[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Psicopatologia del cellulare
- Subject: Psicopatologia del cellulare
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 4 Feb 2004 06:51:13 +0100
Psicopatologia del cellulare Un testo sulla trasformazione che ha prodotto l'uso del cellulare nella nostra vita affettiva. [ZEUS News - www.zeusnews.it - L'occhio di Zeus, 25-01-2004] L'Italia già nel 1996, dieci anni dopo l'introduzione del cellulare, si piazzava già al primo posto come il Paese con maggiore diffusione dei telefonini, esattamente il 36% e nel 2003 si è raggiunto il 90% di penetrazione nella popolazione... In meno di metà del tempo che richiede il passaggio da una generazione all'altra, più di un italiano su 2 oggi lo possiede (40 milioni gli utenti di cellulare fino al 2002, 43 milioni di apparecchi in circolazione nel 2004, quasi uno a testa escludendo i bambini e gli anziani soli) e lo usa quotidianamente al posto del sempre meno utilizzato telefono fisso. In uno scenario del genere dove il cellulare diventa il compagno fisso dei viaggi in automobile o in treno o a piedi, con cui si è sempre reperibili e si può rintracciare in qualunque momento le persone care che siano genitori, figli o partners, in cui non trovare una persona perché irrangiubile o con il cellulare spento ci procura angoscia, non si può non parlare di un cambiamento anche profondo della nostra vita di relazione, della nostra affettività ed emotività. Di questi cambiamenti, ancora non abbastanza analizzati e studiati, ci parla il libro dello psicologo e psicoterapeuta Luciano Di Gregorio, pubblicato dalla Franco Angeli, dal titolo "Psicopatologia del cellulare. Dipendenza e possesso del telefonino." Il libro, diversamente da quello che potrebbe indurre a pensare il titolo, non si sofferma sugli aspetti patologici dell'ossessività e delle manie nell'uso del telefonino perché, dice l'autore: Credo che sia pretestuoso cercare una differenziazione tra normale e patologico, in quanto quello che appare normale, anche solo statisticamente,è anche patologico, nel senso che può impoverire la personalità, danneggiare o limitare le funzioni cognitive. Nello stesso tempo quello che si considera come un comportamento patologico, eccessivo, esasperato o infantile che sia, è da considerarsi normale perché fa parte di nuovi modelli di comportamento umano... L'autore individua alcune motivazioni psicologiche prevalenti nell'uso intensivo del cellulare che molti di noi fanno come quello di "dare visibilità all'intimità": la telefonata fatta o ricevuta con il cellulare in pubblico, in cui si mostra, anche distrattamente, la propria intimità agli altri, è una conquista di visibilità a buon mercato: solo il costo di una telefonata..." che in questo caso surroga la possibilità di andare in Tv che la maggior parte non ha. Il cellulare, dice Di Gregorio, soddisfa il nostro "desiderio di onnipotenza": il telefonino sta all'adulto come il giocattolo preferito sta al bambino: sono entrambi dei possessi che permettono un certo controllo sugli eventi e sulla realtà, che offrono una padronanza dell'esperienza spiacevole, che aiutano nell'immaginazione del dominio del mondo, ma allo stesso tempo sono oggetti reali, hanno una loro consistenza, sono riconosciuti come oggetti concreti che possono essere posseduti e accantonati e sempre il Di Gregorio sottolinea come i nuovi telefonini multimediali, con gli MMS e la fotocamera ma soprattutto con la videocamera e il contatto visivo delle videotelefonate accrescano questa sensazione di dominio della realtà, di cui diventiamo addirittura "i registi". I rischi sono quelli di affidarci ad un oggetto come unico - o quasi - tramite per conoscere ed incontrare gli altri, un mezzo tecnologico che ci dà l'illusione di controllare e dominare completamente le relazioni (accendi e spegni, voce o Sms) ma in realtà lo facciano solo attraverso degli schemi. Ad esempio dice Di Gregorio: Le persone sembrano avere perso fiducia nella loro capacità di tenere vivo nella memoria il ricordo dell'altro, anche quando l'altro è assente per poco, meno di una giornata