turismo e chimica si può convivere?



dal corriere.it
martedi 17 febbraio 2004

DAL NOSTRO INVIATO ROSIGNANO MARITTIMO (Livorno) - C'è un ...

Il sindaco ds: «Non è vero che noi permettiamo tutto, la mortalità è nella
media»

DAL NOSTRO INVIATO
ROSIGNANO MARITTIMO (Livorno) - C'è un posto in Italia che è quasi un
paradosso. Si chiama Vada e vanta una spiaggia spettacolare, bianca come ai
Caraibi, così bianca che l'abbronzatura a fine giornata è di massima
soddisfazione per i bagnanti, perché il sole ci batte sopra come fosse uno
specchio. Così bianca che in questi anni ci hanno girato un mucchio di film
e spot pubblicitari con le palme finte. Piccola Hollywood del Tirreno.
Però non è sabbia quella polvere magica che favorisce la tintarella. E'
carbonato di calcio. Residuo industriale della più grande sodiera d'Europa,
la sodiera Solvay, le cui torri fumanti si stagliano gigantesche alle spalle
della spiaggia bianca. La Solvay, dal 1912, qui produce la soda e l'acqua
ossigenata, il polietilene e il cloruro di calcio, il bicarbonato e l'acido
cloridrico. Ogni anno finiscono in mare 200 mila tonnellate di fanghi
chimici.
È questo, allora, il paradosso e il dilemma: «Spiaggia caraibica o enorme
discarica? Vogliamo l'inquinamento oppure difendere la natura? Vogliamo il
mare bianco oppure blu?» domanda provocatorio Mario Lupi, segretario
regionale dei Verdi della Toscana.
Vada è una frazione del Comune di Rosignano Marittimo, provincia di Livorno,
24 chilometri di costa e mezzo milione di turisti all'anno. E' la Costa
degli Etruschi: Vada, Rosignano, Castiglioncello. Terra immortalata nei
dipinti dei macchiaioli. Con le ville a picco sul mare e il profumo intenso
delle pinete. Qua, sull'Aurelia, venne girato «Il sorpasso» di Dino Risi nel
1962 col grande Vittorio Gassman. Qua, negli anni Sessanta, venivano in
vacanza Sordi e Mastroianni, con «La Barcaccina» che era famosa all'epoca
almeno quanto «La Bussola» di Viareggio: locali stra-cult della Dolce vita
toscana, ma da tempo ormai non c'è più partita, perché la Versilia ha
schiantato Castiglioncello.
E' colpa delle fabbriche? Dell'inquinamento? Industria e turismo sono così
inconciliabili? Il tema oggi è quanto mai attuale, perché il governo nei
prossimi mesi sarà chiamato a decidere se approvare o meno, nella zona, due
nuovi progetti colossali: un deposito di gas naturale liquido da 65 mila
tonnellate, da impiantare ancora vicino alle spiagge bianche (consorzio
Solvay-Edison-British Petroleum) e una piattaforma marina a 15 chilometri
dalla costa, anche questa destinata allo stoccaggio di 65 mila tonnellate di
gas, proposta dal gruppo Falck-Saipem-Eni.
Non è un problema semplice. «Perché la Toscana non può mica considerarsi un
parco-giochi» avverte il governatore Claudio Martini, dei Ds, che pure di
recente è stato coi no-global a Bombay. La Toscana è turismo sì, ma è anche
lavoro. È natura, ma ha anche bisogno di industria, produttività, sviluppo,
occupazione. E la Solvay, a pensarci bene, è tutto questo. È stato tutto
questo da sempre. La grande madre di Rosignano: negli Anni '60 almeno 4 mila
persone (su 20 mila abitanti) lavoravano in fabbrica (oggi sono 1.800 su 30
mila). Erano tute blu e colletti bianchi. Abitavano nelle case costruite
dalla Solvay, mandavano i figli a scuola negli edifici costruiti dalla
Solvay, si curavano all'ospedale Solvay, facevano i bagni al circolo
canottieri Solvay e andavano pure al teatro della Solvay. Sempre all'ombra
delle ciminiere. Una città e un mondo legati alla fabbrica. Un modo di
essere e di pensare. Un'identità forte confermata pure dai cartelli
stradali: la frazione del comune interessata dagli stabilimenti si chiama,
infatti, Rosignano Solvay. Un gruppo chimico e farmaceutico nato in Belgio
che oggi è attivo in 50 Paesi, conta 45 mila dipendenti e fattura circa 8
miliardi di euro l'anno.
Vallo a spiegare, però, a Pierluigi Riotti e agli altri pescatori di Vada,
sempre più preoccupati: «Quando buttiamo le reti - raccontano - assieme al
pesce tiriamo su la soda della Solvay. Non si trova più un gambero da qui
fino a Cecina». E vallo a dire a quelli di Medicina democratica, che da anni
sono in trincea perché temono che Rosignano un giorno possa diventare una
nuova Seveso, un altro Porto Marghera: «Ma questo forse al ministro Matteoli
non interessa - si sfoga Maurizio Marchi -. Perché il ministro Matteoli è di
Cecina e da giovane lavorava anche lui alla Solvay. Come il Papa in Polonia,
anche lui da ragazzo... Lo sapete però quanti bambini oggi hanno problemi
gravi al sistema nervoso nell'area compresa tra Rosignano, Cecina e
Castagneto? Almeno 700. E sapete qual è il nemico peggiore del sistema
