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Risposta a boncinelli su OGM
Il 31 Marzo 2000 Repubblica Online ha pubblicato un'
intervista al biologo e genetista Edoardo Boncinelli,
riguardante i rischi (o la loro presunta assenza) dei cibi e
delle colture transgeniche:
http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/boncinelli/boncinelli/bo
ncinelli.html
L'intervista contiene una serie di inesattezze e da' l'
erronea impressione che vi sia consenso tra gli scienziati
riguardo all' innocquita' di cibi e colture transgeniche.
Questa risposta, inviata da me a nome di Peacelink alla
redazione del sito web di Repubblica, e' volta a
rettificare, almeno in parte, tali inesattezze. La redazione
di Repubblica on line ha scelto di ignorarla.
Per coloro che volesso linkarla da qualche sito,
la risposta e' ora nello spazio ecologia del sito web di
Peacelink (in costruzione)
la trovate qui
http://www.peacelink.it/tematiche/ecologia/
cibie.html
Saluti,
Alessandro Gimona
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il Terzo mondo si puo' sfamare in maniera ecologica
Cara redazione, scrivo per rispondere all' intervista
comparsa sul sito web del giornale, intitolata
"Come si sfama il Terzo Mondo? Tutti i sì al cibo
transgenico L'inquinamento della Terra potrebbe diminuire".
Dissento dal tono rassicurante dell' intervistato e spero
vogliate ascoltare e pubblicare anche le ragioni degli
scienziati meno ottimisti. Anch'io sono un biologo e
lavoro come ecologo e ricercatore in un istituto di ricerca
britannico.
L'idea che le preoccupazioni riguardo agli Organismi
Modificati Geneticamente (OGM) siano solo allarmistiche e
quindi non scientifiche e' totalmente infondata.
Probabilmente anni di dibattito e di appelli alla cautela da
parte di scienziati (parlo, ovviamente di "quelli veri")
sono sfuggiti a Boncinelli. Per quanto concerne gli
aspetti ecologici, inviti alla cautela sono stati espressi,
per esempio, dagli scienziati dell
Britannica (English Nature), che hanno anche
chiesto una moratoria di qualche anno prima
dell'introduzione nell'ambiente, dalla Union of Concerned
Scientist e dalla FAO http://www.fao.org/biotech/state.htm
http://www.fao.org/FOCUS/E/SOFI/home-e.htm
Per gli aspetti che riguardano potenziali rischi per la
salute, si puo' citare la British Medical Association che
rappresenta i medici Britannici (si veda The Impact of
Genetic Modification on Agriculture,Food and Health - Board
of Science and Education .An Interim Statement, Maggio
1999). Inoltre il principio di equivalenza
sostanziale, usato dalla Food and Drug Administration (FDA)
per equiparare cibi transgenici a cibi tradizionali nell'
autorizzarne il commercio negli USA, e' stato
criticato da scienziati con articoli pubblicati da riviste
scientifiche internazionali. Si veda ad esempio (Nature,
401). Gli stessi scienziati della FDA hanno messo in
serio dubbio la validita' di tale principio. Documenti
filtrati all'esterno dell'Agenzia, ed ora disponibili in
rete grazie all' Alliance for Biointegrity (http://
ww.bio-integrity.org) lo dimostrano chiaramente.
Colture che abbiano successo "in terreni che sono devastati
dal freddo o dall'acqua o dalla siccità" sono poi ancora
lontane ed il loro eventuale potenziale di invadere
ecosistemi tropicali e di scambiare geni con parenti
selvatici, dovra' essere valutato con attenzione. Quel che
piu' importa, pero', e' che la causa prima della fame nel
mondo non e' la scarsa produzione. Questo mito che alcuni
ripetono , e' sostanzialmente smentito dall' ultimo rapporto
degli esperti FAO intitolato "The State of
Food Insecurity"
http://www.fao.org/FOCUS/E/SOFI/home-e.htm che dimostra
chiaramente come la rimozione di cause sociali, quali
poverta' e guerre civili, potrebbe sfamare un
gran numero di persone anche con il presente livello di
produttivita'. E' vero che alcune modifiche, come la
produzione d
riso, allevierebbero le
gravi carenze alimentari che si registrano in alcune aree
dell' asia. Anche queste modifiche, comunque, debbono essere
sottoposte a valutazione di rischi. Il rialscio di
OGM nell'ambiente e la loro introduzione nella catena
alimentare in paesi in via di sviluppo, entrambi senza
adeguate valutazioni dei rischi, puo' trasformare quelle
popolazioni ed il loro ambiente in oggetti di esperimenti su
larga scala, che sarebbero inaccettabili in Europa.
