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piu' formazione per competere
- Subject: piu' formazione per competere
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 10 Dec 2001 06:37:33 +0100
Il Sole 24 ORE Giovedì 06 Dicembre 2001 ore 18:56 Il lavoro che cambia - Cantarella: in pochi anni la Fiat ha rinnovato il 30% del management Più formazione per competere Investimenti limitati soprattutto nelle piccole imprese - Baldassarri: esenzioni fiscali per le aziende TORINO - Impresa e Università hanno finalmente abbattuto i muri che le dividevano e collaborano per la formazione, anche a livello manageriale. Tutti d'accordo, ieri all'Isvor Fiat di Torino, sull'importanza di questa alleanza. Ma l'incontro, organizzato per celebrare i 30 anni dell'Asfor (l'associazione per la formazione alla direzione aziendale), ha evidenziato che le parole non sono sempre seguite dai fatti. Lo ha sottolineato Claudio Poli, presidente dell'Asfor e amministratore delegato di Isvor Fiat, ricordando che in Italia solo l'1,7% degli occupati è coinvolto in attività formative, contro il 10% europeo. «Ma se ci riferiamo alle piccole e medie imprese - ha aggiunto - i ritardi italiani sono ancora più clamorosi poiché quasi il 70% delle aziende minori dichiara di non aver fatto, negli ultimi due anni, neppure un'ora di formazione per i propri dipendenti. E non intende farla neppure il prossimo anno». La situazione migliora nelle grandi aziende che, però, in Italia sono poche e, in media, investono in formazione solo lo 0,5% del monte retributivo. La formazione rivolta ai manager assorbe quindi una quota infinitesimale. Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat, ha però ricordato il forte impegno del gruppo torinese proprio nella formazione dei manager e delle altre risorse umane. Per un investimento pari al 4% del fatturato: 144 milioni di euro lo scorso anno saliti a 180 alla fine del 2001. E la Fiat, anche attraverso l'esperienza della laurea in Ingegneria dell'autoveicolo, ha trasformato i propri manager in docenti. «È importante trascorrere molte ore in aula, sia come docenti sia come allievi - ha proseguito - anche perché, a contatto con i giovani, i nostri manager capiscono l'evoluzione della mentalità dell'azienda». Cantarella ha inoltre ricordato l'iniziativa per la formazione dei giovani ingegneri che lavorano in diverse aziende del gruppo, in tre settori diversi e in tre Paesi differenti. Un percorso magari duro, ma che ha fornito ottimi risultati. E con rare defezioni. Ma la Fiat sta anche assumendo manager da altre aziende, italiane e straniere. «Perché Torino offre molto a chi viene a vivere in questa città - ha sostenuto - e la Fiat è in grado di garantire notevoli prospettive di crescita». Così, mentre l'associazione industriale torinese lamenta la fuga di cervelli, la Fiat riesce ad attrarli e, in pochi anni, ha rinnovato oltre il 30% della propria classe dirigente. «È questa la chiave di volta della competitività - ha insistito Cantarella - in un mondo che cambia, che crea rapidamente obsolescenze». Ma se la formazione è importante, occorre anche individuare i percorsi per renderla più efficace. Così Bob Mountain (Executive development network) ha ricordato gli effetti positivi legati all'introduzione delle nuove tecnologie al servizio della formazione manageriale. Mentre Federico Butera (Assoconsult) ha invitato a coinvolgere un maggior numero di persone nella formazione, evitando i master super costosi. Andrea Pininfarina (presidente degli industriali di Torino) ha sollecitato una maggior attenzione verso i ragazzi più giovani e Luciano Modica (presidente della Conferenza italiana dei rettori) ha chiesto alle aziende un atteggiamento più favorevole. Un tema ripreso anche da Mario Baldassarri, viceministro dell'Economia e delle Finanze. «Le imprese - ha spiegato - devono capire che la formazione è un fattore di produzione che non si può, e non si deve, tagliare nei momenti di difficoltà». Baldassarri ha inoltre sostenuto la necessità di due anni di esenzione totale di tasse e contributi per le imprese che inseriscono giovani appena usciti dalla scuola, in modo da favorire il passaggio graduale tra il mondo della scuola e quello del lavoro. E infine, in linea con quanto richiesto da Poli, il viceministro ha ribadito la necessità di certificare corsi di laurea e master, in modo da garantirne l'efficacia. E l'Asfor potrebbe essere l'organismo di certificazione. Augusto Grandi
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