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ambiente italiano verde pallido
- Subject: ambiente italiano verde pallido
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 6 Mar 2004 06:59:00 +0100
da lanuovaecologia.it giovedi 4 marzo 2004 RAPPORTI|La fotografia scattata dall'Apat Verde pallido TrafficoPubblicato il nuovo dossier con i dati del 2002. E l'ambiente italiano non appare così brillante. Smog e dissesto idrogeologico le emergenze principali. Cresce, invece, l'ecoimpresa Un po' di numeri È piuttosto pallido il verde italiano, almeno nella fotografia scattata dall 'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Apat). L'annuario dei dati ambientali, pubblicato ieri con la presenza del Ministro Altero Matteoli, punta il dito su dissesto idrogeologico e inquinamento atmosferico. Più dei due terzi del territorio italiano è infatti soggetto a rischio di erosione. Un problema che si è aggravato nel corso degli ultimi dieci anni a causa di un processo di desertificazione sempre più intenso e del intensificarsi dei fenomeni atmosferici. E' stato stimato che nel corso del 2002 e nei primi due mesi del 2003 circa 12.600 km. quadrati dell'Italia sono stati colpiti da eventi alluvionali, per un totale di persone coinvolte pari a circa 335.000 e una spesa il ripristino ambientale e la mitigazione del rischio residuo pari a circa 875 milioni di Euro. Senza contare che, dalla Puglia alla Lombardia passando per il Molise, l'Abbruzzo e la Toscana, ovunque si siano verificate frane e alluvioni, la distruzione e le ordinanze di sgombero delle abitazioni sono state una costante. Un dato che non sorprende, se si considera che le emissioni di gas serra sono aumentate del 7% tra il 1990 e il 2002, allontanandoci quindi dall'obiettivo del protocollo di Kyoto che prevede una riduzione tra il 2008 e il 2012 del 6,5%. Male anche per le polveri sottili, visto che, nel 2002, il 53% delle stazioni di monitoraggio ha registrato valori medi di PM10 superiori al limite per la protezione della salute. Un trend simile riguarda la concentrazione di ozono al suolo. Fortunatamente sono in diminuzione le emissioni complessive di sostanze acidificanti, in particolare gli ossidi di zolfo e azoto. Per avere buone notizie bisogna rivolgere lo sguardo ai parchi. Aumentano infatti le aree protette e le zone a protezione speciale, situando l'Italia al quarto posto in Europa per estensione di territorio posto sotto salvaguardia. E aumenta anche la superficie forestale, nonostante l'altalena dovuta agli incendi boschivi. Per quanto riguarda le risorse idriche, il rapporto Apat evidenza come l'Italia sia un paese potenzialmente ricco d'acqua. Ma la disponibilità di H2O si riduce dai 164 miliardi di metri cubi teorici annui, a circa 52 miliardi di metri cubi effettivamente utilizzabili. Prima colpevole: la dispersione nella rete idrica Un altro incoraggiante passo avanti l'Italia lo compie nel settore delle attività produttive legate all'ambiente. Il processo di conversione da forme di agricoltura convenzionale ad agricoltura biologica ha presentato, in Italia rispetto al contesto internazionale uno dei più alti indici di crescita. Mentre sono diminuiti i consumi di fertilizzanti e prodotti fitosanitari. Cresce notevolmente l'adesione delle imprese al sistema volontario di ecogestione EMAS, che, dopo una partenza piuttosto lenta, segna oggi un tasso di crescita pari al 70-80% l'anno ed è attualmente il più alto tra quello degli altri paesi europei. Anche il marchio Ecolabel presenta notevole incremento, pari a circa il 30% dal 2002 al 2003. Sciuscià Di Domenico STATISTICHE|140.000 dati per valutare lo stato dell'ambiente in Italia Tutti i numeri dell'Apat Dal clima ai rifiuti passando per inquinamento, biodiversità e aree protette. Alcuni dei dati estratti dal rapporto presentato ieri 1100 pagine per raccogliere 140mila