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consumatori divisi si vince?
- Subject: consumatori divisi si vince?
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 14 Sep 2002 06:47:09 +0200
dal salvagente ---------------------------------------------------------------------------- ---- Consumatori, divisi si vince? Al suo primo incontro con il Cncu, il ministro delle Attività produttive ha dovuto prendere impegni su una serie di richieste avanzate dai due gruppi cui si richiamano le sigle presenti nel "parlamentino". [associazioni consumatori] Mercoledì 4 settembre il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano (nella foto), ha aperto finalmente la porta alle associazioni dei consumatori. Il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti ha sede nello stesso palazzo di via Molise a Roma dove ha i suoi uffici, ma da un anno a questa parte il responsabile del ministero che si occupa dei consumatori non ne aveva mai incontrato i rappresentanti. Nella riunione al terzo piano, il ministro che lo scorso inverno negava persino l'esistenza degli eurorincari ha dovuto segnarsi in rosso le lagnanze dei consumatori e riconoscere che non sono fantasie, impegnandosi per ulteriori tavoli, dalla questione del paniere Istat alle tariffe di luce e gas, alla riforma Rc. Di fronte a lui, una parata di associazioni dei consumatori riunite nel loro "parlamentino", il Cncu, divise su tutto o quasi, ma concordi nel chiedere più attenzione per i consumatori e più risorse, anche finanziarie, per i loro rappresentanti. Alla destra di Marzano, sedevano i gruppi che hanno costituito la cosiddetta Intesa, l'alleanza di Federconsumatori, Adoc e Codacons, le stesse sigle che insieme all'Adusbef (fuori dal Cncu) hanno lanciato con successo l'arma mediatica dello sciopero degli acquisti contro il caro-vita. Alla sinistra del ministro, invece, i leader della Convenzione per i consumatori, (Adiconsum, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Lega consumatori, Movimento consumatori, Movimento difesa del cittadino, Unione nazionale consumatori, più l'Assoutenti, non iscritta al Cncu), il patto nato come reazione di chi si autodefinisce "meno demagogico e più concreto". La mappa La spaccatura ha fatto dispiacere a qualcuno che assisteva nella sala, nostalgia delle belle posizioni unitarie di una volta, secondo alcuni però solo di facciata. Altri salutano con favore il nuovo ribollimento, come un lievito, magari un po' pepato, che sta facendo crescere la forza dell'intero movimento. "Se aumenta la visibilità dei consumatori", dice Antonio Longo del Movimento difesa del cittadino (Coalizione), "non conta quali nomi vanno sui giornali, l'importante è che siamo riusciti a mettere le nostre questioni all'ordine del giorno dell'opinione pubblica e del governo". Ma come si spiegano le fratture? "C'è stato un avvicinamento di alcune associazioni verso la politica dei sindacati, i quattro dell'Intesa, arroccati su una battaglia dura", sostiene Anna Bartolini, presidente dimissionaria del Cncu, che ha lasciato la sedia per protesta contro l'atteggiamento sordo del governo (e ora al suo posto presiede le riunioni il ministro Marzano in persona). "Dall'altra parte - aggiunge la Bartolini - ci sono gli otto 'trattativisti' della Coalizione. Poi, infine, le sigle che restano al di fuori dai due schieramenti, come l'Acu, che ha sempre fatto una grossa battaglia su temi internazionali più che nazionali, come il commercio equo e solidale, l'agroalimentare. Oppure il Centro consumatori di Bolzano. E Altroconsumo, che si muove per la tutela del consumatore sotto l'ottica del rapporto qualità-prezzo. Ma a far saltare il coperchio è stata soprattutto la linea della disattenzione di questo governo". Niente fratture L'Intesa però, per bocca di Rosario Trefiletti della Federconsumatori, respinge ogni etichetta di "cofferatismo": "Siamo pronti a trattare anche con l'esecutivo Berlusconi", sottolinea. "La divisione tra di noi, comunque, non è un dramma, è anzi una semplificazione: fino a ieri avevamo 14 sigle nel Cncu che esprimevano altrettante posizioni". Qual è l'oggetto del contendere, allora, tra i due blocchi del consumerismo, Intesa e Coalizione? Apparentemente, si litiga su ogni filo d'erba: non passa giorno che gli uni non critichino le iniziative degli altri, e viceversa, con toni anche assai aspri. "Non si tratta di una bega interna alle associazioni", spiega Giustino Trincia di Cittadinanzattiva (Coalizione). "Ma di differenze sostanziali che pregiudicano la possibilità stessa di aiutare efficacemente i consumatori. Siamo contrari a un consumerismo giustizialista, che grida al lupo e invoca ricorsi alla magistratura che fanno solo lavorare gli avvocati, e a chi vuole politicizzare il movimento. Sono le associazioni che amano gridare più che parlare perché il loro obiettivo è apparire comunque". Un'accusa rispedita al mittente da Trefiletti (Intesa): "È l'altro fronte, la Coalizione, che ha un debole per i titoli dei giornali". Se però si guarda da vicino ai "pomi della discordia", si fa fatica a capire cosa divide davvero. Gli obiettivi sono gli stessi, a cominciare proprio dalla difesa del portafoglio delle famiglie. Cambiano, semmai, le strategie, i metodi di lotta, i toni e soprattutto le persone: più determinata nelle sue entrate sulla palla, forse, l'Intesa; più dialogante la Coalizione. Tra una stoccata e l'altra, però, le associazioni, l'un contro le altre armate, continuano a sperare in un percorso comune. Fino a ieri, in fondo, molti attivisti, soprattutto quelli della base più che i "grandi capi", hanno lavorato unitariamente, e così continua a essere in decine di sedi locali. "Viviamo una crisi di crescita, questo è il momento di marcare le differenze", conclude Longo. "Ma prima o poi dovremo pensare di nuovo all'unità: altrimenti, le nostre battaglie rischiamo di perderle". Intervista ad Anna Bartolini: "Con fatica, ma risultati importanti ci sono stati" L'ex presidente traccia il bilancio di un biennio di attività del Cncu e spiega l'attuale spaccatura anche con l'atteggiamento negativo del governo. "Non è stato facile, questo anno e mezzo al Cncu. Con un ministro delle Attività produttive che arriva a dire che l'inflazione non c'è, che se la sono inventata i consumatori. Poi dice che è un fatto stagionale. Poi, dopo neanche una settimana, arriva a fare il blocco delle tariffe....". Si sfoga, Anna Bartolini, dopo quasi un biennio al timone del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti. "Con fatica, ma ci sono stati dei risultati importanti, abbiamo prodotto documenti comuni su temi quali le Authority, le clausole abusive nei contratti, la campagna dell'euro, le carte dei servizi, le garanzie dei prodotti". La Bartolini, già consigliera dell'eurocommissario Ue per i consumatori Emma Bonino, è stata presidente del Cncu dal 2000, subentrando ad Antonio Lirosi, direttore generale per i consumatori del ministero delle Attività produttive. Lo scorso luglio, però, ha annunciato le sue dimissioni con una lettera aperta pubblicata su "Il Salvagente". Il motivo? "Quello immediato, l'esclusione dei rappresentanti dei consumatori dalla delegazione italiana al Comitato economico e sociale dell'Unione europea", spiega. "Ma è stato un segno contro la disattenzione del governo verso i consumatori e chi li rappresenta. Il ministro, dal suo arrivo un anno fa, ha tenuto il Cncu in uno stato di incertezza e ha messo in naftalina quei funzionari del suo gabinetto che volevano darsi da fare". "Questo governo ha le sue responsabilità", dice la ex presidente del Cncu, ormai libera da cariche istituzionali. "Hanno portato le associazioni all'esasperazione. Penso per esempio alle assicurazioni. L'ottobre scorso abbiamo presentato come Cncu un documento unitario di 19 punti: se il governo ne avesse adottati almeno dieci, l'effetto di trascinamento dell'inflazione da Rc-auto non ci sarebbe stato". Ora però le associazioni si sono spaccate. Cosa ha messo in crisi il Cncu? "Negli scorsi anni, ha prevalso l'impostazione che il Cncu non faceva le battaglie singole, solo le grandi linee con cui dialogare nelle audizioni al Senato e alla Camera, ciò che la legge 281 chiedeva che facessimo. Una volta scoperto che ci convocavano in Parlamento e ci chiedevano di preparare dei lunghissimi documenti, ma poi facevano tutto il contrario, è arrivato il momento di avere un atteggiamento meno istituzionale e un po' più barricadero". Dopo il suo addio, il ministro Marzano ha detto di voler tenere per sé "per un tempo non breve" la presidenza del Cncu, come gli consente la legge, anziché delegare la poltrona a una personalità indipendente espressione del mondo dei consumatori. A questo punto, il Consiglio dei consumatori serve ancora a qualcosa? "Non lo so. Io mi sono dimessa. Se presidente del Cncu resta il ministro, vedremo cosa farà".
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