pro e contro le centrali a turbogas



da la stampa.it

  Mercoledi' 31 Dicembre

PER IL CNR
Pro e contro le centrali a turbogas

31/12/2003

IN Italia sono in fase di progettazione una decina di centrali
termoelettriche a turbogas, cioè impianti a ciclo combinato alimentati a gas
naturale (metano); ma dagli studi di Nicola Armaroli (ricercatore
dell'Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività del CNR di
Bologna) e Claudio Po (medico presso l'Unità Operativa Rischio Ambientale
dell'Asl del capoluogo emiliano) risulterebbero meno "puliti" di quanto
ritenuto sinora. Utilizzando dati su impianti analoghi funzionanti in
California è emerso che una centrale da 780 MW di potenza, che eroga 4670
GWh di energia, emetterebbe ogni anno, oltre ad anidride carbonica e ossidi
di azoto (NOx) già preventivati, anche 290 t di particolato (PM 10, PM 2,5 e
PM 0,1 - ovvero le "polveri" sospese in atmosfera, con diametro inferiore
rispettivamente a 10-2,5-0,1 millesimi di mm), 9 t di ossidi di zolfo (SOx),
126 t di monossido di carbonio (CO), 205 t di metano e 42 t di altri
composti organici volatili; sostanze che sarebbero sottostimate, se non del
tutto trascurate, dai progettisti. Criticabile è anche una normativa che non
impone controlli sul particolato secondario (non emesso direttamente ma che
si forma poi in atmosfera) fine ed extrafine, cioè PM 2,5 e PM 0,1
particolarmente insidiosi per l'apparato respiratorio. Di parere opposto è
Ivo Allegrini, direttore dell'Istituto Inquinamento Atmosferico del CNR di
Roma: «Gli impianti turbogas non costituiscono assolutamente una minaccia
per la salute pubblica, come dimostra lo scarso impatto ambientale di quello
parmense». Tutti, comunque, concordano sul maggior rendimento e minor
impatto ambientale rispetto alle centrali a carbone o a olio combustibile,
che andrebbero convertite al turbogas.

Pia Bassi

  da lanuovaecologia.it

Inquinamento a turbogas

 Mentre Marzano annuncia la carica delle nuove centrali, arrivano ancora
conferme sulla loro dannosità per la salute. Dopo quello del Cnr un nuovo
studio congiunto delle università di Trento e Padova, sull'impatto di un
impianto a Montecchio Maggiore (Vc), ha sottolineato i rischi derivanti
delle emissioni di polveri fini

di Gianmarco Guazzo

Ancora conferme sulla dannosità per la salute delle centrali turbogas. Un
nuovo studio congiunto delle università di Trento e Padova, presentato
ufficialmente martedì scorso nella sede della Camera del Commercio di
Vicenza, ha alimentato le preoccupazioni recentemente espresse da cittadini
di tutta Italia in merito
alla pericolosità delle emissioni di polveri fini e ultrafini da centrali
termoelettriche a ciclo combinato.
Lo studio, commissionato dalla stessa Camera di Commercio e redatto da Paolo
Baggio (Università di Trento), Giovanni Antonio Longo e Andrea Gasparella
(Università di Padova), riguarda i parametri di valutazione dell'impatto del
progetto di centrale termoelettrica di Montecchio Maggiore (Vicenza), della
potenza di 760 Megawatt, e prende in considerazione tre punti essenziali: le
emissioni in atmosfera, il sistema termodinamico della centrale e le
compensazioni ambientali.

Per quanto riguarda il primo punto, si legge che la centrale, così come
viene presentata dal progetto redatto da Euganea Energia, emette una
quantità rilevante di ossidi di azoto, ossidi di carbonio e polveri. Una
quantità talmente elevata da superare, secondo lo studio, quella emessa
complessivamente dai 17 comuni del circondario. Le conclusioni relative al
secondo punto indicano che il sistema termoelettrico è dotato di un
"impianto non molto flessibile", pur se fornito di turbine collaudate e
quindi affidabili. Quanto alle compensazioni dell'impatto ambientale,
infine, gli studiosi definiscono quelle che metterebbe in campo Euganea
Energia "poco percorribili perché generiche e scarsamente documentate".

Questa ricerca va ad aggiungersi all'ormai noto studio di Nicola Armaroli e
Claudio Po del Cnr, e rappresenta a livello nazionale un ulteriore,
autorevole campanello d'allarme sulla pericolosità delle centrali turbogas
per la salute umana e l'ambiente. Dice Stefano Fracasso, assessore all'
Ambiente e all'Ecologia del comune di Arzignano (Vicenza): "E' una relazione
documentata, seria, che ha preso in considerazione emissioni e polveri, ma
che soprattutto ci conforta rispetto alle posizioni che abbiamo assunto
nelle varie sedi".

Sì, perché sono circa due anni che le amministrazioni comunali della zona, l
'amministrazione provinciale di Vicenza, i comitati "anticentrale" e i
cittadini protestano contro l'installazione di questo impianto sul loro
territorio. Un po' come sta succedendo a Termoli, in Molise, dove gli stessi
soggetti lottano da più di due anni contro la costruzione di una centrale
turbogas nella zona (della stessa potenza di quella di Montecchio Maggiore),
e dove ha avuto luogo, il 17 gennaio scorso, una grande manifestazione
pubblica di protesta.

A questo punto è lecito affermare che la rete della mobilitazione popolare
contro la soluzione delle centrali a ciclo combinato si va estendendo in
tutta Italia, tanto da coinvolgere anche chi con le turbogas c'entra poco,
come Scanzano Jonico, che ha incluso recentemente Termoli tra i luoghi da
difendere e con cui essere solidali nella protesta. In nome della difesa
della salute pubblica e dell'ambiente.