la rete perfetta perde tutti i fili



     
 
il manifesto - 01 Settembre 2002 
La Rete perfetta perde tutti i fili 
FRANCO CARLINI
 
 
La Rete perfetta perde tutti i fili 
Reti locali via micro-antenna e 5 Mb di banda passante. Una svolta per i
grandi nodi di traffico, ma anche per gli uffici. Ma la vera rivoluzione ci
sarà con gli accessi in ogni luogo pubblico, giardini compresi 
L'esperimento di Auckland La prossima Coppa America di vela si svolgerà -
in Nuova Zelanda - in un'area di 50 chilometri completamente «coperta» da
una rete Wireless Fidelity (Wi-Fi) che rende possibile ogni sorta di
comunicazione Internet o in voce
FRANCO CARLINI
Non fatevi sviare dalla crisi della New Economy, dalla bolla sgonfiata e
dalle difficoltà delle aziende hi-tech. Questi fenomeni sono tutti veri, ma
non sono le uniche tendenze in atto. Ce ne sono altre, più o meno
sotterranee, che stanno emergendo ed esse segnalano non solo che la rete
Internet è in mezzo a noi per restarci, ma che anzi continua a produrre
novità tecniche e sociali; buone o cattive, questo è un altro discorso e la
valutazione dipende ovviamente dai punti di vista e dagli interessi che si
vuole tutelare. Proviamo a scovare novità affidandoci agli indizi: è di
questa settimana l'annuncio che la Ibm ha appena messo in circolazione il
suo ultimo modello di computer portatile di fascia alta; si chiama Thinkpad
X30 e costa davvero molto, 3.876 euro, Iva compresa. Per questa somma
certamente offre molta potenza di calcolo, ha un disco di memoria assai
capiente ed è piuttosto leggero (un chilo e seicento grammi), ma la vera
novità sta nelle «porte» di ingresso e uscita dei dati: oltre a quelle
tradizionali incorpora anche, per default, la schedina per i collegamenti
con tecnologia Wi-Fi. Ora il fatto che un grande produttore come Ibm decida
di fornire questo accessorio nei modelli di serie, suona come una
consacrazione verso il mercato di massa di questa tecnologia, ormai
scoperta anche dalla grande stampa. Vuol dire che altri seguiranno e che,
nel giro di un anno ogni computer nascerà in fabbrica con la sua brava
porta Wi-Fi, così incentivando l'adozione di questi sistemi.

Wireless Fidelity è uno standard internazionale di trasmissione dei dati
che esiste da tempo con la sigla ufficiale di 802.11, ma da un anno a
questa parte sta letteralmente dilagando: concettualmente è un po' come la
telefonia cellulare, dato che delle micro-antenne coprono una cella di
territorio (poche decine di metri di raggio); chiunque si trovi in quella
zona con un computer dotato di apposita scheda senza fili potrà ricevere e
trasmettere dati verso la rete Internet con una bella banda trasmissiva,
attorno ai 5 megabit al secondo.

Dove sta il vantaggio? Quello più ovvio sta nella possibilità di cablare
gli uffici, ma senza usare cavi: la rete locale che collega i computer de
il manifesto, per intendersi, potrebbe essere realizzata senza stendere un
metro di cavo coassiale e senza forare nessun muro; ne risulta un bel
risparmio nell'installazione iniziale, ma anche una buona flessibilità
nell'uso degli spazi.

Nelle aziende che così si sono attrezzate è oramai normale che le persone
vadano alle riunioni ognuno con il proprio computer portatile e che questi
siano comunque in rete, anche se l'incontro si fa in giardino o sul
terrazzo. Naturalmente le adozioni più spinte avvengono in casa delle
aziende di alta tecnologia, per esempio a Milano nei tre palazzi della
Cisco, azienda leader nelle trasmissioni digitali in rete. Ma è altamente
sconsigliato acquistare le loro antenne Wi-Fi: il sovraprezzo richiesto è
sconvolgente, in un mercato dove al contrario i prezzi possono solo scendere.

Ma la novità più significativa è quella del Wi-Fi territoriale. Anche in
questo caso prendiamo lo spunto da una notizia recentissima: il New Zealand
Herald ci informa che ad Aukland la copertura del centro cittadino con
punti di accesso Wi-Fi si estenderà per 50 chilometri quadrati;
rappresenterà dunque una delle reti Wi-Fi più estese e iscrive di diritto
la città della Nuova Zelanda tra quelle all'avanguardia nel «senza fili»,
insieme a San Francisco e Seattle.

La disponibilità della nuova rete Wi-Fi sarà senza dubbio assai apprezzata
nel corso delle prossime competizioni velistiche per l'America's Cup che
cominciano in autunno e che finiscono in febbraio.

