esame annuale per i manager di stato



dal corriere della sera di lunedi 19 novembre 2001
 
Firmata la direttiva per la pubblica amministrazione

E per i tremila manager di Stato adesso arriva l’esame annuale

Saranno penalizzati i dirigenti che non raggiungeranno gli obiettivi assegnati


DAL NOSTRO INVIATO 
TAORMINA - Per i tremila manager di Stato sta per partire una vera e
propria rivoluzione: verranno valutati alla fine di ogni anno e se non
raggiungeranno gli obiettivi assegnati potranno essere mandati a casa.
Anche prima del termine contrattuale come invece prevede la legge
Bassanini. Questo il senso della direttiva firmata giovedì 15 dal
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e annunciata ieri a Taormina dal
ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini. 
«Con questa direttiva - ha spiegato Frattini - viene di fatto anticipata la
legge sulla riforma della pubblica amministrazione. Gli alti dirigenti di
Stato non verranno più giudicati secondo i meccanismi delle simpatie
politiche. Ma andrà avanti solo chi dimostrerà di essere bravo». La legge
Frattini, una volta approvata dal Parlamento, introdurrà una specie di
mobilità temporanea per gli alti funzionari dello Stato: i dirigenti
potranno anche prestare il loro servizio presso aziende private, come già
avviene all’estero, per poi tornare, se lo vorranno. La direttiva di
Berlusconi prevede che tutti gli anni, entro dieci giorni dall’approvazione
della legge di bilancio, ogni ministro dovrà emanare una sua «direttiva
sull’azione amministrativa e la gestione» per stabilire gli obiettivi del
dicastero. La prima della legislatura sarà fondamentale. A partire dalle
direttive ministeriali del 2002 tutte le amministrazioni dovranno dotarsi
di un sistema per la valutazione dei dirigenti, che «entro il primo
semestre 2002 dovrà essere operativo», e sulla cui base verranno
corrisposti gli incentivi economici previsti dal nuovo meccanismo
contrattuale. 
A Taormina la pubblica amministrazione ha tentato di immaginarsi in una
veste nuova, con un convegno organizzato dall’associazione dei giovani
dirigenti. «Mi sono accorto - ha ammesso il ministro per l’Innovazione e le
tecnologie Lucio Stanca - che anche per modificare l’organizzazione del mio
dicastero ci vogliono nuove leggi, col risultato che in quattro mesi, un
periodo di tempo che in una azienda privata è considerato importante, sono
riuscito a fare ben poco». 
Bruno Ermolli, presidente di Sinergetica, consulente di Berlusconi per la
riforma della macchina statale, è convinto tuttavia che questa sia la volta
buona grazie alla stabilità politica. Ma per riuscirci sono necessarie
scelte decise: project financing come il modello anglosassone per le opere
pubbliche, informatizzazione della giustizia per accorciare i tempi dei
processi e massima diffusione delle tecnologie informatiche fino
all’introduzione del voto elettronico. 
Per Frattini è necessario anche agire sul rapporto fra burocrazia e
cittadini ai livelli più elementari. «La prima cosa da fare - ha affermato
- è tradurre in italiano il linguaggio burocratico. Non voglio più leggere,
come è successo anche nell’ultimo censimento, che un pensionato venga
definito "ritirato dal lavoro"». 
E mentre il senatore di Alleanza nazionale Learco Saporito, sottosegretario
alla Funzione Pubblica, ha spronato il governo a insistere sullo spoils
system «perché è giusto mandare a casa chi non la pensa come noi, solo così
si possono cambiare davvero le cose», il segretario generale di palazzo
Chigi Antonio Catricalà si è detto certo che in sei mesi la macchina dello
Stato sarà rivoluzionata. «Entro la prima settimana di dicembre - ha
annunciato - la direttiva Frattini sarà inviata a tutti ed entro il 10 di
gennaio saranno pronte le direttive dei singoli ministeri». Saranno
coinvolti in prima persona i tremila alti dirigenti dello Stato, cui
dipendono 300 mila funzionari e a cascata oltre tre milioni di dipendenti
pubblici. In questa «rivoluzione» è prevista anche una offensiva sul fronte
dell’immagine. Frattini ha così incaricato l’Osservatorio permanente
Giovani editori (realizzato da Cesare Romiti, presidente della Rcs, e da
Andrea Riffeser, presidente della Monrif) guidato da Andrea Ceccherini di
fare proposte operative. «Potremmo ispirarci all’esperienza del Regno Unito
- ha anticipato Ceccherini - che da un anno ha creato un panel di 5 mila
cittadini per sondare costantemente il funzionamento della macchina
pubblica». 
 
Roberto Bagnoli