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da lexambiente.it

19 dicembre 2003


L'IMPATTO AMBIENTALE DEL GOLF

CAMPI DA GOLF? NO, GRAZIE! RICORSI ALL'UNIONE EUROPEA, LA V.I.A. E I COSTI
DI GESTIONE RALLENTANO LA MODA DEI PRATI VERDI IN ITALIA DECINE DI COMUNI IN
RIVOLTA

A cura di Andrea Atzori

giornalista pubblicista,
esperto in questioni ambientali,
laureato in Scienze Politiche all'Università di Cagliari
con una tesi di laurea in Politica dell'ambiente

Le proteste contro i campi da golf crescono in tutto il mondo e toccano
anche l'Italia. Dopo la realizzazione di un numero enorme di strutture
golfistiche: oltre 33.700 sono i campi nel mondo esistenti, (5.900 in Europa
e 303 in Italia), crescono le proposte dei privati, spesso sponsorizzate da
finanziamenti pubblici.

La crescita dei tappeti erbosi negli ultimi 20 anni e' stata davvero enorme
e : dai 2900 nel 1985, i campi sono diventati attuali 5.900 (dato 2002
European Golf Association ).
Il numero di appassionati e' stimato oggi in 70 milioni, dei quali 5.6
milioni di persone in Europa e 3 milioni e mezzo di questi iscritti
regolarmente ad un club.
In Italia i circoli sono 183, per un totale di 303 percorsi, compresi campi
pratica e promozionali.
Ogni campo si porta via (in consumo territoriale) in media
cinquanta-sessanta ettari; solo nel vecchio continente, stiamo parlando, di
oltre 300.000 gli ettari di terreno adibiti a percorsi colorati di verde e
pieni di buche.
Con l'aumento esponenziale dei campi se ne vanno dunque spazio, terre e
acqua, ma la valutazione dell'impatto ambientale rimane ancora un optional
ed ecco spiegato come le opposizioni crescano e si organizzino.

I cittadini cominciano a riunirsi in comitati, con (o senza) l'aiuto di
associazioni e raramente di qualche isolato esponente politico locale e
iniziano cosi' a far sentire la loro opposizione al boom dei "green". I
motivi di dissenso e preoccupazione non mancano. Le prime storiche
opposizioni alle strutture de golf sono nate in centro-america nel Messico e
soprattutto in Asia, dove e' sorto addirittura un movimento mondiale contro
i nuovi campi da golf (GAM, Global Antigolf Mouvement)su impulso di un
giapponese, ex golfista, Gen Morita.
Ma come mai i campi da golf fanno paura?. Per quali motivi in tutti i
continenti dei cittadini arrivano ad opporsi, anche duramente, alla
diffusione esponenziale di questi nuovi terreni da gioco?
Questa saggio si propone di cercare le risposte a questi interrogativi.
Le risposte sono varie e differenti a seconde dei continenti e dei siti, ma
ritrovano notevoli punti in comune e similitudini. Tra queste sicuramente il
legame intrinseco di tutti i percorsi golfistici con operazioni immobiliari
(spesso speculative), le problematiche riguardanti l'utilizzo d'acqua,
eccessivo consumo necessario alla manutenzione della struttura (molte volte
proposte in zone siccitose), rischio di salinizzazione della falda nelle
zone costiere e possibile inquinamento da pesticidi. Altri motivi di forte
opposizione sono il potenziale pericolo per le aree di alto valore
naturalistico (boschi, foreste, laghi e zone umide) e il conflitto con le
attività economiche preesistenti (agricoltura e allevamento in particolare).
Che le preoccupazioni di un incontrollata moda siano crescenti è dimostrato
anche dal contenuto di una pubblicazione datata gennaio 2003, realizzata
dall' Autorità Ambientale della Regione Puglia, scaricabile al sito Internet
http://parchi.regione.puglia.it/natura2000/leg/Golf%20e%20Ambiente.pdf
Le conclusioni della propagandistica brochure (che più volte citeremo),
forse troppo timorosa di non far perdere alla Regione i finanziamenti
pubblici del POR (Piano Operativo Regionale) per la realizzazione di nuovi
campi, sono però ovviamente del tutto ottimistiche.

CONSUMO D'ACQUA

Ma quanto consuma un campo da golf?
Per il prof.Vittorio Gallerani dell'Università di Bologna "Il campo da golf
necessita di una notevole mole d'acqua irrigua per mantenere un'adeguata
crescita della vegetazione nelle aree di gioco"(Agrobusiness Paesaggio
Ambiente nn.2-3 1997/1998).
Ogni campo da golf, tipo medio, a 18 buche, secondo stime dell'Associazione
Europea del Golf, consuma in media 2.000 metri cubi di acqua al giorno.
Ovvero ogni 24 ore un percorso si "beve" la stessa quantità d'acqua
consumata da un paese da 8.000-9.000 persone. La stima è sostanzialmente
confermata anche dallo studio della Regione Puglia, secondo il quale "E'
interessante rilevare che la quantità d'acqua che mediamente serve per
irrigare un campo da golf in una giornata estiva rappresenta l'equivalente
del fabbisogno di un paese di 8.000 abitanti, nonché l'equivalente per la
produzione di due tonnellate di grano".
Sono leggermente più ottimistiche le stime della giornalista Marina Forti,
http://www.dweb.repubblica.it/archivio_d/2002/12/14/attualita/attualita/205v
er329205.html
70/80 metri cubi di acqua al giorno, se in un campo di 60 ettari se ne
irrigano solo 20, i percorsi delle buche, arriviamo a 1400-15000 metri cubi
d'acqua al giorno per ogni singolo campo. Più' o meno analoghi sono i
calcoli del mensile italiano La Nuova Ecologia del numero di novembre 1993,
che parla di 1.600 metri cubi d'acqua al giorno.

Comunque la si metta si tratta indubbiamente di una quantità' non
trascurabile: un dato che diventa uno schiaffo, al 1 miliardo e 400 mila
persone nel mondo che non hanno accesso all'acqua potabile,secondo le stime
di Riccardo Petrella, studioso e autore della proposta per un Contratto e un
Parlamento Mondiale sull'acqua. Ma in tempi di emergenza idrica anche per l'
occidente si può parlare tranquillamente di uno spreco oggettivo. Nella
stessa Italia in non poche zone, come Sicilia, Sardegna e Puglia i cittadini
sono costretti a fare i conti tutti i giorni con i razionamenti dell'oro
bianco.
Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente, ha così criticato le
Amministrazioni e i commissari per la gestione della crisi idrica in
occasione delle nuove proteste dei cittadini pugliesi, lucani e siciliani.
" . In Puglia se non bastasse la penuria d'acqua, l'acume degli
amministratori ha previsto nei programmi operativi regionali la
realizzazione di una ventina di campi da golf".

http://www.legambienteonline.it/news2002/acqua2.htm

L'uso dell'acqua per il golf dunque oltre ad essere considerato una sorta di
lusso insopportabile tra i consumatori, anche per alcune norme legislative
sembrerebbe essere non ammesso:
> (art.28 Legge nazionale n.36 del 5 gennaio 1994)
Un uso ludico, quello dell'innaffiamento per il mantenimento del golf, che
inoltre contraddice il principio di sostenibilita' dell'uso delle risorse
naturali propugnato dall'Agenda 21, il decalogo stilato dalla Conferenza
delle Nazioni Unite svoltasi a Rio De Janeiro nel 1992.
"Il campo da golf può anche essere una delle cause di desertificazione o di
peggioramento dello stato del suolo.Per le sue peculiari caratteristiche
legate alla costruzione o alla manutenzione del green, il campo da golf
contribuisce al processo di desertificazione .Infatti, l'abbattimento del
manto vegetazionale esistente,l' eccessivo trattamento chimico del terreno
di un campo da golf possono essere all'origine del processo di
desertificazione".
(dalla pubblicazione già citata della Regione Puglia su Golf e Ambiente,
pag.7-8)

Coste
Per quel che riguarda i siti di percorsi golfistici costieri o in prossimità
del vi e' un ulteriore potenziale secondo rischio ambientale. Quando non
viene utilizzata l'acqua di acquedotti, dighe o condotte spesso i promotori
del golf si vantano di essere autosufficienti per l'approvvigionamento
idrico attraverso l'utilizzo di propri pozzi .In questo caso viene ignorato
o quantomeno trascurato che le trivellazioni per pozzi sono causa diretta e
inequivocabile di un aumento della percentuale di sale nell'acqua nelle
falde idriche preesistenti. Si tratta del cosiddetto fenomeno di
salinizzazione delle acque potabile e per uso civile, situazione ben
conosciuto in tutte le aree predesertiche- mediterranee, studiato ampiamente
nelle sedi universitarie.
"Un altro fenomeno legato alla presenza di un campo da golf è quello della
salinizzazione della falda idrica. Spesso accade che la costruzione do un
nuovo campo da golf determini l'apertura indiscriminata di nuovi pozzi nelle
aree costiere per assicurare la sopravvivenza del campo e questo induce un
aumento del rischiosi salinizzazione della falda idrica sotterranea con
ulteriori gravi rischi per l'uso potabile e agricolo.Un esempio, in Puglia,è
il campo che sorge vicno al Parco Naturale delle Cesine (Acaya Golf Club)
dove l'abbassamento della falda di acqua dolce è all'origine della
salinizzazione delle acque del Parco"(Regione Puglia, Golf e Ambiente).