Su questa tecnologia si è aperta una certa discussione perché secondo
alcuni potrebbe rivelarsi una minaccia per la telefonia cellulare di terza
generazione (Umts). Infatti identici sono i clienti ricchi e d'affari che
hanno eventualmente bisogno di ricevere e trasmettere dati mentre sono in
movimento; questa popolazione nomade comincia già a trovare nei luoghi di
transito, dei «punti caldi» Wi-Fi grazie ai quali entrare in rete:
aeroporti, alberghi, centri pubblici, università. Va a finire, dice
qualcuno, che del telefono Umts non se ne fanno niente (tanto più che
ancora non esiste), mentre il Wi-Fi si diffonde sempre di più, specialmente
perché lavora su di una banda di frequenza che in molti paesi è libera e
non sottoposta a regolazione.

Probabilmente le due tecnologie finiranno per convivere, trovando ognuna la
sua specificità e i suoi affezionati clienti.

Qualcuno per esempio ha suggerito che, aldilà degli uomini d'affari mobili,
la grande potenzialità del Wi-Fi territoriale si esplicherà nei sistemi
portuali: lì infatti operano centinaia di soggetti in movimento come
autotreni, motrici, gru che hanno continuamente bisogno di passarsi
informazioni vitali e tempestive per la loro attività. Già ora si scambiano
dati in varia maniera, con reti di computer, con radiotelefoni, con
telefoni cellulari; in aree a così elevata densità informativa come porti e
aeroporti, una efficiente rete Wi-Fi potrebbe rivelarsi la piattaforma di
base, su cui far correre tutte le informazioni. Anche per questo
l'esperimento di Aukland andrà seguito.

E poi c'è Starbucks: dopo un anno di intensa sperimentazione, sono ben 1200
i caffè della catena americana dotati di antenna Wi-Fi. L'operazione è
frutto di un accordo con l'operatore di telefonia mobile T-Mobile
(controllato dall'ex monopolista Deutsche Telekom) che ha fornito la
tecnologia e fa di Starbucks, per il momento, il leader nella connettività
Wi-Fi pubblica. In sostanza, ai clienti delle proprie caffeterie offre un
servizio e un motivo in più per stare seduti ai tavolini, sorbendo uno dei
loro caffè o una qualche terribile «frappuccino».Per ora siamo solo
l'inizio della storia del Wi-Fi socialmente diffuso. Del tutto
ragionevolmente un ex dirigente della Ibm, John Patrick ha scritto di
recente: «quando la gente va in centro, si aspetta ovviamente che le
infrastrutture lì presenti includano l'illuminazione delle strade, gli
idranti dei pompieri e i posteggi. Presto, io credo, si aspetteranno anche
di trovare la connettività Wi-Fi: sedere su una panchina del parco e
verificare la posta elettronica non deve apparire una cosa strana anzi è
proprio quanto molti desiderano».

Già, ma con quale attrezzo? Già adesso certamente, si può «fare la posta»
dalle panchine con alcuni dei telefoni cellulari più ricchi e costosi. Ma
che fatica agli occhi e che complicazione la scrittura su quei tastierini.
D'altra parte i laptop, i computer portatili, sono eccessivamente
voluminosi e pesanti ed ecco allora scendere in campo l'ultima delle novità
di questo autunno, il cui debutto è previsto tra ottobre e novembre, almeno
in America, per iniziativa della Microsoft di Bill Gates. Si chiama Tablet
PC ed è in sostanza un portatile di dimensioni limitate, ridotto al solo
schermo (una tavoletta appunto) e specializzato essenzialmente nelle
attività di lettura e scrittura di testi. Se si vuole è la versione
aggiornata degli e-book (libri elettronici) che avrebbero dovuto cambiare
il volto al mondo dell'editoria e invece niente: troppo macchinosi e
sgradevoli.

Con queste premesse è facile essere diffidenti rispetto alla nuova
promessa, ma va segnalato, in compenso, che un terreno nuovo si va appunto
aprendo. Infatti la stessa Microsoft sta trattando con diversi gruppi
editoriali per arricchire fin dall'inizio la sua tavoletta dei loro
contenuti informativi. Le voci dicono che sono sate aperte trattative con
il Wall Street Journal, con il New York Times e con Forbes, la rivista.
L'idea è di arricchire la desiderabilità della tavoletta offrendo fin
dall'inizio, per esempio, un abbonamento gratuito alle notizie e alle
testate che contano.

La scena dunque è la seguente: una persona, uno di noi, che si siede in
panchina a villa Borghese, o al bar in Galleria, e che apre il suo giornale
tavoletta.

Questo entra in rete senza fili, grazie alle antenne di accesso Wi-Fi
disseminate in città, e offre un'edizione elettronica del giornale
preferito. E' molto più umano della consultazione del minischermo dei
telefoni cellulari, e tuttavia, probabilmente, ancora lontano dalla
gradevolezza e sfogliabilità della carta.

Tecnicamente si può fare (si sta sperimentando), ma la sua diffusione
dipenderà da una molteplicità di fattori, dal prezzo alla praticità, dalla
qualità dei contenuti alla robustezza della rete. Vedremo.