segnato il successo tutto italiano delle acque imbottigliate. Possono contenere più di 1.500 mg di sali per litro, mentre quelle di acquedotto non devono superare questa soglia e mediamente ne contengono un terzo. Dato il valore terapeutico dei minerali disciolti, è naturale che molte persone preferiscano investire denaro (da 50 centesimi per litro) per bere liquidi più nutrienti. QUALE SCEGLIERE Come distinguere la minerale che fa al caso proprio? La prima e più semplice distinzione riguarda l'effervescenza. Se l'anidride carbonica presenta numerosi vantaggi, tra i quali la stimolazione dei movimenti peristaltici (ovvero del transito del cibo ingerito) e un blando effetto disinfettante di stomaco ed esofago dovuto all'acido calcico, chi soffre di gastrite e gonfiore addominale normalmente peggiora il suo disturbo immettendo altro gas nella pancia. Difficile però stabilire a priori se il fastidio dovuto all'aumentata tensione epigastrica superi la sensazione di sollievo legata alla digestione accelerata. Ognuno dovrebbe trovare quindi da sé la giusta soluzione che può anche passare per un mix di bollicine ai pasti e acqua liscia durante il giorno. ESAME DELLE ETICHETTE Più complesso, ma solo in apparenza, l'esame delle etichette. Innanzitutto si legge il pH: 7 se l'acqua è neutra, inferiore se acida e superiore se basica. Un pH pari a 8 modera l'acidità di stomaco mentre se si avvicina a 6 facilita la digestione lenta. Poi si passa ai nitrati (NO3, azoto e ossigeno), naturale elemento disciolto nell'acqua dovuto (molto pericolosi sono invece i nitriti). Potendo scegliere, meglio optare per il basso tenore di nitrati. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, 25 mg (10 per neonati e gestanti). Poi c'è la tabella dei sali, come potassio, magnesio, cloro, calcio, zinco, preceduta dalla voce residuo secco, ovvero cosa resterebbe di quella bottiglia se fosse eliminata per evaporazione la parte liquida. Esprime il potere nutriente dell'acqua e in base alla sua composizione percentuale rende possibile la classificazione delle minerali. Quelle con residuo fisso oltre i 1.000 mg per litro, per esempio quelle estratte da alcune sorgenti termali, sono curative e prima di consumarle è meglio chiedere consiglio al proprio medico. MINERALI AL MICROSCOPIO Sull'etichetta i sali vengono chiamati con nomi diversi (bicarbonati e ione idrocarbonico oppure cloruro e ione idrocloridrico sono la stessa cosa), ma all'atto del confronto è la formula chimica che conta. Per tutte le acque vale un'avvertenza: anche se microbiologicamente pure, invecchiando peggiorano. Vanno conservate al riparo dalla luce e dal calore e sono migliori quelle conservate nel vetro. Per quanto riguarda la plastica, il Pet è più resistente e meglio adatto alle frizzanti, per le naturali va bene anche il Pvc o il Tretrapack. Oligominerali Meno di 500 mg per litro di sali. Adatte a chi soffre di calcoli renali, ottime per miscelare il latte in polvere, le pappe e preparare tisane. Ricche di fluoro Oltre 1 mg per litro. Poco diffuse in Italia migliorano la resistenza dello smalto alla carie e rinforzano la dentatura, tanto che in alcuni paesi persino l'acqua potabile viene addizionata con il fluoro. Ricche di ferro Oltre 250 mg per litro. Indicate nei casi di anemia o per prevenirne l'insorgenza, per esempio consumandole dai primi giorni della gravidanza. Ricche di magnesio Oltre 50 mg per litro. Favoriscono l'attività enzimatica responsabile della corretta digestione con relativo assorbimento ottimale dei nutrienti e reintegrano il magnesio disperso durante l'attività sportiva. Possono avere un blando effetto lassativo. Ricche di cloro Oltre 200 mg per litro. Prevengono le infezioni gastrointestinali e facilitano la metabolizzazione delle proteine. Non vanno confuse con le acque clorate a fini di potabilizzazione perché il contenuto di questo sale è limitato. Ricche di solfati Oltre 200 mg per litro. Aiutano la digestione ma sono le meno indicate per chi soffre di colite. Possono infatti aumentare l'infiammazione delle pareti gastrointestinali e avere effetto lassativo. Limitano l'assorbimento del calcio pertanto sono controindicate per gli chi soffre di osteoporosi. Ricche di bicarbonato Oltre 600 mg per litro. Favoriscono la digestione limitando l'acidità gastrica. Le acque naturalmente effervescenti sono quelle in cui carbonato e calcio sono legati tra loro. Ottime per chi non ama quelle lisce ma soffre di leggere gastriti, disturbi che tendono a peggiorare con troppe bollicine. Ricche di calcio Oltre 150 mg per litro. Indicate non solo per l'irrobustimento delle ossa e dei denti ma anche per rinforzare i capelli. Rappresentano una valida alternativa al latte e derivati per chi ha problemi di colesterolo e necessita una buona integrazione di calcio. Ricche di sodio Oltre 200 mg per litro. Facilitano la diuresi e limitano la ritenzione idrica quindi anche la formazione di cellulite. Sono indicate per gli sportivi mentre gli ipertesi dovrebbero starne lontano. Per chi soffre di pressione alta il contenuto di sodio dovrebbe essere inferiore ai 15 mg.
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