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auto condivisa nuova proposta antinquinamento
- Subject: auto condivisa nuova proposta antinquinamento
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 11 Apr 2002 17:38:40 +0200
dal nuovo.it Mercoledi, 10 Aprile 2002 06:58 Parte il car sharing, l'auto è da 'dividere' Il progetto del ministero dell'Ambiente sarà attivo da maggio in due città. Sarà possibile disporre di una macchina 24 ore su 24 pagando l'iscrizione e una quota annuale. L'obiettivo è ridurre l'inquinamento. di Barbara Acquaviti ROMA - Non è una multiproprietà. Nè una forma di autonoleggio. In italiano può essere tradotto come "auto condivisa". Ossia, per chiamarla come si fa in tutto il resto del mondo, car sharing . In pratica è la macchina di cui non si è proprietari ma che può essere usata 24 ore su 24, senza doversi sobbarcare le spese di assicurazione bollo o gestione. E' il nuovo servizio di mobilità voluto dal ministero dell'Ambiente che sarà attivato grazie a un finanziamento di 9,5 milioni di euro. E' uno dei progetti che fa parte del pacchetto d'interventi varato dal responsabile del dicastero ecologico, Altero Matteoli, per combattere l'inquinamento atmosferico. Perché l'obiettivo del car sharing è quello di diminuire il numero di vetture in circolazione con l'immediata conseguenza di migliorare la qualità dell'aria. Un'occhiata ai numeri: le stime prevedono che in un anno si arrivi in media a una riduzione procapite di 6-7mila chilometri in meno effettuati. A maggio partirà a Torino e Venezia. Entro l'anno sarà attivo a Modena, Bologna, Genova e in provincia di Rimini e nel corso del 2003 a Roma, Firenze, Parma, Palermo, Reggio Emilia, Brescia e Provincia di Milano. Ma, altre cinque amministrazioni (Bari, Catania, Milano, Perugia e Trieste) stanno completando le procedure per accedervi. E secondo una ricerca effettuata dal ministero nelle 13 maggiori città italiane risulta che che il 3% dei patentati, e quindi circa 150mila persone, è già pronto a utilizzare il servizio. Come funziona. Prima di tutto ci si deve associare attraverso il pagamento di una quota di iscrizione e poi di un abbonamento annuale che consente all'utente di dotarsi di una card e di un codice personalizzato. A quel punto si chiama il call center e si specifica quale tipo di macchina, a che ora e per quanto tempo sarà utilizzata. Dopo aver avuto la conferma della prenotazione, si potrà prelevare l'auto nell'area di parcheggio convenzionata più comoda. Ovviamente anche la riconsegna dovrà essere effettuata in una delle zone attrezzate. Con la stessa scheda si potrà usufrire del servizio in tutte le città che hanno aderito al progetto. I costi. Le tariffe saranno determinate dai gestori d'intesa con le amministrazioni locali. Per l'iscrizione il costo sarà tra i 50 e i 100 euro, per l'abbonamento annuale tra i 60 e i 150. A questi bisognerà poi aggiungere quelli relativi ai tempi di utilizzo (da 1,55 a 2,60 euro all'ora) e ai chilometri percorsi (da 0,15 a 0,40 euro per chilometro). Saranno gli stessi comuni che aderiscono all'Ics, ossia all'Iniziativa Car Sharing che ha il compito di coordinare e sviluppare il progetto, a scegliere i gestori a cui sarà affidato il servizio. Ai finanziamenti del ministero accederanno soltanto i partner che avranno varato un progetto approvato dalla Ics. Gli associati godranno però di alcuni vantaggi come ad esempio l'accesso alle zone a traffico limitato o alle corsie preferenziali. "Una scommessa". Così l'ha definita il ministro Altero Matteoli. Che non a caso sottolinea come questo progetto "certo da solo non può risolvere le emergenze ma rappresenta un approccio culturale diverso al problema ambientale" in un paese in cui la macchina di proprietà resta ancora uno un caposaldo della mentalità comune. Il car sharing ha dei precedenti negli Stati Uniti e in Europa. Le prime esperienze sono partite negli anni '80 e soltanto adesso, e con molta fatica, hanno cominciato a funzionare in Germania Svizzera e Olanda. In Italia sono stati già avviati due progetti sperimentali in provincia di Milano in collaborazione con Legambiente. Perché il ministero pensa che il progetto possa decollare nel nostro paese? "Abbiamo creato questo coordinamento - spiega Marco Mestretta, presidente dell'Ics - proprio per fare in modo che ci sia una diffusione capillare ma allo stesso tempo uniforme. E' chiaro che un'iniziativa come quella del car sharing funziona meglio quanto più si diffonde sul territorio. La nostra speranza è quella di arrivare al 3% di utenti nel giro di qualche anno, e se nel medio periodo saremo riusciti a coinvolgere il 10% della popolazione allora potremmo dire di aver ottenuto un grande successo".
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