intera, e devono ricorrere sempre più spesso alla funzione ausiliaria della tecnologia per ravvivare il ricordo, per rendere presente la relazione affettiva Soprattutto nell'incapacità di reggere psicologicamente la lontananza, la separazione, il distacco anche solo temporaneo e quindi nell'essere più fragili e meno liberi, sta per lo psicologo il rischio maggiore dell'uso intensivo del cellulare. La capacità di tollerare la separazione mantenendo uno stato di quiete, di coltivare "il senso della speranza del ritrovamento dell'oggetto di amore temporaneamente perduto" è la capacità di concentrarsi in un compito o in una missione. Di Gregorio dice che: si finisce per chiamare qualcuno senza un preciso desiderio perché si vuole eludere la paura di perderlo. Così facendo si rischia di non fare entrare nella nostra identità la presenza degli altri perché la si sostituisce con la possibilitàdata dal telefonino di poterli chiamare sempre ed in qualunque momento. Da qui un preciso suggerimento per autoeducarci all'uso del telefonino: Noi possiamo usarlo di meno e usarlo meglio, limitarne l'influenza e la portata psicologica, possiamo volutamente lasciarlo a casa qualche volta, e reggere l'ansia che avvertiamo già dentro di noi, un secondo dopo che abbiamo chiuso la porta di casa. Noi possiamo intenzionalmente perderlo di vista, dimenticarlo in qualche angolo, nasconderlo e cercare di non pensarci più almeno per una mezza giornata. Tenere spento il cellulare, all'inizio solo poche ore al giorno, e poi aumentando le ore fino a quando non sentirà di aver raggiunto una certa tolleranza all'ansia dell'attesa e fino a che non si percepirà, dentro di sè, un'aspettativa benigna di poter incontrare l'altro, in un tempo successivo, quando nascerà il desiderio comune di farlo. Qualcuno potrà replicare che questo bel consiglio è quasi impossibile da seguire perché il cellulare è indispensabile per il nostro lavoro non solo per la vita di relazione ed affettiva. E' vero ma questo della dilatazione dei tempi di lavoro a scapito di quelli di vita è un altro capitolo (che il libro non affronta) dei rischi dell'uso intensivo dei telefonini. Scheda Libro Titolo: Psicopatologia del cellulare Sottotitolo: Dipendenza e possesso del telefonino Autore: Luciano Di Gregorio Editore: Franco Angeli Prezzo: 15 euro Pier Luigi Tolardo http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=2812&numero=999 ------------- Piccolo galateo per telefonini e videofonini Una piccola guida a quando e dove poter usare telefonini e videofonini. [ZEUS News - www.zeusnews.it - Prima Pagina, 02-09-2003] La diffusione di massa, che in Italia è superiore ad ogni altro paese, del telefono mobile, ha già prodotto grandi dibattiti sui limiti e le regole sociali dell'uso di questi mezzi di comunicazione personali. La problematica maggiormente discussa sembra essere la fonte di disturbo e di imbarazzo che essi costituiscono per gli altri. Oggi però, la discussione si allarga alla nuova generazione di terminali mobili che sempre più avranno una fotocamera incorporata per scattare foto oppure saranno telefonini UMTS con cui si possono girare filmati ed inviarli ad altri "videofonini" o a Pc collegati in Rete. Vediamo un po' quale può essere un "Piccolo Galateo" all'uso di telefonini e videofonini, che risente, ovviamente, anche del punto di vista soggettivo di chi scrive. Partiamo dai mezzi di trasporto: sull'aereo sappiamo già tutti che, per ora, è vietato l'uso dei telefonini, durante le fasi di decollo, volo ed atterraggio, pena gravi sanzioni pecuniarie e anche penali, ai sensi del Codice di navigazione. In treno per ora non siamo arrivati all'Inghilterra che ha creato carrozze dove non si può utilizzare il telefonino ma, magari, sarebbe bene evitare suonerie troppo squillanti e di far sentire a tutti le proprie conversazioni d'amore o d'affari, magari utilizzando se non i servizi igienici almeno le piattaforme tra un vagone e l'altro e, se non se ne può fare a meno, conversando a bassa voce. In automobile sappiamo che usare il cellulare senza viva voce può costarci 2 punti di patente ma non