Affermazioni categoriche allarmanti, quelle riguardanti il caso del Parco
delle Cesine, che dovrebbero far riflettere anche i nostri agricoltori,
troppo spesso in silenzio di fronte alla progettazione di nuovi campi.
Come accennato inoltre, il golf non arriva quasi mai da solo dunque nei siti
in prossimità del mare l'impatto va valutato globalmente, non solo per il
singolo percorso, ma anche per ciò che riguarda i suoi annessi (dichiarati o
meno) di strutture urbane: villette, opere di urbanizzazione e quant'altro.

Montagne

Delle problematiche relative ai campi da golf realizzati in montagne vi e'
uno studio della CIPRA (Commissione Internazionale per la protezione delle
Alpi).
"Si può evidenziare come le grandi movimentazioni di terra, richieste per
creare i campi, siano in montagna più pericolose con l'aumentare della
quota, in quanto compromettono maggiormente il potenziale naturale e la
capacita' di rigenerazione delle specie vegetali(dai 700/800 m sul versante
nord e dai 1000 m sul versante sud delle Alpi).
http://www.arpa.piemonte.it/statoambiente/dpsir/turismo4.htm

PESTICIDI

In questo delicato settore non mancano i tentativi di mascherare i possibili
pericoli dell'utilizzo di diserbanti e pesticidi per la manutenzione dei
greens. Gli sforzi propagandistici, bisogna riconoscerlo, delle varie
Federazioni golfistici sono notevoli e hanno cercato di coinvolgere in
questi anche alcune associazioni ambientaliste, enti e istituzioni. Il tutto
per cercare di fugare i pesanti dubbi sui rischi di inquinamento di risorse
idriche, faunistiche e vegetali in prossimità dei percorsi sportivi.
Interessante e dettagliato a proposito dei rischi sanitari da pesticidi, il
rapporto del Procuratore generale di New York Elliot Sptizer a proposito del
campi di Long Island.
http://www.oag.state.ny.us/environment/golf95.html
Per il settimanale New Scientist un campo da golf in Giappone su un campo si
impiegano mediamente una tonnellata e mezzo di prodotti chimici all'anno una
quantità superiore di 8 volte quella utilizzata per i campi da riso. Stima
inferiore viene fatta dal Journal of Pesticides Reform che si ferma a 750
chili per anno in un campo standard negli Usa.
Uno studio del Sport Turf Research Institute lancia l'allarme sul
sovradosaggio dei fertilizzanti a base di fosfati tanto da scrivere >.
Ancora negli Usa l'Audubon Society ha tentato di individuare i criteri di
classificazione dei campi da golf in base al grado di ecologicita'. Una
strada che non convince del tutto le altre associazioni ambientaliste e in
particolare il Sierra Club altro storico e combattivo movimento
statunitense.
La tattica seguita ora da club e società golfistico-immobiliari anche in
Europa e' quella dotarsi di codici volontari per poter vantare patenti
pseudo-ecologiste. Lo scopo dichiarato e'da una parte di cercare di rifare
il trucco ad un'immagine non positiva del golf e dall'altra, più
concretamente, accelerare autorizzazioni degli enti pubblici e cercare di
superare le opposizioni locali.
Una sorta di decalogo delle buone intenzioni e' stato redatto nel 1997 dall'
Associazione Europea del Golf insieme ad Audubon International , arrivato
poi alla sigla di una dichiarazione comune: Valderrama del 1999. Pura e
semplice operazione d'immagine tanto e' vero che mai si parla di inserire i
campi da golf nell'elenco di opere da sottoporre obbligatoriamente alla
Valutazione d'Impatto Ambientale.
In Danimarca i 135 campi da golf (il 40% del totale) che sorgono su terreni
statali o comunali entro quest'anno (2003)dovranno adeguarsi ad un bando
completo dei residui di pesticidi previsti che possono inquinare le acque di
falda .Ciò' e' prescritto dalla normativa nazionale riguardante di questo
paese, segno evidente di un problema esistente.
Sempre dagli Stati Uniti per cercare di ovviare alle critiche sull'uso
eccessivo di pesticidi nel golf, arrivano ora anche i prati biotech, a
promuoverli, ma le proteste non si fiaccano. Anzi. la Società' americana del
paesaggio, insieme all'economista new global Jeremy Rifkin, ritengono che si
cada a dalla padella alla brace e ha chiesto al Ministero dell'Agricoltura
di ordinare la sospensione dei test condotti dalle note multinazionali
leader (fra le quali la Monsanto) delle coltivazioni geneticamente
modificate.
http://www.ecsinc.com/uw/inter_uw/exp/golf.htm

Sul tema golf e pesticidi pubblichiamo integralmente l'interessante opinione
di Bent Schack Iversen dell'International Centre for Pesticide Safety.

Passeggiando sul prato di un campo da golf potreste chiedervi con una certo
stupore come possa essere così ben tenuto, pulito e verde. Trovereste a
fatica una sola pianta selvatica su 50 ettari di prato di buon livello. La
risposta è semplice: professionisti impiegano una gran quantità di tempo a
mantenere il campo in ordine usando grandi dosi di pesticidi.
La quantità ed il tipo di pesticida usato dipendono in gran parte dal tipo
di campo, dalle condizioni climatiche, dal tappeto erboso impiegato, dall'
ambiente circostante e dalle norme del paese sui pesticidi e sulle loro
applicazioni.
Per esempio si è stimato che la quantità di pesticidi impiegata in Gran
Bretagna nel 1994 fu quasi di 80.000 kg di sostanze attive. Il 43% del
totale è stato impiegato sui prati verdi, il 40% sui percorsi o sui tees ed
il resto sulle aree circostanti. Sono stati usati maggiormente erbicidi e
fungicidi (41% del totale ciascuno).
La quantità di antiparassitari impiegati sui campi da golf in genere è
maggiore di quello impiegato in agricoltura e negli ultimi anni la
discussione sui rischi per i giocatori (che spesso giocano subito dopo l'
applicazione degli antiparassitari) e i problemi per l'ambiente sono
divenuti sempre più frequenti.
Diversi tipi di antiparassitario vengono impiegati normalmente sui campi.
Nelle Hawaii l'erbicida all'arsenico MSMA è stato il più usato, sul 97% dei
campi. Il suo tasso massimo di applicazione indicato sull'etichetta è di
4,48 kg/ha (2-6 trattamenti annui) che si è stimato possa dare un tasso
medio annuo di applicazione di 13.08 kg principio attivo/ettaro/anno. Per
quel che riguarda i fungicidi, il Metalaxyl è stato applicato sull'84% dei
campi con un tasso di applicazione di 1,57 kg a.i./ha, 3-6 volte all'anno,
che provocava un tasso medio annuo di applicazione del 3.31 kg a.i./ha/y.
Tra gli insetticidi, il maggiormente impiegato è stato il Chlorpyrifos (76%
dei campi) con un tasso medio annuo di applicazione di 3.38 kg a.i./ha/y in
1-3 applicazioni.
MSMA (Monosodium Acid Methanearsonate, CH4AsNaO1) è un erbicida da contatto
che si impiega su tappeti erbosi del tipo Bermuda o Zoysia per controllare
ad esempio l'erba bahia, la sanguinella, il piè di gallo, il falasco annuale
ed altre erbe. Può essere usato da solo o con altri erbicidi. Il prodotto è
leggermente tossico e può provocare una certa irritazione in seguito a
contatto prolungato. Il Metalaxyl (C15H21NO4) è un fungicida benzenoide
sistemico, leggermente tossico (classificato di III classe dall'EPA) se
ingerito o per contatto. Non è tossico per gli uccelli, pesci d'acqua dolce
e api. Il Chlorpyrinfos (C9H11Cl3NO3PS) è un insetticida organofosforico ad
ampio spettro moderatamente tossico (III classe). E' pericoloso per gli
animali e le api.
Il profilo tossicologico dei pesticidi impiegati nei campi da golf varia
notevolmente. Anche se non vi sono prove riguardo ad un maggiore rischio
tossicologico per i giocatori abituali rispetto ai non-giocatori, l'uso di
antiparassitari sui campi non deve essere ignorato (nel 1964 fu pubblicato
un caso di dermatite causata dal fungicida Thiram). Un primo passo da fare
sarebbe quello di avvertire i giocatori di golf e i membri dei vari club sui
pesticidi usati, sulle quantità applicate e sui periodi di trattamento (per
quanto possibile). Queste notizie potrebbero essere pubblicate sulla rivista
mensile per i membri dei club, o diffuse per mezzo di avvisi affissi all'
interno dei locali.
Inoltre i giocatori potrebbero essere informati sui rischi derivanti dall'
applicazione di antiparassitari o sul comportamento da tenere sui campi
quando sono in corso irrorazioni o se sono stati da poco irrorati
antiparassitari.
Per quel che riguarda l'ambiente, le autorità devono essere consapevoli dei
rischi e dovrebbero monitorare regolarmente i livelli di contaminazione di
falde sotterranee, laghi o fiumi nelle vicinanze dei campi.

