un milardo di computer e la corsa non si ferma



da repubblica
      SCIENZA & TECNOLOGIA 
 
  
Il primo, 58 anni fa, pesava 5 tonnellate ed era lungo 17 metri
Oggi, un uomo su sei ne possiede uno molto più veloce e potente
Un miliardo di computer
e la corsa non si ferma
Il prossimo obiettivo: una macchina completamente "dominata"
dalle persone e la "conquista" del Sud del mondo
dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI



SAN FRANCISCO - Quando l'Ibm presentò il primo computer a Harvard nel 1944
era lungo 17 metri, pesava cinque tonnellate e l'azienda dichiarò che nel
mondo intero poteva esserci un mercato per cinque computer al massimo. A 28
anni dal lancio del primo "personal" computer, uno studio della Gartner in
California rivela che è stato venduto il miliardesimo apparecchio. Uno ogni
sei abitanti del pianeta.

E basteranno solo altri sei anni per raddoppiare: entro il 2008 sarà stato
venduto il secondo miliardo di computer. Nessun'altra rivoluzione
industriale nella storia dell'umanità ha mai conosciuto una diffusione così
rapida e una penetrazione così capillare. Il 60% degli americani ha un pc,
il 49% degli europei. Il suo boom è così recente, che un quarantenne
italiano medio ha cominciato a lavorare 20 anni fa in un mondo praticamente
senza pc. I suoi figli adolescenti stentano a credergli, quel mondo appare
già sfocato e irreale come i racconti dell'infanzia dei bisnonni senza auto
né telefono.

Nel 1974 fu messo in vendita il primo pc "di massa", dalla marca Altair
(ormai scomparsa), era ancora grosso e maldestro, poteva compiere solo
rudimentali operazioni di scrittura e calcolo. In un quarto di secolo si è
trasformato fino a diventare irriconoscibile: sulle nostre scrivanie oggi è
la finestra aperta sul resto del mondo, concentra funzioni di macchina da
scrivere e ufficio postale, telefono e televisore, hi-fi, radio e studio
fotografico, sala giochi e sportello bancario.

Il miliardesimo pc fa cose che i pionieri della tecnologia informatica
potevano solo sognare: spedisce e-mail istantanee, naviga su Internet,
amministra bilanci di grandi aziende, scarica musica e film, accede
all'informazione in tempo reale dall'intero pianeta. Nel 1968, il film
"2001 Odissea nello spazio" immaginava ancora un computer Hal grande come
un'intera sala di astronave; lo stesso anno il visionario scienziato J.C.R.
Licklider profetizzò una versione maneggevole con conseguenze allora
impensabili: "Entro pochi anni gli uomini riusciranno a comunicare più
efficacemente tra loro con una macchina, anziché faccia faccia". Fatto.

All'origine di questa rivoluzione che ha cambiato per sempre la fisionomia
della nostra società c'è il salto tecnologico della mniaturizzazione:
quello che ha trasformato i grossi calcolatori costosi e ingombranti in
gadget leggeri e potenti, compagni inseparabili di vita e di lavoro. Il
primo microprocessore fu inventato nel 1971 nella Silicon Valley
californiana e da allora la memoria del pc è aumentata in modo
esponenziale. Continua ad avverarsi la celebre profezia di Gordon Moore: il
progresso tecnologico consente di raddoppiare ogni due anni il numero di
componenti contenuti in un microchip al silicio, aumentando
proporzionalmente la potenza e riducendo i costi. "Se l'industria dell'auto
avesse avuto la stessa evoluzione dice Moore una vettura costerebbe dieci
dollari e farebbe diecimila chilometri con un pieno".

Se l'invenzione delle macchine a vapore e dell'elettricità ha moltiplicato
la forza fisica dell'uomo e ha innescato la prima rivoluzione industriale,
la rivoluzione post-industriale del computer ha creato la più grossa leva
moltiplicatrice dell'intelligenza umana. Nessun altro progresso scientifico
oggi è immaginabile senza questo strumento: basti pensare al matrimonio tra
ricerca medica e computer.

Ma le frontiere del possibile sono ancora da esplorare, il miliardesimo pc
venduto è ancora un bambino nel processo evolutivo. Lo stesso pc di dieci
anni fa era un sordomuto, prima del boom di Internet: quale sarà il
prossimo balzo? "Oggi sono ancora gli uomini a dover lavorare secondo le
regole fissate dal computer - dice il chief technology officer della Intel
- il futuro invece appartiene a una generazione di computer che lavoreranno
con noi piegandosi alle nostre esigenze, riconosceranno la nostra voce e i
nostri gesti". L'altra frontiera da conquistare è il Sud del pianeta.

Un miliardo di pc venduti in 25 anni sono andati quasi solo nel Nord
America, in Europa e nei paesi più ricchi dell'Asia. Cinque miliardi di
esseri umani non sono stati ancora sfiorati dall'informatica. Nonostante la
promessa delle nuove tecnologie di abolire le distanze, la maggioranza
dell'umanità vive in un'epoca diversa da noi, confinata in un luogo lontano
del nostro passato.

(2 luglio 2002)