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Wwf: I parchi italiani sono in pericolo



Wwf: I parchi italiani sono in pericolo
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www.verdi.it

"Modus Vivendi", la rivista di ecologia e scienza allegata a "Il Salvagente"
se n'era occupata in un'inchiesta lo scorso mese, ma ecco arrivare ora l'
indagine del WWF. I parchi italiani sono in pericolo, quasi ovunque le
giunte di centrodestra ne stanno ridisegnando i confini, riducendoli a
francobolli.

ABRUZZO
Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga
Minaccia di realizzazione del terzo traforo del Gran Sasso e abbassamento
della falda acquifera da 1600 m. a 1000 m. (a livello dell'autostrada) con
conseguenti danni per ciò che concerne l'approvvigionamento idrico per le
popolazioni (Il Gran Sasso copre il fabbisogno idirico di 450.000 abitanti).
Potenziamento impianti sciistici di Campo Imperatore (i lavori sono stati
bloccati per verifica impatto ambientale su iniziativa del WWF).
Parco nazionale della Maiella
Il parco è minacciato da ricerche petrolifere dentro i confini dell'area
protetta e da progetti di impianti di arroccamento per sport invernali
(Comuni di Rapino e Caramanico)
Parco regionale Velino e Sirente
La superficie del parco regionale è stata ridotta di oltre 9.000 ettari e
all'interno dell'area protetta è stato realizzato nel 1999 un parcheggio di
10 ettari (Campo Felice nel Comune di Rocca di Cambio) con fondi dell'Unione
Europea in area SIC (i lavori sono stati bloccati per verifica impatto
ambientale su iniziativa del WWF).

BASILICATA
Parco nazionale della Val D'Agri
Non ancora definita la perimetrazione per il nuovo Parco nazionale della Val
D'Agri a causa della presenza dei pozzi petroliferi (la Val D'Agri ospita il
più grande bacino petrolifero d'Europa) che determinano seri problemi di
incompatibilità tra tutela dell'area e l'attività estrattiva.

EMILIA ROMAGNA
Parco nazionale dell'appennino Tosco - Emiliano
Presenta una difficoltà di gestione a causa di una perimetrazione
frammentata (isole di territorio protetto dal parco nazionale completamente
separate tra loro o collegate da una parte del territorio protetto da un
parco regionale) e che ha escluso importanti aree della garfagnana, perché
alcuni comuni si sono apertamente dichiarati contrari alla nuova area
protetta nazionale. Determinanti anche in questo caso le pressioni dei
cacciatori contrari al parco.

CAMPANIA
Parchi naturali regionali, Parco del Partenio e Parco dei Picentini
In corso il nuovo procedimento istitutivo dei parchi naturali in tutta la
regione a causa del ricorso del Comune di Procida alla Corte Costituzionale
contro la legge regionale che istituiva tutte le aree protette regionali. La
sentenza del 14/7/2000 sull' art. 6 della Legge regionale n. 33 del 1993 ha
cancellato tutti i parchi regionali della Campania.
Parco del Partenio: ricorso al Tar del Comune di Mugnano del Cardinale per l
'annullamento della delibera della Giunta regionale che istituiva il parco
del Partenio, sentenza del 26/10/2000.
Parco dei Picentini: il parco non è ancora istituito per opposizione da
parte di diversi Comuni contrari all'area protetta. Il problema principale
per tutti i parchi è l'abusivismo edilizio diffuso e l'opposizione dei
cacciatori. I Comuni sono contrari perché verrebbe limitato il loro potere
di intervento sul territorio.

CALABRIA
Parco delle Serre
Pur istituito da una legge regionale del 1990 non è mai stato attuato ed è
praticamente rimasto un parco di carta.

FRIULI
Parco delle Prealpi Giulie
Il parco è minacciato da una riduzione del perimetro. Alcuni amministratori
locali individuano nel parco solo un vincolo e quindi un ostacolo allo
sviluppo economico.

LIGURIA
Parco di Portofino
L'Ente Parco ha deliberato la riduzione dell'area protetta da 4600 ettari a
1000 dopo le pressioni di alcuni enti locali e del mondo venatorio.

LOMBARDIA
Parco Bernina Disgrazia
E' uno dei tre parchi lombardi istituiti ma mai realizzati per i quali è
prevista un'area di 140 mila ettari a fronte dei 580 mila ettari di
territorio occupato complessivamente da tutti i 26 parchi regionali. Di
questi 26 parchi, circa il 65%, inoltre, è aperto all'attività venatoria e
per la maggior parte di essi non sono stati ancora approvati i Piani
Territoriali di Coordinamento, lacuna che determina disagi ambientali come
cave o percorsi per automobili molto vicine ai fiumi.

PIEMONTE
Non ci sono parchi particolarmente a rischio. Si profila però un problema a
livello di gestione: la Regione infatti sembrerebbe intenzionata ad affidare
ai comuni, alle province, alle Comunità montane la gestione dei Parchi che
fino a oggi sono affidati, con riscontri soddisfacenti, agli enti regionali.
Potrebbero così prevalere gli interessi locali presenti sul territorio
rispetto alla tutela dell'ambiente.

UMBRIA
Parco del Trasimeno
Il lago ha gravi problemi di inquinamento ed il parco manca di adeguate
risorse economiche da parte della Regione (problema che vale per tutti i
parchi umbri). Il parco ha i confini che coincidono praticamente con le rive
del lago limitando così al minimo la superficie sottratta al divieto di
caccia. In Umbria il problema principale per i parchi è l'opposizione dei
cacciatori.

SICILIA
Isola di Marettimo
Vi è stata istituita una riserva naturale, tuttavia non ancora realizzata
causa annullamento del Tar per ricorso da parte del Comune di Favignana. Il
problema principale è l'opposizione del Comune che vedrebbe limitata la sua
discrezionalità negli interventi sull'isola.

SARDEGNA
Parco del Gennargentu
Il parco nazionale previsto dal 1991 è stato istituito sulla carta ma non è
mai stato realizzato a causa di contrasti tra le Amministrazioni locali ed
il Ministero dell'Ambiente.

MARCHE
Il Parco regionale del Sasso Simone e Simoncello è minacciato da una
riduzione dei confini su richiesta del Comune di Pennabilli. Forti sono
anche in questo caso le pressioni contrarie dei cacciatori. Il parco deve
inoltre convivere con il poligono militare tutt'ora attivo nel cuore dell'
area protetta.
Il Parco Gola della Rossa e Frasassi è minacciato dalle cave di calcare
massiccio che hanno già devastato gran parte della Gola della Rossa. Forti
anche le pressioni dei cacciatori per la caccia di selezione al cinghiale.

LAZIO
Parco dei Laghi di Bracciano
La Regione intende ridurre drasticamente il perimetro del parco per le
pressioni contrarie di alcuni enti locali e del mondo venatorio.

VENETO
Parco Delta del Po
Il parco regionale del delta del Po presenta una discontinuità a livello di
perimetrazione (il Parco si estende a "macchia di leopardo"), ha carenze
gestionali e amministrative che rivelano una certa sudditanza dell'Ente di
gestione nei confronti dei cacciatori. Non è mai stata trovata l'intesa con
la Regione Emilia Romagna per l'istituzione del parco nazionale del Delta
del Po, unico delta fluviale d'Europa non ancora protetto da un parco.

TRENTINO ALTO ADIGE
Parco Provinciale Adamello Brenta
Il parco è aperto all' attività venatoria e sottoposto a scelte gestionali
discutibili quali ad esempio la realizzazione al suo interno di strade
forestali.

(18 aprile 2001)