I PARERI DI UN'AGENZIA ONU E DEGLI AGRICOLTORI ITALIANI

Persino un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la
promozione della giustizia sociale e il riconoscimento dei diritti umani nel
lavoro, l'OIL (l'Organizzazione Mondiale del Lavoro), si esprime in maniera
molto critica: "La realizzazione di percorsi golfistici e' stata un disastro
in molti paesi (Filippine, Indonesia, etc) accentuando la penuria d'acqua,
attraverso l'espropriazione di terre e la deforestazione , al punto di
suscitare la nascita di un movimento internazionale di resistenza, il Global
Antigolf Network"(n.39 giugno 2001, magazine OIL, dedicato al turismo
socialmente responsabile).
http://www.ilo.org/public/french/bureau/inf/magazine/39/tourism.htm
A esprimere preoccupazione in prima linea sono anche gli agricoltori
italiani.
Su un notiziario della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA), una delle
maggiori organizzazioni del settore, (Mondo Agricolo Veneto n.29 del 2001)si
legge infatti che >
Dunque malgrado apparenze e costose propagande patinate di verde, il golf si
e' rivelato nei fatti una disciplina ecologicamente insostenibile.

LA VALUTAZIONE D'IMPATTO AMBIENTALE

Oggi in Italia non esiste alcuna obbligatorietà di Valutazione d'Impatto
Ambientale sui progetti di nuovi campi da golf.
A sottolineare la necessita' d'inclusione nella lista di progetti da
sottoporre a VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) vi e' la stessa CIPRA,
la Commissione Internazionale per la protezione delle Alpi.
"Gli impatti generali connessi alla realizzazione e al mantenimento dei
campi da golf sono: grandi movimenti terra, sottrazione di terreno agricolo
e forestale, distruzione del paesaggio naturale, bonifica di aree umide per
creare campi da gioco, laghi artificiali ,ecc.: interruzioni nelle vie
idrologiche esistenti; di conseguenza si possono verificare erosione e
inondazioni. Nei climi umidi, l'uso di pesticidi per la manutenzione del
green può comportare il rischio di inquinamento idrico; non si dovrebbero
adibire a campi da golf le aree interessate da sorgenti, i terreni sabbiosi,
le aree con falda idrica fluttuante..>>
http://www.arpa.piemonte.it./statoambiente/dpsir/turismo4.htm
In una procedura d'infrazione del diritto comunitario contro l'Italia,
riguardante un campo da golf in Sardegna, a Is Arenas (di cui parleremo dopo
specificatamente), e' direttamente l'Unione Europea, attraverso il suo
organo esecutivo la Commissione, che nel 2001 mette in guardia a proposito
del possibile impatto ambientale del green. Nel documento d'accusa contro lo
Stato Membro si legge >

"Al fine di prevenire una perdita di biodiversità sarebbe pertanto opportuno
evitare la progettazione di campi da golf all'interno di SIC e ZPS o di
qualunque area ad elevato pregio naturalistico e vagliare bene la
possibilità di costruirne nelle vicinanze.". A mettere nero su bianco questo
ragionevole auspicio non sono i soliti fanatici ambientalisti, bensì la
stessa autorità ambientale della Regione Puglia nella già citata
pubblicazione scaricabile al sito
http://parchi.regione.puglia.it/natura2000/leg/Golf%20e%20Ambiente.pdf

Nei pochi casi dove amministrazioni accorte hanno provveduto a effettuare la
procedura di Valutazione d'Impatto ambientale il risultato è stato d'
incompatibilità del progetto.Un valido esempio è il comune di Ravenna dove l
'impianto golfistico di Casalborsetti, presentato dalla società Marina di
S.Vitale nel settembre 2002, è stato bocciato in seguito ad istruoria di
VIA.
Le conclusioni del rapporto di VIA sono inequivocabili. Stabiliscono che "il
progetto presentato non appare compatibile con le esigenze di tutela del
sito, in particolare, rispetto agli elementi tutelati dal pSIC. Più in
particolare, si ritengono incompatibili: la localizzazione degli impianti
prativi per la pratica del golf all'interno del sistema di dune e
depressioni interdunali compreso nel sito (SIC).la costruzione degli edifici
in aree interne al sito.la completa eliminazione dei rarissimi esempi di
successione naturale di habitat costieri, dunale e retrodunali, mentre
sarebbe opportuna l'individuazione di un fascia in cui possa essere
mantenuta una continuità naturale tra habitat di spiaggia, duna,retroduna e
pineta".Non ci saranno esami di riparazione, poiché "non si ritiene
necessaria la richiesta di eventuali integrazioni e prescrizioni in quanto,
in ogni modo ininfluenti sulle motivazioni di incompatibilità dimostrate".

Alcune Regioni italiane hanno inserito i campi da golf nell'elenco di
progetti per i quali è necessaria la procedura di VIA(Valutazione Impatto
Ambientale), in certi specificati casi.
Così ad esempio ha fatto la Regione Liguria con la legge regionale 30
dicembre 1998 n. 38, pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regionale
20/01/1999 n. 1.
Secondo la normativa ligure i campo da golf sono inclusi nell' allegato 3,
punto 11K.
Ovvero sono considerati " Opere ed impianti soggetti a Via regionale in
relazione alle caratteristiche del progetto e della zona interessata (art. 2
comma 4 lett. a), b) e c))."
Dunque quando, i progetti di campo da golf sono compresi in uno dei tre
seguenti casi:
"a) ricadano anche parzialmente all'interno delle aree naturali protette,
come definite dalla legge 6 dicembre 1991 n. 394 (legge quadro sulle aree
protette) e successive modificazioni e integrazioni; in tal caso le relative
soglie dimensionali risultano ridotte del 50 per cento rispetto a quanto
previsto nel medesimo allegato 3;
b) ricadano all'interno di aree carsiche, come definite dalla legge
regionale 3 aprile 1990 n. 14 (norme per la tutela del patrimonio
speleologico e delle aree carsiche e per lo sviluppo della speleologia); in
tal caso le relative soglie dimensionali risultano ridotte del 30 per cento
rispetto a quanto previsto nel medesimo allegato 3;
c) non ricadano in aree naturali protette ma la struttura competente in
materia di VIA ne abbia verificato, secondo le modalità di cui all'articolo
10 e sulla base degli elementi indicati nell'allegato 5, la necessità in
relazione alle caratteristiche del progetto stesso e della zona
 interessata."
debbono, secondo la legge ligure, essere sottoposti alla VIA.
La legge regionale della Liguria è visionabile al sito Internet
http://www.geometri.im.it/geometri.im/valutazione_impatto_ambientale.htm

Ma cos' e' esattamente la V.I.A.?

