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il business degli inceneritori
- Subject: il business degli inceneritori
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 29 Nov 2002 06:46:27 +0100
da la nuova ecologia.it Mercoledì 27 Novembre 2002 SICILIA|In arrivo 5 mega impianti Il business degli inceneritori Inceneritore Nessuno si lascia sfuggire indiscrezioni. L'ufficio regionale sa di avere tra le mani una materia da maneggiare con molta cura. Per giungere senza ulteriori stop all'avvio, entro il 31 marzo 2004, dell'incenerimento dei rifiuti In Sicilia nei prossimi due anni verranno realizzati cinque inceneritori. Uno per ogni Ato. È questa la scelta fatta dal commissario per l'emergenza rifiuti per far sparire 2 milioni e mezzo di tonnellate di immondizia di ogni genere che si producono ogni anno nella regione. Il nuovo piano dei rifiuti, che sarà presentato il prossimo 30 novembre, costerà 1.200 miliardi di vecchie lire. E accanto alle isole ecologiche, agli ambiti territoriali ottimali, al potenziamento della raccolta differenziata e agli impianti di compostaggio fanno il loro ingresso ufficiale, anche se in sordina, i termovalorizzatori e le discariche per i rifiuti tossici e nocivi. Un grosso business celato a molti. Soprattutto ai cittadini dei comuni che vedranno sorgere sul loro territorio uno dei cinque mega impianti previsti dal nuovo piano regionale. Al momento si sa solo che il 28 ottobre, ultimo giorno per presentare i progetti dei termovalorizzatori sul tavolo della struttura commissariale in via Catania a Palermo, sono giunte sette proposte. Sette per cinque possibili convenzioni ventennali. Un affare che ha ridato voce a progetti che da tempo stavano nei cassetti. Come quello della Elettroambiente, società controllata dall'Enel che già qualche tempo fa aveva proposto la realizzazione di un impianto nella centrale elettrica di Termini Imerese. Poi l'Amia insieme all'Asi che, pare, vorrebbe realizzare un termovalorizzatore a Bellolampo, da collegare alla realizzazione della quarta vasca. Poi la De Vizia Transfer che avrebbe indicato come possibili due siti, uno a Lentini in provincia di Siracusa e l'altro nella zona industriale di Catania. Le altre quattro proposte sono della Falk, la Daneco gestione impianti, la Termomeccanica ecologia Spa, e la Panda Srl. Di queste, al momento, non si sa nulla. Dalla struttura commissariale bocche cucite. Nessuno si lascia sfuggire neppure la più piccola indiscrezione su dove verranno realizzati gli impianti. Precauzioni e riserbo scelte dall'ufficio regionale che sa di avere tra le mani una materia delicatissima da maneggiare con molta cura, per giungere in tempo e senza ulteriori stop all'avvio entro il 31 marzo del 2004, come previsto dal bando, dell'incenerimento dei rifiuti. Tanto delicata che l'avviso pubblico per la stipula della convenzioni in molti lo hanno trovato con difficoltà sullo stesso sito internet della struttura commissariale. Nel link che rimandava al testo del bando non si faceva riferimento ai termovalorizzatori, ma all'utilizzo della frazione residua dei rifiuti urbani. Simpatico gioco di parole dal momento che in Sicilia la raccolta differenziata è ferma al 3%. 26 novembre 2002 Ignazio Marchese SCHEDA|Le ragioni del "no" Conoscerli per evitarli Rischi sanitari e ambientali, riciclaggio disincentivato, tempi di attivazione lunghi. Tutte le ragioni per opporsi ai cosiddetti termovalorizzatori Gli inceneritori sono impianti di smaltimento di rifiuti che bruciandoli ne riducono il peso ed il volume. Circa un terzo in peso dei rifiuti in entrata si ritrova a fine ciclo in forma di ceneri, ma come la fisica insegna "niente si crea né si distrugge, ma tutto si trasforma", così la parte della materia che non si ritrova in uscita viene emessa nel corso del processo. Tutti i perché del "no" agli inceneritori. RISCHIO SANITARIO Molti degli inquinanti emessi come le diossine e i furani sono composti cancerogeni e altamente tossici. L'esposizione al cadmio può provocare patologie polmonari ed indurre tumori. Il mercurio, sotto forma di vapore, è dannoso al sistema nervoso centrale ed i suoi composti inorganici agiscono anche a basse concentrazioni. RISCHIO AMBIENTALE Le sostanze contaminanti emesse da un inceneritore per via diretta o indiretta inquinano l'aria, il suolo e le falde acquifere. Nonostante i moderni sistemi di abbattimento degli inquinanti riescano a limitare le dispersioni atmosferiche, la natura della maggior parte degli inquinanti emessi è tale da porre problemi anche a bassa concentrazione. Inoltre la loro caratteristica di resistenza alla degradazione naturale ne determina un progressivo accumulo nell'ambiente. NON ELIMINANO IL PROBLEMA DELLE DISCARICHE Nonostante la diminuzione di volume dei rifiuti prodotti, il destino delle ceneri e di altri rifiuti tossici prodotti da un inceneritore è comunque lo smaltimento in discarica per rifiuti speciali, più costose e pericolose. NON SERVONO A RISOLVERE LE EMERGENZE La costruzione di un impianto di incenerimento richiede diversi anni di lavoro (almeno 4-6 anni) e pertanto non può essere considerato una soluzione all'emergenza per i rifiuti. RICHIEDONO INGENTI INVESTIMENTI ECONOMICI Sono impianti altamente costosi (almeno 60 milioni di euro) e a bassa efficienza che necessitano di un apporto di rifiuti giornaliero e continuo, in netta opposizione ad ogni intervento di prevenzione della loro produzione e pericolosità, principi che sono alla base della gestione dei rifiuti dell'Unione europea. DISINCENTIVANO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA Questo sistema di raccolta in Sicilia si aggira intorno al 5%, una percentuale irrisoria la cui crescita sarà fortemente penalizzata se la gestione dei rifiuti prenderà la via della combustione. NON CREANO OCCUPAZIONE - La costruzione e l'esercizio di un impianto determina un livello occupazionale inferiore al personale impiegato nelle industrie del riciclaggio dei materiali pubbliche e private che potrebbe offrire dai 200.000 ai 400.000 posti di lavoro nell'Unione europea. 26 novembre 2002
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