i business verdi ora ricominciano dalle citta'



da affari e finanza 18 - 3 - 2002

 
 
DOSSIER AMBIENTE lunedi 18 Marzo 2002 
 
 
I business "verdi" ora ricominciano dalle città

ANTONIO CIANCIULLO

e’ il più grande campione di cavie umane mai esaminato. Mezzo milione di
persone seguite passo passo per 16 anni dagli esperti di due università
americane che pochi giorni fa hanno concluso la ricerca con un articolo
pubblicato sul «Journal of the American Medical Association» stabilendo che
in un’area urbana con 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili (la
situazione delle principali città italiane) il rischio di tumore al polmone
cresce del 40 per cento. Una valutazione destinata a cambiare il quadro
delle convenienze economiche: far diminuire le sostanze inquinanti
significa dare spazio e credibilità al trasporto pubblico, sostituire i
carburanti, agevolare le due e le quattro ruote più pulite, creare circuiti
per le bici e i pedoni.
L’ultimo picco d’inquinamento invernale ha messo in ginocchio mezza Italia.
Tra poco si parlerà dell’ozono (la faccia estiva dello smog) e poi ancora
di polveri sottili mentre, di anno in anno, i limiti di legge diventano
sempre più rigorosi. In questo quadro ciò che fino a ieri era sembrato un
lusso si trasforma in necessità. Ecco una sintesi dei settori destinati a
crescere.
MEZZI PUBBLICI. L'Asstra, l'associazione delle aziende del trasporto
pubblico locale, ha chiesto 3 centesimi di euro su ogni litro di benzina
per acquistare in 5 anni 20 mila autobus (in Italia hanno in media 12 anni
contro i 7 dell’autobus medio in Europa). E il ministero dell’Ambiente ha
già raggiunto un accordo con Fiat e Unione petrolifera per l'impiego di 300
mila autobus a metano (oltre al rilancio del telelavoro che nelle grandi
città come Milano potrebbe evitare il movimento di circa 800 mila
pendolari). Per tramvie veloci e metropolitane sono stati dichiarati
interventi per 7 miliardi di euro: una cifra assolutamente insufficiente.
NUOVI CARBURANTI. Il programma di incentivi porterà entro la fine dell’anno
alla trasformazione o all’acquisto di 85 mila vetture a gas e alla
creazione di una ventina di distributori di metano (la debolezza della rete
di distribuzione è il principale fattore limitante delle auto a gas).
Bisogna poi aggiungere gli incentivi al gpl e la diffusione del gasolio
bianco che rappresenta una soluzione immediatamente applicabile ai mezzi
pesanti con una riduzione delle emissioni di particolato del 2030 per cento. 
Infine vanno registrati i previsti incrementi del biodiesel (secondo le
stime del ministero dell’Ambiente può raddoppiare le vendite in due anni
grazie all’incremento della quota defiscalizzata) e del bioetanolo.
MOTORI PIÙ’ PULITI. Gli investimenti sono concentrati soprattutto nel
settore dell’ibrido elettrico tradizionale e dell’idrogeno. «Per il momento
siamo ancora alla fase della realizzazione di prototipi», spiega Michele
Tettamanti, direttore della Nuvera Fuel cells Europe. «Ma dopo la presa di
posizione dell'amministrazione Bush, si cominciano a intravedere i termini
per la produzione in serie. Nel residenziale sperimenteremo entro
quest'anno, in collaborazione con la tedesca Rwe, il funzionamento dei
primi dispositivi fuel cells per la produzione di energia elettrica in
villette mono familiari. Una pre commercializzazione è prevista già per i
primi mesi del 2005, volumi di vendita superiori alle centinaia di migliaia
di unità entro il 20082010. Per l’auto entro il 2010 si prevede
l'immatricolazione di 50100 mila veicoli in America e di 50 mila in
Giappone». 
DUE RUOTE ELETTRICHE. La Okygen, nata dalla fusione di varie aziende del
settore, prevede di vendere nel 2002 (tra mercato italiano ed estero) 15
mila scooter elettrici e 20 mila biciclette elettriche a pedalata
assistita. Nel settore regna l’ottimismo perché i prezzi scendono grazie
agli incentivi (poco più di mille euro per un motorino e attorno ai 400
euro per un bici) e le prestazioni salgono grazie alla ricerca (le batterie
dei ciclomotori consentono oggi di fare una quarantina di chilometri). I
problemi sono legati alla logistica (la rete di colonnine per la ricarica)
e allo stop and go dei provvedimenti restrittivi in funzione antismog. 
PARCHEGGI. La necessità di decongestionare le strade ha portato agli
incentivi per i parcheggi sotterranei e alla tariffazione della sosta in
un’area che si sta espandendo in tutte le città. Secondo una ricerca curata
da Aipark nel 2001, l’incasso medio annuo per posto macchina è nel 22 per
cento dei casi superiore ai 774 euro (un milione e mezzo di lire), nel 39
per cento dei casi è invece compreso tra i 516 euro e i 774 euro.
BICICLETTE. I fondi erogati sono stati dieci volte inferiori alle richieste
delle Regioni. «In Finanziaria è stato previsto solo un totale di un
milione e mezzo di euro per i prossimi tre anni in tutta Italia», protesta
Lello Sforza, presidente della Federazione italiana amici della bicicletta.
«Si tratta di briciole, provvedimenti ridicoli che contrastano con quello
che avviene nelle grandi città europee che hanno creato un ufficio per la
mobilità in bicicletta. Anche perché in Europa il 30 per cento degli
spostamenti in auto non supera i 3 chilometri e il 50 per cento non supera
i 5 chilometri: distanze che potrebbero tranquillamente essere coperte in
bici».
CAR SHARING. «Il ministero dell’Ambiente», ricorda il direttore del
ministero Gianni Silvestrini, «ha stanziato 9,5 milioni di euro per lo
sviluppo di un sistema nazionale di car sharing, cioè di una flotta di auto
che si possono affittare anche per poche ore. In Svizzera il car sharing ha
già più di 40 mila clienti ed entro l’anno sarà attivo a Torino, Venezia,
Bologna, Genova, Modena, Brescia». 
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