acciaio, finale di partita



ACCIAIO FINALE DI PARTITA .

Negli ultimi mesi ( e anche più ) la crisi della siderurgia italiana ha toccato con ritmi incalzanti varie provincie italiane : Trieste , Venezia ,Vicenza, Verona , Brescia , Genova , Terni , Taranto . Sono le tappe nere di un percorso che mostra sempre la stessa trama . In italia tutte le principali aziende che producono acciaio non sono - mai state - in grado di vivere senza - :
a - Aziende regalate o vendute a prezzo politico dallo stato
b - Finanziamenti massicci da amministrazioni locali, regionali, nazionali.
c - Uso dissennato di risorse naturali a prezzi risibili ( acqua ed energia elettrica in primis )
d - Occhi chiusi , spesso sbarrati di sindaci , asl e agenzie ambientali in merito ai livelli di inquinamento , pregressi , attuali , futuri, con danni irreparabili all'ambiente e talvolta mortali per lavoratori e abitanti.
e - Uso illegale e continuato della flessibilità occupazionale con costituzione di reparti confino, mobbing nei confronti dei delegati attivi, indisponibilità ( sostanziale ) a qualunque confronto di merito ( non parliamo poi di piani industriali che non ci sono ).
Il dato che ne deriva è che l'acciaio in italia non è in grado di stare sul mercato da solo , non ci sono manager capaci di gestire un'impresa del settore senza fare danni , la recente questione del carbone cinese è rilevante perchè dimostra che i nostri cari imprenditori non sono in grado ( e non vogliono ) gestire progetti industriali a medio periodo , l'impennata della produzione cinese dell'acciaio è nota da tempo e così anche il dirottamento del carbone cinese a sostegno del poderoso sviluppo dell'industria nazionale.
In tutte le province sopra citate sono in corso inchieste della magistratura ( arrivate in alcuni casi a rinvio a giudizio ) che indagano su reati (penali) commessi in relazione al ciclo dell'acciaio.
A cornigliano si sta giocando un giochetto già visto : ricatti padronali , operai arrabbiati , enti pubblici incapaci di una qual si voglia programmazione territoriale , governo che vuol metterci un pò di soldi ( ? ) per tenere in piedi un'azienda che non sa , non vuole , non può stare sul mercato ( e infatti progetta di fare un district park facendosi regalare aree per reinventarsi nella logistica ).
Tutto ciò non è serio , e' un insulto all'intelligenza dei cittadini , un macigno sulla credibilità delle istituzioni.
Se non si costruisce un percorso partecipato di politica territoriale con soggetti responsabili e imprenditori attendibili ( e disposti a metterci del loro ) la soluzione è nota : licenziamenti , costi ambientali sulle spalle degli enti pubblici, aree vampirizzate da imprenditori senza scrupoli.

andrea agostini