I vostri sussidi agricoli ci stanno strangolando



Articolo tradotto da Susanna Valle (melodr88 at hotmail.com) - Peacelink.it
Fonte: New York Times, 11/07/03
http://www.nytimes.com/2003/07/11/opinion/11CAMP.html?th

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I vostri sussidi agricoli ci stanno strangolando
Di AMADOU TOUMANI TOURÉ and BLAISE COMPAORÉ
I sussidi per i coltivatori di cotone nei Paesi sviluppati impediscono alle
nazioni africane che fanno affidamento sul raccolto di entrare nel mercato
mondiale.


Dopo troppi anni di emarginazione all'interno del contesto globale, è
incoraggiante vedere che l'attenzione mondiale si focalizza sul nostro
continente. Il supporto internazionale, sia finanziario che altro, è
sicuramente necessario per combattere la grave povertà e le malattie che
avvincono le nostre nazioni. Ma per prima cosa l'Africa ha bisogno che le
sia permesso di prendere in mano il proprio destino. Solo la fiducia in se
stessa, la crescita economica e lo sviluppo permetteranno all'Africa di
divenire un membro a tutti gli effetti della comunità mondiale.



Con la creazione della Nuova Associazione Economica per lo Sviluppo dell'
Africa nel 2001, i leader africani si sono impegnati a seguire i principi di
buona amministrazione ed un'economia di mercato. A questo scopo, niente è
più importante che partecipare al commercio mondiale. Come presidenti di due
tra i paesi meno sviluppati dell'Africa, Burkina Faso e Mali, desideriamo
partecipare al sistema commerciale multilaterale ed assumerne i diritti ed i
doveri.



Il cotono è il nostro biglietto d'ingresso per il mercato mondiale. La sua
produzione è cruciale per lo sviluppo economico nell'Africa Occidentale e
Centrale, e come mezzo di sussistenza per milioni di persone. Dal cotono
derivano più del 40 per cento delle entrate delle esportazioni ed il 10 per
cento della produzione interna complessiva nei nostri due stati, così come
nel Benin e nel Ciad. Inoltre, il cotone è di primaria importanza per le
infrastrutture sociali in Africa, così come per il mantenimento delle sue
aree rurali.



Questo vitale settore economico nei nostri paesi è seriamente minacciato dai
sussidi agricoli concessi dai paesi ricchi ai loro produttori di cotone.
Secondo il Comitato Consultivo Internazionale sul Cotone, i sussidi per il
cotone ammontavano a circa 5,8 bilioni di dollari nell'anno di produzione
2001-2002, quasi la stessa cifra totalizzata dal commercio di cotone in
questo stesso periodo. Tali sussidi portano ad una sovrapproduzione mondiale
ed alterano i prezzi del cotone, privando gli stati africani poveri del loro
unico vantaggio relativo nel commercio internazionale.



Non solo il cotone è cruciale per le nostre economie, ma è l'unico prodotto
agricolo che i nostri paesi possano esportare. Sebbene il cotone africano
sia della migliore qualità, la nostra produzione costa circa il 50 per cento
in meno che nei Paesi sviluppati, sebbene essa sia realizzata a mano. Nei
Paesi più ricchi, viceversa, un cotone di bassa qualità viene prodotto in
grandi fattorie meccanizzate, che generano scarsa occupazione ed hanno un
impatto discutibile sull'ambiente. Il cotone potrebbe essere rimpiazzato qui
da altre colture di maggior valore.



Nel periodo tra il 2001 ed il 2002, 25000 produttori di cotone americani
hanno ricevuto in sussidi una cifra più elevata- circa tre bilioni di
dollari- dell'intero PIL del Burkina Faso, dove due milioni di persone
dipendono dal cotone. Inoltre, i sussidi degli Stati Uniti sono concentrano
soltanto sul 10 per cento dei suoi produttori di cotone. Quindi, il fatto di
pagare circa 2500 agricoltori relativamente benestanti ha avuto l'effetto
involontario ma reale di impoverire circa 10 milioni di persone povere nelle
campagne dell'Africa centrale ed Occidentale.



Bisogna fare qualcosa. Insieme al Benin ed al Ciad, abbiamo presentato una
proposta al World Trade Organization, che si riunirà a Cancan, in Messico, a
settembre, per discutere delle questioni agricole, per fare un appello per
la cessazione dei sussidi ingiusti che le nazioni sviluppate concedono ai
loro produttori di cotone. Come misura temporanea, abbiamo proposto che
venga garantita una compensazione finanziaria alle nazioni sottosviluppate
per le mancate entrate derivanti dall'esportazione dovute a questi sussidi.



La nostra richiesta è semplice: applicare le regole del libero mercato non
soltanto a quei prodotti che interessano ai ricchi ed ai potenti, ma anche a
quei prodotti per i quali gli stati poveri hanno un  vantaggio relativo
dimostrato. Sappiamo che il mondo non ignorerà il nostro appello per una
situazione di parità. Il WTO ha affermato di essersi impegnato a mettere in
agenda i problemi dei Paesi in vis di sviluppo. Gli Stati Uniti ci hanno
convinti che un'economia di mercato fornisce le migliori opportunità per
tutti i membri della comunità mondiale. Lasciateci tradurre questi principi
in azioni a Cancún.



Amadou Toumani Touré e Blaise Compaoré sono presidenti, rispettivamente, del
Mali e del Burkina Faso.