la prossima finanziaria



da la voce info
10-07-2003

Il contratto da rinnovare
Tito Boeri

Il 27 settembre 1994, trecento candidati repubblicani al Congresso degli
Stati Uniti, sottoscrissero un celebre "Contract with America" in cui si
impegnavano a passare otto grandi riforme nell'arco di una legislatura di
soli due anni. In caso contrario, autorizzavano gli elettori a "buttarli
fuori dal Congresso" (letteralmente "throw us out") anzitempo.
Il "Contratto con gli italiani" sottoscritto davanti ai teleschermi dal solo
Silvio Berlusconi prima delle elezioni del 13 maggio e "reso valido e
operativo" da quel voto, è molto meno impegnativo. Sono solo cinque le
promesse fatte, da rispettare nell'arco di ben cinque anni. Nessun invito
agli elettori a cacciare via il premier inadempiente prima della fine del
mandato. Anzi un'astuzia: bastano anche solo "quattro su cinque traguardi" a
permettere al sottoscrittore di "ripresentare la sua candidatura alle
successive elezioni politiche". Newt Gingrich, l'ispiratore del "Contract
with America", il vero inventore di questi finti contratti - finti perché
non sanzionabili - fu, di lì a poco, accusato di conflitto di interessi e
bombardato di critiche all'interno del suo stesso partito. L'ambizioso
programma dei Repubblicani non venne portato a termine, ma non furono
cacciati a forza dal Congresso. Né si dimisero per coerenza con se stessi.
Il precedente non è rassicurante, ma il presidente del Consiglio ha ancora
tre anni di tempo per avvicinarsi ai traguardi del "contratto". Vediamoli,
al di là del loro merito, uno per uno e misuriamo la distanza che da questi
ci separa.

Lavoro

Silvio Berlusconi si è impegnato a "dimezzare il tasso di disoccupazione,
con la creazione di almeno 1 milione e mezzo di posti di lavoro". Questo è
il traguardo cui il Governo si è avvicinato di più, ma senza colpo ferire,
sulla scia di riforme (come il Pacchetto Treu) varate nella scorsa
legislatura. L'unica misura attuata sin qui è stata il recepimento, nel
giugno 2001, della direttiva comunitaria sui contratti a tempo determinato.
Paradossalmente, sono proprio questi contratti ad avere perso importanza
negli ultimi due anni. Nei quali il tasso di disoccupazione è calato dal 9,6
all'8,9 per cento e sono stati creati circa 650mila nuovi posti di lavoro.
Importante sottolineare che, dei cinque, è l'unico traguardo non-politico,
vale a dire che può essere realizzato anche a prescindere dall'azione di
Governo. Forse con maggiore rigore, ma meno astuzia, Newt Gingrich aveva
fissato i propri obiettivi solo in termini di riforme da varare dai
rappresentanti al Congresso.

Pensioni

Da candidato premier, Berlusconi si è impegnato a "innalzare le pensioni
minime ad almeno un milione di lire al mese". Basta visitare il sito dell'
Inps per scoprire che a fine 2002 c'erano ben otto milioni di pensioni
(escludendo le pensioni e gli assegni sociali) inferiori a 500 euro al mese.
Per portarle tutte al milione di vecchie lire ci vorrebbero 17 miliardi di
euro, circa un punto e mezzo del Pil. Ma forse Berlusconi si riferiva,
anziché alle pensioni, ai redditi dei pensionati (come è noto, si può
ricevere più di una pensione). Bene, anche in questo caso - secondo i dati
Istat - quasi due milioni di persone (per l'esattezza 1 milione e
ottocentomila) mancavano all'appello a fine 2002. Non c'è da stupirsi perché
gli aumenti sono stati concessi, nel gennaio 2002, solo agli
ultra-settantenni con redditi di coppia inferiori ai 6.800 euro. Supponendo
che l'integrazione sia anche solo di 100 euro al mese per pensionato, per
raggiungere il traguardo ci vorrebbero altri 2 miliardi e mezzo di euro.