L'errore più comune e grossolano e' quello di confonderla con un semplice
Studio d'Impatto Ambientale. La Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e' al
contrario un'articolata procedura amministrativa.

Nata negli Stati Uniti già dal lontano 1969, attuata in Francia dal 1976, e'
diventata in Europa legge con la Direttiva 337 del 1985 e poi modificata e
aggiornata con la Direttiva 11 del 1997.
In Italia e' stata recepita nel 1988, per quel che riguarda le opere
soggette a procedura di VIA nazionale
( con il DPCM del 27 dicembre) e poi nel 1996 con il DPR del 12 aprile per
le opere soggette a VIA regionale.
Spesso si dimentica poi che l'esito di questa procedura non e'
necessariamente positivo. Infatti, tre possono essere le conclusioni: esito
positivo e l' opera si può realizzare, positivo con delle condizioni e
prescrizioni, ma anche esito negativo, ovvero l'opera non può essere
realizzata poiché la sua realizzazioni apporterebbe gravi danni all'
ambiente.
Come scriveva il Direttore Generale del Servizio VIA del Ministero Ambiente,
Maria Rosa Vittadini nel notiziario del Ministero (n. 7 del 1999) pubblicato
sul sito Internet del Ministero -
>.
Scopo principale della procedura di VIA e' proprio quello di prevenire i
danni all'ecosistema; la procedura va applicata necessariamente prima della
sua realizzazione e l'opera sottoposta questa procedura può essere
realizzata solo se al termine delle fasi previste l'esito e' positivo.

Le fasi

La procedura prevede 4 fasi. Nella prima fase il richiedente l'
autorizzazione relativa al progetto privato o la pubblica autorità che
prende l'iniziativa relativa al progetto redige uno studio di impatto
ambientale. Lo studio deve contenere la descrizione del progetto con
informazioni relative all'ubicazione, progettazioni, dimensioni; una
descrizione delle misure previste per evitare, ridurre possibilmente
compensare rilevanti effetti negativi; i dati necessari per individuare e
valutare i principali effetti che il progetto può avere sull' ambiente;una
sintesi non tecnica delle informazioni fornite.
Lo studio deve inoltre obbligatoriamente contenere il quadro di riferimento
programmatico,progettuale e ambientale. Tutte le componenti e i fattori
ambientali dell' ecosistema devono essere presenti in questa preliminare
analisi. Devono inoltre essere illustrate le principali soluzioni
alternative possibili.
Nella seconda fase della VIA, le autorità devono essere consultate secondo
le modalità previste dalle leggi nazionali e regionali. La discussione
pubblica (o partecipazione) e' la cosiddetta terza fase. .Avviene in forma
di inchiesta e le informazioni sono messe a disposizione del pubblico,
ovvero a chiunque ne abbia interesse (singoli, comitati, Associazioni
ecc).Cioè deve essere consentito al pubblico di esprimere il proprio parere
prima dell' avvio del progetto e di questo si deve tener conto nell'
istruttoria. Deve essere garantita la partecipazione di tutti i cittadini al
procedimento.
La quarta e ultima fase e' quella della valutazione conclusiva e decisione
finale.

Ma quali sono le opere che devono essere soggette obbligatoriamente a questa
procedura? Bisogna distinguere due tipi di procedure una nazionale (allegato
a della direttiva) e una (regionale allegato).
La diversità sta nel fatto che a prendere la decisione nel primo caso e' una
commissione nazionale per la valutazione che con parere motivato al termine
dell'istruttoria esprime il giudizio di compatibilità ambientale che come
detto, può essere positivo, negativo o condizionato. La Commissione
nazionale, presieduta da un rappresentante del Ministero Ambiente, e'
composta da 20 esperti scelti tra docenti universitari e il personale di
enti e società pubbliche.
Nel secondo caso invece a pronunciarsi e' un organismo regionale.

L' Italia si trova a subire una procedura d'infrazione dell'Unione Europea
per il ritardo nel recepimento della VIA per i progetti sottoposti ad iter
regionale. Fino al 1996 la VIA per i progetti di rilevanza regionale e'
stata inapplicata in tutte le regioni italiane.

Le consistenti problematiche legate alla realizzazione di un campo da golf
(consumo d'acqua, utilizzo di pesticidi in particolare) suggeriscono una
riconsiderazione attenta e complessiva del suo impatto sull'ambiente.
Laddove effettuata la VIA (vedi Ravenna per l'impianto di Casalboresetti) ha
consentito di evidenziare la superficialità e pericolosità per il territorio
di molti dei progetti proposti.
Troppo spesso autorizzazioni facili degli enti locali sono state cause di
successivi danni ambientali, quasi sempre irreparabili e documentati.
Sarebbe opportuno dunque, a mio avviso, introdurre una norma nazionale e ove
possibile anche regionale che sancisca l'obbligatorietà di sottoporre i
percorsi golfisti alla procedura amministrativa di Valutazione d'Impatto
Ambientale.

I COSTI: REALIZZAZIONE, GESTIONE DEI CAMPI E I FINANZIAMENTI PUBBLICI

Quanto costa realizzare prima e gestire poi un campo da golf?
Anche questo e' un aspetto spesso volutamente trascurato dai proponenti una
nuova struttura.
L'investimento necessario per la realizzazione di un nuovo campo da golf si
aggira mediamente intorno agli 8-10 miliardi di vecchie lire e molto spesso
la gestione da sola non e' in grado di coprire le spese di manutenzione. In
tempi di magra economica comunque i circoli e le società' proponenti un
progetto sono comunque alla ricerca o dei grimaldelli giusti per poter
attingere da un finanziamento pubblico a fondo perduto. Leggi regionali,
nazionali e fondi europei sono già state usate in molti casi a questo scopo.
In perfetta simbiosi amministratori (locali e regionali) e circoli
golfistici battono tutte le piste alla ricerca di finanziamenti per le
società immobiliari privati. Diversi sono gli strumenti di finanziamento a
fondo perduto,
Iperattive tre regioni su tutte: l'Emilia Romagna, Sardegna e Puglia.
La prima ha regalato per legge negli anni '90 4 miliardi di vecchie lire a
"costruttori" del golf e la seconda quest'anno e' andata a concedere, sempre
per legge, più di 900.000 euro a due gestori (richiedi apposito articolo sul
golf in Sardegna).
Due gli strumenti legislativi utilizzati in Sardegna..Si tratta della legge
nazionale 488 del 1992 e delle leggi regionali 11 marzo 1998 N.9 (Incentivi
per la riqualificazione e l'adeguamento delle strutture alberghiere) e. 14
settembre 1993 N.40 (Interventi creditivi a favore dell'industria
alberghiera).
A spiegarne i meccanismi sono gli stessi amanti del golf: lo Stato concede
sovvenzioni a fondo perduto per l'adeguamento, la valorizzazione e l'
ammodernamento dell'offerta turistico alberghiera. Dunque e' sufficiente
dichiarare all'interno delle normative nazionali e regionali che i campi da
golf sono strettamente connessi (praticamente uno non puo' fare a meno dell'
altro )alle strutture ricettive e i soldi pubblici arrivano.
In un comunicato diffuso dall' Ansa il 21 novembre 2000 la Giunta Regionale
Sarda parla di "strutture complementari agli impianti golfistici".
http://www.planethotel.net/Database/planet/ph.nsf/pagine/0CBE1AB39388B6F7802
569A0003750B2?OpenDocument&lng=ita

