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il grande gates fa i conti con gli altri
- Subject: il grande gates fa i conti con gli altri
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 15 Sep 2002 08:15:36 +0200
il manifesto - 08 Settembre 2002 Il grande Gates fa i conti con gli altri FRANCO CARLINI Il grande Gates fa i conti con gli altri Microsoft esce indenne dalla tempesta del dopo Enron, ma deve cambiare strategia: finito il monopolio assoluto, anche l'egemonia è difficile da mantenere FRANCO CARLINI Due giorni fa il valore delle azioni di Microsoft era di 48,21 dollari, il che significa che il patrimonio personale di Bill Gates ammonta a oltre 54 miliardi di dollari, in sole azioni Microsoft ed escludendo gli altri investimenti del suo portafoglio titoli. Nessun problema per il futuro, né per lui né per i figli, ai quali peraltro in ripetute dichiarazioni pubbliche William Gates III ha già detto che non verrà comunque lasciata una grande eredità, perché dovranno imparare a farsi strada da soli. In generale le azioni e i bilanci della grande casa di software di Redmond, nello stato di Washington, nei pressi di Seattle, vanno comunque abbastanza bene, nonostante i crolli di borsa e lo sgonfiarsi della bolla legata alla New Economy. Oggi sono grosso modo al livello di un anno fa e nei primi mesi dell'anno 2002 erano persino risalite fino a quasi 70 dollari. Certo sono lontane dalla vetta dei 110 dollari toccata a inizio 2000, ma hanno perso solo la metà del loro valore, mentre molti altri nomi illustri hanno visto scendere il loro valore di un fattore 10 o addirittura 100. Non solo: a differenza di altre aziende del settore, la Microsoft non si è trovata impelagata in nessuna grave violazione contabile e certamente nessuno l'ha mai potuta accusare di avere gonfiato indebitamente i bilanci per tenere tranquilli gli azionisti. Semmai il contrario: nel giugno scorso è stata chiusa l'indagine della Sec (la commissione di controllo americana sulla borsa) sui bilanci della Microsoft, rilevando alcune pratiche contabili discutibili e non conformi ai principi Gaap (Generally Accepted Accounting Principles): in sostanza la Microsoft negli anni scorsi avrebbe evitato di fare comparire immediatamente certi utili per spalmarli nei trimestri successivi, di modo che i suoi andamenti apparissero sempre lineari e sempre in crescita; una contabilità più precisa avrebbe invece segnalato agli investitori oscillazioni più vistose, ma comunque in crescita. Lo scopo dunque era di precostituirsi un paracadute per i mesi a seguire, nel caso di discese troppo brusche e questa pratica è stata giudicata dalla Sec non trasparente. La commissione dunque ha emesso una ordinanza con cui ingiunge di cessare tali pratiche, che la Microsoft ha accettato. Si tratta comunque di violazioni minori, paragonate a quelle delle Enron, WorldCom e Qwest, solo per citare alcuni dei protagonisti più noti degli scandali di Wall Street. Non da questo fronte insomma vengono le preoccupazioni, ma semmai dalla percezione sempre più netta che il monopolio assoluto del gigante è ormai seriamente messo in discussione e che le strategie individuate per mantenere il suo ruolo egemone non stanno funzionando a dovere. Vediamo, dunque, più da vicino. La questione monopolio richiama alla mente la causa antitrust, che si va prolungando al di là del ragionevole; attualmente un giudice, la signora Colleen Kollar-Kotelly la quale deve decidere se l'accordo raggiunto tra il Dipartimento della Giustizia e la Microsoft stessa per chiudere la causa è adeguato a risolvere il problema, in nome dell'interesse generale oppure se hanno ragione i nove stati americani che non hanno aderito a quell'accordo chiedendo provvedimenti più severi. Fare previsioni è difficile e l'intera questione oramai puzza di stantio, se non altro perché nel frattempo il panorama tecnologico e di mercato è cambiato vistosamente dal momento di inizio della causa, il 27 ottobre del 1997. Tuttavia qualcosa è comunque successo in questi cinque anni: intanto la conduzione legale da parte della Microsoft, assai aggressiva e persino arrogante ha mutato nell'opinione pubblica l'immagine di Bill Gates e della sua azienda; magari non sarà il caso di penalizzare troppo un gruppo così importante, magari la Microsoft si comporta semplicemente come tante altre aziende, in un mercato duro e assai competitivo, ma in ogni caso Bill non appare più come un vivace innovatore, ma semmai come un conservatore, uno che frena l'innovazione anziché promuoverla, e proprio questa rappresentazione è quella che più ferisce l'uomo Bill. Anche a questa eccessiva esposizione è dovuta la decisione dello stesso Gates di ritirarsi dalla gestione diretta, che è stata delegata all'estroso Steve Ballmer, per assegnarsi il ruolo di Chief Software architect, che vorrebbe dire colui che disegna le strategie e le architetture, appunto, del futuro. Il secondo effetto che la causa antitrust ha prodotto, per il semplice fatto di essere stata aperta, è che diverse case di computer che erano state intimidite dalla Microsoft e obbligate a installare il suo sistema operativo pieno e totale, senza modifiche né varianti sul monitor dei loro computer, si sono sentite più libere di introdurre delle varianti e in qualche caso di offrire altre soluzioni. Nelle settimane scorse, per esempio, è arrivata la notizia che due rinomate aziende di computer, la Hewlett-Packard (unificata con la texana Compaq) e la Dell Computer offriranno un insieme di pacchetti software della canadese Corel: si tratta di WordPerfect e della tabella elettronica Quattro Pro, in alternativa al classico sistema Windows Office. Cinque anni fa sarebbe stato impensabile perché la Microsoft imponeva ai costruttori di Pc delle condizioni capestro, tese a scoraggiare la presenza di software della concorrenza. La stessa Microsoft ha preso atto del panorama mutato e del clima a lei sfavorevole e così proprio domani, lunedì, rilascia un aggiornamento del suo sistema operativo Windows XP che contiene qualche significativa novità: il Service Pack 1 liberamente scaricabile dalla rete non solo contiene le doverose «pezze» ai difetti riscontrati nella edizione precedente, ma permette ai produttori di computer e agli stessi utenti, di scegliere più facilmente dei software altrui, per esempio per ascoltare musica e per navigare in rete (è ora disponibile la più versione 7 di Netscape e sta per arrivare la versione 7 di Opera, un ottimo software norvegese, da molti ormai apprezzato). Ancora la Microsoft in agosto ha finalmente rese pubbliche le specifiche di molte sue interfacce software (tecnicamente si chiamano Api), anticipando quanto l'accordo con il Dipartimento della Giustizia prescriveva: le Api dicono in sostanza come i diversi programmi si parlano l'uno con l'altro, e con il sistema operativo e la loro segretezza era divenuta da tempo una poderosa arma in mano al monopolista perché i concorrenti che volessero realizzare dei software che «girano» sotto Windows non riuscivano mai a ottimizzarli, non conoscendo quei dettagli cruciali. Il terzo effetto positivo della causa, malgrado il suo ridimensionamento voluto dall'amministrazione Bush è stato un incentivo di fatto alla stessa Microsoft per migliorare i suoi prodotti e servizi. Ma questo merita una descrizione a parte
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