l'azienda di famiglia scopre il biologico



dal sole24ore di martedi 7 maggio 2002

   
 
          
Martedì 07 Maggio 2002  ore 18:37  
 
 
 Cresce il numero di imprenditrici nell'agroalimentare

L'azienda di famiglia scopre il «biologico»
 Nicoletta Picchio 
ROMA - Dal fast-food allo slow-food: cioè dal pranzo "mordi e fuggi" alla
tavola come momento di benessere e degustazione. La prossima frontiera è
ancora più sofisticata: arriveremo al land-food, al cibo legato al
territorio, simbolo di qualità ed eccellenza. Una trasformazione culturale
e imprenditoriale, che ha riportato alla ribalta il settore
agro-alimentare. E l'effetto mucca pazza o quello di pesce e arance al
mercurio si vede già nei numeri: l'Italia, rispetto alla Ue, ha il più alto
numero di aziende che producono alimenti biologici: quasi 50mila nel 2001,
mentre la domanda è in costante crescita e nel 2000 a toccato 1.170 milioni
di euro. Un'attività che, come spesso accade in agricoltura, si identifica
con l'impresa familiare e che sta prendendo una connotazione sempre più al
femminile. Questo emerge da una ricerca Censis, che sarà presentata sabato
prossimo in Confindustria, in occasione della XIV edizione del premio
Bellisario (parteciperanno tra gli altri il ministro Giovanni Alemanno, il
presidente della Piccola industria di Confindustria, Francesco Bellotti,
Antonio Baldassarre, presidente Rai). «Dal sondaggio effettuato su 150
aziende a conduzione femminile emerge che sei donne su dieci sono
subentrate in un'azienda di famiglia», anticipa Lella Golfo, presidente
della Fondazione Bellisario. Anche le neoimprenditrici, dice il Censis,
stanno avanzando: la percentuale è di tre su dieci, spiega la Golfo, e i
loro punti di forza sono la creatività e la competenza. Dopo new economy e
finanza, temi degli ultimi anni, questa volta il premio Bellisario è
dedicato alla "Donna imprenditrice della terra". «Un settore dove c'è stata
tradizionalmente una presenza maschile e dove oggi le donne hanno portato
una ventata di novità, in sintonia con i mutamenti in atto nel mercato»,
dice la Golfo. Sfogliando una prima bozza della ricerca, emerge che
l'ingresso delle donne in azienda, rispetto alla precedente gestione, ha
portato a un maggiore utilizzo dei sistemi informatici, alla creazione di
nuovi prodotti. In genere le donne nell'impresa agricola seguono la parte
commerciale, produttiva e di comunicazione, privilegiando, sottolinea la
presidente della Fondazione, la qualità e la tipicità dei prodotti. «È
interessante anche l'alta presenza delle donne come docenti nelle facoltà
di Agraria e Veterinaria», sottolinea Lella Golfo. Il premio Bellisario è
solo uno degli appuntamenti della Fondazione. Da due anni è nato il
seminario Donna, economia e potere, una Cernobbio al femminile. Non solo:
nei giorni scorsi, dice la Golfo, sono stati consegnati al ministero delle
Attività produttive 122 curricula di donne eccellenti, in modo che il
Governo possa tenerne conto nelle prossime nomine. Altra iniziativa, una
convenzione con il Monte dei Paschi per facilitare l'accesso delle donne al
credito, oltre al progetto Pink Job, con la società di lavoro interinale
del gruppo Fiat, Worknet, per un programma on-line di riqualificazione
delle donne.