Fw: Re:le autostrade del mare



----- Original Message -----
From: <massmauger at libero.it>
To: "lonanoda" <lonanoda at tin.it>
Cc: "lonanoda" <lonanoda at tin.it>
Sent: Thursday, March 11, 2004 10:48 AM
Subject: Re:le autostrade del mare


Sonoanni che si discute delle autostrade del mare, il problema che non si
affronta è relativo alla logistica del trasporto.
In questo contesto le autostade del mare possono essere uno strumento ma
l'attenzione va posta su:
un sistema integrato dei porti italiani che tenga conto degli attuali spazi
occupati
quanto il sistema ferroviario è in grado di risolvere in termini di
trasporto
quanta mobilità necessita il sistema italia
quanto si interseca il trasporto delle merci con la mobilità delle persone
come si deve intervenire nel sistema portuale italiano per evitare l'inutile
urbanizzazione di territori a fronte di interessi industriali specifici
dovuti non a soluzioni logistiche ma a situazioni diverse.
Pertanto ritengo che questo sia si un argomento di interesse ma solo se
inserito in un piano di riassetto urbanistico e logistico del sistema porti
in italia, collegato ad una visione nazionale del sistema dei trasporti.
massimo maugeri


---------- Initial Header -----------

From      : "Andrea Agostini" lonanoda at tin.it
To          : "agostini andrea" lonanoda at tin.it
Cc          :
Date      : Thu, 11 Mar 2004 08:03:39 +0100
Subject : le autostrade del mare

