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proposte per una nuova europa
- Subject: proposte per una nuova europa
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 24 Apr 2003 07:02:12 +0200
da lanuovaecologia.it Giovedì 17 Aprile 2003 ULRICH BECK |Il maitre á penser della sinistra ambientalista europea a Roma La nuova Europa Il sociologo tedesco propone una logica «cosmopolitica» che superi l' impostazione nazionale del vecchio continente. Secondo il maitre á penser della sinistra ambientalista europea questa nuova Europa rappresenta una sfida al globalismo americano Un continente culturalmente eterogeneo, autocritico e socialmente partecipato. É questa l'Europa che ha in mente Beck quando parla di «cosmopolitica», con un neologismo in grado di evidenziarne la logica attiva e propositiva. Un'Europa in grado di porsi come controaltare di un'America globale e bellicista. Ospite del dipartimento di sociologia e comunicazione dell'università La Sapienza, il sociologo bavarese ha presentato ieri le sue ultime teorie che, pur discontandosi da quell'analisi della "societá del rischio" che lo ha reso famoso, lo confermano come una delle menti piú brillanti del panorama intellettuale continentale. Il suo intervento inizia con una battuta sulla Babele linguistica del Vecchio continente: «Ho pensato questa conferenza in tedesco, la leggerò in inglese e qualcuno la tradurrà in italiano: questa è l'Europa». Ma l'ironia apre il passo ad una serie di critiche alle rivendicazioni etnicistiche e nazionalistiche che stanno riemergendo: «L'Europa - avverte Beck - non è un club cristiano né una grande comunità dalle origini comuni. Basta pensare che la seconda capitale musulmana nel mondo è Londra». L'idea dell' omogeneità culturale è, secondo beck, una negazione della realtà europea, a cui è necessario opporre la pratica dell'accoglimento dell'alterità e dei punti di vista delle molteplici culture con cui ci confrontiamo. Anche l'attaccamento ai «concetti zombi» di stato, nazione classe, dovrebbe essere abbandonato per lasciar spazio a una logica cosmopolitica. «Cosmopolitismo - spiega Beck - significa che ognuno è contemporaneamente cittadino del cosmos e della polis. È una logica che si basa su una opposizione inclusiva e non esclusiva». In tal modo l'identità e la nazionalità non coincidono più e l'individuo è libero di moltiplicare le forme di appartenenza. A parere del sociologo tedesco, questo spirito cosmopolitico nato dalla resistenza contro il nazi-fascismo e dalla riconciliazione del secondo dopoguerra, proietta il Vecchio continente nel futuro. «L'Europa che si avvia verso un rinnovamento cosmopolitico si rinforzerà politicamente e potrà diventare un rivale dell'America globale». A questo punto l'analisi teorica trova riscontro nell'attualissimo sgretolamento della politica internazionale. A parere di Beck la sovranità assoluta degli stati nazione è oggi travolta da una serie di forze che da un lato permettono la globalizzazione e dall'altro hanno creato il terrorismo internazionale, i rischi ambientali su scala planetaria e la povertà globale. «E così - aggiunge- gli stati si trovano a dover esportare la democrazia con la guerra. L'alternativa è invece insita in quello che io chiamo "realismo cosmopolitico", ossia una negoziazione tra le molteplici risposte possibili». Una negoziazione già fatta propria dai movimenti ambientalisti e dall' imponente movimento di opinione pubblica che si oppone alla guerra permanente. «Si tratta di movimenti che attraverso la connettività creano una nuova coscienza mondiale, in grado di criticare il sistema di potere dal suo interno». Che poi questa logica cosmopolitica possa estendersi a contesti extra-europei è tutto da vedere. In questo Beck sembra prestare il fianco a chi da sempre lo critica perché manterrebbe una visione troppo eurocentrica. Reputazione che non gli impedisce di concludere la conferenza con lo slogan: «America fatti da parte, l'Europa è tornata!».
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