[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
nuovi lavori senza tutele
- Subject: nuovi lavori senza tutele
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 13 Jun 2002 06:37:57 +0200
dal corriere.it Lunedì 10 Giugno 2002 Milano, gli «atipici» e i diritti NUOVI LAVORI SENZA TUTELE Che tipi quegli atipici. Nati quasi come lavoratori di serie B, stanno conquistando peso, ruolo, rappresentanza. Le loro sorti non coincidono affatto con la precarietà. E mentre a livello nazionale rappresentano ormai quasi un lavoratore su quattro, le forze politiche li stanno scoprendo e si stanno dando da fare per lanciare numerosi progetti di legge che li riguardano. Milano e la Lombardia sono le capitali e il laboratorio dei lavoratori di nuova generazione. Per questo hanno un compito in più: quello di realizzare un tessuto, un sistema di facilitazioni e di garanzie, una piattaforma di esperienze che ne consentano il libero dispiegarsi e, insieme, che impediscano gli abusi, riconoscendone la specificità. Ma chi sono i lavoratori atipici? Per convenzione tutti coloro che non rientrano in un rapporto di lavoro standard, a tempo pieno e indeterminato. Quindi part timer, collaboratori occasionali, Cococo (collaboratori coordinati e continuativi), lavoratori interinali, a tempo determinato, a termine, professionisti a partita Iva e così via. E' difficile segmentarli per categorie omogenee, ma si stima che in Italia viaggino ormai verso i cinque milioni. In Lombardia verso il 20%. Una massa ingente e composita, dentro la quale convivono soggetti anche molto diversi tra loro: ex dipendenti licenziati con scarso potere di contrattazione; free lance specializzati ad altissima capacità di autotutela; tecnici informatici e cybernauti; operai specializzati; segretarie; addetti al commercio e così via. Si può calcolare che almeno la metà sceglie attraverso l'atipico la libertà e l'autonomia professionale, specie, appunto, a Milano e in Lombardia, mentre un'altra metà lo subisce. E' anche assodato che molti di loro sono assimilabili a dei dipendenti, a partire dai Cococo che lavorano come free lance ma per un solo committente. Tutti, siano più o meno forti sul piano delle tutele nel lavoro, rischiano però di essere cittadini di serie B sul piano dei diritti. E' questa l'area di lavoro probabilmente più importante su cui costruire progetti di legge ed esperienze innovative. Di fronte alla malattia, alla maternità e alle diverse tutele contrattuali che intervengono per i dipendenti, essi non hanno nulla. E rischiano di essere cittadini dimezzati e «senza credito» di fronte alla richiesta di un prestito al consumo, di un mutuo bancario, dell'acquisto di una casa o di attrezzature per il lavoro. Quel che li mette in ansia è la contraddizione libertà-insicurezza. E a loro ricorrono, spesso contraddittoriamente, le imprese che vogliono insieme collaboratori flessibili ma anche fedeli e motivati. Gli stessi sindacati sono in difficoltà. Non li conoscono, oppure li trattano come se fossero dei dipendenti, alimentando così una Babele delle lingue, delle sigle, dell'incomunicabilità, dello scontento. Loro, prima di essere sindacalizzati, richiedono di essere ascoltati, analizzati, censiti, accettati nella loro diversità. E rifuggono dall'essere utilizzati. La nostra modesta proposta è che nello stesso nuovo Patto per il lavoro a Milano, laboratorio dell'innovazione, possano trovare diritto di cittadinanza e costituire l'asse e il principale soggetto di riferimento di una nuova ingegneria e architettura sociale. di WALTER PASSERINI
- Prev by Date: dagli ogm al condumo responsabile
- Next by Date: lavoro temporaneo negli usa fa marcia indietro
- Previous by thread: dagli ogm al condumo responsabile
- Next by thread: lavoro temporaneo negli usa fa marcia indietro
- Indice: