patto sul telelavoro nella ue



da corriere .it 16 - 7 - 2002

 
 
Patto sul «telelavoro» nella Ue

Estendere ai circa 4 milioni e mezzo di dipendenti che lavorano da casa per
via telematica le tutele e le garanzie già riconosciute a quelli che
svolgono la propria attività negli uffici e nelle fabbriche: è questo
l'obiettivo dell'accordo sul telelavoro che le parti sociali (tra le quali
l'Unice per i datori di lavoro ed il Ces per i sindacati) firmeranno
martedì 16 luglio a Bruxelles insieme alla Commissione europea. 

L'intesa mira a stabilire una piattaforma europea di standard minimi di
protezione dei diritti dei «telelavoratori», una delle più recenti
categorie del mondo dell'occupazione che entro il 2010 dovrebbe contare tra
i 10 e i 12 milioni di addetti. La novità è che a sorvegliare
l'applicazione a livello nazionale delle norme di base contenute
nell'accordo saranno le stesse parti sociali, eliminando la necessità di
far ricorso a strumenti normativi europei quali direttive o decisioni come
attualmente avviene. 

Le garanzie si applicheranno a tutti i telelavoratori, indipendentemente
dalla durata del contratto di lavoro. Secondo Wim Bergens, portavoce della
Confederazione europea dei sindacati (Ces) «si tratta di un passo
importante in direzione di una maggiore garanzia di una categoria di
lavoratori nuova e in continuo sviluppo». «L'accordo - osserva Bergens -
permetterà di evitare ogni possibile forma di abuso, regolando il tempo e
le condizioni dell'attività svolta da casa per via telematica». Il fatto di
affidare la sua applicazione e sorveglianza ai partner sociali è
un'importante conferma del fatto che questi sono ormai in grado di svolgere
pienamente tale ruolo». 
Antonino Padovese