nervoso dei bambini? Il mercurio». Già, il mercurio. Utilizzato dalla Solvay
in tutti questi anni nelle celle elettrolitiche per scindere la molecola del
sale e ottenere il sodio e il cloro destinati ai cicli di produzione.
«Davanti a Rosignano c'è il più grande giacimento di mercurio d'Italia»
accusa Marco Della Pina, assessore provinciale all'Ambiente. «Con i rifiuti
solidi scaricati in questi anni dalla fabbrica - insiste - si sarebbe potuto
costruire un palazzo alto 20 metri e lungo 5 chilometri. Ora basta.
Partiranno i controlli pubblici e finchè non avrò un quadro più chiaro della
situazione non firmerò una nuova autorizzazione alla Solvay per gli scarichi
a mare».
Quadro apocalittico, altroché chiaro. Ma la Solvay contrattacca: «Non è
corretto - dice Alessandro Malvaldi, ingegnere, direttore dello stabilimento
di Rosignano - sostenere che la nostra industria non si occupa dell'
ambiente. Le vecchie caldaie a gasolio sono state già tutte sostituite e
oggi le torri di raffreddamento emettono solo vapore acqueo. E poi
attenzione a considerare tossica la spiaggia bianca di Vada: perché non è
vero. Anche ai Caraibi c'è il carbonato di calcio. Ma c'è dell'altro: nel
luglio scorso abbiamo firmato un importante accordo di programma al
ministero dell'Ambiente che prevede due passaggi fondamentali. Entro la fine
del 2006 sparirà il mercurio dal ciclo di produzione. E comunque il mercurio
finito in mare fino a oggi è confinato sotto strati di materiale inerte e no
n può entrare nella catena alimentare dei pesci. Abbiamo fatto studi al
riguardo. Entro la fine del 2007, poi, verranno ridotti del 70 per cento i
fanghi bianchi scaricati oggi a mare. Mentre il restante 30 per cento sarà
finalizzato al ripascimento degli arenili. Vorrei infine ricordare che la
Solvay spende 20 milioni di euro all'anno per la sicurezza ambientale...».
Da cinque anni, piuttosto, il mare a Vada e Castiglioncello può vantare la
Bandiera Blu. Insomma è pulito, le analisi degli esperti hanno dato responsi
favorevoli sulla salute dell'acqua. «Non è vero perciò che i controlli non
ci sono, che noi permettiamo tutto alla Solvay - si oppone il sindaco di
Rosignano, Gianfranco Simoncini, dei Ds -. Gli enti preposti, Asl, Arpat,
hanno svolto negli anni accurate indagini chimiche ed epidemiologiche e i
dati sulla mortalità della popolazione, ad esempio, sono nella norma
rispetto alle medie della Toscana. Un sondaggio condotto l'anno scorso dall'
Università di Siena tra 787 cittadini di Rosignano ha dato questi risultati:
il 58 per cento ha risposto che la Solvay è un grave pericolo per l'
ambiente, ma il 68 per cento ha aggiunto che l'industria è un bene per l'
economia locale».
«Altro che sondaggio, qui ci vuole un referendum per capire tutti insieme
dove si vuole andare» protesta Marcella Amadio, segretario provinciale di
An. «Non si può certo pretendere di sviluppare il turismo a Rosignano
Solvay, dove c'è il divieto di balneazione 50 metri al di qua e 50 al di là
del fosso di scarico - taglia corto l'ingegnere Malvaldi -. Sarebbe un'
assurdità. Però alla Conferenza sullo Sviluppo di Rosignano, nel giugno
2003, noi stessi della Solvay riconoscemmo giusta la strada dello sviluppo
multipolare per i territori di Vada e Castiglioncello: non solo industria,
dunque, ma anche turismo, terziario, agricoltura».
«Forse - dicono Roberto Ganetti (Pro loco di Vada) e Gianfranco Martino (Pro
loco di Castiglioncello) - più che l'inquinamento il problema vero per il
turismo locale è stato la mancanza assoluta di programmazione, la miopia
politica, l'assenza di investimenti. Così in breve tempo il turismo d'élite
ha ceduto il posto a una torma di vacanzieri mordi-e-fuggi e oggi la nostra
costa è irriconoscibile. Le ville di Sordi e Mastroianni sono state vendute.
Castiglioncello è tutto un fiorire di seconde case di fiorentini, romani e
milanesi. Forse quando decollerà il nuovo porto turistico da 650
posti-barca, finalmente costruito dopo 20 anni di attesa, torneranno anche i
vip. Già si son visti i primi segnali: l'estate scorsa sono stati qui
Alberto Tomba e lo stilista Roberto Cavalli, il calciatore Coco e la sua
fidanzata Manuela Arcuri...».
Dunque, non c'è più la Solvay al centro di Rosignano. Le torri civiche,
dicono qua, oggi vengono prima delle torri fumanti. Sarà per questo che,
quando il gruppo chimico di Bruxelles ha chiesto di potere raddoppiare il
serbatoio di etilene da 5 mila tonnellate dietro alla spiaggia di Vada, il
sindaco Simoncini ha subito risposto con un no: «Se volete, interratelo» ha
detto. Il bagno col bombolone alle spalle da queste parti non vuole farlo
più nessuno.
)
Fabrizio Caccia