dati, suddivisi in 4 sezioni e 20 capitoli (2 introduttivi, 5 per i settori produttivi, 3 per la tutela e prevenzione, 10 per le condizioni ambientali), 180 indicatori, 39 temi, 27 quadri sinottici, 36 quadri di meta informazioni, 316 figure, 315 tabelle. Sono le cifre del rapporto presentato ieri dall'Apat. Di seguito alcuni capitoli trattati dall'Apat: CLIMA In 11 anni si è registrato un aumento del 7% delle emissioni di gas serra, da 509 milioni di tonnellate di anidride carbonica del 1990 ai 545 milioni del 2001. Causa principale di questa lievitazione, afferma l'Apat, il settore energetico (84%), seguito da quello agricolo (8%), industriale (6%) e rifiuti (2%). Migliorano invece le emissioni di sostanze acidificanti (ossidi di azoto e di zolfo, ammoniaca), soprattutto nel settore energetico e nei trasporti, con una riduzione complessiva del 2%. AREE PROTETTE Netto miglioramento per le Zone a Protezione Speciale che dal '97 al 2003 passano da 96 a 377 e la loro superficie da circa 812mila ettari a quasi 2milioni (6,6% del territorio nazionale). Complessivamente la superficie di ZPS italiana rappresenta l'11,5% delle ZPS europee. Bene anche la superficie forestale (indice di boscosità), la cui media nazionale è passata dal 18,6% del 1949 al 22,8% del 2001. La superficie nazionale delle aree protette, pari al 9,3% del territorio, mostra, nell'ultimo decennio, un sensibile incremento per i parchi nazionali e regionali che ricoprono, rispettivamente, il 45,9% e il 40% dell'intera superficie tutelata. INQUINAMENTO ATMOSFERICO I dati 2002 dimostrano che nel 53% delle stazioni la media annua delle concentrazioni medie giornaliere di polveri sottili (PM10) ha mostrato valori oltre il limite per la protezione della salute, e l'81% delle stazioni superamenti del valore limite maggiori di quelli consentiti; nell'86% delle stazioni si è registrato almeno un superamento delle concentrazioni in aria a livello del suolo di ozono per la protezione della salute e nel 40% i superamenti sono stati superiori a 50 giorni; nel 53% delle stazioni la media annua delle concentrazioni medie giornaliere di benzene ha mostrato valori superiori al limite per la protezione della salute. SUOLO Si conferma elvato il rischio idrogeologico.Fino a dicembre 2002 sono stati finanziati 1.069 interventi urgenti, il 65% per frane, il 30,3% per alluvioni, il 2,4% per dissesti misti e il 2,3% per valanghe. Stabile la situazione della qualità dei suoli, dove l' apporto di metalli derivante dall'utilizzo dei fanghi di depurazione è stato sempre al di sotto dei limiti. Nel 2003 sono stati censiti 12mila siti potenzialmente contaminati (si tratta di dati ancora disomogenei), di cui il 50% nel Nord e le bonifiche sono ancora nelle fasi iniziali. SPECIE A RISCHIO Oltre il 70% dei vertebrati risulta essere minacciato. Il grado di rischio si concentra soprattutto su Pesci (87,5%), Anfibi (83,8%) e Rettili (73,5%). ACQUA Qualità dei corpi idrici nel complesso soddisfacente. In ribasso le concentrazioni trofiche lungo tutte le coste. Ok il capitolo controlli per le acque di balneazione che hanno interessato tutta la costa o quasi: dei 6.237 km da esaminare, ne sono stati campionati 5.169 km (83%) il restante 17% insiste su zone insulari esenti da impatti significativi. Sempre elevati ma stabili i prelievi per l'acqua potabile. RIFIUTI La produzione di rifiuti urbani, pur aumentando dell'1,5%, con un valore pro capite di 516 kg/abitanti anno, negli ultimi due anni mostra un rallentamento del trend di crescita. Bene il recupero imballaggi: nel 2002 oltre 6,3 milioni di tonnellate (+77% rispetto al '98) anche se la produzione e' in leggero aumento rispetto al 2001 (+2,5%). Il Sud sembra essere salito sul treno della raccolta differenziata, anche se ancora lontano dal Nord, raddoppiando i numeri.
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