Attraverso il Primo Bando della legge citata legge regionale n.9, approvato
venerdì 19 luglio 2002; la Giunta Regionale Sarda, presieduta dal forzista
Mauro Pili, su proposta dell'assessore regionale al Turismo Roberto Frongia
, ha cosi' di fatto regalato, alla faccia della siccita'e delle ristrettezze
di bilancio, la bella cifra di 904.419 euro.
Due sono stati i fortunatissimi beneficiari:
la Is Arenas Golf di Narbolia (lo stesso campo per il quale la Commissione
Europea ha messo in mora lo stato italiano) per 417.503 euro e il Pevero
Golf di Arzachena, nella notissima Costa Smeralda, per 486.915 euro.
Già nel 2.000 la Giunta Regionale si era data da fare con una richiesta di
4.000 miliardi di vecchie lire dalla Sardegna all'Unione Europea da
attingere attraverso il POR (Piano Operativo Regionale) 2.000-2.006. (Unione
Sarda dell'1 novembre 2000)
http://www.unionesarda.it/unione/2000/01-11-00/CRONACA%20ITALIANA/ITA02/A04.
html

Anche la Regione Puglia ha utilizzato il POR per cercare di reperire fondi
per nuovi campi da golf .Nel documento del POR Puglia 2000-006, Complemento
di Programmazione, Scheda tecnica di Misura n° 4.14, molto spazio è dedicato
proprio al golf:
"Linee di intervento
. migliorare la qualità dell'offerta turistica mediante l'incentivazione,
soprattutto, delle strutture ricettive esistenti per la elevazione degli
standards qualitativi e dotazione di servizi complementari favorendo le
condizioni per prolungare la stagione turistica;
. suscitare un turismo innovativo mediante l'incentivazione di strutture per
il golf, congressuali, termali, per la terza età e promuovere l'
escursionismo per la fruizione delle bellezze naturali ed ambientali;"
Come per la Sardegna, strumento di finanziamento per la realizzazione dei
campi da golf in Puglia è la L.488/1992:
"- impianti per il gioco del golf comprensivi di club-house e struttura
ricettiva, aperta al pubblico, con requisiti minimi richiesti per una
classificazione a 4 stelle (max 300 posti letto);
Unitamente alla realizzazione di impianti per il gioco del golf è consentito
realizzare una struttura ricettiva, al fine di incoraggiare ed orientare l'
imprenditoria del settore verso un'attività (golf), assolutamente innovativa
per la regione e creare le condizioni per originare un circuito per l'
attrazione di una utenza medio-alta soprattutto europea."
L'intero documento della Regione Puglia è visionabile al sito:
http://www.poliba.it/Ricerca/fesr/fesr4_14.htm

Per il POR della Regione Sicilia ( misura 4.19), la legge nazionale
utilizzata è sempre la 488/1992.
I campi da golf sono ancora una volta inseriti e ben propagandati:
"110.329.888 euro saranno erogati su una spesa complessiva di ? 337.128.757,
programmata dalle 285 imprese agevolate, riguardante investimenti in
strutture turistiche quali alberghi, agriturismo, campeggi, ristoranti,
villaggi, parco giochi, sale congressuali, campi da golf, stabilimenti
balneari e complessi per il turismo rurale."
http://www.legge488.it/html/article.php?sid=170Sicilia

La Regione Toscana invece in un comunicato stampa del 9/11/2003 propone a
livello di idea, di premiare (con finanziamenti pubblici s'intende) i campi
da golf con un certificato ambientale.
"Le imprese turistiche possono avere un forte impatto ambientale. In futuro
l'adozione di una gestione più rispettosa nei confronti dell'ambiente
diventerà sempre più una sorta di biglietto da visita per godere di
agevolazioni al credito e di finanziamenti pubblici.Per rimborsare le
consulenze sostenute anche dai campi da golf che vorranno qualificare i
propri servizi ci saranno dal 2004 specifiche risorse, che serviranno a
coprire il 50% delle spese sostenute.
Per orientare le aziende che credono nello sviluppo sostenibile è nato anche
uno sportello ad hoc, che può essere contattato rivolgendosi all'ufficio
relazioni con il pubblico dell'Arpat: il numero verde è 800.800.400".
http://www.regione.toscana.it/primapagina/index.php?CODICE=3012&SOTT_C=63

Ogni progetto di percorso da golf e' quasi sempre accompagnato, prima o
dopo, dalla realizzazione di residence e villini.
Questa realizzazione si rende necessaria quando l'impianto viene realizzato
quando viene proposto in percorsi golfistici distanti dai grossi centri
(ovvero quasi sempre)e la motivazione economica e' quella di garantire un
ritorno economico dei notevoli investimenti necessari alla realizzazione
delle stesse strutture.
Negli Usa il 40% dei circoli sono passati dalla gestione privata a quella
pubblica per problemi economici. Il rapporto tra numero di iscritti e
circoli indica in generale un dato elevato di numero di campi per giocatori.
In Italia i golfisti tesserati sono 56.000 per 262 campi con una media di
214 giocatore per campo contro i 2.000 giocatori per campo degli USA e i
meno di 1.000 per Olanda e Giappone.

Dunque ciò spiega il perché numerosi club sono minacciati di fallimento.
Come esempio può essere citato il fallimento del club di Schladming in
Austria con 21 milioni di vecchi scellini di debiti.
Ma anche in Sardegna ne sanno qualcosa di cosa voglia dire gestire il green.
Is Molas (comune di Pula), a 20 minuti da Cagliari, è considerato l'impero
del golf isolano ma entro il dicembre del 2003 campi, terreni e albergo,
dovranno essere venduti all'asta a causa di un forte passivo di circa 300
miliardi di vecchie lire. 6.500 i creditori, tra questi panettieri e
artigiani che da mesi attendono pagamenti arretrati. Numeri che spaventano i
nuovi possibili acquirenti tra i quali il presidente del Cagliari calcio
Massimo Cellino e l'imprenditore americano Tom Barrack.

Il quotidiano l'Adige del 7 novembre 2003 a proposito del progetto del campo
da golf in comune di Tonadico affronta in conclusione proprio la questione
di costi.Il testo fa il resoconto di una calda assemblea popolare e
riferisce:
"Sempre dal dibattito, Nicola Cemin: "Tranquilli, un conchiuso di giunta ha
stabilito per i campi da golf un contributo massimo per buca di 150.000 euro
e di 400 euro per metrocubo di edificato o ristrutturato; al resto ci
penseranno gli operatori".
Ma dopo? Chi sosterrà la spesa dei 300.000 euro annui, necessari per la
semplice gestione dell´impianto?"

http://www.parks.it/ilgiornaledeiparchi/2003-11/rassegna.stampa/07.html

Da segnalare un altro fallimento, quello della "promozione Golf Abruzzo"
presso il comune di Miglianico, citato dalla delibera della Giunta Comunale
n.62 del 15/4/2002, che porta come oggetto la richiesta di acquisto aree all
'interno del campo da golf.

http://www.miglianico.org/Sportello%20informativo/delibere/delibere%20giunta
.php

A evidenziare una difficoltà finanziaria del settore golfiistico italiano è
un articolo del Corriere della Sera dove nel 2003 si invoca lo stato di
calamità naturale per presunti danni subiti dai campi a golf.
"..Per questo il golf italiano denuncia lo stato di calamità naturale e
chiede l'intervento del Credito Sportivo. L'estate ha desertificato i campi
di gioco e rischia di mandare in crisi il settore. L'allarme lanciato nei
giorni scorsi sul Corriere della Sera da Bruno Bizzozero, presidente del
comitato lombardo, è diventato nazionale. E la Federgolf l'ha fatto proprio
attraverso il vertice che fa capo a Franco Chimenti.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/09_Settembre/14/golf.shtml

Anche a livello europeo è stato sollevato il problema della correttezza
delle sovvenzioni pubbliche per i campi da golf.
Esiste un autorevole parere quello della Corte dei Conti Europea che nel
1998 nella sua lettera settoriale a proposito della Baviera (Germania) ha
affermato che "le sovvenzioni ai campi da golf fornite nel quadro di tale
programma (Quadro Comunitario di Sostegno ndr) sono spesso in contrasto con
questo".Contestato è il tentativo di far passare i percorsi golfistici sotto
la voce agriturismo proprio per poter godere dei fondi europei.
http://europa.eu.int/eur-lex/pri/it/oj/dat/1999/c_341/c_34119991129it0105010
5.pdf

