perche' internet da sola non = a democrazia?



da affari e finanza

 
 
lunedi 01 Luglio 2002 
 
 Perché Internet da sola non equivale a democrazia

LETTERA DALLA SILICON VALLEY

di FEDERICO RAMPINI

Mentre ero a Calgary a seguire il vertice del G8 e scoppiava il caso
WorldCom, mi sono riletto il bel saggio Internet: The Elusive Quest of a
Frictionless Economy presentato da Bruno Amable, Philippe Askenazy e Daniel
Cohen due settimane fa a Catania al convegno della Fondazione Debenedetti
sulla società dell'informazione. Sia il G8 che gli scandali finanziari
hanno dato un particolare sapore di attualità alle tesi iconoclastiche di
questi economisti francesi. Ecco uno dei passaggi chiave: «L'approccio
ingenuo a Internet lo vede come un mezzo per creare un mondo perfettamente
competitivo, rendendo l'informazione disponibile e a buon mercato per
tutti...In realtà, l'idea che questa rivoluzione nella comunicazione ci
offra un mondo senza frizioni e senza barriere rischia di non cogliere il
cuore della vicenda di Internet. Non tutti hanno accesso alla Rete, così
come non tutti potevano leggere un libro ai tempi di Gutenberg... Internet
può portare ad un mondo con barriere d'ingresso e frizioni di tipo nuovo».
Il caso Enron ne è una dimostrazione. Il colosso dell'energia aveva
acquistato una perfetta padronanza di Internet, che usava per fare trading
di futures su ogni sorta di commodity. Lungi dal creare un mercato più
competitivo, questo ha consentito alla Enron una sofisticata manipolazione
della Borsa elettrica californiana, dove pilotava a proprio vantaggio i
prezzi dell'energia: del caso si occupano ora i tribunali.
Al G8 uno dei temi discussi dai leader mondiali a Calgary è stato
l'allargamento del digital divide che separa il Nord dal Sud del pianeta.
E' un divario che tende ad aumentare perfino tra i paesi ricchi (con la
diffusione più rapida delle linee dsl negli Usa, l'uso di Internet aumenta
più velocemente che in Italia) e all'interno di ciascun paese tra i ceti
più abbienti e le minoranze sfavorite. «Un'altra ingenuità scrivono ancora
AmableAskenazyCohen è l'idea che l'information technology risolva la
maggior parte dei problemi di informazione. L'informazione non è una
materia prima completamente digitalizzabile». Il caso WorldCom ne è una
conferma. Quel grossolano falso in bilancio era sotto gli occhi di tutti da
mesi: chi l’ha visto? Viviamo immersi in un mare di dati, ma se non
selezioniamo quelli utili, se non facciamo i collegamenti giusti, se non ci
mettiamo un valore aggiunto di analisi, l'informazione rimane una materia
inerte. Né l'ampia disponibilità di informazioni online basta a rendere il
mercato "perfetto". Non tutti sono invitati in quei salotti dei vip
newyorchesi dove, come scrive Allan Sloan su Newsweek, le soffiate da
insider "vengono servite più generosamente delle tartine al salmone".
Martha Stewart ha venduto le sue azioni ImClone il giorno prima che
crollassero a Wall Street (per un brevetto biotech bocciato dalla Food and
Drugs Administration) perché aveva avuto la notizia da una sua fonte
privata e privilegiata. Hai voglia a usare Internet.
A Calgary Jacques Chirac, stanco per le otto ore di fuso orario,
l'isolamento in montagna per motivi di sicurezza e l'inconcludenza di
questi maxivertici, ha proposto che il prossimo G8 si tenga per
videoconferenza: ognuno da casa sua, un bel risparmio di soldi e di tempo.
Ma non dovrebbe funzionare così già da un pezzo, e a tutti i livelli? In
realtà i leader vogliono ancora incontrarsi di persona. Internet non ha
neanche ridotto le spese di viaggio delle aziende. Per quanto la Rete sia
destinata a svilupparsi come mezzo di comunicazione B2C e B2B, scrivono
AmableAskenazyCohen, "un ampio numero di transazioni richiedono
un'interazione F2F: face to face". Il che spiega, fra l'altro, perché
Internet non ha cancellato le distanze e non ha abolito l'importanza della
prossimità geografica. Come dimostrano i prezzi delle case nella Silicon
Valley.