a sorpresa il pil usa cresce



dal manifesto

     
    
 
    
 

31 Gennaio 2002 
  
 
A sorpresa il Pil Usa cresce 
GALAPAGOS 




La recessione Usa è già finita? Il dipartimento al commercio ha detto di
si: nel quarto trimestre del 2001, ha fatto sapere - sorprendendo gli
anlisti - il Pil statunitense è cresciuto (secondo le stime preliminari)
dello 0,2%. Nel terzo trimestre la caduta annualizzata del prodotto lordo
era stata dell'1,3% e tutti si aspettavano una nuova discesa (attorno
all'1%) anche negli ultimi tre mesi dell'anno.
Sul dato diffuso dal dipartimento al commercio in molti hanno storto la
bocca: l'andamento degli indicatori macroeconomici dell'ultimo trimestre
sembrava indicare una nuova caduta. Probabilmente, come già accaduto con
intensità crescente negli ultimi due anni, quando si passerà dalla stima
preliminare al dato provvisorio e poi a quello definitivo, l'andamento del
Pil sarà corretto (al ribasso) in maniera sostanziosa. Però, intanto, la
Federal reserve ha preso sul serio il dato positivo, il primo dopo una
caduta ininterrotta iniziata a marzo del 2001. D'altra parte, meno di una
settimana fa Alan Greenspan intervenendo al senato aveva sottolineato come
il peggio sembrava ormai alle spalle. In questa ottica il comportamento del
Fomc (la siglia è quella del comitato della Fed che decide la politica
monetaria) presieduto dallo stesso Greenspan è stato coerente: per la prima
volta dopo oltre un anno di riunioni che si chiudevano con riduzioni dei
tassi (11 in totale) il costo del denaro (inteso come tasso sui Fed funds)
non è stato ritoccato e rimane all'1,75%. A tirare un sospiro di sollievo
sarà probabilmente la Bce che (ossessionata dai rischi d'inflazione) vede
come il fume negli occhi l'ulteriore discesa del tasso di intervento Usa,
non volendo assolutamente ridurre il tasso nella Ue attualmente al 3,25%.
La fine annunciata della recessione non ha però eccitato i mercati azionari
che hanno ballato per tutta la giornata spesso con netevoli cadute (in
particolare vale la pena segnalare che a Tokyo l'indice Nikkei è nuovamente
sceso sotto quota 10 mila). Per gli analisti gli indici azionari anticipano
di 6-9 mesi la fasi di ripresa. Quindi dopo la diffusionee dei dati sul Pil
Usa ci si sarebbe dovuto attendere un balzo in avanti delle quotazioni. Ma
questo non è accaduto. In realtà sia il Dow Jones che il Nasdaq hanno
ceduto vistosamente perché, per dirla con la Cnn "Enron fallout sinks
stocks". Solo in serata, dopo la decisone della Fed di non ritoccarei tassi
c'è stata una ripresa. In ogni caso, l'esplosione dello scandalo Enron sta
sommergendo le quotazioni. Anche perchè gli investitori stanno scoprendo
che la Enron non è un caso isolato: per molte altre società stanno
emergendo problemi contabili, nel senso di irreegolarità spesso occultate
dalle società di certificazione. E così anche ieri la Tyco (che ha il suo
quartier generale alle Bermuda) è andata a picco, perdendo un altro 13%
(poi è stata sospesa) dopo che è stato rivelato che un alto dirigente aveva
ricevuto lauti compensi per organizzare l'acquisto di una società nella
quale aveva forti interessi finanziari. Altra società che sta affondando
(ieri le azioni hanno perso quasi il 45%) per poca chiarezza nei conti è la
CompuCredit di Atalanta. Poi altre brutte notizie sono arrivate dalla
Aol-Time Warner che nel quarto trimestre 2001 ha perso 1,8 miliardi di
dollari, ma anche dal gigante petrolifero Anadarko che ha fatto sapere che
dovrà rivedere i conti del terzo trimestre acausa di errate imputazioni di
costi.