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Bassanini
- Subject: Bassanini
- From: Apsm <apsm at neomedia.it>
- Date: Sun, 15 Dec 2002 23:34:51 +0100
A seguito del messaggio del 12 dicembre, - A proposito dei contatti con i partiti e di proposte per le primarie, noto che da una parte una parte dei DS ( Folena) insieme con Realacci e Vendola propongono emendamenti all'art.35 della finanziaria 2002 e contro l'obbligatorietà da parte degli amministratori pubblici di far gestire ai privati i servizi pubblici, invece altra parte dei DS (Bassanini) pensa esattamente l'opposto. Come la mettiamo ? - ho ricevuto due messaggi del comitato italiano acqua e dell'On. Pietro Folena (uno dei firmatari degli emenedamenti all'art.35 della finanziaria) che ribadiscono la loro opposizione a quanto è accaduto. Ricordiamo i fatti: Il comitato "d'affari" ( art - I predatori dell'acqua- Massimo Rossi, sindaco di Grottammare ed altri rappresentanti degli Enti locali per l'Acqua). Sabato notte è stato approvato dalla Commissione bilancio del Senato un emendamento al testo della Finanziaria 2003, predisposto da un fantomatico "comitato" trasversale composto dai parlamentari Grillo (Fi), Bassanini (Ds) e Tarolli (Udc), con il quale, oltre ad una drastica riduzione della durata degli affidamenti diretti di tali servizi già effettuati dagli enti locali nei confronti di società di loro proprietà o controllo, si cancellerebbe, per quanti non hanno ancora trasformato in Società per azioni (spa) le proprie aziende pubbliche e non hanno affidato ad esse la gestione del servizio idrico, la stessa possibilità dell'affidamento diretto dello stesso (sebbene transitorio e condizionato alla vendita entro due anni di almeno il 40% della proprietà), attualmente previsto dal comma 5 del suddetto "articolo 35". ---------- Al Sen. Franco Bassanini- Ai Capigruppo dell'Ulivo al Senato Cari amici, cari compagni, abbiamo appreso dalla stampa dell'iniziativa "trasversale" presa da alcuni senatori in merito all'introduzione di un emendamento alla legge finanziaria 2003 che cancella gli effetti del comma 5 dell'art. 35 della finanziaria precedente. Quell'articolo, nel suo complesso, stabilisce che gli enti locali debbano affidare i servizi pubblici a società private o di diritto privato e obbliga gli stessi a trasformare le aziende municipalizzate in società di capitali. Il comma 5, tuttavia, nel caso specifico dei servizi idrici, consente l'affidamento diretto per due anni a società di capitali a partecipazione esclusivamente pubblica (degli enti locali di un medesimo Ambito Territoriale Ottimale úATO). La cancellazione di questa norma avrebbe come effetto l'immediata privatizzazione dei servizi idrici, ossia di servizi che distribuiscono un bene primario quale è l'acqua, che invece dovrebbe essere sottratto ad una logica di mercato per la sua rilevanza di risorsa essenziale e irrinunciabile per ogni cittadino. Il diritto all'acqua, all'accesso all'acqua, è un diritto incomprimibile che non può sottostare al mercato. Tra l'altro contro l'art.35 della finanziaria 2002 si è schierato un ampio fronte di forze che va dai Comuni alle associazioni che fanno parte dei diversi Social Forum. Proprio oggi Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, in un articolo comparso sull'Unità afferma che nella sua Regione "l'acqua rimarrà pubblica". Chiedo quindi, anche quale co-promotore del forum dei parlamentari di opposizione sull'acqua, che alla Camera ha presentato emendamenti volti a cancellare o modificare sostanzialmente l'art.35, rispettivamente, di ritirare la firma dall'emendamento in questione e di dare indicazione di voto contrario ai vostri gruppi. Cordiali saluti. Pietro Folena Roma, 10/12/02 ------------------------------------------ IL "FANATISMO LIBERISTA" SI ACCANISCE NUOVAMENTE SULL'ACQUA Nonostante il Comitato di esperti sui diritti economici, culturali e sociali delle Nazioni Unite abbia sancito, in un suo Rapporto pubblicato a Ginevra a fine novembre che " l'accesso all'acqua è un diritto e l' acqua deve essere considerata come un "bene comune", accogliendo quindi entrambi questi principi contenuti nel Manifesto per il Contratto Mondiale dell'acqua e sostenuti dall'azione svolta in questi anni in Europa ed in occasione del recente vertice di Johannesburg, dal Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua in Italia, ha dichiarato Riccardo Putrella, presidente del Comitato italiano, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti celebrata ieri in Italia, i fautori della concorrenza e del libero mercato, dopo il famigerato articolo 35 della finanziaria introdotto lo scorso anno, che impone ai Comuni tappe forzate verso la completa apertura al mercato dei servizi pubblici locali (compresa l'acqua), sono tornati alla carica per accelerare il processo e trasformare l'acqua da diritto in "merce". Il Comitato Italiano esprime il proprio disappunto per l'emendamento presentato al Senato nell'ambito della legge finanziaria 2003 con il quale si cancella il comma 5 dell'art. 35. Se questo provvedimento sarà confermato, si introduce di fatto una drastica riduzione della durata degli affidamenti diretti di tali servizi già effettuati dagli Enti Locali nei confronti di società di loro proprietà o da essi controllate e si cancellerebbe drasticamente, per quanti non hanno ancora trasformato in SpA le proprie aziende pubbliche e non hanno affidato ad esse la gestione del servizio idrico, la stessa possibilità dell'affidamento diretto, sebbene transitorio e condizionato alla vendita entro due anni di almeno il 40% della proprietà, attualmente previsto dal comma 5 del suddetto "articolo 35". Nell'intento di adeguare la regolamentazione della gestione dell'acqua verso quei principi di garanzia di accesso per tutti e di riconoscimento dell'acqua come diritto, proprio in occasione del dibattito sulla Legge finanziaria, un gruppo di Parlamentari impegnati a sostenere i principi del Manifesto per il Contratto Mondiale dell'acqua e la sensibilità dimostrata da diverse centinai di Sindaci italiani , disponibili farsi carico di una gestione pubblica dell'acqua, hanno presento alla Camera una serie di emendamenti volti ad abrogare l'art. 35 o in subordine ad introdurre una serie di nuove norme per dilazionare i termini di trasformazione delle aziende municipalizzate in SpA e salvaguardare la gestione dei servizi pubblici., che purtroppo non sono stati accolti Per contrastare questa richiesta, è stato quindi messo in tentativo da alcune partiti della colazione di Governo con al presentazione di questo emendamento , una accelerazione del processo di privatizzazione per espropriare i comuni dalla gestione dei servizi connessi all'erogazione dell'acqua. Questo provvedimento rischia, a giudizio del Comitato italiano per il Manifesto del Contratto Mondiale dell'Acqua, di aggravare la situazione di "caos" sul piano delle normative vigenti e delle direttive di riferimento per gli enti locali . In termini di indirizzi politici rispetto alla gestione della risorsa acqua l'immediata collocazione sul mercato delle società municipalizzate determinerebbe delle "gare al massacro" con colossi multinazionali rischia di buttare alle ortiche grandi patrimoni di esperienze e competenze oltre che risorse economiche e diritti dei lavoratori,che molti Comuni ed aziende o consorzi municipalizzati hanno maturato in questi anni. La partecipazione dei cittadini e delle istituzioni locali costituiscono una modalità gestionale prioritaria per garantire in Italia, nello spirito della Dichiarazione del Comitato dei Diritti delle Nazioni Unite, una politica di acceso all'acqua come "bene comune pubblico " della cui gestione le comunità locali devono farsi carico per garantire la salvaguardia di questi " diritto universale, a se stesse, alle fasce più povere ed alle future generazioni. La gestione dell'acqua non può dunque essere affidata al mercato come una qualunque merce.. Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua in Italia -------------------------------------------------------------------------- Sono in attesa di conoscere la risposta e le ragioni di Bassanini Un saluto di pace Nino Lo Bello
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