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keynes non basta serve un piano marshall
- Subject: keynes non basta serve un piano marshall
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 22 Nov 2001 17:07:15 +0100
dal nuovo di lunedi 19 novembre 2001 Keynes non basta, ora serve un piano Marshall di Virgilio Piega Preoccupa il crollo dei consumi planetari Una politica fiscale espansiva non basta Serve un piano Marshall per i paesi emergenti Godeva di popolarità a livello persin delle immaginarie casalinghe di Voghera, quel modo di dire: “Non beve. Chi? Ma il cavallo, certo”. Riferito, al tempo, agli investimenti. Ora torna di moda in ordine ai consumi. A livelli planetari, ahimé. Dovunque si consuma troppo poco in rapporto alle capacità attuali e potenziali dei "sistemi". Nei Paesi più avanzati come nei più disgraziati. Anche di qui s'originano le tendenze recessive pressoché universali sulle quali ogni giorno diverse fonti ci ammoniscono, dal Fmi ai grandi banchieri, dal G-10 al nostro Governatore. Twin Towers e guerra afghana han solo rovesciato altra pioggia sul bagnato, aprendo le porte a vere e proprie crisi diffuse. Va saltando ovunque l'imprescindibile correlazione di fondo tra produrre, distribuire, vendere. Il nodo è qui. E quando i mercati recalcitrano, la messa al mondo delle risorse nuove s'inceppa. L'economia essendo ciclica (si consolano in molti) passerà anche questa eduardiana "nuttata". Ma il recupero di livelli già sperimentati di sviluppo, forse ottenibile più o meno sotto tutte le latitudini con sgravi fiscali, spese infrastrutturali pubbliche, politiche keynesiane, probabilmente non basta per quei nuovi assetti del mondo che tutti dicono di voler propugnare. Un'impressione diffusa e probabilmente non sbagliata è che tra le svolte imposte dall'11 settembre ci sia una sorta di riflusso psicologico di lunga durata, che renderà i modelli di vita dei Paesi più avanzati tendenzialmente e poi stabilmente più sobri. Poco inclini perciò, su tempi e cicli di pari periodo, a ridare deciso fiato a consumi, prima, e sulla loro scia ad investimenti, poi. Insomma, a rilancio e sviluppo. E allora ? Mancan bacchette magiche e s'azzuffano le ricette. Non si va lontani dal vero però immaginando che un tema "forte" dei prossimi decenni dovrà essere quello di ruscire a rendere disponibili nuovi vasti mercati di consumo là dove fino ad oggi sono stati di scarsa consistenza per carenza di risorse proprie. Nei Paesi che vanno emergendo davvero, dunque (Cina "über alles"). Ma anche in quelli che solo un rispettoso pudore fa già definire come tali. Già, ma come? Forse solo con formule di prestiti e donazioni mirate tipo piano Marshall (quale l'Italia suggerisce per la futura Palestina). Le economie, per procedere, hanno bisogno, tutte, di redistribuirsi e "splittarsi". Come non ricordare lo splendido aneddoto napoletano deiquattro carcerati di Poggioreale? Giocavano a poker per ammazzare il tempo e il pù bravo sistematicamente spogliava i compagni di cella del poco che poteva esser messo in palio. Ma ogni sera doveva poi restituire le vincite fatte. Altrimenti avrebbe smesso di giocare (e di divertirsi) anche lui.
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