microsoft esagera



dal corriere it

 
 Mercoledì 27 Febbraio 2002 
 
 
 ANTITRUST 
  
 Quando la Microsoft ricomincia a esagerare 
  
E' giocoforza tornare a occuparsi di Microsoft e della causa antitrust che
la coinvolge. L'aggiornamento è doveroso dato che la settimana prossima, il
6 marzo, comincia una nuova tornata di udienze presso il giudice titolare
del caso, la signora Colleen Kollar-Kotelly. 

La storia di questa interminabile causa legale, iniziata nell'ottobre del
1997, sembrava essersi chiusa definitivamente il primo novembre scorso
quando il Dipartimento di Giustizia americano e la stessa Microsoft
raggiunsero una proposta di accordo extragiudiziale che imponeva alla casa
di Bill Gates alcuni vincoli tecnici e commerciali, ma non scalfiva
minimamente il suo ruolo monopolista. La nuova amministrazione Bush sembra
molto meno accanita verso gli abusi di potere delle grandi aziende e meno
interessata a sviluppare la concorrenza di quanto lo fosse Bill Clinton.

Da allora, invece, le cose si sono fatte molto più contorte e confuse.
Intanto perché nove stati americani che erano associati al procedimento,
non hanno accettato quell'accordo e hanno deciso di proseguire ugualmente
la causa legale. E il giudice Kollar-Kotelly, che deve stabilire se il
compromesso è nel pubblico interesse, non è stato ancora in grado di
pronunciarsi: prima ha dovuto attendere che il pubblico depositasse le sue
osservazioni (chiunque poteva farlo e i pareri critici sono stati
largamente maggioritari).

Nel frattempo venivano alla luce alcuni elementi sgradevoli per la stessa
Microsoft: tanto per cominciare l'intensa azione di lobbismo svolta presso
il governo; questa è un'attività lecita, ma quando ci siano di mezzo delle
cause antitrust tutto deve essere trasparante e noto; gli oppositori di
Microsoft sostengono (ovviamente in maniera interessata) che i contatti tra
le due parti che hanno portato all'accordo devono essere meglio illuminati.
Nei giorni più recenti, poi, anche per effetto della testimonianza di un
dirigente della stessa Microsoft, si è saputo che i nuovi contratti di
licenza che Microsoft ha proposto alle aziende produttrici di personal
computer sono persino più restrittivi, in alcune clausole, di quelli in
vigore in precedenza. A aziende come Dell e Hewlett Packard è stato chiesto
di rinunciare a priori a ogni rivalsa legale contro Microsoft nel caso di
violazione dei brevetti e di accollarsi loro i risarcimenti verso i
clienti, nel caso che i programmo Microsoft non funzionino a dovere.
Sembra insomma che, gasata dal successo, l'azienda di Bill Gates abbia
ricominciato a esagerare, il che non depone a favore della sua lungimiranza. 
 
 
Franco Carlini