Riforma fiscale

Il contratto prevede "l'abbattimento della pressione fiscale" con l'
esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire (pari a circa 11 mila
euro) e l'articolazione delle aliquote su due livelli: 23 per cento fino a
200 milioni di lire (100 mila euro) e 33 per cento al di sopra di questa
soglia. Si prevede, inoltre, la soppressione della tassa di successione e di
quella sulle donazioni. Quest'ultimo obiettivo è stato immediatamente
realizzato. Quanto al primo, la mini-riforma fiscale contenuta nella
Finanziaria 2003, non ha in nessun caso raggiunto l'obiettivo: l'esenzione
concessa, differenziata per categorie di contribuenti, è compresa fra i 3
mila e i 7500 euro. Inoltre, solo i redditi fino a circa 15 mila euro sono
soggetti all'aliquota del 23 per cento. Per tutti gli altri, le aliquote
vanno dal 29 al 45 per cento. Tenendo ferme le originarie stime del
ministero dell'Economia sul costo complessivo della riforma (21-23 miliardi
di euro), il suo completamento dovrebbe costare ancora tra i 15 e i 17
miliardi di euro circa (si veda Giannini e Guerra).

Infrastrutture

Il contratto prevede "l'apertura dei cantieri per almeno il 40 per cento
degli investimenti previsti dal Piano decennale per le grandi opere". Si
tratta di circa 35 miliardi di euro, vale a dire quasi tre punti di Pil e
c'è chi sostiene che alcune stime di costo siano inverosimilmente basse. Una
parte di queste opere (per quasi 13 miliardi di euro) potrebbe rientrare nel
piano di investimenti europei predisposto dalla Presidenza italiana della Ue
(si veda Giavazzi, 19-06-2003). Ma non è affatto detto che riesca a
decollare prima del 2006, soprattutto se sarà coinvolta - anche per eludere
il Patto di stabilità e crescita - la Banca europea degli investimenti, meno
soggetta al richiamo del ciclo elettorale. Anche se il contratto parla di
"apertura di cantieri", è, inoltre, legittimo pensare che gli elettori
apprezzeranno di più il completamento di qualche opera piuttosto che la
formale apertura di lavori che, nella migliore tradizione italiana,
potrebbero andare avanti all'infinito (si veda Massimo Riserbo).

Criminalità

Berlusconi si è impegnato a introdurre "l'istituto del poliziotto o
carabiniere o vigile di quartiere nelle città" e a ottenere "una forte
riduzione del numero di reati". Nella stragrande maggioranza delle città
questo istituto, per la verità sperimentato senza grande successo negli
Stati Uniti, non esiste ancora. I dati sui delitti per cui è iniziata un'azi
one penale vanno presi con le pinze dato il gran numero di reati che non
vengono denunciati (comprensibile perché non si trova il colpevole in
quattro casi su cinque). Ci dicono, tuttavia, che c'è stato un incremento
nel numero di reati nel primo anno del Governo Berlusconi (si veda
Galeotti). Anche alla luce di queste statistiche, sono forti le pressioni
nella maggioranza per investire di più in sicurezza: il responsabile di AN
per la sicurezza (Filippo Ascierto), sul Sole24ore del 5 luglio, ha chiesto
risorse "tra i 2 e 3 miliardi di euro, da destinare a uomini, mezzi e
infrastrutture". Mentre importanti aumenti salariali sono già stati concessi
alla Polizia di Stato.

Un contratto molto costoso

Insomma, c'è molta strada da percorrere per onorare gli impresi presi. Anche
prescindendo dalla spesa per infrastrutture (che si cercherà di portare
fuori bilancio) ci vorranno permanenti riduzioni di entrata o aggravi di
spesa per circa due punti del Pil. Senza contare che nel frattempo si sono
aggiunte altre promesse "costose", alcune delle quali, come l'abolizione
dell'Irap (30 miliardi di euro), contenute in un testo di legge. Al Governo
nessuno sembra più farsi illusioni sul fatto che la riduzione della
pressione fiscale si possa "pagare da sé" con maggiore crescita. Dunque
bisognerà tagliare qualche capitolo di spesa. Una riforma previdenziale non
può "fare cassa" nell'immediato: anche una forte accelerazione della
transizione al "metodo contributivo" introdotto dalla riforma Dini
inizialmente porterebbe a risparmi di poco più di 2 miliardi di euro all'
anno. Non potendo incidere sulla spesa per interessi, le risorse dovrebbero
allora essere reperite riducendo la spesa per consumi pubblici, leggi
soprattutto stipendi degli impiegati pubblici. Si tratta di scelte delicate
per un Governo che sin qui ha sottoscritto contratti molto generosi per il
pubblico impiego e che ha di fronte rinnovi importanti (come sanità ed enti
locali).

