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lunardi un ministro assai interessato
- Subject: lunardi un ministro assai interessato
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sat, 23 Mar 2002 06:50:14 +0100
dal manifesto 13 Marzo 2002 Un ministro assai interessato La politica di Lunardi? Raddoppiare le infrastrutture, multare chi va piano, sbloccare progetti faraonici. Inutili o dannosi, ma interessantiper la "sua" Rocksoil: Livorno-Civitavecchia, variante di valico, ponte sullo Stretto, Mose di Venezia, autostrade. Grazie alla "linea rossa" attorno ai 300 nuovi cantieri. Ambientalisti e enti locali sono avvertiti: è vietato protestare ANNA DONATI La sua investitura a ministro delle Opere Pubbliche la fece Berlusconi a Porta a Porta, mentre schizzava infrastrutture sulla cartina d'Italia. Appena insediato se la prese con i Verdi e gli ambientalisti, definiti inaffidabili ed anche "terroristi", in occasione del rogo del Gottardo, colpevoli di aver ostacolato il raddoppio dei tunnel autostradali. In estate si distinse per una frase infelice ed una proposta sbagliata: la prima "convivere con la mafia" che suscitò un indignato coro di proteste a partire dal presidente Ciampi, la seconda "multare chi va piano" in autostrada quando propose l'innalzamento a 150 km orari dei limiti di velocità. Evidentemente trasparenza, sicurezza dei cittadini e dialogo con chi ha opinioni diverse non sono la sua priorità in agenda. E così, dieci anni di battaglie ambientaliste grazie alle quali si era affermato il concetto di "non solo infrastrutture" per risolvere i problemi di mobilità dei cittadini, ma di innovazione tecnologica, regolazione, tariffazione, concorrenza e liberalizzazioni, mutuate dalle più avanzate esperienze europee, sono state di colpo spazzate via. Le nuove parole d'ordine del ministro Lunardi sono il raddoppio di ogni infrastruttura, di cui la legge obiettivo è lo strumento di semplificazione approvato dal parlamento per accorciare i tempi di decisione, evitare una rigorosa Valutazione di Impatto Ambientale ed escludere gli enti locali dalle scelte di localizzazione. Scontata e puntuale la dura opposizione dei Verdi e dell'Ulivo contro la legge obiettivo, di cui il 21 dicembre 2001 il Cipe ha approvato l'elenco decennale per oltre 120 miliardi di euro, pari a circa 240.000 miliardi di lire, per strade, autostrade, dighe, investimenti nelle aree metropolitane. Il solito libro bianco dei sogni senza risorse che, al momento ammontano a soli 2.700 milioni di euro per l'anno 2002 (il resto si vedrà), che non sceglie le priorità, e che contiene noti progetti sbagliati. Tra cui la Variante di valico Bologna-Firenze, la Milano-Brescia, il passante di Mestre, il Tibre Parma-Verona, la Livorno-Civitavecchia, l'Asti-Cuneo- Nizza, la nuova Romea Ravenna-Venezia, l'alta velocità ferroviaria Milano-Genova e Torino-Milano-Venezia, ma anche il ponte sullo Stretto di Messina ed il Mose a Venezia. Ma le procedure sbloccacantieri, secondo le decisioni del Cipe, saranno applicate anche agli investimenti idrici come le dighe, agli interventi idrogeologici prioritari, al comparto energetico e per finire anche alle reti di telecomunicazioni. In queste ore è in discussione in parlamento un pessimo decreto "sblocca centrali", che in assenza di un piano energetico, sotto la minaccia del black out elettrico imminente, autorizza la realizzazione di impianti energetici con le stesse procedure semplificate della legge obiettivo. Ma il grande sogno sta svanendo ed i primi intoppi stanno arrivando: la regione Toscana ha presentato il ricorso alla corte costituzionale contro la legge Obiettivo per il mancato rispetto delle prerogative di regioni ed enti locali. L'Ance è allarmata per la creazione di un mercato delle costruzioni che esclude le medie imprese italiane, mentre l'estensione delle procedure accelerate, praticamente a tutte le infrastrutture da realizzare nei prossimi 10 anni, vanifica lo spirito stesso della legge, in cui si puntava a far decollare immediatamente le "cinque opere strategiche" per il paese. In sede europea vi è già una forte attenzione ai risvolti "comunitari" delle procedure. Per il ministro Lunardi, fin dall'insediamento, i Verdi hanno profilato un palese conflitto di interessi: il fatto che l'ing. Lunardi fosse il titolare delle Società Rocksoil e Studio Lunardi per la progettazione di numerose infrastrutture e gallerie e che sia oggi chiamato in