legambiente : berlusconia la terra del condono



da lanuovaecologia.it

Venerdì 2 Aprile 2004


ABUSIVISMO|Boom del cemento fuorilegge nel 2003

Benvenuti a Berlusconia


BerlusconiUna città di 40.000 edifici nata dal nulla, costruita in soli
dodici mesi. Brutta e illegale, figlia dell'ultima sanatoria. La nuova
analisi di Legambiente e Cresme presentata a Napoli nel convegno "Io non
condono" / Sanare è più agevole

Immaginate una città molto più grande di Agrigento o di Catanzaro. E poi
provate a immaginare che è nata dal nulla, in 12 mesi esatti. Quarantamila
abitazioni, capannoni industriali, attività produttive, addirittura stalle.
Berlusconia, chiamiamola così, non è però una delle città invisibili di
Italo Calvino, è un centro urbano in calce e mattoni, completamente
illegale, brutto e capace di sfregiare aree del paese straordinarie, nato e
cresciuto grazie al condono edilizio firmato dal presidente del Consiglio e
dal governo. Quarantamila edifici fuorilegge (era dalla metà degli anni '90
che non si registrava un così consistente boom del cemento abusivo), figli
dell'ultima sanatoria, la seconda - dopo quella del 1994 - targata
Berlusconi.

E già perché il condono edilizio ha un fine esplicito: far diventare legali
quelle 362.000 costruzioni abusive fatte dal 1994 al 2002 e spesso,
soprattutto nel Mezzogiorno, edificate dalla criminalità
organizzata. Ma poi, oltre a stimolare un deterioramento dell'idea di
legalità in Italia, a degradare il paesaggio, a fare carta straccia di
vincoli e piani regolatori, a essere un regalo alle ecomafie (sono più di
130 i clan di cosa nostra, camorra, 'ndrangheta che hanno interessi nel
ciclo del cemento illegale) ha altre due gravi conseguenze: genera la
convinzione che il rischio di ripristino della legalità per gli edifici
fuorilegge in Italia sia davvero minimo e sospinge verso l'alto il mercato
dell'illegalità. Tra il 2001 e il 2003 l'incremento della produzione
abusiva è stato superiore al 41%, mentre dal 1996 al 2001 il trend vedeva
una costante diminuzione degli abusi.

È questo l'elemento centrale dell'analisi sul nuovo abusivismo che
Legambiente e Cresme hanno appena ultimato. Un'analisi al centro, oggi a
Napoli, di "Io Non Condono", la conferenza nazionale su abusivismo e
sanatoria organizzata dall'associazione ambientalista. Presenti, tra gli
altri, il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, il
presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, sindaci, amministratori e
rappresentanti delle forze dell'ordine
impegnati nella repressione del fenomeno abusivismo. Un appuntamento, quello
di Napoli, utile anche a fare il punto sulle tante leggi regionali che hanno
introdotto strumenti per contrastare il condono edilizio sul proprio
territorio e per pianificare le iniziative anti-sanatoria da mettere in
campo fino all'11 maggio, data della attesa sentenza della consulta sulla
legittimità costituzionale del condono.

«La semplice attesa del condono edilizio sia all'epoca del provvedimento del
governo Craxi, sia all'epoca del governo Berlusconi determinò i maggiori
picchi di abusivismo
- spiega Roberto Della Seta - Negli anni in cui di discusse il primo condono
(varato poi nell'85) le costruzioni abusive superarono nel 1983 il tetto
delle 105.000, nel 1984 la cifra di 125.000. Erano state 70.000 nell'82 e
scesero a 60.000 nel 1985. Lo stesso è avvenuto nel 1994, seconda legge di
sanatoria urbanistica. Durante i mesi di discussione delle legge furono
costruite 83.000 abitazioni fuorilegge (l'anno prima erano state 58.000,
quello successivo 59.000). Anche oggi la sola ipotesi di condono edilizio,
seguita poi dalla realtà, ha alimentato gli interessi illegali
che di condoni si sono sempre nutriti. Più vasto dei due precedenti, poiché
per la prima volta legalizza anche migliaia di abusi commessi sul demanio,
nelle aree protette e in altre zone pregiate, questo condono si sta peraltro
rivelando fallimentare dal punto di vista finanziario: era stato prospettato
un introito di 3,8 miliardi di euro, non è entrato nemmeno un decimo di
quella cifra».
A tutti questi dati si aggiunge l'ingente spesa che dovranno sopportare i
Comuni, esemplificata dai dati dei precedenti condoni e relativi al Comune
di Roma. Le entrate derivanti
dalle due sanatorie del 1985 e del 1994 assommavano a 447 milioni di euro.
Le uscite per l'insieme delle opere di urbanizzazione per le aree dove
insistevano costruzioni abusive erano state pari, complessivamente, a 2.992
milioni di euro. Il Comune ha in sostanza perso 2.515 milioni di euro, una
somma pari a 1.157 euro versata da ogni cittadino romano in interventi a
vantaggio degli abusivi. Un "rosso" che con cifre diverse si può riprodurre
per tutti i comuni. «La rivolta delle Regioni e di tanti sindaci sia di
centro-destra che di centro-sinistra contro la sanatoria dell'abusivismo,

Legambiente, no al condono
importantissima, dimostra che questo condono piace solo a chi lo ha varato,
agli abusivi e alla criminalità organizzata che ha ormai inserito il ciclo
del cemento tra i suoi business principali - conclude Della Seta - Tutti gli
altri, dagli amministratori a Confindustria, ai costruttori edili, dagli
ingegneri agli urbanisti, sino a quella stragrande maggioranza di italiani
onesti che la casa l'hanno costruita o acquistata rispettando la legge, lo
hanno accolto per quello che è: un danno enorme per il territorio, la
legalità, l'economia».

2 aprile 2004