>     L E    A U T O S T R A D E   D E L   M A R E... N ON   FACCIAMOCI
> FREGARE !!!
>
> COSA  STA ACCADENDO NEI  PORTI  ITALIANI ?
> L'Italia sta diventando una gigantesca rampa di sbarco per milioni di
> container all'anno.
> I porti Hub che accolgono le gigantesche  portacontainer transoceaniche,
> quali Gioia Tauro (il terzo porto in Europa dopo Rotterdam e Anversa),
> Taranto ed il nascente Cagliari hanno bisogno dello sviluppo dei porti
> minori sui quali riversare (tramite le piu' piccole navi feeder) le
> crescenti merci containerizzate provenienti dai mercati asiatici e
destinate
> ai mercati europei.
> Ciò in concorrenza con i porti del nord Europa.
>
> COSA  DICONO  LE  PREVISIONI  UFFICIALI?
> (Consultabili su internet digitando: "Documenti e pubblicazioni. Le
> Autostrade del Mare. Programma straordinario di ricerca per lo sviluppo
del
> cabotaggio marittimo e fluviale"
> paragrafo "Scenari futuri" da pag. 11 a pag. 17 . Sito di Confitarma.)
> Le previsioni ufficiali  parlano testualmente di "un aumento dei traffici
> del 40% in dieci anni che in assenza di interventi correttivi si
tradurrebbe
> in una crescita del traffico su gomma superiore ai 100.000 veicoli al
> giorno, pari al 60% del parco veicoli pesanti oggi circolante in Italia."
> Un elemento correttivo proposto e' la costituzione delle cosiddette
> "Autostrade del Mare", ovvero trasportare i camion su navi traghetto
anziché
> farli viaggiare sulle autostrade.
>
> QUANTO  TRAFFICO  PESANTE  ELIMINERANNO  LE   AUTOSTRADE  DEL  MARE?
> Le  solite previsioni dicono che  600.000  mezzi pesanti all'anno ,ovvero
> circa 2500 al giorno, potranno essere spostati dalla strada al mare.  Ma
le
> previsioni stesse, specificando che il 60% di aumento  dei mezzi e' pari a
> 100.000  unità, affermano che il traffico pesante odierno e'di circa
170.000
> unità giornaliere! (da altre fonti a noi risulta essere di circa 200.000).
> In sostanza questo programma ufficiale dice che tra dieci anni avremmo
> 270.000 camion  al giorno sulle strade e  intende  contenere gli effetti
> devastanti di tale traffico "spostandone" 2.500 sulle linee marittime.
Come
> dire: 270.000 mezzi pesanti al giorno sono un dato drammatico mentre con
> 267.500 sarà tutta un'altra cosa !?!
>
> CONCLUSIONI
> E' evidente che tutto questo clamore sulle "Autostrade del Mare" serve a
> nascondere ai cittadini che  l' ampliamento dei porti e delle strutture
> interportuali  serviranno ad aumentare la capacità ricettiva delle merci e
> di conseguenza i trasporti di import ed export dei diversi Paesi
dell'Unione
> Europea, compreso quelli dell'Est che presto entreranno nel mercato
Europeo.
> In ingresso ed in uscita dagli appositi centri interportuali le merci
> continueranno sempre più ad invadere le nostre strade se non si troveranno
> concrete alternative al trasporto su gomma.
> Per la soluzione di questo problema è necessaria una forte volontà
politica
> dell'intera Unione Europea che invece da sempre favorisce l'autotrasporto
> fregandosene della qualità di vita e della sicurezza dei cittadini.
>
> Siamo tre amici, pensionati marittimi, abitanti in una città portuale
> ligure. L'Otto Dicembre scorso   abbiamo spedito una nostra ricerca a
circa
> duecento sedi di movimenti ambientalisti in tutta Italia. A distanza di
tre
> mesi riproponiamo questa lettera riassuntiva agli stessi movimenti , a
> numerose testate giornalistiche , a uomini di cultura, affinché nasca un
> dibattito più approfondito sulla questione delle "Autostrade del Mare"
>
> Cordiali saluti
>   06  Marzo 2004
> Marco Bianchi
>
> La questione sollevata è importante e grave.
> Merita qualche approfondimento anche per evitare di fare confusione.
>
> Da anni il trasporto mondiale cresce a ritmi decisamente più alti della
> produzione. Questo perchè, come è noto a tutti, molte attività
> produttive sono state decentrate nei paesi a basso costo del lavoro. In
> questo modo per produrre le stesse cose serve più trasporto. O, detto in
> altri termini, a parità di prodotto aumenta l'impronta ecologica.
>
> Proprio la moltiplicazione e globalizzazione dei flussi di trasporto ha
> assegnato un ruolo rilevante al trasporto marittimo, il solo a poter
> garantire a bassi costi il trasporto sulle lunghissime distanze. Benchè
> la maggior parte di questi flussi sia ancora garantito dal trasporto
> marittimo tradizionale, la parte più dinamica è quella garantita dal
> trasporto con container, che - nata negli anni '50 - è ormai arrivata al
> 40% del totale dei flussi mondiali di merce. Il container è una forma di
> standardizzazione del trasporto che consente di velocizzare e rendere
> ancora meno costose le operazioni di carico e scarico sulle navi ed il
> trasporto terrestre, sia stradale che ferroviario. Il trasporto con
> container è di fatto il trasporto della globalizzazione.
> Al trasporto con container si è associato il gigantismo navale, cioè la
> costruzione e l'uso di navi megaportacontainer che coprono le grandi
> rotte intercontinentali: dal Sud-Est asiatico verso l'Europa e la costa
> pacifica del Nord-America; tra l'Europa e la costa atlantica del
> Nord-America. A questo si è affiancato la tecnica del transhipment (cioè
> del trasbordo): le megaportacontainer toccano solo pochi porti
> principali (risparmiando così tempo e danaro degli armatori), da questi
> porti partono navi più piccole (le feeder) che appunto alimentano i
> porti regionali. Gioia Tauro è uno dei principali porti di transhipment
> puro del mondo (cioè fa solo operazioni di trasbordo da nave a nave).
> Genova, per quanto importante terminal container, non è invece un porto
> di transhipment.
>
> Le autostrade del mare nascono invece come alternativa al trasporto
> stradale e si concretizzano, in sintesi:
> - nel traghettamento di semirimorchi o di interi camion
> - nel potenziamento dei servizi di traghettamento
> - nel potenziamento delle infrastrutture e delle tecnologie per
> velocizzare l'accesso dei tir ai porti e alle navi.
> In teoria le autostrade del mare dovrebbero ridurre l'impronta ecologica
> del trasporto, sostituendo il trasporto marittimo al trasporto stradale.
> Il massimo del beneficio si ha però quando non si trasporta l'intero
> camion sulla nave, ma solo il semirimorchio o, meglio ancora, solo il
> container. Per fare questo non è però sufficiente "mettere i camion
> sulle navi", ma occorre riorganizzare completamente l'organizzazione del
> trasporto; banalmente: se si carica un semirimorchio su una nave,
> occorre avere almeno due motrici, una alla partenza ed una all'arrivo;
> cosa che ovviamente non sono in grado di fare i nostri autotrasportatori
> "padroncini".
>
> Quali riflessioni in termini di impronta ecologica?
> La prima - già detta - è che la globalizzazione e il decentramento
> produttivo aumentano l'intensità di trasporto e, quindi, l'impronta
> ecologica della produzione e distribuzione dei beni.
> La seconda, più nascosta, è la competizione mondiale tra porti a gestire
> questi imponenti flussi di trasporto. Per fare un esempio: l'enorme
> terminal container di Genova (il principale in Italia) è gestito
> dall'autorità portuale di Singapore! Questa ha tutto l'interesse a
> portare a Genova la parte più consistente dei flussi di trasporto
> dall'Asia verso l'Europa. Per fare concorrenza ai porti del Nord Europa,
> sono interessati a portare a Genova anche i milioni di container che
> hanno per destinazione l'Europa centrale e settentrionale. Il che
> significa che dei container che potevano viaggiare via mare fino a
> Rotterdam e poi da lì andare a Monaco via treno, saranno scaricati
> invece a Genova e dovranno raggiungere Monaco passando due volte le
> montagne. Anche da qui nasce la pressione per potenziare le
> infrastrutture stradali e ferroviari di attraversamento alpino (terzo
> valico ferroviario di Genova; nuovo tunnel ferroviario del Frejus;
> autostrada del Mercantour; tunnel ferroviari del Loetschberg e del
> Gottardo; e chi più ne ha, più ne metta). Ancora più assurda l'idea, che
> per un certo periodo aveva circolato in FS, di caricare sui treni i
> container arrivati a Gioia Tauro, per trasportarli per ferrovia da lì al
> centro e nord Europa. Insomma: se prevale una competizione ad
> accaparrarsi i flussi di trasporto, può anche succedere che si
> moltiplichino i traffici di attraversamento e, più in generale, che
> aumenti a dismisura l'impronta ecologica del trasporto. Perchè il
> trasporto che poteva essere marittimo, diventa terrestre e perchè si
> costruiscono nuove infrastrutture o si potenziano quelli esistenti.
> Meno grave, ripeto, è la questione delle autostrade del mare, che
> dovrebbero servire a ridurre il trasporto terrestre di medio raggio, per
> sostituirlo con quello marittimo. La nota dolente in questo caso è il
> passaggio di migliaia di tir nei centri urbani all'interno dei quali si
> trova la maggior parte dei nostri porti. Anche per questo si propongono
> nuove "bretelle" e svincoli proprio al servizio dei porti: non saprei
> dire se in questo caso è peggio il male o la cura.
>
> E per il momento è tutto.
>
> Un caro saluto
> Gerardo Marletto
> (docente di trasporti al Politecnico di Milano e alla facolta di
> economia di Roma-Tor Vergata)
>
>