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lavorare nell'it microaziende e tanta formazione
- Subject: lavorare nell'it microaziende e tanta formazione
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 26 Jul 2002 06:30:42 +0200
dal corriere.it 22 - 7 - 2002 Lavorare nell'It: mini-aziende e tanta formazione In Italia, a produrre nuove tecnologie sono tante minuscole imprese (46.349), con un massimo di 15 addetti e poche grandi aziende (165) con centinaia di occupati. In mezzo, il nulla. A fotografare l'high-tech nostrano è un'indagine realizzata da Federcomin - la federazione delle associazioni di categoria affiliata alla Confindustria - in collaborazione con il Censis. Il Rapporto analizza le due diverse tipologie delle micro e piccole imprese e delle medie e grandi aziende, concludendo che la net economy italiana è ancora lontana dal compiere un salto di qualità, per il quale occorrerebbe una crescita dimensionale e produttiva. Il dato da cui partire è la forte crescita del settore: dal 1997 al 2001 le imprese It (escluse le telecomunicazioni) sono cresciute da circa 57mila ad oltre 73mila, mentre solo tra il 1999 ed il 2001 l'occupazione nell'intero comparto Ict è aumentata del 24%. Le principali attività di business delle imprese prese in esame sono lo sviluppo software per il 42,5% e la consulenza It nel 17,6%. Seguono la fornitura di servizi di outsourcing (7,4%), l'installazione e manutenzione di apparati software e hardware (5,4%), l'installazione e manutenzione di reti locali (4,1%). Dall'Osservatorio Federcomin emergono innanzitutto i fattori che hanno portato il settore informatico, nell'ultimo decennio, a una ridefinizione delle modalità di lavoro delle imprese, degli assetti organizzativi, delle competenze professionali e dei fabbisogni formativi. Il dato di sintesi è, appunto, la polverizzazione del tessuto produttivo e la concentrazione occupazionale in un numero ristretto di imprese medio-grandi: l'87% delle aziende ha meno di 5 addetti, mentre le aziende con più di 250 addetti costituiscono meno dello 0,1% del totale ma concentrano un terzo del totale degli addetti. Gli addetti. Il comparto, caratterizzato da una larga presenza di aziende sorte negli ultimi cinque anni (+28%), è cresciuto in aree di business nuovissime, attraendo giovani - il 92% degli addetti di aziende informatiche non ha ancora compiuto 45 anni - e creando nuove professionalità, caratterizzate da elevati livelli di scolarità: circa il 70% dei dipendenti è in possesso di diploma di scuola media superiore, mentre i laureati sono il 29%. La bassa anzianità di lavoro negli addetti, appena superiore a 3 anni tra i dipendenti e di circa due anni tra i collaboratori coordinati e continuativi, pone forti problemi di turn over alle aziende, soprattutto per le figure più richieste dal mercato. La permanenza media delle risorse in azienda è di 39 mesi. Quanto ai profili professionali, la figura di riferimento del mercato It è quella del progettista di software applicativo, che rappresenta il 20,7% degli addetti specializzati, seguita dal tecnico di reti locali (12,2%) Nelle aziende medie e grandi si evidenziano anche figure diverse, come lo specialista di sistemi web e di sistemi di rete, specialisti di linguaggi e tecnologie multimediali. Nelle micro e piccole imprese (fino a 15 addetti), l'area del lavoro dipendente rappresenta appena il 46,7% delle risorse complessive utilizzate; i rimanenti sono lavoratori indipendenti o atipici. Nel gruppo di aziende con più di 15 addetti, invece, l'area del lavoro dipendente rappresenta ancora la maggioranza (67,5%); rapporti di lavoro "indipendenti" sono invece pari all'8%, mentre quelli atipici raggiungono il 24,5%, con una prevalenza di collaboratori occasionali rispetto ai collaboratori parasubordinati legati alle aziende da contratti di collaborazione coordinata e continuativa. I contratti. I rapporti di lavoro nelle imprese di minori dimensioni tendono ad assicurare una sostanziale discrezionalità operativa ai propri addetti e quindi una relativa autonomia nel lavoro. La maggioranza delle imprese prese in esame (54,4%) utilizza orari spezzati, o contempla (52,6%) un modello organizzativo che tende a creare una disponibilità di fatto dei lavoratori. Scarsa la diffusione del telelavoro (4,4%), che diventa però più significativo nel caso di soggetti autonomi rispetto all'azienda (14,1%). I contratti collettivi vengono adottati nel 56,5% delle imprese (distinguendo in base alle dimensioni, vi fanno ricorso il 48,3% delle imprese piccolissime e il 92,6% di quelle fino a 99 dipendenti). Il contratto del commercio viene applicato dal 54,7% delle aziende prese in esame dall'indagine Federcomin; al secondo posto, quello dei metalmeccanici (40,5%), con una maggiore concentrazione tra le imprese con almeno 16 addetti (48%). Tutte le imprese informatiche medie e grandi adottano un contratto collettivo nazionale, anche se ambedue i contratti, commercio e metalmeccanici, sono ritenuti distanti dalle esigenze aziendali e non confacenti alle necessità organizzative e produttive. Gran parte delle medie e grandi aziende, a prescindere dal contratto adottato, sono concordi nella richiesta di un contratto ad hoc valido per tutte le imprese del settore. La formazione. Nel settore, caratterizzato da un alto turn over che danneggia la crescita delle imprese, la formazione è fondamentale, si legge nel Rapporto, poichè assume "la funzione di snodo strategico che consente ai lavoratori di accrescere la propria professionalità e alle aziende di mantenere la propria competitività". La formazione di personale qualificato, infatti, "rappresenta l'unica maniera per dominare consapevolmente e responsabilmente la continua evoluzione tecnologica, che denota in maniera crescente la connotazione di variabile indipendente all'interno del sistema". La formazione viene promossa in quasi l'80% di tutte le piccole aziende informatiche: un dato che le differenzia dalle piccole imprese degli altri settori. Il 52,4% fa formazione continua e per il 41,5% è fondamentale la formazione al momento dell'ingresso in azienda. A. D. G
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