LE ASSOCIAZIONI DEI GOLFISTI

E' in atto il tentativo (a livello internazionale e internazionale) da parte
delle Federazioni del Golf di presentare il golf
sotto un aspetto unicamente positivo e di minimizzare tutti i suoi
documentati impatti negativi.
La disciplina viene propagandata come ecologicamente sostenibile e
addirittura utile alla natura.
Per questo motivo è nato un programma di certificazione ambientale
denominato: "Impegnati nel Verde" un progetto europeo che fa capo alla
Committed to Green Foundation e ha lo scopo di fornire una sorta di patente
di ecocompatibilità a tutti i gestori di impianti sportivi interessati ad
una "migliore interazione tra sport e ambiente".
L'adesione al progetto è volontaria e "l'obiettivo è quello di ottenere un
miglioramento continuo nel rapporto tra il golf e l'ambiente circostante"
..Malgrado le dichiarazioni ufficiali si tratta di una sorta di
autocertificazione che in nessun passaggio prevede il controllo di un organo
davvero indipendente.In sostanza è il programma è verificato dalle stesse
Federazioni golfistiche nazionali.

http://www.federgolf.it

Per cercare di smentire la convinzione comune che lo considera per
eccellenza lo sport d'élite, e' in corso uno sforzo enorme da parte delle
federazioni golfistiche e loro fiancheggiatori. Probabilmente allo scopo di
poter attingere ancora di più soldi dai fondi pubblici, per ripianare gli
alti costi di realizzazione e gestione, si cerca di presentare il golf come
disciplina aperta e alla portata di tutti.
Ma anche qui i dati parlano da soli.Quando si vanno a vedere i costi di
iscrizioni ai circoli o i prezzi di una mazza, risulta davvero difficile
sostenerne la sua accessibilità popolare.
Contemporaneamente la Federazione Internazionale del Golf si batte invano
per cercare di inserirsi all'interno dei Giochi Olimpici. Fin ora il CIO,
Comitato Olimpico Internazionale e' riuscito a respingere le forti pressioni
e il golf rimane ancora oggi fuori dalle Olimpiadi. Il golf potrebbe
diventare uno sport olimpico nel 2008; questa la questione che il World
Amateur Golf Council ha discusso con il Comitato Olimpico Internazionale.
Oltre al golf, altri sei sport sono in lizza per diventare olimpici; balli
da sala, bigliardo, body building, rugby, squash e surf.

ANTIGOLF NEL MONDO

Il Global Antigolf Movement ,
http://www.verdinrete.it/oristano/antigolf.htm

movimento mondiale antigolf, nasce ufficialmente in Asia negli anni '80 per
merito del giapponese Gen Morita, golfista pentito e convertito all'
ambientalismo tanto da considerare questa disciplina >.
Il 29 aprile di ogni anno si celebra la giornata mondiale antigolf, dopo un
raduno tenuto nella stessa data del 1993 in Malesia che aveva riunito gli
antigolfisti di tutto il mondo.
Oggi la rete internazionale antigolf ha spostato il suo baricentro dall'
Asia, all'Europa (in particolare nell'area mediterranea) dove le lotte di
molti comitati locali che si oppongono a nuovi progetti fanno parte dell'
attualità.

ASIA

- Filippine
La lotte tra contadini e società pro golf in Filippine e' diventata
drammatica e anche soggetto di alcuni film.
Due contadini che si opponevano al progetto di Nasugbu sono stati uccisi
proprio a causa della loro protesta contro il progetto della Hartbortown
golf, a 80 chilometri da Manila, erano Terry Sevilla e Roger Alla.

Ecco i siti dove e' possibile attingere alcune interessanti notizie.
- http://www.geocities.com/RainForest/Wetlands/8780/strug/looc/n000305.html
- http://www.geocities.com/kmp_ph/reso
- http://www.golfwar.org/score.htm

- Giappone
La deforestazione avvenuta in Giappone causate da un grande sviluppo dei
percorsi golfisti sono studiate in maniera seria e approfondita nel sito
http://www.american.edu/projects/mandala/TED/jpgolf.htm

Di presunti legami tra criminalità e investimenti turistici legati al golf,
riporta il sito
http://www.narcomafie.it/news_archivio/news_2001_17.htm

AMERICA

- Messico
E' forse qui che e' avvenuta la più famosa lotta, finita anche su organi d'
informazione prestigiosi (The New York Times, Le Monde e Il Manifesto)che si
riferisce al progetto del Consorzio finanziario multinazionale KS: struttura
turistica con annesso golf. Dal 1995 in poi l'opposizione arrivo' ad
occupare il palazzo municipale di Tepoztlan , nello stato del Morelos, con
ben 4.000 persone.
Nel sito Internet
http://www.ipsnet.it/CHIAPAS/1tepoz.htm
si possono trovare tutti i particolari.

- USA
In un comunicato stampa l'EPA, l'Agenzia per l'ambiente degli USA parla
della distruzione delle zone umide nell'area di Filadelfia.
http://www.epa.gov/region03/r3press/pr98-17.htm
Un'azione dell'associazione Sierra Club contro un campo da golf nel Parco di
Occoneechee la lsi puo' trovare nel sito Internet
http://virginia.sierraclubaction.org/showalert.asp?aaid=32

- Hawai
Nella costa est dell'isola, distretto di Kona sud, dopo lunga battaglia e'
stato realizzato un progetto, nonostante la raccolta di firme contrarie di
diverse migliaia di persone. La storia nel sito
http://www.earthisland.org/journal/golf.html

- Canada
Un appello per salvare il Parco di Joseph Davis da un progetto golfistico e'
contenuto nel sito
http://www.nfwhc.org/current/josephdavis.htm
La Federazione dei naturalisti dell'Ontario ha preparato un suo manifesto
contro il golf nel parco provinciale di Bronte Creek .
http://www.geocities.com/RainForest/Vines/7336/reasons.htm

- Australia
La storia del rigetto da parte del Consiglio Comunale della città di
Brisbane (Queensland) si può' leggere nel sito
http://www.rag.org.au/minnippi/default.htm

EUROPA

- Spagna
Anche qui il golf ha conosciuto un grandissimo sviluppo e ora sta
incontrando notevoli opposizioni. e' stato una delle cause del
prosciugamento del Coto Donana, una delle aree umide e delle riserve
naturali più conosciute in Europa.
Nel sito Internet
http://viaverda.dhs.org/golf_index.html
sono raccolte le principali lotte, in prevalenza portate avanti da comitati
e associazioni della Catalogna (Cerdanyola a
Collserola,Torrebonica).Manifestazioni, biciclettate sono state fatte nell'
ultimo anno con discreto successo, anche con oltre 5.000 partecipanti.
http://www.greenpeace.es/costas/home2.asp?PagePosition=2
Greenpeace, anch'essa in prima linea, evidenzia il legame tra il Piano
Idrologico Nazionale della Spagna (PHN) e i campi da golf che attingeranno
dal trasversamento del fiume Ebro.
http://www.agroterra.com/noticias/resultados_noticias.asp?IdNoticia=3955
- Gran Bretagna
Un agricoltore inglese esprime tutta la sua protesta contro un progetto che
metterebbe sul lastrico la propria azienda.
http://www.savearnold.co.uk

ALTRI PAESI

Anche in Croazia sembra essere scoppiato un vero e proprio boom golfistico e
le associazioni ambientaliste locali sono intervenute esprimendo
preoccupazione.
Complessivamente la Giunta regionale istriana aveva promosso l'apertura di
ben 13 campi, ma opposizioni e mancanza d'acqua hanno fermato il progetto. A
Cittanova ed Albona l'iter amministrativo appariva più semplice, ma anche
qui tutto al momento(2003) risulta fermo. Vedioamo quali sono i gli altri
progetti.
Un'impresa americana la G-Squae Inc vorrebbe realizzare 4 campi da golf
insieme a tre villaggi turistici e annessi nelle municipalità' di Orsera e
San Lorenzo nello splendido Canale di Lemme.(Il Piccolo 10 novembre 2000)
Un secondo progetto riguarda la zona chiamata Valica, nel Pinguentino a poca
distanza dal lago di Bottonego. Stavolta le polemiche sono legate al fatto
che il terreno dove e' previsto il golf e' un sito dove abitualmente si
reccolgono i tartufi.Per Bruno Poropat, presidente del Comitato Regionale
istriano per la biodiversita' e pure il piu' noto micologo croato
prof.Romano Bazac, estirpare gli alberi per far posto al golf sarebbe un
delitto ambientale.(Il Piccolo 19 settembre 2000).
Terzo polo golfistico proposto quello della penisola di Merlera, nel
meridione dell' Istria.(Il Piccolo 6 ottobre 2000)
Un altro progetto, non lontano dalla Croazia, ma in territorio italiano, e'
quello di Muggia nel bosco di Punta Ronco. Oppositori dichiarati e uniti
tutti gli ambientalisti locali.
(Il Piccolo 3 ottobre 2000)
La Procura della Repubblica di Padova ha aperto un'inchiesta ipotizzando il
reato di truffa per quattordici imprenditori veneti per un progetto
immobiliare di 2300 appartamenti ed un campo da golf in Croazia, a Punta
Salvare, Golfo di Pirano, non lontano da Portorose..Ne da ampiamente notizia
il quotidiano La Repubblica il 5 dicembre 2003. La vicenda si riferisce all'
acquisizione di una società croata la Kemco da parte di una cordata di
uomini politici vicno alla Lega di Umberto Bossi.

- Malta
Formato da 19 ONG e dal partito dei Verdi di Malta, il fronte antigolf e'
anche adesso molto attivo e mette assieme diverse associazioni, anche di
contadini locali. Infatti circa 100 agricoltori rischiano di perdere la loro
terre a causa dello sviluppo di un percorso golfistico. Vanta al suo attivo
anche diverse manifestazioni pubbliche.
Un sito Internet, in inglese e maltese, ricco di foto e documenti, ne
riassume la sua attività'. Nel luglio scorso a La Valletta si e' svolta una
grossa manifestazione.
http://nogolfmalta.cjb.net

Notizie di contestazioni e presenze antigolf giungono anche da altri paesi
mediterranei come Cipro e in Grecia (da parte del WWF).
http://www.hri.org/news/cyprus/cmnews/1999/99-04-24.cmnews.html

ANTIGOLF IN ITALIA

Le prime denunce alla magistratura risalgono agli anni'90 in Lombardia,
contro i progetti del Golf Club di Tolcinasco, nel parco agricolo sud di
Milano, e di Besate nel Parco della Valle del Ticino.
Azioni che hanno portato a risultati concreti e per certi versi clamorosi
come una condanna definitiva per il fratello del Presidente del Consiglio,
Paolo Berlusconi.

"È stata confermata dalla sesta sezione penale della Cassazione la condanna
a un anno di reclusione per l'imprenditore Paolo Berlusconi.L'accusa per il
fratello del cavaliere era di corruzione per il pagamento di tangenti, ad
amministratori del Comune milanese di Pieve Emanuele, finalizzate in questo
modo a ottenere la licenza per realizzare il campo da golf di Tolcinasco. Il
progetto del Berluschino prevedeva anche la costruzione della modica
quantità di 200 appartamenti per i giocatori.Così la suprema corte ha
confermato il "verdetto" di secondo grado emesso, tramite patteggiamento,
dalla Corte di Appello di Milano nell'ottobre del 1997. In particolare i
supremi giudici hanno rigettato del tutto, oltre al ricorso di Paolo
Berlusconi, anche quello di Franco Francescato e Vittorio Martinetti: in più
sono stati condannati anche al risarcimento delle spese processuali e degli
onorari del comune di Pieve Emanuele, che in questo processo si era
costituito parte civile.".
Testo tratto dal quotidiano La Padania del 7 maggio 1998 e dal sito Internet
http://old.lapadania.com/1998/maggio/07/070598p15a9.htm

Sempre per i danni ambientali causati dall'impatto della costruzione del
medesimo Golf Club di Tolcinasco, il sindaco del Comune di Pieve Emanuele
(Lombardia) Francesco Argeri (Ds), ha chiesto nel 2002, attraverso una causa
civile, un risarcimento-record di dieci miliardi di lire (5 milioni di euro)
al già menzionato Paolo Berlusconi.
http://www.dslombardia.it/2002/PressLomb/rsac-21010pievegolf.htm

Per difendere le colline bolognesi sorse il comitato di Ozzano in
opposizione al Golf Club Abbadessa, ma dopo la realizzazioni di tanti,
troppi campi, la situazione sembra diventare esplosiva. Raccolte firme,
lettere, ooservazioni alla VIA e anche azioni giudiziarie stanno conseguendo
concreti risultati.

Ma vediamo oggi, in questo nostro sommario elenco (dal Trentino, alla
Sardegna), dove si trovano le principali opposizioni ai golf in Italia.
-Marocche di Dro
Polemiche e opposizioni a non finire apparentemente concluse con una vera e
propria vittoria popolare degli antigolf. Contro il campo di Marocche ,
località presso Dro a 5 Km da Riva del Garda, la mobilitazione era stata
imponente,ma la vicenda sembra ancora aperta. Nonostante una consultazione
popolare, un referendum, sia stato indetto dai consiglieri comunali contrari
al progetto abbia dato un responso negativo, i proponenti il percorso
golfistico non siarrendono.
Il 14 novembre 1999 il green venne infatti bocciato da circa il 55% degli
elettori.
"Democrazia e ambiente sono irrisi, quando a distanza di due anni dal
referendum popolare che aveva espresso una volontà contraria, si ripropone
il campo da golf nel biotopo delle Marocche di Dro.
La vicenda ha ancora vasta eco sui giornali e su Internet .
http://www.larena.it/storico/20011111/provincia/04ac.htm

http://www.questotrentino.it/2001/20/Int_MIcheli.htm

http://www.altronovecento.quipo.it/numero4saggi5.html

-Tenno (Trento)
Il referendum sembra essere lo strumento più diffuso ed efficace nell'alto
Garda, stavolta sono stati direttamente i cittadini a raccogliere le firme
necessarie, a termini di Statuto comunale, per dare la possibilità' a tutti
di esprimersi
Sara' forse Tenno il secondo comune italiano, dopo Marocche, a effettuare un
referendum comunale proprio sull'opportunità di realizzare o meno un
percorso golfistico. La data della consultazione popolare, dovrebbe essere
fissata dal comune. Il progetto e' difeso dall'ente locale che lo ritiene,
anche questa non e' una novità, "opera di pubblico interesse".
La commissione urbanistica (tutela paesaggio e territorio) e il servizio
geologico della Provincia di Trento, hanno dato un parere negativo in merito
al progetto golf a Tenno. Paesaggisticamente irrealizzabile perché
rovinerebbe l'armonia di campi, boschi e terrazzamenti che contraddistingue
l'area sulla quale doveva essere realizzato parte del campo.

Intanto a
-Pietramurata, un'altro paese trentino della valle dei laghi, è stato
realizzato un piccolo campo prova (3 buche) su iniziativa (e soldi) di
privati , inaugurato con tutti gli onori e in pompa magna, con gli assessori
che auspicavano quanto prima la realizzione di un vero 18 buche, ma al primo
acquazzone c'è stato uno smottamento che ha interessato parte dell'area del
campo.

-Tonadico (provincia di Trento): vasto il dibattito suscitato dal progetto
nella Val dei Canali.

http://www.quotidianiespresso.it/corrierealpi/arch_22/belluno/valsugana/av30
1.htm

Il 6 novembre 2003 si è svolta un'assemblea popolare di cui da notizia il
quotidiano l'Adige del giorno successivo.

"Più che dibattito, c´è stata una chilometrica esposizione del progetto,
circoscritto alle 9 buche ma di fatto tendente alle 18, e l´elencazione
delle varie tappe burocratiche e temporali nei vari passaggi di competenze.
Poco spazio al resto.
"Primiero viva" ha presentato un documento di nutrite e puntuali
osservazioni negative, depositate entro i termini al Via e in parte
analizzate nel corso della serata da Daniele Gubert. Altri pareri sono
arrivati o stanno arrivando al Via dal Comprensorio ("parere positivo - è la
risposta finale - precisando che esso non costituisce premessa per la
partecipazione finanziaria degli enti locali, in quanto non esistono
sufficienti elementi di ordine economico a supporto dell´intervento") e dal
Parco.Parco, che per bocca del suo presidente Sergio Bancher, ha
sottolineato come non possano esserci spazi per un ripensamento: "Quella è
la confermata destinazione urbanistica della zona, ci piaccia o non ci
piaccia". Parco che, carta-parere canta, solleva, però, delle perplessità:
"Soltanto avvalendosi di una più accurata analisi di tutti gli aspetti del
progetto si potrebbero esprimere valutazioni conclusive più verificate.
Valutazioni che, comunque, spettano sostanzialmente ad altri. La preminenza
delle priorità da perseguire inciderà in termini concreti sulle complessive
valenze ambientali del territorio interessato"Non ci sono timori finanziari
nell´affontare l´avventura di 1.500.000 euro."

dal sito
http://www.parks.it/ilgiornaledeiparchi/2003-11/rassegna.stampa/07.html
Per il medesimo progetto in Val Canali, il 22 ottobre 2003 la Società
Alpinistica Tridentina (S.A.T.) ha partecipato alla procedura di Valutazione
d'Impatto Ambientale presentando nelle sue puntali osservazioni scritte, una
netta contestazione al sito individuato. Il testo completo di 14 pagine è
scaricabile al sito Internet
http://www.sat.tn.it/tam/golf_val_canali.pdf

-Pieve Tesino (provincia di Trento)
Con una procedura semplificata di VIA la Giunta provinciale di Trento ha
dato il suo assenso, il 18 agosto 2000, con prescrizioni, all'ampliamento a
9 buche del Golf Club La Farfalla sul Col Danè.
http://www.regione.taa.it/giunta/bu/2000/parteprimaseconda/bupdf/BO420001.pd
f#page=26


-Trieste: la polemica, anche nel 2003, tra WWF e amministrazione comunale
monta per il raddoppio del campo da golf di Padriciano

http://ambiente.triesteincontra.it/wwf/stories/storyReader$450
http://ambiente.triesteincontra.it/wwf/stories/storyReader$621
La sezione WWF di Trieste ha espresso un giudizio negativo sul progetto di
"raddoppio" (da 9 a 18 buche, su una superficie che passarebbe da circa 22 a
45 ettari) del campo di golf di Padriciano, sul Carso triestino. Lo ha fatto
esprimendosi - nelle osservazioni nell'ambito della procedura di VIA - sugli
elaborati integrativi presentati dal "Golf Club Trieste". Il progetto è
stato in effetti modificato rispetto alla prima versione, allo scopo di
ridurre il sacrificio di ambienti naturali che aveva motivato vari pareri
negativi (tra i quali quello del WWF, espresso la scorsa estate). Il WWF
osserva però che anche il nuovo progetto, se realizzato, comporterebbe
rilevanti sacrifici di aree boscate e prati, comprese alcune di particolare
valore naturalistico per la presenza di biocenosi pregiate dell'ambiente
carsico. Inoltre il progetto prevede che una parte delle perdite di questi
ambienti naturali siano "compensate" da altri interventi (creazione di un
laghetto, manutenzione mediante pascolamento di aree di landa carsica),
indicati però assai sommariamente : il WWF osserva che non esiste alcuna
garanzia sull'effettiva attuazione ed efficacia di tali compensazioni. In
ogni caso, anche se ciò venisse realizzato, rimane il fatto che un danno
naturalistico rilevante si produrrebbe nelle aree interessate dal progetto,
il quale riguarda pur sempre una struttura destinata ad attività ludiche di
élite, priva anche di ricadute socio-economiche.
http://www.wwf.it/ambiente/rassegna/182.pdf

-Cortina d'Ampezzo
Il caso e' finito persino anche sulle pagine del settimanale nazionale
Panorama con un articolo di Giacomo Amadori (n.12 del 21/3/2002). In
pericolo è il bosco di Fraina a pochi centinaia di metri dal centro di
Cortina d'Ampezzo. Il progetto e' stato approvato dal comune, ma incontra
fra le altre le opposizioni dei proprietari dei terreni su cui dovrebbe
sorgere.
http://www.mondadori.com/panorama/area-2/10052_1.html
(la pagina web è stata rimossa dal sito del settimanale, ma può essere
richiesta all'autore).
L'assemblea dei "Regolieri" di Cortina ha dato un via libera al progetto non
senza perplessità, con 558 favorevoli e 171 contrari. Le "Regole" d'Ampezzo
gestiscono la circostante proprietà collettiva agro-silvo-pastorale.Si
tratta di una proprietà collettiva che sta fra il diritto pubblico e quello
privato, indivisibile e inalienabile. Non può essere venduta ne divisa e la
destinazione d'uso deve restare tale e quale.
(Corriere delle Alpi del 7 settembre 2003). Nel dicembre 2003 è nato il
Comitato Emergenza Difesa Terra con primo dossier in produzione sul campo da
golf.

-Momperone
E' polemica su un progetto che dovrebbe essere finanziato dalla Regione
Piemonte per sei milioni di euro.I Comitati Scrivia ospitano un articolo di
AntonelloBrunetti.
http://www.comitatiscrivia.it/ambiente18.htm

-Macugnaga
Il circolo Verbano di Legambiente di Verbania, Piemonte, con la presidente
la d.ssa Amelia Alberti, interviene in aperta contestazione di un campo da
golf a Macugnaga con delle osservazione alla variante del Piano Regolatore.
http://www.legambienteverbano.com/ottobre2003/golf_a_macugnaga.htm
http://www.legambienteverbano.com/luglio2003/macugnaga.htm

-Sizzano
Ricorso al TAR presentato dal WWF contro la costruzione del complesso
alberghiero-turistico a Sizzano, con annesso impianto golfistico (Piemonte)
.
http://www.wwfpiemonte.com/notizie/011.htm
http://www.wwfpiemonte.com/notizie/011.htm

-Noli
Il WWF di Savona sostiene che ''un'eventuale realizzazione dell'impianto da
golf stravolgerebbe una zona soggetta a regime di tutela (area carsica) per
la complessita' e le specifiche peculiarita' naturali ed ambientali che la
contraddistinguono. Qui il piano prevede la realizzazione di 30 mila metri
cubi di volumetrie edilizie.Per questo il WWF di Savona contesta duramente
l' approvazione della variante integrale al Prg del Comune di da parte della
Regione Liguria''.(ANSA Ambiente 10/11/2003 13:05)
http://notizie.msn.it/ambiente/notizie/notiziari/regioni/2003111013053275007
6.html

-Imperia
Sul quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione del 20 luglio 2003
arriva l'eco del maxiprogetto del porto di Imperia che comprende anche un
campo da golf considerato opera socialmente utile.
http://members.xoom.virgilio.it/infocontro/CosaPrc03/cosa452.htm

-Ravenna
Il 14 aprile 2003 è stata pubblicata la deliberazione con cui la Giunta
comunale di Ravenna ha certificato la Valutazione di Impatto Ambientale
negativa sul progetto di impianto golfistico di Casalborsetti, presentato
dalla società Marina di S.Vitale nel settembre 2002.
Interessanti, come rilevato in precedenza, i lavori della Conferenza che ha
svolto la procedura di VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale).L'organismo ha
iniziato i lavori il 24 ottobre 2002 e li ha conclusi il 23 marzo. Essa ha
sostituito tutte le autorizzazioni, licenze, pareri e altre competenze varie
in materia di tutela ambientale e paesaggistica territoriale di competenza
dei vari enti pubblici interessati. Hanno dunque composto la Conferenza i
rappresentanti dei servizi Ambiente del Comune e della Provincia di Ravenna,
dell'ente Parco del Delta del Po, dell'ARPA, dell'AUSL, della Soprintendenza
ai beni ambientali e del Consorzio di bonifica Romagna Centrale.
L'area interessata dal progetto sorgeva tra Casalborsetti e il fiume Lamone,
a ridosso della risarina e della pineta. E' compresa, per 143 ettari su 595,
nella zona di pre-parco classificata come pSIC (Sito di Interesse
Comunitario della Rete Natura 2000) e denominata: "Pineta di Casalborsetti,
Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini". Comprende anche le seguenti zone
disciplinate dal PTRP (Piano Territoriale Regionale Paesistico) tramite il
PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale): zone di tutela della
costa e dell'arenile; zone di partico