lunardi un ministro assai interessato



dal manifesto

     
    
 
    
 

13 Marzo 2002 
  
 
   
Un ministro assai interessato 
La politica di Lunardi? Raddoppiare le infrastrutture, multare chi va
piano, sbloccare progetti faraonici. Inutili o dannosi, ma interessantiper
la "sua" Rocksoil: Livorno-Civitavecchia, variante di valico, ponte sullo
Stretto, Mose di Venezia, autostrade. Grazie alla "linea rossa" attorno ai
300 nuovi cantieri. Ambientalisti e enti locali sono avvertiti: è vietato
protestare 
ANNA DONATI 




La sua investitura a ministro delle Opere Pubbliche la fece Berlusconi a
Porta a Porta, mentre schizzava infrastrutture sulla cartina d'Italia.
Appena insediato se la prese con i Verdi e gli ambientalisti, definiti
inaffidabili ed anche "terroristi", in occasione del rogo del Gottardo,
colpevoli di aver ostacolato il raddoppio dei tunnel autostradali. In
estate si distinse per una frase infelice ed una proposta sbagliata: la
prima "convivere con la mafia" che suscitò un indignato coro di proteste a
partire dal presidente Ciampi, la seconda "multare chi va piano" in
autostrada quando propose l'innalzamento a 150 km orari dei limiti di
velocità. Evidentemente trasparenza, sicurezza dei cittadini e dialogo con
chi ha opinioni diverse non sono la sua priorità in agenda.
E così, dieci anni di battaglie ambientaliste grazie alle quali si era
affermato il concetto di "non solo infrastrutture" per risolvere i problemi
di mobilità dei cittadini, ma di innovazione tecnologica, regolazione,
tariffazione, concorrenza e liberalizzazioni, mutuate dalle più avanzate
esperienze europee, sono state di colpo spazzate via.
Le nuove parole d'ordine del ministro Lunardi sono il raddoppio di ogni
infrastruttura, di cui la legge obiettivo è lo strumento di semplificazione
approvato dal parlamento per accorciare i tempi di decisione, evitare una
rigorosa Valutazione di Impatto Ambientale ed escludere gli enti locali
dalle scelte di localizzazione.
Scontata e puntuale la dura opposizione dei Verdi e dell'Ulivo contro la
legge obiettivo, di cui il 21 dicembre 2001 il Cipe ha approvato l'elenco
decennale per oltre 120 miliardi di euro, pari a circa 240.000 miliardi di
lire, per strade, autostrade, dighe, investimenti nelle aree metropolitane.
Il solito libro bianco dei sogni senza risorse che, al momento ammontano a
soli 2.700 milioni di euro per l'anno 2002 (il resto si vedrà), che non
sceglie le priorità, e che contiene noti progetti sbagliati. Tra cui la
Variante di valico Bologna-Firenze, la Milano-Brescia, il passante di
Mestre, il Tibre Parma-Verona, la Livorno-Civitavecchia, l'Asti-Cuneo-
Nizza, la nuova Romea Ravenna-Venezia, l'alta velocità ferroviaria
Milano-Genova e Torino-Milano-Venezia, ma anche il ponte sullo Stretto di
Messina ed il Mose a Venezia. Ma le procedure sbloccacantieri, secondo le
decisioni del Cipe, saranno applicate anche agli investimenti idrici come
le dighe, agli interventi idrogeologici prioritari, al comparto energetico
e per finire anche alle reti di telecomunicazioni. In queste ore è in
discussione in parlamento un pessimo decreto "sblocca centrali", che in
assenza di un piano energetico, sotto la minaccia del black out elettrico
imminente, autorizza la realizzazione di impianti energetici con le stesse
procedure semplificate della legge obiettivo.
Ma il grande sogno sta svanendo ed i primi intoppi stanno arrivando: la
regione Toscana ha presentato il ricorso alla corte costituzionale contro
la legge Obiettivo per il mancato rispetto delle prerogative di regioni ed
enti locali. L'Ance è allarmata per la creazione di un mercato delle
costruzioni che esclude le medie imprese italiane, mentre l'estensione
delle procedure accelerate, praticamente a tutte le infrastrutture da
realizzare nei prossimi 10 anni, vanifica lo spirito stesso della legge, in
cui si puntava a far decollare immediatamente le "cinque opere strategiche"
per il paese. In sede europea vi è già una forte attenzione ai risvolti
"comunitari" delle procedure. Per il ministro Lunardi, fin
dall'insediamento, i Verdi hanno profilato un palese conflitto di
interessi: il fatto che l'ing. Lunardi fosse il titolare delle Società
Rocksoil e Studio Lunardi per la progettazione di numerose infrastrutture e
gallerie e che sia oggi chiamato in qualità di ministro a decidere sugli
