Psicopatologia del cellulare



Psicopatologia del cellulare

Un testo sulla trasformazione che ha prodotto l'uso del cellulare nella
nostra vita affettiva.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - L'occhio di Zeus, 25-01-2004]

L'Italia già nel 1996, dieci anni dopo l'introduzione del cellulare, si
piazzava già al primo posto come il Paese con maggiore diffusione dei
telefonini, esattamente il 36% e nel 2003 si è raggiunto il 90% di
penetrazione nella popolazione...
In meno di metà del tempo che richiede il passaggio da una generazione
all'altra, più di un italiano su 2 oggi lo possiede (40 milioni gli utenti
di cellulare fino al 2002, 43 milioni di apparecchi in circolazione nel
2004, quasi uno a testa escludendo i bambini e gli anziani soli) e lo usa
quotidianamente al posto del sempre meno utilizzato telefono fisso.

In uno scenario del genere dove il cellulare diventa il compagno fisso dei
viaggi in automobile o in treno o a piedi, con cui si è sempre reperibili e
si può rintracciare in qualunque momento le persone care che siano
genitori, figli o partners, in cui non trovare una persona perché
irrangiubile o con il cellulare spento ci procura angoscia, non si può non
parlare di un cambiamento anche profondo della nostra vita di relazione,
della nostra affettività ed emotività.

Di questi cambiamenti, ancora non abbastanza analizzati e studiati, ci
parla il libro dello psicologo e psicoterapeuta Luciano Di Gregorio,
pubblicato dalla Franco Angeli, dal titolo "Psicopatologia del cellulare.
Dipendenza e possesso del telefonino."

Il libro, diversamente da quello che potrebbe indurre a pensare il titolo,
non si sofferma sugli aspetti patologici dell'ossessività e delle manie
nell'uso del telefonino perché, dice l'autore: Credo che sia pretestuoso
cercare una differenziazione tra normale e patologico, in quanto quello che
appare normale, anche solo statisticamente,è anche patologico, nel senso
che può impoverire la personalità, danneggiare o limitare le funzioni
cognitive. Nello stesso tempo quello che si considera come un comportamento
patologico, eccessivo, esasperato o infantile che sia, è da considerarsi
normale perché fa parte di nuovi modelli di comportamento umano...

L'autore individua alcune motivazioni psicologiche prevalenti nell'uso
intensivo del cellulare che molti di noi fanno come quello di "dare
visibilità all'intimità": la telefonata fatta o ricevuta con il cellulare
in pubblico, in cui si mostra, anche distrattamente, la propria intimità
agli altri, è una conquista di visibilità a buon mercato: solo il costo di
una telefonata..." che in questo caso surroga la possibilità di andare in
Tv che la maggior parte non ha.

Il cellulare, dice Di Gregorio, soddisfa il nostro "desiderio di
onnipotenza": il telefonino sta all'adulto come il giocattolo preferito sta
al bambino: sono entrambi dei possessi che permettono un certo controllo
sugli eventi e sulla realtà, che offrono una padronanza dell'esperienza
spiacevole, che aiutano nell'immaginazione del dominio del mondo, ma allo
stesso tempo sono oggetti reali, hanno una loro consistenza, sono
riconosciuti come oggetti concreti che possono essere posseduti e
accantonati e sempre il Di Gregorio sottolinea come i nuovi telefonini
multimediali, con gli MMS e la fotocamera ma soprattutto con la videocamera
e il contatto visivo delle videotelefonate accrescano questa sensazione di
dominio della realtà, di cui diventiamo addirittura "i registi".

I rischi sono quelli di affidarci ad un oggetto come unico - o quasi -
tramite per conoscere ed incontrare gli altri, un mezzo tecnologico che ci
dà l'illusione di controllare e dominare completamente le relazioni
(accendi e spegni, voce o Sms) ma in realtà lo facciano solo attraverso
degli schemi.

Ad esempio dice Di Gregorio: Le persone sembrano avere perso fiducia nella
loro capacità di tenere vivo nella memoria il ricordo dell'altro, anche
quando l'altro è assente per poco, meno di una giornata intera, e devono
ricorrere sempre più spesso alla funzione ausiliaria della tecnologia per
ravvivare il ricordo, per rendere presente la relazione affettiva

Soprattutto nell'incapacità di reggere psicologicamente la lontananza, la
separazione, il distacco anche solo temporaneo e quindi nell'essere più
fragili e meno liberi, sta per lo psicologo il rischio maggiore dell'uso
intensivo del cellulare.

