proposte per una nuova europa



da lanuovaecologia.it

Giovedì 17 Aprile 2003

ULRICH BECK |Il maitre á penser della sinistra ambientalista europea a Roma

La nuova Europa
Il sociologo tedesco propone una logica «cosmopolitica» che superi l'
impostazione nazionale del vecchio continente. Secondo il maitre á penser
della sinistra ambientalista europea questa nuova Europa rappresenta una
sfida al globalismo americano

Un continente culturalmente eterogeneo, autocritico e socialmente
partecipato. É questa l'Europa che ha in mente Beck quando parla di
«cosmopolitica», con un neologismo in grado di evidenziarne la logica attiva
e propositiva. Un'Europa in grado di porsi come controaltare di un'America
globale e bellicista.
Ospite del dipartimento di sociologia e comunicazione dell'università La
Sapienza, il sociologo bavarese ha presentato ieri le sue ultime teorie che,
pur discontandosi da quell'analisi della "societá del rischio" che lo ha
reso famoso, lo confermano come una delle menti piú brillanti del panorama
intellettuale continentale.

Il suo intervento inizia con una battuta sulla Babele linguistica del
Vecchio continente: «Ho pensato questa conferenza in tedesco, la leggerò in
inglese e qualcuno la tradurrà in italiano: questa è l'Europa». Ma l'ironia
apre il passo ad una serie di critiche alle rivendicazioni etnicistiche e
nazionalistiche che stanno riemergendo: «L'Europa - avverte Beck - non è un
club cristiano né una grande comunità dalle origini comuni. Basta pensare
che la seconda capitale musulmana nel mondo è Londra». L'idea dell'
omogeneità culturale è, secondo beck, una negazione della realtà europea, a
cui è necessario opporre la pratica dell'accoglimento dell'alterità e dei
punti di vista delle molteplici culture con cui ci confrontiamo.

Anche l'attaccamento ai «concetti zombi» di stato, nazione classe, dovrebbe
essere abbandonato per lasciar spazio a una logica cosmopolitica.
«Cosmopolitismo - spiega Beck - significa che ognuno è contemporaneamente
cittadino del cosmos e della polis. È una logica che si basa su una
opposizione inclusiva e non esclusiva». In tal modo l'identità e la
nazionalità non coincidono più e l'individuo è libero di moltiplicare le
forme di appartenenza. A parere del sociologo tedesco, questo spirito
cosmopolitico nato dalla resistenza contro il nazi-fascismo e dalla
riconciliazione del secondo dopoguerra, proietta il Vecchio continente nel
futuro. «L'Europa che si avvia verso un rinnovamento cosmopolitico si
rinforzerà politicamente e potrà diventare un rivale dell'America globale».

A questo punto l'analisi teorica trova riscontro nell'attualissimo
sgretolamento della politica internazionale. A parere di Beck la sovranità
assoluta degli stati nazione è oggi travolta da una serie di forze che da un
lato permettono la globalizzazione e dall'altro hanno creato il terrorismo
internazionale, i rischi ambientali su scala planetaria e la povertà
globale. «E così - aggiunge- gli stati si trovano a dover esportare la
democrazia con la guerra. L'alternativa è invece insita in quello che io
chiamo "realismo cosmopolitico", ossia una negoziazione tra le molteplici
risposte possibili».

Una negoziazione già fatta propria dai movimenti ambientalisti e dall'
imponente movimento di opinione pubblica che si oppone alla guerra
permanente. «Si tratta di movimenti che attraverso la connettività creano
una nuova coscienza mondiale, in grado di criticare il sistema di potere dal
suo interno».
Che poi questa logica cosmopolitica possa estendersi a contesti
extra-europei è tutto da vedere. In questo Beck sembra prestare il fianco a
chi da sempre lo critica perché manterrebbe una visione troppo eurocentrica.
Reputazione che non gli impedisce di concludere la conferenza con lo slogan:
«America fatti da parte, l'Europa è tornata!».