agricoltura la biodiamica esce dalla nicchia



dal sole24ore di sabato 24 novembre 2001
 
 Mozzoni Crespi: il «naturale» è un'alternativa 

La biodinamica esce dalla nicchia
 Nicola Dante Basile 
MILANO - Abbondanza di nitrati nella concimazione delle piante; bestiame
allevato facendo uso di farine animali; cultura del transgenico che, per
quanto sia ancora ufficialmente vietata, in Europa fa proseliti; cicli
naturali della produzione stravolti dall'applicazione di massicce dosi di
azoto. E poi? E poi scoppiano gli scandali delle "mucche pazze" e dei
"polli alla diossina" che allarmano, disorientano i consumatori e creano
panico nella società. Insomma, per i sostenitori dell'agricoltura
biodinamica, i fautori dei metodi di coltivazione e allevamento con l'uso
esclusivo di prodotti naturali, ce n'è abbastanza per reagire e cominciare
a domandarsi se oggi «ha ancora senso credere e investire nell'agricoltura
convenzionale», quando i livelli di inquinamento ambientali suggerirebbero
di no, perchè «l'atmosfera è impregnata di ossidi e l'accumulo di scorte
azotate favorisce l'insorgere di malattie degenerative tipiche del nostro
tempo». Giulia Maria Mozzoni Crespi, fondatrice e sostenitrice del
movimento che propugna l'agricoltura biodinamica, lancia l'allarme: «È
incredibile, ogni due minuti in Europa un piccolo imprenditore agricolo
cambia mestiere: i mezzi per restare competitivi non sono mai sufficienti,
ma la scomparsa di una piccola azienda corrisponde alla perdita
dell'opportunità di fare agricoltura naturale. «Eppure - osserva la signora
Crespi che conduce un'azienda biodinamica "modello" allo porte di Pavia -
l'unica alternativa valida alla coltura tradizionale fatta di concimi e
prodotti chimici è l'agricoltura biodinamica». Un'agricoltura, cioè, basata
su un metodo di lavorazione «che si propone di salvaguardare l'ambiente in
tutti i suoi aspetti» e per questo viene considerata «rivoluzionaria». Da
qui la richiesta alle autorità di Governo (verrà formulata al convegno che
l'Associazione italiana Demeter ha in calendario dal 29 novembre al 2
dicembre prossimi a Sabaudia) di inserire «la qualità alimentare degli
italiani» tra gli obiettivi primari da conseguire. Cosa che è possibile
fare attraverso una politica che «snellisca le procedure burocratiche di
accesso all'agricoltura biodinamica, sostenendola anche economicamente».
Aiuto economico che trova la sua ragione nel fatto che questo tipo di
agricoltura - osserva il presidente dell'Associazione, Lapo Cianferoni - ha
rendimenti inferiori del 15-20% rispetto a quelli ottenuti dalle aziende
che praticano l'agricoltura convenzionale. E anche il mercato sta
dimostrando di apprezzare i prodotti naturali e biodinamici, che non vanno
tuttavia confusi con le produzioni biologiche ottenute con tecniche
agronomiche diverse. In Italia le aziende agricole biodinamiche sono
presenti in tutte le regioni, anche se è il Settentrione l'area più
rappresentata: su 470 aziende e 5mila ettari di aree coltivate, il Nord
incide per il 51%, seguito dalle regioni del Mezzogiorno con il 27% e il
Centro con il restante 22 per cento. La produzione lorda vendibile di
queste imprese viene stimata intorno a 30,99 milioni di euro (60 miliardi
di lire), per il 95% ottenuta con i prodotti freschi destinati per il 65%
all'esportazione. Il giro d'affari al consumo, però, cresce
vertiginosamente, fino a sfiorare un business complessivo di 258,23 milioni
di euro, pari a 500 miliardi di lire. 

Sabato 24 Novembre 2001 
 
 
 
 

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