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giovani al telefonino
- Subject: giovani al telefonino
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 29 Jul 2003 08:12:14 +0200
il manifesto - 20 Luglio 2003 Comunità ristrette disegnate al cellulare Strumento di isolamento del singolo dal mondo o prolungamento delle possibilità di comunicazione? BARBARA RONCAROLO «Lo tengo sotto al cuscino. Così anche quando dormo ho il mio telefonino vicino a me». A parlare è una diciottenne intervistata da Demos. L'istituto britannico di ricerca ha analizzato il rapporto che le persone hanno con il proprio telefonino, trovando curiose implicazioni psicologiche e sociali. Per molti è uno strumento rassicurante: «è mio amico, anche quando sono in un posto dove non conosco nessuno so che lui c'è». La sua presenza dà sicurezza perché anche nella situazione più drammatica il telefonino è lì. Per le ragazze è addirittura come una piccola guardia del corpo personale, utile in caso di pericolo. E comunque, senza andare nello specifico, il concetto chiave è «se sei connesso non sei più solo», perché hai con te una specie di cyber-animaletto domestico che fa compagnia. Anzi, gli studiosi sono arrivati a considerare il telefonino un'estensione della persona, capace di definire la propria identità. Non a caso in Finlandia è diventato di uso comune un neologismo inventato da Nokia per definire il cellulare; la parola è «kanny» e significa appunto «prolungamento della mano». Per i più giovani questo concetto è evidente: la ricerca della suoneria, della cover o del gadget da applicare all'apparecchio (moda particolarmente diffusa in Giappone, dove i telefonini vengono addobbati con campanellini, pupazzi e gioielli) sono la prova che i teenager attraverso di lui definiscono il proprio stile e manifestare la propria personalità. Sempre analizzando un campione dai 15 ai 25 anni, i ricercatori inglesi hanno notato il portatile dà ai ragazzini la sensazione di essere più indipendenti: non farsi chiamare a casa, ma direttamente sul proprio telefono, offre la sicurezza di gestire i propri rapporti in maniera riservata, eludendo la sorveglianza degli adulti. Ed è proprio questa dimensione altamente privata del cellulare che rende diffidenti i più critici. Secondo alcuni questo mezzo sarebbe responsabile dell'isolamento sociale delle persone che evitando i contatti con il resto del mondo, si chiuderebbero nelle comunicazioni cellulari tra conoscenti. La ricerca di Demos tuttavia segnala che non ci sono prove scientifiche al riguardo, ma semmai che il telefonino ridisegna i rapporti sociali, dando vita a insolite forme di aggregazione. Per sostenere questa tesi prendono il caso degli Sms, considerati la vera rivoluzione mobile. Una delle loro funzioni è di tenere in contatto persone che si frequentano poco: lo dimostrano i picchi di traffico che si registrano a Natale, San Valentino o in altre ricorrenze affettive. Ma i messaggini permettono anche di mantenere unite delle piccole comunità. All'opposto di Internet, che è globale e mette in comunicazione anche persone lontanissime che non si sono mai viste in faccia, il cellulare si esprime bene in contesti «locali». È il tramite di gruppi ristretti, che comprendono una cerchia limitata di persone con i quali c'è già un rapporto confidenziale: familiari, colleghi di lavoro, ma soprattutto amici. Se si tracciasse per ciascuno una mappa dei contatti che intrattiene via Sms ne risulterebbe un circuito speciale, accomunato persino da affinità di linguaggio. Importante in questo caso è la dimensione psicologica. Le comunicazioni via sms sono esclusive: ogni messaggio è un piccolo regalo da spacchettare. E' indice di un rapporto confidenziale con l'altro, un segno di amicizia, di intimità. Per molte coppie i messaggini sono pensieri da conservare, comunicazioni preziose e rapide che servono anche solo per dire: «non sono lì con te, ma ti sto pensando». Per molti è il modo per superare la timidezza ed esprimere in maniera informale emozioni difficili da spiattellare a quattr'occhi: per sciogliere la tensione e riappacificarsi dopo un litigio, iniziare un corteggiamento, chiudere una relazione amorosa. Recentemente la comunicazione è diventata anche collettiva: il telefonino è utilizzato per chattare con diverse persone simultaneamente, ricreando una comunità in movimento che segue le regole di un moderno nomadismo. La chiave è la lista dei buddy, gli amici ammessi. In Giappone per esempio la lista è quanto mai importante, dal momento che il gestore Ntt DoCoMo ha lanciato un servizio di localizzazione degli amici. A chi lo richiede, il cellulare segnala quando uno dei buddy è nelle vicinanze. Così, oltre a chattare, ci si può anche incontrare. La capacità aggregante del cellulare secondo i ricercatori è indubbia. Per questo invitano a sviluppare applicazioni che possano coordinare attività sociali. Ma il richiamo per gli studiosi va soprattutto alle amministrazioni. Questo mezzo giovane e agile andrebbe sfruttato per ristabilire un dialogo con i cittadini, offrendo loro servizi interattivi, che tengano conto delle esigenze di una vita sempre più mobile.
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