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la rete perfetta perde tutti i fili
- Subject: la rete perfetta perde tutti i fili
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 10 Sep 2002 18:17:51 +0200
il manifesto - 01 Settembre 2002 La Rete perfetta perde tutti i fili FRANCO CARLINI La Rete perfetta perde tutti i fili Reti locali via micro-antenna e 5 Mb di banda passante. Una svolta per i grandi nodi di traffico, ma anche per gli uffici. Ma la vera rivoluzione ci sarà con gli accessi in ogni luogo pubblico, giardini compresi L'esperimento di Auckland La prossima Coppa America di vela si svolgerà - in Nuova Zelanda - in un'area di 50 chilometri completamente «coperta» da una rete Wireless Fidelity (Wi-Fi) che rende possibile ogni sorta di comunicazione Internet o in voce FRANCO CARLINI Non fatevi sviare dalla crisi della New Economy, dalla bolla sgonfiata e dalle difficoltà delle aziende hi-tech. Questi fenomeni sono tutti veri, ma non sono le uniche tendenze in atto. Ce ne sono altre, più o meno sotterranee, che stanno emergendo ed esse segnalano non solo che la rete Internet è in mezzo a noi per restarci, ma che anzi continua a produrre novità tecniche e sociali; buone o cattive, questo è un altro discorso e la valutazione dipende ovviamente dai punti di vista e dagli interessi che si vuole tutelare. Proviamo a scovare novità affidandoci agli indizi: è di questa settimana l'annuncio che la Ibm ha appena messo in circolazione il suo ultimo modello di computer portatile di fascia alta; si chiama Thinkpad X30 e costa davvero molto, 3.876 euro, Iva compresa. Per questa somma certamente offre molta potenza di calcolo, ha un disco di memoria assai capiente ed è piuttosto leggero (un chilo e seicento grammi), ma la vera novità sta nelle «porte» di ingresso e uscita dei dati: oltre a quelle tradizionali incorpora anche, per default, la schedina per i collegamenti con tecnologia Wi-Fi. Ora il fatto che un grande produttore come Ibm decida di fornire questo accessorio nei modelli di serie, suona come una consacrazione verso il mercato di massa di questa tecnologia, ormai scoperta anche dalla grande stampa. Vuol dire che altri seguiranno e che, nel giro di un anno ogni computer nascerà in fabbrica con la sua brava porta Wi-Fi, così incentivando l'adozione di questi sistemi. Wireless Fidelity è uno standard internazionale di trasmissione dei dati che esiste da tempo con la sigla ufficiale di 802.11, ma da un anno a questa parte sta letteralmente dilagando: concettualmente è un po' come la telefonia cellulare, dato che delle micro-antenne coprono una cella di territorio (poche decine di metri di raggio); chiunque si trovi in quella zona con un computer dotato di apposita scheda senza fili potrà ricevere e trasmettere dati verso la rete Internet con una bella banda trasmissiva, attorno ai 5 megabit al secondo. Dove sta il vantaggio? Quello più ovvio sta nella possibilità di cablare gli uffici, ma senza usare cavi: la rete locale che collega i computer de il manifesto, per intendersi, potrebbe essere realizzata senza stendere un metro di cavo coassiale e senza forare nessun muro; ne risulta un bel risparmio nell'installazione iniziale, ma anche una buona flessibilità nell'uso degli spazi. Nelle aziende che così si sono attrezzate è oramai normale che le persone vadano alle riunioni ognuno con il proprio computer portatile e che questi siano comunque in rete, anche se l'incontro si fa in giardino o sul terrazzo. Naturalmente le adozioni più spinte avvengono in casa delle aziende di alta tecnologia, per esempio a Milano nei tre palazzi della Cisco, azienda leader nelle trasmissioni digitali in rete. Ma è altamente sconsigliato acquistare le loro antenne Wi-Fi: il sovraprezzo richiesto è sconvolgente, in un mercato dove al contrario i prezzi possono solo scendere. Ma la novità più significativa è quella del Wi-Fi territoriale. Anche in questo caso prendiamo lo spunto da una notizia recentissima: il New Zealand Herald ci informa che ad Aukland la copertura del centro cittadino con punti di accesso Wi-Fi si estenderà per 50 chilometri quadrati; rappresenterà dunque una delle reti Wi-Fi più estese e iscrive di diritto la città della Nuova Zelanda tra quelle all'avanguardia nel «senza fili», insieme a San Francisco e Seattle. La disponibilità della nuova rete Wi-Fi sarà senza dubbio assai apprezzata nel corso delle prossime competizioni velistiche per l'America's Cup che cominciano in autunno e che finiscono in febbraio. Su questa tecnologia si è aperta una certa discussione perché secondo alcuni potrebbe rivelarsi una minaccia per la telefonia cellulare di terza generazione (Umts). Infatti