qualità di ministro a decidere sugli stessi progetti. Attualmente le società sono state cedute dal ministro ai suoi famigliari, ma il conflitto di interessi rimane e riguarda progetti come la Variante di Valico, il Tibre, il passante di Mestre, la Salerno-Reggio Calabria, il Tunnel del Monte Bianco, l'AV Bologna-Firenze e Roma-Napoli, il tunnel ferroviario Verona-Innsbruck, la metropolitana di Brescia, l'autostrada della Valtrompia. Evidente che, se verrà confermata la legge sul conflitto d'interessi approvata alla Camera, il ministro Lunardi potrà tranquillamente riprendersi anche la proprietà della Rocksoil. E continuare ad assumere decisioni ( risorse, procedure, priorità) sulla realizzazione degli stessi progetti, creando una paurosa confusione tra interessi privati e tutela di quelli pubblici. Basti pensare all'autostrada Livorno-Civitavecchia, bocciata nel 1990 dal ministro per l'Ambiente per incompatibilità ambientale, ed a cui aveva lavorato per le tratte in galleria anche la Rocksoil dell'Ing. Lunardi. Nel dicembre 2000, regioni, Anas ed enti locali decisero che era meglio puntare sull'ammodernamento dell'Aurelia bis invece di costruire una nuova arteria, ma il Lunardi ha inserito ugualmente l'autostrada tra i progetti prioritari della legge Obiettivo, nonostante la contrarietà della regione Toscana. E' legittimo il dubbio che il ministro invece di puntare alla soluzione più conveniente per la mobilità di cittadini e merci, abbia preferito riproporre un'autostrada al cui progetto aveva contribuito come ingegnere. Il conflitto d'interessi che è riesploso quando la procura di Roma ha ammesso di aver aperto un fascicolo sui legami tra il ministro Lunardi e l'ing. Vincenzo Pozzi, amministratore delegato della Rav, per il quale la Rocksoil ha a lungo lavorato per l'Autostrada e il Tunnel del Monte Bianco, chiamato oggi dal ministro a svolgere il delicato compito di amministratore delegato dell'Anas. Per far luce su questi legami, il magistrato ha acquisito l'interrogazione presentata dai senatori dell'Ulivo nel novembre 2001. Ed in nome del "fare presto" il ministro propone di evitare gare d'appalto europee, ripristinando trattativa privata e proroghe delle concessioni. E' il caso dell'Alta Velocità ferroviaria e di un articolo inserito nel collegato Infrastrutture (in discussione alla Camera) che restituisce circa diecimila miliardi di opere a trattativa privata ai vecchi consorzi del 1991 per l'Alta Velocità per le tratte non iniziate come la Milano-Genova e la Milano-Verona-Padova. Contro questo articolo l'Authority Antitrust ha segnalato la violazione delle norme in materia di appalti, che impongono gare europee e tutela della concorrenza. Ma governo e maggioranza hanno ribadito "l'indispensabilità" della trattativa privata per fare presto. Anche per il passante di Mestre, su cui la Rocksoil ha un incarico per il progetto di tunnel autostradale, Lunardi e l'Anas hanno autorizzato la realizzazione delle opere alle tre vecchie concessionarie, nonostante sia aperta una procedura d'infrazione in sede europea su questo affidamento senza gara. Ma la legge Obiettivo e la riforma sui lavori pubblici non preoccupa solo gli ambientalisti: il procuratore antimafia Pier Luigi Vigna non ha nascosto l'allarme per il rischio che le nuove regole possano aprire varchi all'illegalità ed alla criminalità organizzata. E ha puntato il dito sia contro la riforma dei subappalti che modifica la legge Merloni, in discussione alla Camera dei deputati, sia contro le misure della legge obiettivo per le grandi opere strategiche, su cui sono in arrivo i decreti attuativi. Con la speranza che il suo grido d'allarme non resti inascoltato e le norme vengano riscritte. E per evitare che la realizzazione delle 300 opere strategiche possa essere ostacolata ecco la perla suggerita dal ministro Scajola, nell'accordo quadro per le opere in Liguria. "Il ministero dell'Interno svolgerà ogni necessaria attività di prevenzione e vigilanza sul territorio e sulle reti di mobilità in particolare, per assicurare ogni utile azione idonea ad attenuare il disagio delle comunità locali e a favorire l'ordinato svolgimento dell'esecuzione delle opere secondo i programmi ed i tempi previsti". Cittadini ed ambientalisti sono avvisati: impossibile protestare e dissentire, c'è una nuova linea rossa da non oltrepassare. Anna Donati è senatrice dei Verdi-Ulivo
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