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Tonni minacciati dalla pseudo scienza del Giappone
Giappone, Australia e Nuova Zelanda decidono di
aumentare le quote di pesca per i tonni. Ancora una volta il Giappone
giustifica lo sfruttamento insostenibile delle risorse ittiche con la "ricerca
scientifica."
SYDNEY - 19 Aprile 2001 - Giappone,
Australia e Nuova Zelanda hanno deciso di aumentare la quota di pesca
annuale per il tonno dalla pinna blu. L'aumento sara' di oltre 1,500
tonnellate e servira' a condurre un programma "scientifico" per stabilire la
grandezza della popolazione e il limite di pesca sostenibile.
Greenpeace ha criticato l'accordo affermando che
questa specie di tonno e' classificata come "critically endangered"
(criticamente minacciata). L'accordo e' l'epilogo di una guerra tra le tre
nazioni che vedeva vietati i pescherecci giapponesi nelle acque territoriali
Neozelandesi ed Australiane dopo che il Giappone aveva superato la sua quota di
pesca di ben 1,500 tonnellate nel 1999.
Il Giappone aveva spiegato che tale eccesso era
impossibile da evitare perche' gli stock di tonni erano stati sottostimati. Il
tonno dalla pinna blu e' venduto in Giappone per il Sashimi e un esemplare puo'
raggiungere il prezzo di 50,000$.
La Nuova Zelanda ha gia' tolto il divieto alle
navi del sol levante di pescare nelle sue acque e l'Australia ha detto che lo
togliera' non appena il programma di "ricerca" iniziera'.
Il ministro della pesca australiano ha
dichiarato "ci sara' un programma scientifico congiunto per il quale e' stato
approvato un aumento della quota pescabile."
"Il pesce verra' catturato ed etichettato e poi
rigettato in mare. Ci sara' un certo tasso di mortalita' e quegli esemplari
uccisi saranno venduti normalmente. Si pensa che la cifra' ammontera' alle 500
tonnellate.
Greenpeace accusa l'Australia di aver ceduto
alle pressioni del Giappone. L'appoggio dell'Australia al programma di ricerca
non rende credibile l'opposizione contro la caccia alla balena portata avanti
dal Giappone.
Secondo l'organizzazione ambientalista vendere
una specie "criticamente minacciata" per finanziare la ricerca 'scientifica' non
e' una buona strategia per proteggere tale specie dall'estinzione.
Alcuni scienziati indipendenti hanno detto che
il programma sperimentale di pesca appena stabilito non e' necessario per gli
scopi di ricerca. Ma l'Australia vuole guadagnare denaro dalle quote pecate per
finanziare il resto della vera ricerca.
Il programma sperimentale di pesca non e'
necessario e questa pseudo-scienza e' solo una scusa per catturare piu' pesce.
Questa specie di pesce e' gia' pescata piu' velocemente di quanto si riproduca,
Greenpeace ha denunciato in una nota.