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non e' tempo di e-book
- Subject: non e' tempo di e-book
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Fri, 12 Apr 2002 06:44:06 +0200
il manifesto - 07 Aprile 2002 Non è tempo di e-book, se mai lo sarà Gli e-book tentano di insidiare il tradizionale libro su carta. Delusione all'ultimo Salone di Parigi: per ora il libro elettronico non decolla FRANCO CARLINI Nel 2001 fu la star del salone del libro di Francoforte e di quello di Parigi; quest'anno invece si è tornati dal Salon du Livre con una sensazione di delusione, pudicamente chiamata "attesa". Parliamo del libro elettronico al quale ben pochi stand erano dedicati nella più recente edizione. Parliamo di un mercato che non decolla, al punto che per il principale produttore francese di macchine per la lettura elettronica, la società Cytale, sembra avere interrotto i pagamenti. Sotto lo stesso nome, e-book, in realtà convivono (malamente) due cose assai diverse e anche questa confusione semantica è dannosa. Da un lato l'apparato di lettura vero e proprio e dall'altro i contenuti, ovvero i romanzi e i saggi convertiti in formato elettronico. L'e-book inteso come «macchina» esiste in diverse versioni, ma sempre si tratta di un oggetto grosso modo del formato di un libro di carta, dove la copertina è sostituita da uno schermo: è lì che si legge i vari libri-contenuti ospitati in memoria. Viene simulato il girar di pagina e si può evidenziare, annotare, commentare il testo: è il sostituto elettronico delle normali attività di lettura su carta. In pratica è un Pc portatile, denudato di alcune prestazioni, specializzato in altre. Il vantaggio si concentra tutto nello spazio ridotto, dato che nei centimetri cubi normalmente occupati da un libro di carta ce ne possono stare molti. Dunque è possibile partire per la vacanza con l'equivalente di una valigia di libri, oppure andare a scuola con zainetto leggerissimo, anziché con gli attuali sacchi himalayani. I prezzi sono comunque tuttora elevati (da 260 a 650 dollari negli Stati Uniti, e in Europa vengono caricati dia un cambio pesante); troppo cari dunque per sfondare in un mercato di massa già di per sé diffidente verso tali oggetti. Anche in America ne sono comunque stati venduti solo 60 mila - ha rivelato Jean-Pierre Arbon, responsabile in Francia dell'e-book chiamato Gemstar. Quanto al libro-elettronico inteso come opera letteraria depositata su un server lontano e in rete, scaricabile a pagamento e poi leggibile su una di tali macchinette, il numero dei titoli è senza dubbio cresciuto; nulla di più facile del resto, dato che ogni libro, anche quelli da stamparsi su carta pregiata, ormai nasce come digitale, lunga sequenza di bit. Ma qui entra in gioco un altro problema, anzi una moltitudine. Intanto la questione del formato: i primi esperimenti di libri in rete erano spartani, rudimentali, ma assolutamente universale; i loro promotori prendevano opere non più coperte dal diritto d'autore, li digitalizzavano (magari volonterosamente battendoli a mano) e mettevano a disposizione di tutti quei testi, per lo più in formato Ascii puro, leggibile da ogni computer, dotato di qualsiasi hardware e software. Tutto ciò avveniva (e avviene tuttora) da parte di chi crede alla diffusione della cultura e allo spirito di gratuità. Se invece lo scopo primario diventa il guadagno, ecco allora che occorre garantirsi che ogni copia scaricata sia pagata e che essa sia leggibile solo da chi l'abbia legittimamente acquistata. Sono sorti dunque dei nuovi formati del testo, offerti da diverse aziende come Adobe e Microsoft; grazie ad essi le parole si presentano sul monitor in maniera più leggibile (ma non sempre, a essere sinceri), ma soprattutto il volume digitale è chiuso, inaccessibile e protetto. Chi ha provato a rivelare i codici segreti delle protezioni di Adobe, come il programmatore russo Dmitri Sklyarov venne immediatamente arrestato, addirittura per cinque mesi; il processo è attualmente in corso e finirà probabilmente in nulla perché la legge russa è diversa da quella americana, anche se le aziende Usa vorrebbero che le loro leggi sulla protezione della proprietà intellettuale fossero valide nell'universo mondo.
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