stessi progetti. Attualmente le società sono state cedute dal ministro ai
suoi famigliari, ma il conflitto di interessi rimane e riguarda progetti
come la Variante di Valico, il Tibre, il passante di Mestre, la
Salerno-Reggio Calabria, il Tunnel del Monte Bianco, l'AV Bologna-Firenze e
Roma-Napoli, il tunnel ferroviario Verona-Innsbruck, la metropolitana di
Brescia, l'autostrada della Valtrompia. Evidente che, se verrà confermata
la legge sul conflitto d'interessi approvata alla Camera, il ministro
Lunardi potrà tranquillamente riprendersi anche la proprietà della
Rocksoil. E continuare ad assumere decisioni ( risorse, procedure,
priorità) sulla realizzazione degli stessi progetti, creando una paurosa
confusione tra interessi privati e tutela di quelli pubblici.
Basti pensare all'autostrada Livorno-Civitavecchia, bocciata nel 1990 dal
ministro per l'Ambiente per incompatibilità ambientale, ed a cui aveva
lavorato per le tratte in galleria anche la Rocksoil dell'Ing. Lunardi. Nel
dicembre 2000, regioni, Anas ed enti locali decisero che era meglio puntare
sull'ammodernamento dell'Aurelia bis invece di costruire una nuova arteria,
ma il Lunardi ha inserito ugualmente l'autostrada tra i progetti prioritari
della legge Obiettivo, nonostante la contrarietà della regione Toscana. E'
legittimo il dubbio che il ministro invece di puntare alla soluzione più
conveniente per la mobilità di cittadini e merci, abbia preferito
riproporre un'autostrada al cui progetto aveva contribuito come ingegnere.
Il conflitto d'interessi che è riesploso quando la procura di Roma ha
ammesso di aver aperto un fascicolo sui legami tra il ministro Lunardi e
l'ing. Vincenzo Pozzi, amministratore delegato della Rav, per il quale la
Rocksoil ha a lungo lavorato per l'Autostrada e il Tunnel del Monte Bianco,
chiamato oggi dal ministro a svolgere il delicato compito di amministratore
delegato dell'Anas. Per far luce su questi legami, il magistrato ha
acquisito l'interrogazione presentata dai senatori dell'Ulivo nel novembre
2001. Ed in nome del "fare presto" il ministro propone di evitare gare
d'appalto europee, ripristinando trattativa privata e proroghe delle
concessioni. E' il caso dell'Alta Velocità ferroviaria e di un articolo
inserito nel collegato Infrastrutture (in discussione alla Camera) che
restituisce circa diecimila miliardi di opere a trattativa privata ai
vecchi consorzi del 1991 per l'Alta Velocità per le tratte non iniziate
come la Milano-Genova e la Milano-Verona-Padova. Contro questo articolo
l'Authority Antitrust ha segnalato la violazione delle norme in materia di
appalti, che impongono gare europee e tutela della concorrenza. Ma governo
e maggioranza hanno ribadito "l'indispensabilità" della trattativa privata
per fare presto.
Anche per il passante di Mestre, su cui la Rocksoil ha un incarico per il
progetto di tunnel autostradale, Lunardi e l'Anas hanno autorizzato la
realizzazione delle opere alle tre vecchie concessionarie, nonostante sia
aperta una procedura d'infrazione in sede europea su questo affidamento
senza gara.
Ma la legge Obiettivo e la riforma sui lavori pubblici non preoccupa solo
gli ambientalisti: il procuratore antimafia Pier Luigi Vigna non ha
nascosto l'allarme per il rischio che le nuove regole possano aprire varchi
all'illegalità ed alla criminalità organizzata. E ha puntato il dito sia
contro la riforma dei subappalti che modifica la legge Merloni, in
discussione alla Camera dei deputati, sia contro le misure della legge
obiettivo per le grandi opere strategiche, su cui sono in arrivo i decreti
attuativi. Con la speranza che il suo grido d'allarme non resti inascoltato
e le norme vengano riscritte.
E per evitare che la realizzazione delle 300 opere strategiche possa essere
ostacolata ecco la perla suggerita dal ministro Scajola, nell'accordo
quadro per le opere in Liguria. "Il ministero dell'Interno svolgerà ogni
necessaria attività di prevenzione e vigilanza sul territorio e sulle reti
di mobilità in particolare, per assicurare ogni utile azione idonea ad
attenuare il disagio delle comunità locali e a favorire l'ordinato
svolgimento dell'esecuzione delle opere secondo i programmi ed i tempi
previsti". Cittadini ed ambientalisti sono avvisati: impossibile protestare
e dissentire, c'è una nuova linea rossa da non oltrepassare.

Anna Donati è senatrice dei Verdi-Ulivo