[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
ilva cornigliano 5 morti sospette
- Subject: ilva cornigliano 5 morti sospette
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 13 Apr 2002 13:06:05 +0200
da repubblica di mercoledi 10 aprile 2002 10 Aprile 2002 La prima di Genova I medici: "Un nesso quasi certo fra fabbrica e malattie" L'elenco delle vittime sul tavolo del piemme Antonella Dragotto, il magistrato che coordina gli accertamenti Cornigliano, inchiesta su 5 morti VINCENZO CURIA NEL CIMITERO delle «morti bianche» dell'ex Italsider ci sarebbero altre cinque croci. Questo emerge dalle consulenze medicolegali che hanno accertato un "nesso di causalità" nella misura del 99 per cento. Tutto è partito dall'inchiesta sul decesso di Giuseppe Motta, l'operaio della «Bundy» (ora «TI Group Automotive Systems»), di Busalla, morto a 58 anni di mesotelioma ai polmoni per la sua pluridecennale esposizione a lavorazioni a caldo di amianto e sui casi di carcinoma polmonare e di mesotelioma accertati nello stabilimento di Cornigliano. L'elenco delle vittime di questo terribile malanno, che non dà scampo, è sul tavolo del piemme Antonella Dragotto, il magistrato che coordina gli accertamenti. «Le persone morte per mesotelioma sono due» ricorda la dottoressa Dragotto «Altre due sono state uccise dal carcinoma. I decessi si sono susseguiti dal 1998 al 2001. Soltanto due ebbero come vittime anziani, rispettivamente, di 76 e 75 anni. Quanto agli altri, avevano, nell'ordine, poco più di cinquant'anni a testa. Non va dimenticato che un operaio è deceduto per avere contratto l'asbestosi, una patologia che colpisce quanti hanno contatti saltuari con l'amianto, e che un altro dipendente dell'ex Italsider è fortunatamente ancora vivo perché la malattia, anche se grave e pericolosa, è controllabile se scoperta in tempo e se non ha danneggiato irrimediabilmente le pleure dei polmoni». E' suscettibile di sviluppi questa inchiesta? «Certamente. Il procedimento è sempre aperto. Non siamo ancora riusciti a individuare eventuali responsabilità, violazioni della normativa sull'antinfortunistica. Non si tratta di accertamenti facili. Nel corso degli anni il personale viene spostato da un reparto all'altro. Non è semplice ricostruire i trasferimenti». Non può escludersi, quindi, che qualcuno dell'ex Italsider potrebbe finire nel registro degli indagati.... «Proprio così. Ora come ora sono sotto accusa soltanto due ex dirigenti della «Bundy», Angelo Mora (73 anni) e Francesco Balbi (62 anni), nell'ordine amministratore e direttore di stabilimento nel decennio 19651975. Entrambi in relazione alla morte di Giuseppe Motta. In un primo tempo l'ipotesi di accusa era di lesioni colpose, ma l'addebito è stato trasformato poi in quello di omicidio colposo, dopo la morte dell'operaio, avvenuta il 17 maggio dello scorso anno. Tutti e due sono stati informati della conclusione delle indagini e hanno perciò una ventina di giorni di tempo per chiedere di essere convocati per eventuali dichiarazioni». Come pubblicato nella nostra edizione di ieri, Mora e Balbi sono assistiti dall'avvocato Corrado Pagano. Quanto alla famiglia di Giuseppe Motta, sappiamo che gli interessi della vedova (Maria Giovanna Buffa) - per ora, tecnicamente parte offesa - sono curati dall'avvocato Giuliano Salernitano e che non viene esclusa una composizione bonaria della «controversia», con una transazione risarcitoria. Sulla situazione salute all'ex Bundy, siamo venuti a conoscenza di un altro caso di mesotelioma polmonare. Un altro operaio di 58 anni sarebbe stato costretto a lasciare il lavoro, per avere contratto il terribile male, agli inizi del 2001 e che lo stesso sarebbe ricoverato dall'estate scorsa presso l'ospedale di Novi Ligure. Questa vicenda è protetta dal «top secret», ma circola una voce secondo cui ci sarebbero già stati contatti con la fabbrica di Busalla per avere un indennizzo. Non sarà il primo caso, né l'ultimo. Si ha ragione di ritenere che le domande di risarcimento per decessi da mesotelioma si susseguiranno senza soluzione di continuità. Questa patologia - come ricordato dal piemme Antonella Dragotto - è ormai considerata «malattia professionale»; i parenti delle vittime si faranno perciò avanti, oltretutto anche per far sì che aziende a rischio tutelino i lavoratori come prevede la legge. Approntando misure di sicurezze, evitando turni prolungati sei settori di lavorazioni a caldo dell'amianto e facendo sottoporre i dipendenti a frequenti visite mediche.
- Prev by Date: tecnologie i flop del 2001
- Next by Date: art.18 l'idea reganiana di societa'
- Previous by thread: tecnologie i flop del 2001
- Next by thread: art.18 l'idea reganiana di societa'
- Indice: