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legambiente : berlusconia la terra del condono
- Subject: legambiente : berlusconia la terra del condono
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 4 Apr 2004 08:06:03 +0200
da lanuovaecologia.it Venerdì 2 Aprile 2004 ABUSIVISMO|Boom del cemento fuorilegge nel 2003 Benvenuti a Berlusconia BerlusconiUna città di 40.000 edifici nata dal nulla, costruita in soli dodici mesi. Brutta e illegale, figlia dell'ultima sanatoria. La nuova analisi di Legambiente e Cresme presentata a Napoli nel convegno "Io non condono" / Sanare è più agevole Immaginate una città molto più grande di Agrigento o di Catanzaro. E poi provate a immaginare che è nata dal nulla, in 12 mesi esatti. Quarantamila abitazioni, capannoni industriali, attività produttive, addirittura stalle. Berlusconia, chiamiamola così, non è però una delle città invisibili di Italo Calvino, è un centro urbano in calce e mattoni, completamente illegale, brutto e capace di sfregiare aree del paese straordinarie, nato e cresciuto grazie al condono edilizio firmato dal presidente del Consiglio e dal governo. Quarantamila edifici fuorilegge (era dalla metà degli anni '90 che non si registrava un così consistente boom del cemento abusivo), figli dell'ultima sanatoria, la seconda - dopo quella del 1994 - targata Berlusconi. E già perché il condono edilizio ha un fine esplicito: far diventare legali quelle 362.000 costruzioni abusive fatte dal 1994 al 2002 e spesso, soprattutto nel Mezzogiorno, edificate dalla criminalità organizzata. Ma poi, oltre a stimolare un deterioramento dell'idea di legalità in Italia, a degradare il paesaggio, a fare carta straccia di vincoli e piani regolatori, a essere un regalo alle ecomafie (sono più di 130 i clan di cosa nostra, camorra, 'ndrangheta che hanno interessi nel ciclo del cemento illegale) ha altre due gravi conseguenze: genera la convinzione che il rischio di ripristino della legalità per gli edifici fuorilegge in Italia sia davvero minimo e sospinge verso l'alto il mercato dell'illegalità. Tra il 2001 e il 2003 l'incremento della produzione abusiva è stato superiore al 41%, mentre dal 1996 al 2001 il trend vedeva una costante diminuzione degli abusi. È questo l'elemento centrale dell'analisi sul nuovo abusivismo che Legambiente e Cresme hanno appena ultimato. Un'analisi al centro, oggi a Napoli, di "Io Non Condono", la conferenza nazionale su abusivismo e sanatoria organizzata dall'associazione ambientalista. Presenti, tra gli altri, il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, sindaci, amministratori e rappresentanti delle forze dell'ordine impegnati nella repressione del fenomeno abusivismo. Un appuntamento, quello di Napoli, utile anche a fare il punto sulle tante leggi regionali che hanno introdotto strumenti per contrastare il condono edilizio sul proprio territorio e per pianificare le iniziative anti-sanatoria da mettere in campo fino all'11 maggio, data della attesa sentenza della consulta sulla legittimità costituzionale del condono. «La semplice attesa del condono edilizio sia all'epoca del provvedimento del governo Craxi, sia all'epoca del governo Berlusconi determinò i maggiori picchi di abusivismo - spiega Roberto Della Seta - Negli anni in cui di discusse il primo condono (varato poi nell'85) le costruzioni abusive superarono nel 1983 il tetto delle 105.000, nel 1984 la cifra di 125.000. Erano state 70.000 nell'82 e scesero a 60.000 nel 1985. Lo stesso è avvenuto nel 1994, seconda legge di sanatoria urbanistica. Durante i mesi di discussione delle legge furono costruite 83.000 abitazioni fuorilegge (l'anno prima erano state 58.000, quello successivo 59.000). Anche oggi la sola ipotesi di condono edilizio, seguita poi dalla realtà, ha alimentato gli interessi illegali che di condoni si sono sempre nutriti. Più vasto dei due precedenti, poiché per la prima volta legalizza anche migliaia di abusi commessi sul demanio, nelle aree protette e in altre zone pregiate, questo condono si sta peraltro rivelando fallimentare dal punto di vista finanziario: era stato prospettato un introito di 3,8 miliardi di euro, non è entrato nemmeno un decimo di quella cifra». A tutti questi dati si aggiunge l'ingente spesa che dovranno sopportare i Comuni, esemplificata dai dati dei precedenti condoni e relativi al Comune di Roma. Le entrate derivanti dalle due sanatorie del 1985 e del 1994 assommavano a 447 milioni di euro. Le uscite per l'insieme delle opere di urbanizzazione per le aree dove insistevano costruzioni abusive erano state pari, complessivamente, a 2.992 milioni di euro. Il Comune ha in sostanza perso 2.515 milioni di euro, una somma pari a 1.157 euro versata da ogni cittadino romano in interventi a vantaggio degli abusivi. Un "rosso" che con cifre diverse si può riprodurre per tutti i comuni. «La rivolta delle Regioni e di tanti sindaci sia di centro-destra che di centro-sinistra contro la sanatoria dell'abusivismo, Legambiente, no al condono importantissima, dimostra che questo condono piace solo a chi lo ha varato, agli abusivi e alla criminalità organizzata che ha ormai inserito il ciclo del cemento tra i suoi business principali - conclude Della Seta - Tutti gli altri, dagli amministratori a Confindustria, ai costruttori edili, dagli ingegneri agli urbanisti, sino a quella stragrande maggioranza di italiani onesti che la casa l'hanno costruita o acquistata rispettando la legge, lo hanno accolto per quello che è: un danno enorme per il territorio, la legalità, l'economia». 2 aprile 2004
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