la ripresa usa e' partita su basi malsane



da affari e finanza

 
 
COPERTINA lunedi 29 Aprile 2002 
 
 
La ripresa Usa è partita su basi malsane

GIUSEPPE TURANI

Grande boom dell’economia americana nel primo trimestre, ma che lascia
tutti un po’ perplessi. «Il paziente cammina e ha fatto anche una bella
corsetta. Peccato che sia ancora sotto ossigeno e con la flebo al braccio»,
ha commentato un analista di piazza Affari. E con ragione.
Per accorgersi di quanto sia artificiale, sbagliato, questo boom americano
nel primo trimestre, basta vedere due dati. A fronte di una crescita
complessiva del Prodotto interno lordo del 5,8 per cento abbiamo un calo
degli investimenti in macchine e impianti del 5,7 per cento. E non si è
ancora vista un’economia sana e in ripresa vera nella quale gli
investimenti invece di salire scendono.
Ma c’è di più. Se si vanno a vedere i «contributi» alla crescita, si scopre
che a fronte di una crescita complessiva del Pil del 5,8 per cento, il 3,6
per cento è dovuto alla ricostituzione delle scorte e l’1,4 per cento è
dovuto a un’enorme spesa pubblica (cresciuta di quasi l’8 per cento contro
una crescita dei consumi privati del 3,5 per cento).
E poi c’è il boom delle abitazioni. Gli investimenti in costruzione sono
cresciuti quasi del 16 per cento. E questo lascia immaginare che, a forza
di tassi di interesse vicini a zero, negli Stati Uniti si stia creando
un’immensa bolla speculativa immobiliare.
In sostanza, al di là delle cifre (che però sembra non abbiano esaltato
nessuno, Wall Street si è subito messa al peggio, sfondando nel pomeriggio
di venerdì le linee di resistenza: 10 mila per il Dow Jones e 1700 per il
Nasdaq), qui si vede un’economia che corre, grazie all’enorme liquidità
messa in giro da Greenspan dopo l’attacco alle Twin Towers e
all’altrettanto enorme spesa pubblica realizzata dall’amministrazione
pubblica. Sembra quasi il profilo di un’economia assistita, aiutata,
coccolata.
Ma il momento della verità quando verrà? Secondo gli esperti già nel
secondo trimestre. Le previsioni dicono che nel secondo trimestre la
crescita americana si dimezzerà, portandosi al 2,3 per cento, cioè verso
valori più assennati e sopportabili (questo boom, naturalmente, ha fatto
esplodere la bilancia commerciale, con esportazioni in crescita solo del
6,8 per cento e importazioni in aumento del 15,5 per cento, tre volte tanto).
Dai dati sul Pil si capisce anche che le imprese, pur di vendere, o non
alzano i prezzi o li alzano di pochissimo. Insomma, rinunciano a parte dei
profitti. E questo spiega, forse, perché Wall Street, alla fine, non è
tanto contenta. Questa ripresa senza investimenti e senza profitti,
giustamente, non piace.