il business degli inceneritori



da la nuova ecologia.it

     
 
Mercoledì 27 Novembre 2002  
 
SICILIA|In arrivo 5 mega impianti 
 
Il business degli inceneritori 
 

Inceneritore Nessuno si lascia sfuggire indiscrezioni. L'ufficio regionale
sa di avere tra le mani una materia da maneggiare con molta cura. Per
giungere senza ulteriori stop all'avvio, entro il 31 marzo 2004,
dell'incenerimento dei rifiuti 
 
 
In Sicilia nei prossimi due anni verranno realizzati cinque inceneritori.
Uno per ogni Ato. È questa la scelta fatta dal commissario per l'emergenza
rifiuti per far sparire 2 milioni e mezzo di tonnellate di immondizia di
ogni genere che si producono ogni anno nella regione. Il nuovo piano dei
rifiuti, che sarà presentato il prossimo 30 novembre, costerà 1.200
miliardi di vecchie lire. E accanto alle isole ecologiche, agli ambiti
territoriali ottimali, al potenziamento della raccolta differenziata e agli
impianti di compostaggio fanno il loro ingresso ufficiale, anche se in
sordina, i termovalorizzatori e le discariche per i rifiuti tossici e nocivi.

Un grosso business celato a molti. Soprattutto ai cittadini dei comuni che
vedranno sorgere sul loro territorio uno dei cinque mega impianti previsti
dal nuovo piano regionale. Al momento si sa solo che il 28 ottobre, ultimo
giorno per presentare i progetti dei termovalorizzatori sul tavolo della
struttura commissariale in via Catania a Palermo, sono giunte sette
proposte. Sette per cinque possibili convenzioni ventennali.

Un affare che ha ridato voce a progetti che da tempo stavano nei cassetti.
Come quello della Elettroambiente, società controllata dall'Enel che già
qualche tempo fa aveva proposto la realizzazione di un impianto nella
centrale elettrica di Termini Imerese. Poi l'Amia insieme all'Asi che,
pare, vorrebbe realizzare un termovalorizzatore a Bellolampo, da collegare
alla realizzazione della quarta vasca. Poi la De Vizia Transfer che avrebbe
indicato come possibili due siti, uno a Lentini in provincia di Siracusa e
l'altro nella zona industriale di Catania. Le altre quattro proposte sono
della Falk, la Daneco gestione impianti, la Termomeccanica ecologia Spa, e
la Panda Srl. Di queste, al momento, non si sa nulla.

Dalla struttura commissariale bocche cucite. Nessuno si lascia sfuggire
neppure la più piccola indiscrezione su dove verranno realizzati gli
impianti. Precauzioni e riserbo scelte dall'ufficio regionale che sa di
avere tra le mani una materia delicatissima da maneggiare con molta cura,
per giungere in tempo e senza ulteriori stop all'avvio entro il 31 marzo
del 2004, come previsto dal bando, dell'incenerimento dei rifiuti. Tanto
delicata che l'avviso pubblico per la stipula della convenzioni in molti lo
hanno trovato con difficoltà sullo stesso sito internet della struttura
commissariale. Nel link che rimandava al testo del bando non si faceva
riferimento ai termovalorizzatori, ma all'utilizzo della frazione residua
dei rifiuti urbani. Simpatico gioco di parole dal momento che in Sicilia la
raccolta differenziata è ferma al 3%.

26 novembre 2002
Ignazio Marchese 
 

 
 
SCHEDA|Le ragioni del "no" 
 
Conoscerli per evitarli 
 
Rischi sanitari e ambientali, riciclaggio disincentivato, tempi di
attivazione lunghi. Tutte le ragioni per opporsi ai cosiddetti
termovalorizzatori 
 
Gli inceneritori sono impianti di smaltimento di rifiuti che bruciandoli ne
riducono il peso ed il volume. Circa un terzo in peso dei rifiuti in
entrata si ritrova a fine ciclo in forma di ceneri, ma come la fisica
insegna "niente si crea né si distrugge, ma tutto si trasforma", così la
parte della materia che non si ritrova in uscita viene emessa nel corso del
processo. Tutti i perché del "no" agli inceneritori.

RISCHIO SANITARIO 
Molti degli inquinanti emessi come le diossine e i furani sono composti
cancerogeni e altamente tossici. 
L'esposizione al cadmio può provocare patologie polmonari ed indurre
tumori. Il mercurio, sotto forma di vapore, è dannoso al sistema nervoso
centrale ed i suoi composti inorganici agiscono anche a basse concentrazioni.

RISCHIO AMBIENTALE
Le sostanze contaminanti emesse da un inceneritore per via diretta o
indiretta inquinano l'aria, il suolo e le falde acquifere. 
Nonostante i moderni sistemi di abbattimento degli inquinanti riescano a
limitare le dispersioni atmosferiche, la natura della maggior parte degli
inquinanti emessi è tale da porre problemi anche a bassa concentrazione.
Inoltre la loro caratteristica di resistenza alla degradazione naturale ne
determina un progressivo accumulo nell'ambiente.

NON ELIMINANO IL PROBLEMA DELLE DISCARICHE 
Nonostante la diminuzione di volume dei rifiuti prodotti, il destino delle
ceneri e di altri rifiuti tossici prodotti da un inceneritore è comunque lo
smaltimento in discarica per rifiuti speciali, più costose e pericolose.

NON SERVONO A RISOLVERE LE EMERGENZE

La costruzione di un impianto di incenerimento richiede diversi anni di
lavoro (almeno 4-6 anni) e pertanto non può essere considerato una
soluzione all'emergenza per i rifiuti.

RICHIEDONO INGENTI INVESTIMENTI ECONOMICI
Sono impianti altamente costosi (almeno 60 milioni di euro) e a bassa
efficienza che necessitano di un apporto di rifiuti giornaliero e continuo,
in netta opposizione ad ogni intervento di prevenzione della loro
produzione e pericolosità, principi che sono alla base della gestione dei
rifiuti dell'Unione europea.

DISINCENTIVANO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Questo sistema di raccolta in Sicilia si aggira intorno al 5%, una
percentuale irrisoria la cui crescita sarà fortemente penalizzata se la
gestione dei rifiuti prenderà la via della combustione.

NON CREANO OCCUPAZIONE - La costruzione e l'esercizio di un impianto
determina un livello occupazionale inferiore al personale impiegato nelle
industrie del riciclaggio dei materiali pubbliche e private che potrebbe
offrire dai 200.000 ai 400.000 posti di lavoro nell'Unione europea.

26 novembre 2002