La capacità di tollerare la separazione mantenendo uno stato di quiete, di
coltivare "il senso della speranza del ritrovamento dell'oggetto di amore
temporaneamente perduto" è la capacità di concentrarsi in un compito o in
una missione.

Di Gregorio dice che: si finisce per chiamare qualcuno senza un preciso
desiderio perché si vuole eludere la paura di perderlo. Così facendo si
rischia di non fare entrare nella nostra identità la presenza degli altri
perché la si sostituisce con la possibilitàdata dal telefonino di poterli
chiamare sempre ed in qualunque momento.

Da qui un preciso suggerimento per autoeducarci all'uso del telefonino: Noi
possiamo usarlo di meno e usarlo meglio, limitarne l'influenza e la portata
psicologica, possiamo volutamente lasciarlo a casa qualche volta, e reggere
l'ansia che avvertiamo già dentro di noi, un secondo dopo che abbiamo
chiuso la porta di casa. Noi possiamo intenzionalmente perderlo di vista,
dimenticarlo in qualche angolo, nasconderlo e cercare di non pensarci più
almeno per una mezza giornata. Tenere spento il cellulare, all'inizio solo
poche ore al giorno, e poi aumentando le ore fino a quando non sentirà di
aver raggiunto una certa tolleranza all'ansia dell'attesa e fino a che non
si percepirà, dentro di sè, un'aspettativa benigna di poter incontrare
l'altro, in un tempo successivo, quando nascerà il desiderio comune di
farlo.

Qualcuno potrà replicare che questo bel consiglio è quasi impossibile da
seguire perché il cellulare è indispensabile per il nostro lavoro non solo
per la vita di relazione ed affettiva. E' vero ma questo della dilatazione
dei tempi di lavoro a scapito di quelli di vita è un altro capitolo (che il
libro non affronta) dei rischi dell'uso intensivo dei telefonini.

Scheda Libro
Titolo: Psicopatologia del cellulare
Sottotitolo: Dipendenza e possesso del telefonino
Autore: Luciano Di Gregorio
Editore: Franco Angeli
Prezzo: 15 euro

Pier Luigi Tolardo
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2812&numero=999

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Piccolo galateo per telefonini e videofonini

Una piccola guida a quando e dove poter usare telefonini e videofonini.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - Prima Pagina, 02-09-2003]

La diffusione di massa, che in Italia è superiore ad ogni altro paese, del
telefono mobile, ha già prodotto grandi dibattiti sui limiti e le regole
sociali dell'uso di questi mezzi di comunicazione personali.
La problematica maggiormente discussa sembra essere la fonte di disturbo e
di imbarazzo che essi costituiscono per gli altri. Oggi però, la
discussione si allarga alla nuova generazione di terminali mobili che
sempre più avranno una fotocamera incorporata per scattare foto oppure
saranno telefonini UMTS con cui si possono girare filmati ed inviarli ad
altri "videofonini" o a Pc collegati in Rete.

Vediamo un po' quale può essere un "Piccolo Galateo" all'uso di telefonini
e videofonini, che risente, ovviamente, anche del punto di vista soggettivo
di chi scrive.

Partiamo dai mezzi di trasporto: sull'aereo sappiamo già tutti che, per
ora, è vietato l'uso dei telefonini, durante le fasi di decollo, volo ed
atterraggio, pena gravi sanzioni pecuniarie e anche penali, ai sensi del
Codice di navigazione.

In treno per ora non siamo arrivati all'Inghilterra che ha creato carrozze
dove non si può utilizzare il telefonino ma, magari, sarebbe bene evitare
suonerie troppo squillanti e di far sentire a tutti le proprie
conversazioni d'amore o d'affari, magari utilizzando se non i servizi
igienici almeno le piattaforme tra un vagone e l'altro e, se non se ne può
fare a meno, conversando a bassa voce.

In automobile sappiamo che usare il cellulare senza viva voce può costarci
2 punti di patente ma non si parla nel nuovo Codice della Strada,
espressamente, di scrittura e lettura degli Sms che può essere fonte di
ancora maggiore distrazione dalla guida e che, in qualche paese, è
esplicitamente vietata alla guida.

Presto avremo videofonini incorporati nell'automobile ma videotelefonarsi
mentre si guida o vedere una partita di calcio non dovrebbe essere ancora
più pericoloso che, semplicemente, parlarsi, e non dovrebbe costare qualche
punto?

Senza pensare che, alcuni studi dimostrano che più che l'utilizzo con le
mani del cellulare ad essere pericoloso e fonte di incidenti è il
concentrarsi nella conversazione che l'uso del vivavoce consente. Perciò il
buonsenso dovrebbe consigliare per rispetto per sè e per gli altri di
limitare al massimo, a casi indispensabili, l'uso del cellulare e per brevi
momenti, meglio fermarsi semmai.

Sul lavoro sappiamo che sono sempre più numerosi gli ambienti in cui si
proibisce al dipendente di tenere acceso il cellulare sia per evitare che
sottragga tempo all'attività produttiva sia per motivi di sicurezza nel
caso di lavorazioni pericolose o non esenti da rischi. Anche qui
moderazione e buonsenso da parte di datori di lavoro e dipendenti
dovrebbero valere più di divieti autoritari e sarebbe bene spegnere sempre
il telefonino durante le riunioni come, sempre più spesso, viene
esplicitamente richiesto da chi ne è responsabile.

In scuola e all'Università non sono mancate negli ultimi tempi sanzioni
disciplinari e regole esplicite in regolamenti d'istituto che vietano di
tenere accesi i cellulari a studenti e a professori (che spesso non danno
il buon esempio), ci sono già stati casi di sanzioni per studenti sorpresi
a suggerire e a ricevere suggerimenti in compiti in classe ed esami
attraverso Sms. Il videofonino porta nuovi problemi: la maggior parte degli
studenti sono minorenni e riprese e foto che li coinvolgano non potrebbero
essere mai diffuse senza il consenso dei genitori.

In chiesa: sempre più sono le chiese che recano sul portone l'adesivo in
cui il cellulare è sbarrato e avvertenze del tipo: "il cellulare non ti
serve per parlare con Dio" ma, nonostante ciò, capita spesso di sentire il
trillo anche in momenti topici come l'elevazione, durante la predica e in
funerali e matrimoni. Presto si avranno proibizioni esplicite, che già
colpiscono l'uso di macchine fotografiche e videocamere, per l'uso di
videofonini durante matrimoni, cresime, battesimi e prime comunioni: se
tutti i partecipanti volessero videofilmare la cerimonia.....

A teatro e al cinema ormai, prima dell'inizio dello spettacolo, spesso si
sente una voce preregistrata che invita a spegnere i cellulari anche se non
mancano attori e direttori d'orchestra indispettiti che interrompono la
rappresentazione o l'esecuzione a causa dell'inosservanza del divieto.
Anche qui il videofonino porta nuovi problemi, infatti, il videofilmare e
trasmettere uno spettacolo musicale o teatrale potrebbe configurare una
violazione del diritto d'autore sanzionabile penalmente e, non è da
escludere, che si arrivi ad ordinare agli spettatori di consegnare il
proprio telefonino o videofonino ad un apposito "guardacellulari".

Al ristorante spesso i clienti sono invitati a tenere il telefonino spento
perché anche qui buonsenso e buona educazione non sono sufficienti. La
diffusione del videofonino deve portare ad un costume in cui se uno vuole
usarlo in una festa privata o in una casa privata debba chiedere a chi
organizza la festa o al padrone di casa il permesso per l'uso mentre anche
l'uso nei locali pubblici non dovrà essere troppo "invasivo ed invadente".

Infine già oggi nel Regno Unito in molte palestre e piscine è fatto divieto
di usare un telefonino con fotocamera: la tentazione di utilizzarlo in
spogliatoio è troppo forte!!

All'estero bisognerà vedere di non turbare troppo la sensibilità di persone
con tradizioni religiose e culturali che non vedono bene la riproduzione di
immagini, soprattutto femminili, ma questo è un problema preesistente al
cellulare e nato con la diffusione della fotografia "turistica".

Questa era solo una carrellata dei problemi che può comportare l'uso in
società di videofonini e telefonini ma, sempre più, se ne porranno di nuovi.


Pier Luigi Tolardo

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Mobile Etiquette

Un brevissimo e simpatico "galateo" del telefonino che ci suggerisce di
usarlo senza intossicare il prossimo.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - L'occhio di Zeus, 03-12-2002]

Emanuele Invernizzi ci impartisce una utile e divertente lezione di
"galateo" sull'uso del telefonino prendendo spunto da quelle- inossidabili
e sagaci- di Monsignor DellaCasa. MobileEtiquette. "Le dieci regole per
l'uso del cellulare", edito da Lupetti, comincia subito ponendosi il
dilemma: "Averlo o non averlo". "Si può scegliere di non avere il cellulare
solo se si è molto importanti: al punto di avere qualcuno che lo usa per
voi..., si può anche non avere il cellulare se si usa una modalità
alternativa, che non sia la posta elettronica che non è sostitutiva in
quanto non permette una relazione immediata ed interattiva. Una modalità
alternativa può essere quella di dare alcuni numeri di telefono ai quali
risponde sempre qualcuno, per poi richiamare nel giro di poche ore.
Attenzione che può essere più complicato che avere il cellulare...".
"Tienilo acceso quando vuoi, purché la segreteria sia sempre attiva e ti
consenta di essere sempre connesso con chiunque ti chiami anche quando il
telefono è spento. Altrimenti senza segreteria si dà questo segnale: "Non
me ne frega niente di te: se proprio vuoi richiamami e riprova finché lo
troverai acceso." Da evitare il messaggio standard automatico: sgradevole.
Quello registrato con la propria voce per contro, è piacevole perché chi
chiama non è obbligato a verificare se ha sbagliato numero ma è sicuro di
parlare con te.

Qualche consiglio su quale acquistare: sempre tri-band se si viaggia molto
e che abbia il modem interno (così ti puoi collegare con Internet ovunque),
ma soprattutto deve avere sempre vibraphone ed auricolare, che sono
indispensabili per il rispetto delle persone e dell'ambiente. Inoltre se si
vuole il cellulare piccolo e leggero bisogna fare sempre la prova "dito" ed
"occhio", per verificare se si riesce a digitare con facilità i numeri e a
leggere bene le scritte. Dove tenere il cellulare? Mai nella tasca della
camicia o in quella interna della giacca perché pare faccia male al cuore.

Per le donne vanno bene microborsetta, girovita o tracolla, non nel
reggiseno perché fa male al cuore, va bene la giarrettiera se si è molto
femminili. L'importante è non appoggiarlo in giro e non lasciarlo nella
borsa (ma nemmeno tenerlo in mano che non sta bene). Deve stare addosso per
evitare di perderlo, non farlo suonare a vuoto, sentirlo prima che gli
altri lo sentano. Per questo, invece delle suonerie che vanno tanto di
moda, si consiglia vivamente l'uso del vibraphone.

Infine l'auricolare che è indispensabile perché: si tiene il campo
magnetico lontano dal cervello, si sente meglio, sostituisce il viva voce
in auto, non fa male il braccio dopo un po', si nota meno che si sta usando
il cellulare (ma non bisogna nemmeno fare la figura di quello che parla da
solo, si può parlare a voce più bassa. Bisogna inoltre avvisare chi ti sta
di fronte che stai parlando con qualcun altro al cellulare!).

Infine dove parlare e, soprattutto, dove non parlare: il più possibile
lontano da tutti, alzandosi e allontanandosi in treno e al ristorante e
dove ci siano persone. Invernizzi afferma: " In questi casi il cellulare è
come la sigaretta: è fortemente inquinante e usarlo vicino agli altri è un
gesto molto, molto maleducato". Come parlare è una questione di tono: si
può far capire di essere in riunione, che c'è qualcuno con te, che sei solo
ma hai fretta, che sei solo e hai tempo.

Insomma del cellulare non si può fare a meno ed è solo una questione di
educazione.

Scheda
Titolo: MobileEtiquette
Autore: Emanuele Invernizzi
Editore: Lupetti
Prezzo: ¤ 4,50



Pier Luigi Tolardo