la nuova wolkswagen



da liberazione.it 15 - 1 - 2003
  
In Germania parte la "riforma" per produrre la Touran  
Nuovo progetto Volkswagen Ok dei lavoratori e IG Metall  
Gemma Contin 
 
Il domani è targato Volkswagen. La casa di Wolfsburg ha in cantiere,
infatti, un nuovo veicolo frutto di una "riforma" nelle relazioni
industriali tedesche. 
La "Touran", lanciata ieri come nuova "auto popolare", sarà costruita negli
stabilimenti della Bassa Sassonia, in quella che viene definita come «una
fabbrica dentro la fabbrica»; risultato di una trattativa condotta dal capo
del personale Peter Hartz, da un lato, e, dall'altro, dagli stessi
lavoratori e dal forte sindacato metalmeccanico IG Metall. 

L'accordo è stato sancito da Gerhard Schroeder; con il Cancelliere
impegnato in prima persona a tracciare le linee guida della commissione
federale appositamente istituita per studiare strumenti e forme di lotta
alla disoccupazione: uno dei problemi più gravi per la terza potenza
industriale al mondo, posto al vertice delle priorità politiche del governo
rosso-verde di Berlino, aggravato da 4,2 milioni di senza lavoro. 

Gli accordi raggiunti per la produzione della Touran sono destinati a
rimettere in discussione quelli già stipulati con altre società tedesche; a
partire dal fatto che i dipendenti Vw che saranno impiegati in tale
produzione hanno accettato di guadagnare meno degli altri lavoratori di
Wolfsburg. Le concessioni accordate dal sindacato, infatti, riguardano un
diverso e massiccio utilizzo degli impianti, l'estensione e la flessibilità
degli orari, dei turni di lavoro e dell'utilizzo degli straordinari, i
salari agganciati ai parametri di profittabilità, qualità e persino di
andamento della domanda della nuova autovettura da parte del mercato.
Insomma, una vera "rivoluzione", per quelli che erano considerati il
sindacato e gli stabilimenti più rigidi del mondo, con impianti
"anteguerra", alti costi e con organici tanto sovraddimensionati da essere
"predestinati" all'obsolescenza e ad alti tassi di disoccupazione. 

«Eravamo preoccupati che le nostre concessioni potessero essere sfruttate -
dice il capo della IG Metall di Wolfsburg Werner Schulz - ma si dovevano
mettere sulla bilancia rischi e opportunità». Il progetto è l'ultimo di
molti che sono stati tentati a partire dalla crisi del 1993, quando si
"dimostrò" che il 30% dei centomila dipendenti Volkswagen rischiavano di
essere "superflui", ma la compagnia ritenne che il rischio di licenziamenti
di massa avrebbero avuto un impatto sociale inaccettabile, e ridisegnò i
suoi schemi per rilanciare la produttività senza distruggere posti di lavoro. 

C'è poi da tenere conto che molte delle idee e delle proposte di Hartz,
accettate da lavoratori e sindacati, sono state possibili per effetto della
compartecipazione del "pubblico" e del "privato" nelle trattative e nella
gestione della Volkswagen, che vede in prima linea l'impegno
dell'amministrazione comunale di Wolfsburg, dove si vive e si lavora in un
clima di perfetta identificazione tra la città e la fabbrica. «One company
town»: un po' come Torino con la Fiat o, più ancora, come Ivrea con la
Olivetti, finché c'è stata. Ma l'esempio potrebbe a maggior ragione valere
per Termini Imerese, destinata, senza la Sicilfiat, a soccombere. 

Con la differenza che in queste nostre città le amministrazioni locali,
tranne che per le doverose forme di solidarietà, non sono riuscite a
esprimere (anche a causa delle diverse legislazioni, oltre che di una
malintesa intangibilità del "privato") alcuna forma di partecipazione
attiva e di intervento reale in grado di modificare le vicende e lo statuto
materiale delle fabbriche. Sicché il progressivo abbandono, il declino e la
scomparsa dei siti produttivi erano e sono già inscritti nella loro storia. 

Cosi', dicono quelli di IG Metall, si salveranno 5.000 posti di lavoro.
Dato tanto più importante, insiste Rolf Schnellecke, sindaco della
cittadina, in quanto a Wolfsburg, nel '96, nel momento più duro della
crisi, il tasso di disoccupazione arrivò al 19, 3%, mentre adesso è sceso
al 7, 8%, rispetto al 10,1 del dato nazionale. 




 

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