Un "Dpef pesante"

Morale della favola: per avvicinarsi ai traguardi presi davanti ai
teleschermi, il nostro presidente del Consiglio ha probabilmente bisogno di
un nuovo contratto, che specifichi, questa volta, quali spese si intende
tagliare. E che andrà sottoscritto con gli alleati di Governo vincolandoli a
scelte politicamente difficili. Non ci sarà bisogno di scomodare Bruno Vespa
e chiedergli di trovare un tavolo di ciliegio più grande per la firma
collegiale del contratto. Il Documento di programmazione economica e
finanziaria 2004-8 dovrà comunque tracciare il programma di Governo da qui
alla fine della legislatura. Meglio che non sia reticente sul come e dove
tagliare. Dovrà essere un "Dpef pesante", non leggero come proposto in
questi giorni da alcuni membri della coalizione.  E se non c'è accordo su
quali spese tagliare, meglio stabilire subito a quali parti del programma si
intende rinunciare.


Data: 11-07-2003 21:48:00
Nome: Andrea Nardi
Oggetto: Analisi Isolate
Messaggio: Gentile professore Tito Boeri,
le scrivo questo piccolo commento per sottilineare il fatto che il suo
articolo analizza le mancate promesse elettorali di Berlusconi non tenendo
conto di un aspetto fondamentale: la congiuntura internazionale. Infatti
errori di valutazione sulle prospettive di crescita economica sono stati
commessi dalla maggior parte degli stati Europei. Una riduzione sensibile
delle tasse sarebbe stata possibile solo con un constante e consistente
aumento del pil annuo (2%,3%), non un misero 0,6%. Tremonti ha cercato di
creare le condizioni per portare di nuovo gli italiani a consumare visto che
la prospettiva lasciataci dall'undici settembre e dallo scoppio della bolla
speculativa non rassicurava le nostre famiglie. Il problema è stato che il
rientro dei capitali non ha finanziato niente di produttivo, e le persone
hanno preferito mantenere delle liquidità che investirle in qualche
progetto. Fino a che non ritroveremo la fiducia nell'econmia difficilmente
ci muoveremo da questa fase di stallo.
Risposta: Un forte rallentamento congiunturale era stato ampiamente previsto
e di questo per lungo tempo il Governo non ha voluto tenere conto. In ogni
caso, mi sono limitato a valutare quanto manchi al raggiungimento degli
obiettivi stabiliti nel contratto, al di là del merito degli stessi e delle
ragioni per cui questi obiettivi non sono stati raggiunti.

Cordiali saluti



Data: 11-07-2003 17:33:00
Nome: Dino Citta
Oggetto: poliziotto di quartiere
Messaggio: Molto interessante. Aggiungeri una piccola ma significativa
informazione. Sa, gentile Boeri, quanti sono i poliziotti/carabinieri di
quartiere a Roma, città di 3 milioni di abitanti?

Venti.

Cordialità.

Dino Citta
Risposta:



Data: 11-07-2003 14:10:00
Nome: Mario Sberna - Brescia
Oggetto: Regolarizzazione Immigrati
Messaggio: Il Prof. Tito Boeri sottolinea giustamente l'aumento degli
occupati in Italia; vorrei solo ricordare che buona parte di questo aumento
è dovuto semplicemente ad una sanatoria sull'immigrazione (Legge Bossi-Fini)
che ha di fatto regolarizzato molti lavoratori in nero. Mi sembra un aspetto
importante eppure per nulla evidenziato dai commentatori politici. Senza
questa sanatoria, il numero di coloro che hanno trovato lavoro in
quest'ultimo anno sarebbe stato, almeno ufficialmente, molto inferiore.
Cordiali saluti,
Mario Sberna - Brescia
marioegle at libero.it
Risposta: Concordo con lei. Soprattutto nella crescita occupazionale del
primo trimestre 2003, rilevata dall'Istat, ci potrebbe essere un effetto
sanatoria immigrati. Questo è coerente con il profilo territoriale della
crescita occupazionale (concentrata al Nord) e con l'aumento degli occupati
rilevato nell'edilizia, in cui trovano lavoro molti immigrati.

Tito Boeri