identici sono i clienti ricchi e d'affari che hanno eventualmente bisogno di ricevere e trasmettere dati mentre sono in movimento; questa popolazione nomade comincia già a trovare nei luoghi di transito, dei «punti caldi» Wi-Fi grazie ai quali entrare in rete: aeroporti, alberghi, centri pubblici, università. Va a finire, dice qualcuno, che del telefono Umts non se ne fanno niente (tanto più che ancora non esiste), mentre il Wi-Fi si diffonde sempre di più, specialmente perché lavora su di una banda di frequenza che in molti paesi è libera e non sottoposta a regolazione. Probabilmente le due tecnologie finiranno per convivere, trovando ognuna la sua specificità e i suoi affezionati clienti. Qualcuno per esempio ha suggerito che, aldilà degli uomini d'affari mobili, la grande potenzialità del Wi-Fi territoriale si esplicherà nei sistemi portuali: lì infatti operano centinaia di soggetti in movimento come autotreni, motrici, gru che hanno continuamente bisogno di passarsi informazioni vitali e tempestive per la loro attività. Già ora si scambiano dati in varia maniera, con reti di computer, con radiotelefoni, con telefoni cellulari; in aree a così elevata densità informativa come porti e aeroporti, una efficiente rete Wi-Fi potrebbe rivelarsi la piattaforma di base, su cui far correre tutte le informazioni. Anche per questo l'esperimento di Aukland andrà seguito. E poi c'è Starbucks: dopo un anno di intensa sperimentazione, sono ben 1200 i caffè della catena americana dotati di antenna Wi-Fi. L'operazione è frutto di un accordo con l'operatore di telefonia mobile T-Mobile (controllato dall'ex monopolista Deutsche Telekom) che ha fornito la tecnologia e fa di Starbucks, per il momento, il leader nella connettività Wi-Fi pubblica. In sostanza, ai clienti delle proprie caffeterie offre un servizio e un motivo in più per stare seduti ai tavolini, sorbendo uno dei loro caffè o una qualche terribile «frappuccino».Per ora siamo solo l'inizio della storia del Wi-Fi socialmente diffuso. Del tutto ragionevolmente un ex dirigente della Ibm, John Patrick ha scritto di recente: «quando la gente va in centro, si aspetta ovviamente che le infrastrutture lì presenti includano l'illuminazione delle strade, gli idranti dei pompieri e i posteggi. Presto, io credo, si aspetteranno anche di trovare la connettività Wi-Fi: sedere su una panchina del parco e verificare la posta elettronica non deve apparire una cosa strana anzi è proprio quanto molti desiderano». Già, ma con quale attrezzo? Già adesso certamente, si può «fare la posta» dalle panchine con alcuni dei telefoni cellulari più ricchi e costosi. Ma che fatica agli occhi e che complicazione la scrittura su quei tastierini. D'altra parte i laptop, i computer portatili, sono eccessivamente voluminosi e pesanti ed ecco allora scendere in campo l'ultima delle novità di questo autunno, il cui debutto è previsto tra ottobre e novembre, almeno in America, per iniziativa della Microsoft di Bill Gates. Si chiama Tablet PC ed è in sostanza un portatile di dimensioni limitate, ridotto al solo schermo (una tavoletta appunto) e specializzato essenzialmente nelle attività di lettura e scrittura di testi. Se si vuole è la versione aggiornata degli e-book (libri elettronici) che avrebbero dovuto cambiare il volto al mondo dell'editoria e invece niente: troppo macchinosi e sgradevoli. Con queste premesse è facile essere diffidenti rispetto alla nuova promessa, ma va segnalato, in compenso, che un terreno nuovo si va appunto aprendo. Infatti la stessa Microsoft sta trattando con diversi gruppi editoriali per arricchire fin dall'inizio la sua tavoletta dei loro contenuti informativi. Le voci dicono che sono sate aperte trattative con il Wall Street Journal, con il New York Times e con Forbes, la rivista. L'idea è di arricchire la desiderabilità della tavoletta offrendo fin dall'inizio, per esempio, un abbonamento gratuito alle notizie e alle testate che contano. La scena dunque è la seguente: una persona, uno di noi, che si siede in panchina a villa Borghese, o al bar in Galleria, e che apre il suo giornale tavoletta. Questo entra in rete senza fili, grazie alle antenne di accesso Wi-Fi disseminate in città, e offre un'edizione elettronica del giornale preferito. E' molto più umano della consultazione del minischermo dei telefoni cellulari, e tuttavia, probabilmente, ancora lontano dalla gradevolezza e sfogliabilità della carta. Tecnicamente si può fare (si sta sperimentando), ma la sua diffusione dipenderà da una molteplicità di fattori, dal prezzo alla praticità, dalla qualità dei contenuti alla robustezza della rete. Vedremo.
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