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comunicazioni fuori mercato
- Subject: comunicazioni fuori mercato
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Sun, 09 Dec 2001 08:14:56 +0100
dal manifesto 02 Dicembre 2001 Quando lo scambio è gratuito Crescono le nuove esperienze di comunicazione "fuori mercato" RAFFAELE MASTROLONARDO Per combattere i pregiudizi nulla funziona meglio di un esempio concreto. Tuttavia proprio perché in contrasto con resistenti luoghi comuni gli esempi richiedono un paziente lavoro di ricostruzione. Non è facile, in un mondo in cui domina l'idea della competitività della natura umana e si decantano le virtù del capitalismo, spiegare come possano nascere e prosperare approcci alla produzione e alla diffusione di beni opposti a quelli dominanti. Autori di un simile sforzo sono Mariella Berra e Angelo Raffaele Meo in Informatica solidale (Bollati Boringhieri, 2001) in cui descrivono storia e prospettiva del software libero, un movimento che ambisce a creare "un grande volume di software che presenti le stesse funzionalità del software proprietario, ma che possa essere distribuito liberamente e gratuitamente, patrimonio collettivo dell'intera umanità". Proprio perché fondato su principi in contrasto con quelli usuali, la crescita e lo sviluppo del movimento che ha portato al sistema operativo Linux possono essere comprese solo all'interno di una dinamica sociale e di un modello socioeconomico che non rientrano in quello del mercato. Come spesso accade, per spiegare un fenomeno nuovo è utile ricorrere a paradigmi tratti da esperienze storiche passate. Berra e Meo scelgono il modello di un'economia basata sullo scambio antico di doni, "una forma particolare di scambio, caratterizzata da una natura collettiva, da finalità non puramente utilitaristiche e dall'essere inserito in un insieme di obbligazioni sociali". Una volta analizzato in profondità, il dono arcaico non mostra solo gratuità ma rivela una combinazione di interessi e obbligazioni che hanno una logica razionale. L'insieme di cooperazione, fattori non economici come fiducia, stima e reputazione, finalità etiche quale era presente nel dono antico dà luogo ad un sistema di produzione e distribuzione razionale, efficiente e conveniente per l'individuo che è coinvolto in questo ciclo. Nel caso di Linux in cui il codice sorgente circola liberamente nella comunità dei programmatori e degli utenti sono presenti i tre obblighi tipici del dono (dare, ricevere, restituire) e consentono di avviare e sviluppare un circolo di creazione, produzione, diffusione e miglioramento del software. Il ciclo virtuoso funziona per la presenza contemporanea, come nel dono arcaico, di un obbligazione e di un interesse. Nel caso Linux l'interesse riguarda "la nascita e lo sviluppo di un prodotto alla cui riuscita i partecipanti collaborano e al cui esito non basterebbe il contributo individuale". L'obbligazione è "sanzionata da norme di carattere morale e deontologico che escludono dalla comunità chi interrompe il ciclo". La combinazione di interesse individuale, solidarietà e cooperazione che caratterizza Linux capace di sfidare anche le più potenti organizzazioni capitalistiche apre dunque nuove prospettive. Allo stesso tempo ci ricorda che quel contenitore chiamato "natura umana" viene riempito dall'ideologia il cui unico scopo è giustificare l'ordine di cose esistente imputandolo ad un' immutabile, e competitiva, essenza dell'uomo.
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