A coloro che chiedono cautela Boncinelli risponde "Mah, il
mio motto in tutte le cose è: provvedere senza preoccuparsi.
Quindi l'idea sarebbe di essere abbastanza
lucidi da individuare i problemi e da operare
tempestivamente. Non esiste nulla in questo mondo che sia a
rischio zero." Questo motto e' molto difficile da
condividere perchè, non preoccupandosi, l'individuazione dei
problemi ed i relativi interventi potrebbero avvenire solo a
danno fatto ed essere inefficaci e tardivi,
piuttosto che "tempestivi". Si immagini, ad esempio, la
produzione di piante che siano invasive o alterino i
rapporti di competizione e predazione negli agroecosistemi,
o lo sviluppo di allergie alimentari che abbiano conseguenze
molto serie per soggetti sensibili. I cittadini e gli
ecosistemi meritano un atteggiamento piu' responsabile di
quello proposto da Boncinelli. La necessita' di cautela e'
stata esplicitamente riconosciuta anche dal recente
Protocollo di Cartagena sulla biosicurezza, che sara'
ratificato tra breve da circa 130 paesi. Questo, secondo
molti analisti, ha ulteriormente rafforzato lo status del
Principio di Precauzione nel diritto internazionale.
L'affermazione "non si sta introducendo niente di anomalo
nell'ambiente perché la maggior parte delle colture, delle
piante e anche degli animali non riuscirebbero
assolutamente a sopravvivere al di fuori del campo dove sono
coltivate, al di fuori di condizioni particolari" e' priva
di fondam
scientifico ed e' dunque solo un'
opinione, non un fatto. Questo e' proprio cio' che gli studi
debbono cercare di accertare. Esistono vari studi che
contraddicono questa opinione e sono ormai spesso
citati da coloro che si occupano dei potenziali rischi degli
OGM. Ad esempio la capacita' del polline di mais transgenico
di uccidere bruchi della farfalla Monarca
(Nature 399) o la capacita' dei residui di piante che
producano la tossina Bt di modificare le comunita' del
suolo. Questi risultati evidenziano la necessita' di
accertare
i rischi e gli effetti caso per caso.
Boncinelli, lamenta poi che non vengano creduti "quelli
(cioe' gli scienziati) che si occupano di questo". Non e'
chiaro chi siano costoro: mentre i genetisti e gli
agronomi, esperti nella produzione degli OGM sono
comprensibilmente entusiasti, gli ecologi, gli allergologi
ed i medici, che sono piu' competenti nel valutarne i
potenziali rischi per ambiente e salute, esprimono molta
piu' cautela. L' intervista fornisce quindi una
rappresentazione distorta del dibattito scientifico in atto,
dando al
lettore l' impressione che, secondo gli scienziati, non vi
sia nulla da preoccuparsi. Se e' possibile che
l'inquinamento chimico diminuisca in alcune aree, per lo
meno
fino a quando non saranno comparse resistenze degli
organismi bersaglio, e' anche vero che le preoccupazioni che
le allergie e le malattie su base sconosciuta
possano aumentare, e che aumenti l'inquinamento genetico e'
invece presente anche e soprattutto tra gli scienziati
"veri".
Allego un breve bibliografia (che si trova nella versione
sul sito di Peacelink) Spero che questa dimostri che le
preoccupazioni hanno fondamento scientifico e che sia utile
a chi voglia approfondire.
Dott. Alessandro Gimona
Ph.D.