si parla nel nuovo Codice della Strada, espressamente, di scrittura e lettura degli Sms che può essere fonte di ancora maggiore distrazione dalla guida e che, in qualche paese, è esplicitamente vietata alla guida. Presto avremo videofonini incorporati nell'automobile ma videotelefonarsi mentre si guida o vedere una partita di calcio non dovrebbe essere ancora più pericoloso che, semplicemente, parlarsi, e non dovrebbe costare qualche punto? Senza pensare che, alcuni studi dimostrano che più che l'utilizzo con le mani del cellulare ad essere pericoloso e fonte di incidenti è il concentrarsi nella conversazione che l'uso del vivavoce consente. Perciò il buonsenso dovrebbe consigliare per rispetto per sè e per gli altri di limitare al massimo, a casi indispensabili, l'uso del cellulare e per brevi momenti, meglio fermarsi semmai. Sul lavoro sappiamo che sono sempre più numerosi gli ambienti in cui si proibisce al dipendente di tenere acceso il cellulare sia per evitare che sottragga tempo all'attività produttiva sia per motivi di sicurezza nel caso di lavorazioni pericolose o non esenti da rischi. Anche qui moderazione e buonsenso da parte di datori di lavoro e dipendenti dovrebbero valere più di divieti autoritari e sarebbe bene spegnere sempre il telefonino durante le riunioni come, sempre più spesso, viene esplicitamente richiesto da chi ne è responsabile. In scuola e all'Università non sono mancate negli ultimi tempi sanzioni disciplinari e regole esplicite in regolamenti d'istituto che vietano di tenere accesi i cellulari a studenti e a professori (che spesso non danno il buon esempio), ci sono già stati casi di sanzioni per studenti sorpresi a suggerire e a ricevere suggerimenti in compiti in classe ed esami attraverso Sms. Il videofonino porta nuovi problemi: la maggior parte degli studenti sono minorenni e riprese e foto che li coinvolgano non potrebbero essere mai diffuse senza il consenso dei genitori. In chiesa: sempre più sono le chiese che recano sul portone l'adesivo in cui il cellulare è sbarrato e avvertenze del tipo: "il cellulare non ti serve per parlare con Dio" ma, nonostante ciò, capita spesso di sentire il trillo anche in momenti topici come l'elevazione, durante la predica e in funerali e matrimoni. Presto si avranno proibizioni esplicite, che già colpiscono l'uso di macchine fotografiche e videocamere, per l'uso di videofonini durante matrimoni, cresime, battesimi e prime comunioni: se tutti i partecipanti volessero videofilmare la cerimonia..... A teatro e al cinema ormai, prima dell'inizio dello spettacolo, spesso si sente una voce preregistrata che invita a spegnere i cellulari anche se non mancano attori e direttori d'orchestra indispettiti che interrompono la rappresentazione o l'esecuzione a causa dell'inosservanza del divieto. Anche qui il videofonino porta nuovi problemi, infatti, il videofilmare e trasmettere uno spettacolo musicale o teatrale potrebbe configurare una violazione del diritto d'autore sanzionabile penalmente e, non è da escludere, che si arrivi ad ordinare agli spettatori di consegnare il proprio telefonino o videofonino ad un apposito "guardacellulari". Al ristorante spesso i clienti sono invitati a tenere il telefonino spento perché anche qui buonsenso e buona educazione non sono sufficienti. La diffusione del videofonino deve portare ad un costume in cui se uno vuole usarlo in una festa privata o in una casa privata debba chiedere a chi organizza la festa o al padrone di casa il permesso per l'uso mentre anche l'uso nei locali pubblici non dovrà essere troppo "invasivo ed invadente". Infine già oggi nel Regno Unito in molte palestre e piscine è fatto divieto di usare un telefonino con fotocamera: la tentazione di utilizzarlo in spogliatoio è troppo forte!! All'estero bisognerà vedere di non turbare troppo la sensibilità di persone con tradizioni religiose e culturali che non vedono bene la riproduzione di immagini, soprattutto femminili, ma questo è un problema preesistente al cellulare e nato con la diffusione della fotografia "turistica". Questa era solo una carrellata dei problemi che può comportare l'uso in società di videofonini e telefonini ma, sempre più, se ne porranno di nuovi. Pier Luigi Tolardo ----- Mobile Etiquette Un brevissimo e simpatico "galateo" del telefonino che ci suggerisce di usarlo senza intossicare il prossimo. [ZEUS News - www.zeusnews.it - L'occhio di Zeus, 03-12-2002] Emanuele Invernizzi ci impartisce una utile e divertente lezione di "galateo" sull'uso del telefonino prendendo spunto da quelle- inossidabili e sagaci- di Monsignor DellaCasa. MobileEtiquette. "Le dieci regole per l'uso del cellulare", edito da Lupetti, comincia subito ponendosi il dilemma: "Averlo o non averlo". "Si può scegliere di non avere il cellulare solo se si è molto importanti: al punto di avere qualcuno che lo usa per voi..., si può anche non avere il cellulare se si usa una modalità alternativa, che non sia la posta elettronica che non è sostitutiva in quanto non permette una relazione immediata ed interattiva. Una modalità alternativa può essere quella di dare alcuni numeri di telefono ai quali risponde sempre qualcuno, per poi richiamare nel giro di poche ore. Attenzione che può essere più complicato che avere il cellulare...". "Tienilo acceso quando vuoi, purché la segreteria sia sempre attiva e ti consenta di essere sempre connesso con chiunque ti chiami anche quando il telefono è spento. Altrimenti senza segreteria si dà questo segnale: "Non me ne frega niente di te: se proprio vuoi richiamami e riprova finché lo troverai acceso." Da evitare il messaggio standard automatico: sgradevole. Quello registrato con la propria voce per contro, è piacevole perché chi chiama non è obbligato a verificare se ha sbagliato numero ma è sicuro di parlare con te. Qualche consiglio su quale acquistare: sempre tri-band se si viaggia molto e che abbia il modem interno (così ti puoi collegare con Internet ovunque), ma soprattutto deve avere sempre vibraphone ed auricolare, che sono indispensabili per il rispetto delle persone e dell'ambiente. Inoltre se si vuole il cellulare piccolo e leggero bisogna fare sempre la prova "dito" ed "occhio", per verificare se si riesce a digitare con facilità i numeri e a leggere bene le scritte. Dove tenere il cellulare? Mai nella tasca della camicia o in quella interna della giacca perché pare faccia male al cuore. Per le donne vanno bene microborsetta, girovita o tracolla, non nel reggiseno perché fa male al cuore, va bene la giarrettiera se si è molto femminili. L'importante è non appoggiarlo in giro e non lasciarlo nella borsa (ma nemmeno tenerlo in mano che non sta bene). Deve stare addosso per evitare di perderlo, non farlo suonare a vuoto, sentirlo prima che gli altri lo sentano. Per questo, invece delle suonerie che vanno tanto di moda, si consiglia vivamente l'uso del vibraphone. Infine l'auricolare che è indispensabile perché: si tiene il campo magnetico lontano dal cervello, si sente meglio, sostituisce il viva voce in auto, non fa male il braccio dopo un po', si nota meno che si sta usando il cellulare (ma non bisogna nemmeno fare la figura di quello che parla da solo, si può parlare a voce più bassa. Bisogna inoltre avvisare chi ti sta di fronte che stai parlando con qualcun altro al cellulare!). Infine dove parlare e, soprattutto, dove non parlare: il più possibile lontano da tutti, alzandosi e allontanandosi in treno e al ristorante e dove ci siano persone. Invernizzi afferma: " In questi casi il cellulare è come la sigaretta: è fortemente inquinante e usarlo vicino agli altri è un gesto molto, molto maleducato". Come parlare è una questione di tono: si può far capire di essere in riunione, che c'è qualcuno con te, che sei solo ma hai fretta, che sei solo e hai tempo. Insomma del cellulare non si può fare a meno ed è solo una questione di educazione. Scheda Titolo: MobileEtiquette Autore: Emanuele Invernizzi Editore: Lupetti Prezzo: ¤ 4,50 Pier Luigi Tolardo
- Prev by Date: etica o lifting? 5 regole
- Next by Date: il welfare di bassolino e il reddito di cittadinanza
- Previous by thread: etica o lifting? 5 regole
- Next by thread: il welfare di bassolino e il reddito di cittadinanza
- Indice: